Insegnare educazione civica in una società a democrazia malata

bimbo_leggedi Rodolfo Marchisio

La necessità di insegnare ad essere cittadini informati, critici, attivi è indubitabile.
Non perché lo prescriva una legge frutto di decine di proposte di varia origine, ma perché seguendo i fatti di cronaca, le vicende politiche, la involuzione della società un campanello di allarme sta suonando da tempo. Ma, prendendo atto della realtà, cosa gli raccontiamo?

Visto che i giovani non imparano da quello che diciamo loro, ma da quello che ci vedono fare, da quello che noi siamo, dal clima in cui vivono e dalle esperienze significative anche dal punto di vista emotivo e relazionale che facciamo insieme, come coinvolgerli nel rispetto (non nella conoscenza) delle regole e della Costituzione in una società malata ed in una democrazia in crisi?

Democrazia e diritti sono parole con significato solamente positivo come pensiamo o le cose sono molto più complesse?

1-      Stiamo assistendo da anni alla crisi dei vari modelli di democrazia: dal crollo di quella socialista, alla crisi della d. liberale rappresentativa in Europa, USA, mondo, di fronte ad un capitalismo e ad una globalizzazione selvaggia e incontrollata (anche nel web); alla utopia di una democrazia diretta grazie alla rete. Di quale democrazia parliamo?

2-      La nostra Costituzione riconosce diritti di 4 generazioni, affermatisi in 4 secoli (N. Bobbio, L’età dei diritti). E su questi è impegnativa. “E’ compito dello Stato rimuovere tutti gli ostacoli…che impediscono di avere quel diritto”, si conclude ogni articolo. Non promette la “Felicità” come quella USA – stato soggettivo/individuale che è valso per i ricchi e i potenti, non per gli schiavi e per i poveri che avevano altri problemi – Zagrebelsky – ma Lavoro, Salute, Istruzione, Assistenza…(diritti sociali conquistati nell’800 dalle lotte operaie e contadine ), oltre ai diritti individuali e personali conquistati dalla borghesia dall’Illuminismo in poi. Perché i diritti si conquistano, si strappano non sono un dono o uno stato né sono per sempre (N Bobbio).
Si possono anche perdere in tutto o in parte. Il d. allo studio, al lavoro come stanno oggi?
Secondo 2 studi uno dei maggiori giornali USA ed uno di giuristi italiani l’Italia in quanto a democrazia avrebbe un voto tra il 7 e l’8 come “d. con problemi e sotto tutela”(UE) e l’altro ci colloca in serie B terzi, dopo Giappone ed USA, come d. con problemi al 21° posto voto 7/8.

Ma anche impegnativa per noi perché a decine di diritti nella Carta si affiancano 4 doveri:

Art 2. Garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…ma richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

a) l Diritto/dovere di votare. Alle ultime Europee il 46% non ha votato. Sommando le schede bianche/nulle succede che il 18% degli Italiani ha deciso chi avrebbe comandato.
Perché?
Gli Italiani che hanno dal 2004 al 2014 perso la propria fiducia nelle Istituzioni è passato dal 38 al 70,6% e secondo alcune indagini si salvano Il Presidente della Repubblica, talora i carabinieri, in modo altalenante la Magistratura e “stranamente”(?) tiene la fiducia nella scuola. Inoltre è molto aumentata la differenza fra la realtà e la percezione della gente che stima il 25% (con punte del 40, 50%) il numero di stranieri presenti in Italia (secondo UNHCR il 2,4% della popolazione nel 2014); comunque già prima di questo governo il 5% e senza leggi speciali: tra i più bassi d’Europa. Distrarre l’attenzione e catturare consenso con falsi pericoli e nemici è la tattica del populismo, da sempre. La gente si sente impaurita, scontenta ed agisce di pancia e non di testa. Invoca “soluzioni dure e un uomo forte”.

Con la attuale legge elettorale il partito che raggiungerà il 40% avrà il controllo non solo del governo ma anche del Parlamento che dovrebbero essere poteri separati.
Scelto dal 20% della popolazione attiva.
Come in passato saranno il Presidente della Repubblica, la Magistratura, la Corte Costituzionale e quindi la Costituzione la vera opposizione al “regime” di una “élite” (?) politica?

b) Il dovere di pagare le tasse (?) art 53 in modo proporzionale e progressivo

c) quello di difendere la Patria art 52.

d) quello di partecipare col proprio lavoro, le proprie risorse al bene comune art 2, 4 ed altri

Il contrario di mi faccio i fatti miei, non pago le tasse, voglio essere padrone a casa mia…

 3-      Il limite ai diritti, che nascono da bisogni è sempre stato indicato nei diritti degli altri e i doveri non sono una compensazione, ma parte di un progetto. Perché la nostra ricca, articolata, equilibrata Costituzione è un progetto cui tendere, una serie di conquiste da difendere e rielaborare. Oggi. Subito.
Ma oggi assistiamo a idee individuali senza limiti che diventano bisogno e poi diritto (insultare, perseguitare, sparare e uccidere, usare violenza, essere padroni a casa propria, violare i diritti umani e le norme internazionali vs art 10 (diritti di 3° generazione- N. Bobbio) cit .Zagrebelky. Dentro e fuori la rete.

4-      Non ci aspettiamo la salvezza dalla rete. La rete non salva e non danna (Rodotà), dipende da chi e come la usa, le piattaforme possono essere truccate e le elezioni da Trump in poi lo sono di sicuro tra Fake news (2/3 delle notizie del sito del partito repubblicano e 1/3 per i democratici) e spioni russi che ledono in modo evidente il nostro stanco diritto ad esprimerci . Ma non è colpa della rete (Bauman) . Diritti di 4° generazione (il digitale) sono “solo e spesso” espansioni dei diritti di 1 generazione.

5-      Allora la democrazia secondo Zagrebelky da sempre definita governo del popolo (art 1) ma anche con il popolo e per il popolo, che deve essere rappresentato, è da sempre la lotta del popolo contro una élite (politico/economica), che si realizza pienamente in certi momenti brevi della storia (De Tocqueville); per noi dalla Resistenza alla Costituzione; per il resto deve essere difesa o conquistata.
Perché non diventi governo attraverso il popolo cioè demagogia, populismo. Attenzione: niente populismo manovrato art 1. …La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Limiti, Istituzioni, equilibrio dei poteri, mediazione…

6-      “Lo statista pensa alle generazioni future, il politico alle prossime elezioni, il demagogo, dai sofisti in poi, ai sondaggi. La sondocrazia.
“Io non mi interesso di politica ma di cosa vuole la gente” G. R. Casaleggio
“Il miglior modo per far fare alla gente quello che vuoi è promettergli quello che sai che desidera” E. Goering

Approfondiremo. Ma questa forse potrebbe essere la prima lezione di un corso di Ed. Civica?

Testo Costituzione commentato
Approfondimenti ed idee per la didattica della cittadinanza
Approfondimenti e idee per la formazione alla cittadinanza digitale
(art 5 legge Ed Civica)




Pensavamo ci fosse Cittadinanza e Costituzione ed invece mancava la Educazione civica

matita di Rodolfo Marchisio

Il ritorno imminente e forzatamente voluto dell’Educazione civica creerà problemi di orientamento e riorganizzazione all’interno delle scuole e interrogativi seri.

In quali ore? Chi la fa? Con quali risorse? Su quali temi? Come si arriva al voto? Che ruolo ha il C di classe?
Cosa c’entra il voto di “educazione” con gli altri (famigerati i collegamenti col voto di condotta)? Interrogativi più seri:
1- che rapporto c’è tra la formazione di competenze di cittadinanza e la conoscenza delle regole?
2- Quanto influisce sull’educazione dei nostri ragazzi, l’esempio, il clima in cui vivono a casa, a scuola, nella società?  “Il clima” in cui viviamo, mondo web compreso (B. Losito) ? E quanto imparare a memoria delle regole?

Quando frequentavo la scuola “media” – primi anni “60- eravamo solo il 30% dei giovani, si studiava latino e c’era la Educazione civica…

Come noto dal 2008/9 nella scuola, in tutti gli ordini, è stata introdotta Cittadinanza e Costituzione, un’attività (non materia) traversale che doveva coinvolgere tutti i docenti del Consiglio di classe per aumentare la consapevolezza e la cultura della cittadinanza, dei diritti ma anche dei doveri: solo quattro (tra cui pagare le tasse), più un diritto/dovere obsoleto come quello di andare a votare nella nostra Costituzione, contro decine di diritti di 4 generazioni- N. Bobbio L’età dei diritti.

Prima ancora dell’ufficializzazione della novità: seminari, approfondimenti, aggiornamenti.

Lavorando allIstoreto nel settore della didattica che si occupa di CC seguo da oltre 15 anni queste tematiche e il loro sviluppo nella scuole della regione.
Esistendo un protocollo d’intesa con USR Piemonte su queste specifiche attività, da oltre 15 anni ho avuto occasione di monitorare l’andamento delle attività legate a questo settore e
di costruire una sezione del sito USR in cui ci si occupa solo di questo. http://www.istruzionepiemonte.it/cittadinanza/

Ritorno dopo qualche anno a riprendere il discorso anche su PavoneRisorse
Rubriche Ed. alla cittadinanza e Democrazia web, non inutili anche ora.

Poche annotazioni:

1- In positivo le attività della scuola piemontesi sono sempre state molte e siamo riusciti a censire sino a centinaia di progetti ogni anno. I seminari e i corsi dedicati hanno sempre attirato una grande attenzione.

2- La deriva che si è un po’ evidenziata è che in educazione alla cittadinanza attiva e critica si sono aggiunte come componenti principali ed accanto al filone classico, la educazione ambientale, alla salute, all’ambiente. Ottimo.
Sino ad arrivare alla educazione alla cittadinanza ed alla cultura digitale di cui mi occupo.

3- Poi sono finiti in CC sino a 40 educazioni di tipo diverso. Alcune utili, altre che sollevano qualche perplessità. Molti progetti o idee finivano lì.

4- A parte i momenti e temi rituali – le giornate del Ricordo e della Memoria, 25 aprile etc… – la Costituzione e la storia sono finite un po’ in un angolo. Abbiamo parlato molto di Cittadinanza e diritti e meno di Costituzione. Questo è uno dei problemi di cui dovremo occuparci: che rapporto c’è far diritti e democrazia? E fra Democrazia, Diritti e Digitale?

Già ai tempi di CC due obiezioni che si facevano erano: 1- che di una attività di cui tutti erano, giustamente – perché l’educazione e la formazione del cittadino è compito di tutti i docenti e non solo di quello di lettere o di diritto – responsabili, nessuno alla fine era responsabile.

Che se non c’era uno spazio orario (tipo materia) ricadeva nella zona progetti e ricerche o sul docente di lettere (o di diritto alle superiori), che con Gelmini già aveva perso due ore d’italiano (poi ci lamentiamo dei risultati delle prove Invalsi) e che adesso se voleva fare CC di geografia – avete letto il libro di geo-politica Dodici mappe per capire il mondo?– gli rimaneva 1 ora.
Che senso ha poi insegnare la cittadinanza se si diminuiscono anche le due ore di Storia da cui nasciamo noi?

Questa rubrica si occuperà di:
– Illustrare la legge in arrivo. Tanto prima o poi arriva
–  Valutare l’impostazione che propone (non vi spaventate piuttosto scarna e un po’ scontata)
– Rispondere agli interrogativi che docenti e DS si porranno a partire da settembre.
– Riflettere sul fatto che la maggior parte del testo è dedicato all’art. 5 che si occupa, lo dico meglio, di educazione alla cittadinanza digitale che è ciò di cui come ricerca pubblicazioni aggiornamento mi occupo dal 1982.

D’altra parte in un paese in cui 2 padri su 3 entro un’ora dalla nascita hanno già fotografato o filmato il figlio/a e la sera stessa lo postano sui social ce n’è bisogno.
Tutti abbiamo due cittadinanze e diverse identità, sin da piccoli. E siamo più utonti che utenti.
Anche perché come ci avverte Soro garante della privacy, negli ultimi anni 2 milioni di foto dei nostri bimbi sono finite ad alimentare la pedo-pornografia.
Ma anche di questo parleremo…

A presto!