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Riapertura delle scuole a settembre, tante le proposte fantasiose

io_noidi Gianfranco Scialpi

Riapertura delle scuole a settembre. Il problema è come arrivarci senza problemi e con soluzioni fattibili. Prima, durante e dopo. Ci sono molte proposte. La maggior parte, però sono fantasiose. Alcune proposte concrete che hanno ovviamente delle criticità maggiormente risolvibili, rispetto a quelle fantasiose.

Riapertura delle scuole, proposte poco concrete

Riapertura delle scuole a settembre. E’ un obiettivo da conseguire. Lo richiede la nostra Costituzione negli articoli 2,3 e 34. L’istruzione è un diritto e la Repubblica italiana ha il dovere di rimuovere tutti gli ostacoli e risolvere le criticità che (come quelle attuali) che impediscono alle persone la piena educazione e formazione. In questo senso vanno lette le proposte fatte in questi giorni.

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Riapertura scuole a settembre, quale sorte per i docenti over 60?

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bambini_maestradi Gianfranco Scialpi

Riapertura scuole a settembre?
Nulla ancora è stato deciso.
Non se ne parla, ma resta il problema dei tanti docenti over 60. Bisogno di una risposta certa e chiara.  E’ in gioco il bene primario della tutela della salute. Riapertura scuole a settembre, dalle dichiarazioni della Ministra mancano i docenti e…
Riapertura scuole a settembre, il Ministro sta rilasciando diverse interviste.
La sua attenzione, ovviamente è concentrata sugli alunni e studenti.
Purtroppo mancano tutti gli altri protagonisti: in primis gli insegnanti, poi i collaboratori scolastici.
Eppure uno dei motivi che ha spinto G. Conte a decretare la definitiva chiusura delle scuole è la presenza di molti docenti con età anagrafica alta.
“Ragionevolmente avremo scuole chiuse fino a fine anno scolastico. Ci abbiamo riflettuto a lungo con la ministra Azzolina, gli altri membri del governo e con il comitato tecnico-scientifico… Gli studi ci dicono che avremmo una nuova esplosione nel giro di 1-2 settimane, tenendo conto che l’età media del nostro personale docente è forse la più elevata d’Europa…”

Probabilmente non rientra tra i suoi compiti decidere la sorte dei tanti docenti over 60. Sulla questione esiste una non concordanza di vedute tra il Presidente Conte (“è una valutazione politica molto sensibile e vi dico subito che il governo ragionevolmente non la raccoglierà”) e il Responsabile della task force V. Colao (più possibilista).
La posizione di G. Conte si spiega solo considerandola come una riflessione generale e quindi non contrasta con quanto affermato a supporto della chiusura delle scuole.
La scuola ha una sua specificità: l’alta densità sociale e la difficoltà a far rispettare il distanziamento fisico, soprattutto dai più piccoli. Attendiamo una risposta a breve.

Coronavirus, a settembre servirà un altro modello di scuola

computerdi Gianfranco Scialpi

Coronavirus, probabilmente l’anno scolastico 2019-20 si è concluso il 4 marzo. A settembre occorrerà proporre “un’altra scuola” per garantire la massima sicurezza agli studenti. La conferma proviene indirettamente da un comunicato dei presidi romani. Una proposta.

Il coronavirus ha chiuso probabilmente l’anno scolastico

Il coronavirus ha fatto saltare il nostro mondo, fatto di velocità, di un esasperato narcisismo e di una prevalenza dell’economico sul politico e prima ancora sulle esistenze. Anche la scuola non è da meno.
Il Coronavirus ha imposto la didattica a distanza e rovesciato il tavolo sulle procedure, sugli adempimenti… Insomma non è azzardato affermare che il virus ha favorito un cambio di passo violento. E questo riguarderà probabilmente la chiusura anticipata dell’anno scolastico. Al momento mancano le condizioni sanitarie per una ripresa.
Situazione che non cambierà con il quasi azzeramento dei contagiati. Mi spiego. Le misure adottate dal Governo rappresentano delle soluzioni non risolutive.

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Didattica a distanza e Privacy, l’intervento del Garante

matitaDidattica a distanza e Privacy, il Garante chiarisce e conferma quanto già si sapeva. Interessante rimane la lettura del pronunciamento che fa chiarezza anche sugli obblighi dei responsabili dei diversi servizi online.

Didattica a distanza e Privacy

Il Coronavirus ha impresso un’accelerazione al processo di implementazione del digitale a scuola. Questo però richiede un chiarimento e la conferma di quanto già contenuto nella letteratura giuridica, nella legislazione europea e italiana (GPDR, decreto attuativo 101/18).
E il provvedimento del Garante per la Privacy (30 marzo 2020) non si è fatto attendere. Occorre dire: nulla di nuovo sotto il sole. Sono confermati tutti i principi che girano intorno al trattamento del dato personale. E’ ribadito il principio della correttezza (=legittimità) della scuola nel trattare dati personali, purché questi siano coerenti (non esorbitanti) con le sue finalità (art. 18 D.Lvo196/03 e “Privacy a scuola” 2016).
Il medesimo principio, unito a quello dello della non eccedenza, è applicabile ai servizi di supporto (Didattica a distanza).
In questo senso va letto il seguente passaggio: “Il trattamento di dati svolto dalle piattaforme per conto della scuola o dell’università dovrà limitarsi a quanto strettamente necessario alla fornitura dei servizi richiesti ai fini della didattica on line e non per ulteriori finalità proprie del fornitore”.

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La didattica a distanza e la scomparsa dell’infanzia

io_noiLa didattica a distanza rappresenta la risposta più adeguata all’emergenza da Coronavirus. Purtroppo può favorire la scomparsa dell’infanzia. Occorre salire di livello per attuare una didattica a distanza, ma interattiva con gli alunni.

 

 

La didattica a distanza è sicuramente una buona soluzione

La didattica a distanza rappresenta la risposta più adeguata all’emergenza da Coronavirus che ha portato alla sospensione delle lezioni e condurrà probabilmente alla chiusura delle scuole. Non ci sono alternative! Meglio ne esiste una: inviare tramite WhatsApp o altro servizio IM compiti o schede. Questo è giustificabile per un arco di tempo breve. Purtroppo non sappiamo se la scuola riaprirà il 6 aprile. Sicuramente a quella data sarà passato dalla prima sospensione (5 marzo). Quindi occorre salire di livello, trasferendo per quanto è possibile il far scuola quotidiano nell’ambiente virtuale. E questo significa proporre nuovi contenuti, affascinando (motivando) gli studenti senza il supporto della prossimità fisica che significa il tono della voce, lo sguardo, la mano sulla spalla… Senza dimenticare il contributo che offre la dinamica relazionale e sociale di una classe.

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Coronavirus, quando la paura fa aumentare l’audience

matitadi Gianfranco Scialpi

Coronavirus, la paura è il miglior alleato dei massmedia. Fa aumentare l’audience. Il rimedio è semplice: spegnere la televisione!

Coronavirus, La paura ottimo alleato per alzare l’audience

Coronavirus, eccessivo allarmismo o giusta attenzione verso un problema? Personalmente sono convinto che la televisione, la stampa stiano esagerando. Sicuramente la paura è un ottimo volano per aumentare l’audience. Occorre tener presente questo meccanismo per comprendere l’inflazione informativa sul Coronavirus. Esistono, quindi delle precise responsabilità dei massmedia sulla psicosi che sta portando ad esempio molti genitori romani a tenere i propri figli a casa, nonostante che la Capitale al momento non sia stata coinvolta direttamente nel contagio. Sull’efficacia della paura ad alzare l’audience, porto l’esempio di M. Salvini. Molta della sua fortuna politica la deve alla perdurante attenzione verso il migrante, presentato sempre come soggetto pericoloso. Utile comunque sarebbe il possesso di dati riguardanti la trattazione del Coronavirus nei massmedia di altri paesi europei. In questo modo potremo comprendere se la paura è solo italiana o più probabilmente diffusa in una società globale del rischio. (U. Beck)

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Competenza informativa, una buona notizia dalla Finlandia

bambini_maestradi Gianfranco Scialpi

Competenza informativa, la Finlandia parte. Esempio di anticipo di un futuro prossimo, che in qualche modo è già presente. Anche da noi è possibile, partendo dall’educazione civica. Il problema restano i docenti e non solo.


Competenza informativa, la Finlandia anticipa il futuro prossimo

Competenza informativa, ho più volte espresso la necessità di integrare i progetti digitali, troppo identificati con il coding, con percorsi basati sulla gestione critica delle informazioni. La suddetta competenza caratterizzerà in modo significativo il profilo 2.0 del cittadino dei prossimi anni. Una bella notizia proviene dalla Finlandia, che ha un sistema formativo all’avanguardia nel mondo per la sua capacità di coniugare il tradizionale con l’evoluzione delle tecnologie, anticipando molti pezzi di futuro.
Si legge su Valigia blu : “La Finlandia ha inserito l’alfabetizzazione alle notizie e l’insegnamento al pensiero critico nel piano scolastico nazionale nel 2016 ed è un ottimo esempio di come un governo può agire se vuole combattere contro la diffusione di notizie false senza ricorrere a controverse leggi “anti fake news”. L’arma più potente nelle mani della politica è l’educazione e la formazione pubblica, sin dalla scuola primaria. Nel programma della scuola secondaria, poi, la formazione diventa più specifica: gli alunni della scuola di Helsinki dove insegna Kivinen, per esempio, imparano quanto sia facile mentire con le statistiche durante le ore di matematica. Con il professore di storia dell’arte capiscono come il significato di un’immagine può essere manipolato. Studiando storia analizzano la più importanti campagne di propaganda dell’ultimo secolo. Mentre con il professore di finlandese possono riflettere su come le parole possono essere usate per ingannare, raggirare, confondere… L’obiettivo è formare cittadini attivi e responsabili. Pensiero critico, fact-checking e imparare a valutare le informazioni che riceviamo sono questioni cruciali. E sono oggi parte fondamentale delle materie che insegniamo. Attraverso tutte le materie”.

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