di Cinzia Mion
Correva l’anno 2013, al tempo della ministra Carrozza , che aveva appena emanato delle “Linee guida per l’educazione alla sessualità e all’affettività” e ricordo l’alzata di scudi delle forze più oltranziste, per non dire talebane, che si sono subito organizzate per fare un fronte comune…
Si temeva che tale formazione …sdoganasse l’omosessualità! La parola incriminata era “gender” o meglio identità di genere….
Per farla breve schiere di madri “sciamannate” hanno invaso, senz’altro in Veneto – ma credo anche in altre regioni, anche se non così famose come il Veneto per essere stata la patria della cosiddetta “balena bianca”- dicevo hanno invaso le Presidenze scolastiche per diffidare i Dirigenti dall’organizzare non solo corsi di formazione su queste linee guida ma addirittura corsi contro il bullismo.
Nell’immaginario genitoriale senz’altro era meglio un figlio bullo che a rischio di diventare (anche se per la verità gay si “è” non si diventa) omosessuale.
Sono sorte allora, un po’ come i funghi, le minacce-proposta di farsi la scuola personale-privata-casalinga-genitoriale.
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