Archivi tag: Guastavigna

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Logistica multimodale?

di Marco Guastavigna

Ammesso che a 72 anni ci si possa definire esperto di qualcosa, sono arrivato a individuare il mio campo da poche ore: è la logistica digitale della conoscenza, con una particolare attenzione all’istruzione.

Questa pomposa etichetta ha almeno un pregio: riporta “digitale” al suo ruolo politico-grammaticale di aggettivo. Per troppo tempo, infatti, è stato un sostantivo, “il digitale”, primigenio esempio di concetto intenzionalmente tenuto nello stato di nebulosità.

A condividere questa condizione di formulazione utile a contenere il pacchetto operativo, cognitivo e culturale del momento è arrivata da circa due anni l’intelligenza artificiale, espressione che in quasi 70 anni di vita ha a sua volta assunto significati e adottato paradigmi molto diversi gli uni dagli altri. Aumentando così il tasso di confusione, superficialità, pressapochismo, massimi-sistemismo di una discussione pubblica sempre più tossica, perché inutilmente polarizzata tra l’impreparazione degli apocalittici e quella degli integrati di turno. Continua a leggere

Escursione estiva nell’IA: la politica come brand

di Marco Guastavigna

Stavolta ci sollazziamo con Captions, giocando con la sua funzione generativa di Ads, brevi spot pubblicitari di “prodotti”. La provocazione è la richiesta propagandare un mio blog, concetticontrastivi.org:

“Concetti Contrastivi è un brand che esamina criticamente i dispositivi digitali come prodotti sociali capitalistici, esponendone le ambiguità attraverso un approccio emancipato ed emancipante. Decostruisce l’inganno della “società della conoscenza sorvegliata” e dell’estrattivismo attraverso cortocircuiti concettuali, adempiendo a un dovere politico-culturale di critica radicale della “società delle piattaforme”. Il marchio mira a promuovere una comprensione più profonda dell’agenda tecno-liberista dietro i prodotti digitali.”.

La traduzione è molto indicativa, perché la definizione del blog e del suo scopo ruota intorno al concetto di brand (marchio).
Funzionano allo stesso modo, ovvero sono impostati secondo parametri tipici del messaggio pubblicitario, i sei micro-testi messi insieme da Captions, che riporto di seguito per permetterne una lettura agevole: Continua a leggere

Artificiale, Watson!

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Immagine realizzata con Copilot Pro

di Marco Guastavigna

Proponiamo un’attività davvero straordinaria, visti i tempi: formarsi un’opinione propria.

Come? Questo articolo incorpora il file di un documento ufficiale (“Strategia italiana per l’intelligenza artificiale”)

e – separatamente – un altro, contenente le sintesi del documento stesso ad opera di:

  • Google Gemini;
  • ChatGPT;
  • UPDF AI;
  • NotebookLM;
  • diffitme (due diverse proposte di lavoro).

A chi legge decidere se gli esiti delle elaborazioni dei dispositivi di intelligenza artificiale sono validi e fino a che punto.

Ri-copia e incolla

Immagine realizzata con Copilot Pro

di Marco Guastavigna

Non credevo alle mie orecchie quando ho avuto notizia di questa consegna di lavoro, assegnata in una prima classe di secondaria di primo grado: “Scrivi un testo descrittivo sul tuo quaderno e poi ricopialo con Google documenti”.
Eppure era proprio così!
Ora, al di là del fatto che il correttore ortografico del dispositivo segnala “ricopialo” come ortograficamente errato, questo approccio è indicativo di una delle molte catastrofi culturali verificatesi sotto l’egida dell’innovazione digitale.
Già, perché il tutto è rubricato come “informatica”.

Questa dicitura richiama, a chi ha vissuto tutte le diverse retoriche innovative  – dall’ingresso trionfale nelle aule dei Commodore 64 al respingimento degli smartphone – una visione assai diffusa negli anni ‘80: l’informatica (intesa come epopea della programmazione) era infatti considerata  il nuovo latino (ovvero le si assegnava valenza sintattica e logica universale) e quindi era necessario studiare e diffondere il Basic e, soprattutto,  il Logo, che aveva la referenza di linguaggio nato in ambito psico-pedagogico. Continua a leggere

Cittadinanza ignorante

di Marco Guastavigna

Anche sull’ultimo provvedimento del ministro (divieto assoluto di uso dei cellulari) non si riesce ad andare oltre la polarizzazione.

Sono contrario per principio e storia personale e professionale a ogni divieto, ma non posso fare a meno di scrollarmi di dosso questo approccio e di riflettere sul fatto che la tendenziale complessità (che è un pregio) delle attività di apprendimento dovrebbe far propendere per una macchina ergonomicamente adeguata per dimensioni di tastiera e schermo e postura suggerita/richiesta, ovvero un PC desktop (sempre più rari) o laptop.

Qualche tempo fa, anzi, avevo proposto una sommaria classificazione, che riprendo:

Ricordo per altro i tempi del lockdown, in cui presso molti si diffuse l’illusione che i tablet potessero essere la soluzione più congruente con il contesto emergenziale. A quasi nessuno vennero invece in mente i personal computer a basso costo, magari con un sistema operativo non proprietario. Continua a leggere

Umani ad alta sostituibilità?

di Marco Guastavigna

Avuta notizia delle ultime esternazioni del ministro Valditara, mi accingevo a salire a mia volta sul pero dell’indignazione stupita e dello stupore indignato, luogo di elezione dell’intelligencija nostrana praticante il pensiero critico innocuo.

Immagine realizzata con Copilot Pro

Ero quasi in cima, quando mi è venuta l’idea di fare una sperimentazione. Ho avviato un accrocco di intelligenza artificiale generativa text2video e gli ho chiesto: “Come usare l’intelligenza artificiale generativa a scuola?”, ottenendo il filmato che propongo di seguito:

Proprio così: la trama concettuale è identica a quella ministeriale!
Cerchiamo perciò di capire perché i nostri esponenti politici corrono il rischio di essere sostituiti da contenuti digitali realizzati in modo automatizzato e riprodotti in streaming. Continua a leggere

Narcisismo digitale funzionale

di Marco Guastavigna

“L’articolo critica l’approccio accademico e istituzionale all’intelligenza artificiale nell’istruzione come un sistema che privilegia l’innovazione fine a sé stessa, ignorando le reali necessità degli studenti e degli insegnanti. Questo approccio, definito “tecno-feudalesimo intellettuale”, si concentra sulla pubblicazione di monografie e sulla partecipazione a convegni, senza affrontare le questioni concrete legate all’implementazione dell’IA nell’istruzione.

Ecco alcuni punti chiave della critica:

● Innovazione conservatrice: l’accademia si proclama paladina dell’innovazione tecnologica, ma la sua implementazione si traduce nella creazione di “sapere da scaffale”, utile solo a mantenere lo status quo e i rapporti di potere esistenti.

● Epistemologia dell’improvvisazione: la corsa all’ultima novità tecnologica porta a una mancanza di riflessione critica e di analisi approfondita sulle reali potenzialità dell’IA nell’educazione.

● Trivializzazione: la formazione sull’IA si riduce spesso a una serie di ricette pratiche, senza fornire agli insegnanti gli strumenti per una comprensione profonda e critica di queste tecnologie.

● Mancanza di attenzione per l’etica: il dibattito sull’IA si concentra sugli aspetti tecnici e teorici, ignorando le implicazioni etiche e sociali, come lo sfruttamento dei lavoratori del Sud globale per l’addestramento degli algoritmi.

● Formazione adattiva: i percorsi di formazione sull’IA per gli insegnanti si basano spesso su un approccio passivo e adattivo, anziché promuovere un uso critico e consapevole di queste tecnologie. Continua a leggere