Le parole nuove sono spesso guardate con sospetto o diffidenza, quasi costituiscano una minaccia per il solido edificio della lingua. Ma il cambiamento è sempre segno di vitalità, non di corruzione, e i neologismi sono la spia più evidente di questa ricchezza creativa che si innesta nella continuità. Un tempo gli inventori erano i poeti, i letterati come D’Annunzio, ora tocca ai giornalisti e agli influencer. A volte si tratta di meteore, altre volte diventano simboli di una stagione: dal fattore k all’edonismo reaganiano, da Sua Emittenza al vaffa-day, dagli inciuci alle rottamazioni, dalla pandemia alla rivoluzione della tenerezza.
A questo tema Ugo Cardinale, linguista e studioso dei cambiamenti della lingua italiana, dedica il suo ultimo libro intitolato appunto
STORIE DI PAROLE NUOVE.
Parliamo dell’argomento con Ugo Cardinale nel corso di un incontro on line promosso dalla nostra associazione in programma per il giorno 20 marzo (orario 17.30/19)
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