Pubblichiamo in questa pagina i lavori delle classi che hanno aderito alla nostra proposta
BANCHETTE – SCUOLA PRIMARIA – CLASSI VA e VB
“Arcobaleno: dopo la pioggia viene il sereno”
Da un anno poco distante da noi c’è una guerra in atto tra due Paesi, ogni giorno ne sentiamo parlare e soprattutto ci giungono delle immagini agghiaccianti che non lasciano nulla all’immaginazione e ci turbano moltissimo; la guerra non è altro che una grande delusione che lascia ferite profonde che non guariranno mai.
A scuola abbiamo cercato sul dizionario il significato della parola guerra, abbiamo letto diversi articoli dove si parlava di distruzione di massa, di potenti della Terra, ma noi siamo concordi nel dire che essa è una cosa orribile, perché provoca nelle persone tristezza, dolore e morte e danneggia anche il nostro pianeta, la guerra è una crudeltà spietata ed è inoltre ingiusta nei confronti delle persone che la subiscono.
Tutti i bambini del mondo hanno gli stessi diritti: alla vita, alla libertà, ad avere il calore e la protezione di una famiglia, all’istruzione, al gioco e a vivere sereni, ma molto spesso ciò non avviene a causa di persone che non rispettano gli esseri umani e tutti gli esseri viventi, ecco perché noi diciamo che la guerra è ingiustificabile e brutale e non dovrebbe mai accadere in nessun paese del mondo.
Noi siamo convinti che si eviterebbe ogni guerra se ogni persona sapesse e comprendesse cosa significa veramente, essa infatti costringe gli uomini a combattere contro i propri simili, costringe le donne ed i bambini a lasciare il loro paese, la loro casa ed i loro amici e costringe tutti ad inventarsi una nuova vita.
La guerra è distruzione di case, di scuole, di ospedali, di edifici vari e della vita stessa, ogni guerra lascia un mondo peggiore e chi sopravvive avrà per sempre un’enorme sofferenza nel cuore, un intenso malessere che condizionerà la sua esistenza futura.
La guerra è sempre e solo una grande tragedia, non ha senso, noi pensiamo che i problemi debbano essere affrontati in un altro modo, comunicando e discutendo, ma senza fare uso di violenza e di armi.
Vorremmo concludere il nostro testo con la poesia dopo la pioggia di Gianni Rodari
Dopo la pioggia, viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno,
è come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
E’ bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu,
però lo si vede, questo è male,
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la Terra
fare la pace prima della guerra
Speriamo che la meravigliosa bellezza dell’arcobaleno, luminoso spettacolo della natura, diventi veramente la bandiera di una pace permanente; a noi bambini di oggi ed adulti di domani spetta un compito difficile, ma importante: riportare la pace partendo dai piccoli gesti quotidiani di rispetto e gentilezza.
Sfoglia il “book” dei disegni delle classi quinta A e quinta B
BOLOGNA – IC 3 LAME – SCUOLA PRIMARIA BOTTEGO – CLASSE IIIB
La nostra classe ha iniziato la riflessione mediante un dibattito, dopo ci siamo divisi in due gruppi e il primo gruppo ha lavorato alla stesura di una poesia che ha incorniciato in un disegno con varie immagini inerenti la guerra, l’altro gruppo si è dedicato alla realizzazione di un fumetto muto. Quest’ultimo dato l’argomento, abbiamo scelto di lasciarlo in bianco e nero.
BORGOFRANCO D’IVREA (TO) – SCUOLA PRIMARIA – CLASSE II
BORGOFRANCO D’IVREA (TO) – SCUOLA PRIMARIA – CLASSE IV
GENOVA – Istituto Divina Provvidenza
Guarda l’intero kit prodotto dagli alunni genovesi
GROTTE DI CASTRO – SECONDARIA DI PRIMO GRADO – CLASSE IIIF
il book realizzato dagli alunni
GRUMOLO DELLE ABBADESSE (VI) – SECONDARIA PRIMO GRADO
Gli alunni delle classi 3I e 3L della Scuola secondaria di Grumolo delle Abbadesse, durante l’ora di Storia, hanno compiuto un viaggio tra passato e presente, riflettendo sulla tematica della guerra. L’obiettivo del percorso proposto, articolato in diverse parti, è stato quello di far emergere il senso critico degli studenti, analizzando sia eventi storici che la realtà contemporanea.
In una prima fase dell’attività, gli studenti si sono immedesimati in alcuni protagonisti del primo conflitto mondiale (un soldato semplice al fronte, un generale, una donna che inviava missive al marito in trincea), scrivendo una lettera dal proprio punto di vista e facendo emergere la propria opinione sulla Grande guerra.
In un secondo momento, riflettendo sulla partecipazione dell’Italia alla Prima guerra mondiale, i ragazzi hanno realizzato dei manifesti; alcuni hanno dovuto mettersi nei panni di esponenti interventisti, altri hanno sposato la causa dei neutralisti. Abbiamo avuto modo di approfondire il concetto di propaganda e di discutere in merito agli esiti della “guerra totale”.
Dopo aver presentato i lavori realizzati ai propri compagni, gli alunni si sono confrontati sul concetto di guerra nel presente: si è rivelata molto utile la lettura ad alta voce del libro “Immagina di essere in guerra”, che ha fornito ottimi spunti per la discussione in classe. Promettendo di informarci sulle tematiche di attualità e di continuare ad approfondirle nel corso dell’anno scolastico, ribadiamo con fermezza il nostro NO alla guerra e la nostra volontà di coltivare pace!
ISOLONA (GE) Scuola primaria
Non è semplice raccontare la guerra
Ma si può desiderare e disegnare la pace
Disegni di Fatima, Leonardo, Lorenzo, Noemi, Ergiola (classe I)
Luigi, Erald, Kholoud (classe III)
IVREA – SAN GIOVANNI – SCUOLA INFANZIA
LORANZE’ (TO) – SCUOLA INFANZIA
Guarda tutto il lavoro dei bambini e delle bambine di Loranzé
LUSIGLIE’ (TO) – SCUOLA PRIMARIA
Una raccolta dei testi scritti dagli alunni
PALERMO – IC De Amicis Da Vinci plesso via Rosso di San Secondo
Testo dell’alunna Jasmine Cacciatore
SAMONE (TO) – SCUOLA INFANZIA
SAMONE (TO) – SCUOLA PRIMARIA CLASSE IV
SAN MICHELE SALENTINO (BR) – SCUOLA INFANZIA – sezioni 2°A – 2°B
SAN PIETRO V.CO (BR) – scuola secondaria I grado – classe IIIF
SAN PIETRO V.CO (BR) – scuola secondaria I grado – classe IIF
LACRIME INNOCENTI
Anche oggi ho aperto gli occhi e mi sono guardato intorno. La stanza era buia, le finestre completamente chiuse. Non so neanche che ora fosse.
Vicino a me, accanto alla mia testa poggiata sul cuscino, vedo i riccioli scuri di mio fratello. Ha appena sei anni e russa come un uomo di cinquanta. Mi viene da ridere a sentirlo.
Nel letto vicino dorme la mamma. Sono giorni che c’è silenzio. Non sento più i fucili sparare o gli aerei volare. Questo non so se sia un buon segno, ma io vorrei tornare solamente a vivere in pace e serenità, con la spensieratezza di un bambino della mia età, e non continuare a vivere in queste condizioni. La mia vita purtroppo non è quella che hanno tutti i bambini. Con la mia famiglia siamo costretti a rimanere nascosti qui, in questa casa, lontano da tutto e tutti. Siamo chiusi qui senza vedere cosa succede fuori. La mamma è sempre più preoccupata, io e mio fratello abbiamo tanta paura e non sappiamo cosa fare. All’inizio papà cercava in tutti i modi di distrarci e non farci pensare a quello che stava succedendo.
Io vorrei fare tante cose, giocare con gli altri bambini, andare a scuola e stare in compagnia, ma non posso farlo a causa della guerra. Mi sento triste e solo, anche se ho la mia famiglia, che è ľunica certezza della mia vita. Ho dieci anni, ma, come dice mamma, sono ormai un ometto.
“LuKa, tu sei il più grande e sei ormai in grado di capire. Devi aiutare sempre tuo fratello Dariy, lui è più piccolo e ha bisogno di te”.
All’inizio non capivo il discorso che mi faceva. La mamma mi guardava con i suoi occhi castani, lucidi, per le lacrime che versava ogni giorno da quando tutto questo aveva avuto inizio.
“Da quando vostro padre è dovuto partire, voi siete diventati gli uomini di casa. Siete i miei ometti”.
È partito. Papà è partito, come diceva la mamma. Sono l’uomo di casa ormai e devo badare a tutto io.
Vista la calma di questi giorni, con la mamma pensiamo di aprire la porta e guardare fuori.
“Magari vediamo tornare papà!” – Disse Dariy, alle nostre spalle.
La apriamo lentamente, emette uno strano cigolio. Era da un po’ che non sentivo un rumore così dolce. Eppure, un tempo questo cigolio mi avrebbe dato fastidio. Lo diceva anche papà, con il suo vocione, che mi faceva paura, ogni volta che sentiva quel rumore “Dobbiamo ingrassarlo un po’, prima che mi mandi al manicomio!”. Le sue parole mi riecheggiavano ancora nella mente. Chissà che darei per risentirlo ancora, mi manca tanto. Fuori la porta, cumuli e cumuli di macerie, non si vedeva altro… solo qualche casa era rimasta e in piedi e tra queste c’era la mia. Nonostante tutto, io e la mia famiglia ci possiamo considerare fortunati ad avere ancora un riparo, un tetto sopra la testa.
Daryi prese coraggio dal silenzio che circondava la casa e uscì fuori di corsa. Ad un tratto, un rumore, una specie di guaito proveniva dalle macerie. Era un cucciolo di cane sfuggito ai bombardamenti. Daryi corse incontro al cucciolo; il cane, con la paura negli occhi, fuggì via e Daryi lo seguì. All’improvviso scomparve alla nostra vista; cominciammo a cercarlo in ogni dove senza nessun risultato e incuranti del possibile pericolo. In lontananza ricominciarono gli spari.
Ad un tratto un sibilo seguito da un tonfo. Un proiettile aveva colpito mia madre alla schiena. Mi precipitai verso di lei, ormai era senza vita.
“Mamma, mamma!”
Mia madre non c’era più. Le lacrime mi coprivano il viso. Avevo perso la persona più importante della mia vita.
Piangevo sul corpo della mamma, quando ad un tratto, due ombre si avvicinarono. Era mio padre, che aveva in braccio mio fratello, insieme ad un altro soldato che mi prese con sé per portarmi via.
TAVAGNASCO (TO) – Scuola primaria
VESIME (AT) – SCUOLA INFANZIA