Didattica a distanza, ma con insegnanti buoni artigiani

io_noidi Rodolfo Marchisio Dedicato a tutte le colleghe ed i colleghi che si stanno facendo il mazzo per riannodare il rapporto educativo coi propri alunni Si parla ormai molto di didattica a distanza e didattica online (che non sono la stessa cosa). Non sempre in modo proattivo e talora un po’ dispersivo. Ognuno dice la sua. Premesso che: 1. La didattica online è cosa non semplice e controversa, ma questa è una emergenza. 2. Se pensi che non esistano ricette e offerte commerciali che risolvano e che non esiste UNA soluzione. Che come sempre l’ideale è che i buoni docenti usino in modo intelligente quello che hanno, sanno e possono usare e che si adatta alla loro situazione. Come state facendo. Con intelligenza, flessibilità, contestualizzazione di strumenti conosciuti e possibili. Per i docenti, per i ragazzi e le loro famiglie 3.   Le scelte tecnologiche sono importanti ma quelle pedagogiche lo sono molto di più (Paola Limone) e che la grave emergenza attuale non è un’occasione per incrementare la didattica a distanza, ma una situazione di assenza della scuola reale da fronteggiare con ragionevolezza. (CIDI) 4. La chiave del nostro lavoro (e del digitale) è la relazione educativa ed è per questa che state lavorando, articolando attività diverse, che le tecnologie veicolano o permettono. Anche la attività di leggere insieme e commentare un libro… Allora queste poche riflessioni che cercano di condividere un senso, in mezzo a tante proposte ed esperienze diverse, radunando quelle condivisibili e in sintonia, non su con che tecnologia, ma su cosa ci faccio e perché allora ti può, spero, essere utile . Buon lavoro. Di cuore…. Per leggere tutto]]>

Loading

Insegnare educazione civica in una società a democrazia malata

bimbo_leggedi Rodolfo Marchisio

La necessità di insegnare ad essere cittadini informati, critici, attivi è indubitabile.
Non perché lo prescriva una legge frutto di decine di proposte di varia origine, ma perché seguendo i fatti di cronaca, le vicende politiche, la involuzione della società un campanello di allarme sta suonando da tempo. Ma, prendendo atto della realtà, cosa gli raccontiamo?

Visto che i giovani non imparano da quello che diciamo loro, ma da quello che ci vedono fare, da quello che noi siamo, dal clima in cui vivono e dalle esperienze significative anche dal punto di vista emotivo e relazionale che facciamo insieme, come coinvolgerli nel rispetto (non nella conoscenza) delle regole e della Costituzione in una società malata ed in una democrazia in crisi?

Democrazia e diritti sono parole con significato solamente positivo come pensiamo o le cose sono molto più complesse?

1-      Stiamo assistendo da anni alla crisi dei vari modelli di democrazia: dal crollo di quella socialista, alla crisi della d. liberale rappresentativa in Europa, USA, mondo, di fronte ad un capitalismo e ad una globalizzazione selvaggia e incontrollata (anche nel web); alla utopia di una democrazia diretta grazie alla rete. Di quale democrazia parliamo?

2-      La nostra Costituzione riconosce diritti di 4 generazioni, affermatisi in 4 secoli (N. Bobbio, L’età dei diritti). E su questi è impegnativa. “E’ compito dello Stato rimuovere tutti gli ostacoli…che impediscono di avere quel diritto”, si conclude ogni articolo. Non promette la “Felicità” come quella USA – stato soggettivo/individuale che è valso per i ricchi e i potenti, non per gli schiavi e per i poveri che avevano altri problemi – Zagrebelsky – ma Lavoro, Salute, Istruzione, Assistenza…(diritti sociali conquistati nell’800 dalle lotte operaie e contadine ), oltre ai diritti individuali e personali conquistati dalla borghesia dall’Illuminismo in poi. Perché i diritti si conquistano, si strappano non sono un dono o uno stato né sono per sempre (N Bobbio).
Si possono anche perdere in tutto o in parte. Il d. allo studio, al lavoro come stanno oggi? Continua a leggere

Loading

Pensavamo ci fosse Cittadinanza e Costituzione ed invece mancava la Educazione civica

matita di Rodolfo Marchisio

Il ritorno imminente e forzatamente voluto dell’Educazione civica creerà problemi di orientamento e riorganizzazione all’interno delle scuole e interrogativi seri.

In quali ore? Chi la fa? Con quali risorse? Su quali temi? Come si arriva al voto? Che ruolo ha il C di classe?
Cosa c’entra il voto di “educazione” con gli altri (famigerati i collegamenti col voto di condotta)? Interrogativi più seri:
1- che rapporto c’è tra la formazione di competenze di cittadinanza e la conoscenza delle regole?
2- Quanto influisce sull’educazione dei nostri ragazzi, l’esempio, il clima in cui vivono a casa, a scuola, nella società?  “Il clima” in cui viviamo, mondo web compreso (B. Losito) ? E quanto imparare a memoria delle regole?

Continua a leggere

Loading