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1- Il progetto della mostra è affascinante e molto completo (per quello che capisco io anche giustamente ambizioso), il concetto Letteratura digitale anche.
Il progetto e la realizzazione sono legati ai destinatari cui ci si vuole rivolgere.

2- Per quanto riguarda i destinatari mi pare che ci siano 3 possibilità dichiarate:
a- in qualunque modo addetti ai lavori (dal livello internazionale in giù dal programmatore alla editoria di settore etc..)
b- diplomati laureati che si orientano a un più ampio spettro di possibilità della letteratura digitale
c- Curiosi non esperti a cui interessa capire di più: artigiani del pensiero
Fin qui parliamo di adulti, forse di alcuni docenti. Come livello scolare alcune classi delle superiori d’istituti orientati o guidati da docenti curiosi? La scuola per quanto in crisi è un serbatoio di utenti flessibili: adulti 800mila, e 40.000 classi. Ma fermiamoci alle superiori ITIS e ITP (17,18 anni)
La immagine è quella di una piramide, più alto è il livello, meno sono i potenziali utenti. Più si divulga, più si abbassa il livello?
La risposta che mi viene in mente NON è abbassare il livello, ma costruire percorsi multiutenti costituiti da installazioni di diverso tipo/linguaggio etc..

3- Il percorso multiutente prevede già un intreccio di linguaggi, d’installazioni, ma anche di porzioni di contenuto diversi, come previsto. Nel mio campo Istoreto penso a musei completamente diversi (3 solo nel Vercors), ma anche a Grenoble, dove accanto a installazioni tradizionali c’erano placche ad altezza di bambino che in un linguaggio semplificato (o video) spiegavano ogni tappa. Oppure al fatto che ai ragazzi dell’obbligo, la cosa che attrae di più al Museo Resistenza sono i testimoni, meglio se vivi, se no in video. Il resto potrebbe non esserci.
Altra età, altro tema, ma l’attenzione a diversi tipi di utenti mi pare ci sia già nel porgetto con strumenti e applicazioni più tecnologiche e più coinvolgenti a livello emotivo e di attenzione.
Mi resta la domanda se una classe della scuola dell’obbligo (medie) bene guidata potrebbe venire o se è troppo complicato tenere tutti dentro e questi potrebbero essere convolti con laboratori e simili a lato (vedi anche il  libro di Steve).

4- Credo le attività collaterali, incontri, laboratori, corsi (avendone le forze) potranno essere importanti, forse fondamentali. Sia al museo che nelle altre regioni (realtà) come promozione, diffusione etc..
Tu dicevi giovani che ne abbiano tempo. Non so se quando ci sarà il museo sia il caso di fare un pensiero alla discussa ma attiva, alternanza scuola lavoro, per avere accompagnatori, divulgatori, tutor. Anche in altre regioni.

5- Ci vuole ovviamente una sede, ma anche soldi. Prevedete una gamma di sponsor giustamente varia e internazionale. A me non viene in mente altro che un tentativo disperato, alle fondazioni Bancarie (S Paolo, che mi dici appena chiuso peccato! CRT) , che hanno i loro progetti ed uffici ed accordi , ma che se si sarà in grado di mostrare loro qualcosa di già fatto, potrebbero apprezzare la complessità del progetto. I soldi ce li hanno, ma è anche una questione politica e talora locale.

Non so se mentre lavorate al sito sia il caso di introdurre parte di queste riflessioni o se vi scoccia soltanto. Di questo mi scuso. Ammirazione e complimenti per i lavori che state facendo e mi scuso di non essere in grado di dare una mano in questo. Cercherò di farmi perdonare.

willownoe

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Posted: 2 dicembre 2017

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