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Il luogo qualunque: non ci sfugge nulla

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di Marco Guastavigna

Questa volta presentiamo – e con grande orgoglio –  un video di vera e propria denuncia, frutto della nostra costante attenzione alla realtà quotidiana e alle sue dinamiche.

Cinefuffa mette infatti il dito sulla piaga del dilagare delle iniziative sull’intelligenza artificiale, ma – soprattutto – testimonia la debolezza culturale dei dispositivi generativi mediante le associazioni visive scelte dall’applicativo utilizzato in rapporto alle indicazioni testuali fornite dall’essere umano e tradotte poi in audio e sottotitoli.

Il luogo qualunque: divieto di smartphone

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di Marco Guastavigna

Un’altra occasione di discussione persa?

È nata prima la sfera pubblica o è nata prima la fuffa retorica?
Non sappiamo rispondere con certezza alla domanda, ma siamo sicuri che non immaginavamo un esordio così pressante.
Le esternazioni di alcuni addetti ai lavori e le sottoscrizioni di alcuni addetti alla spettacolarizzazione polarizzata a proposito di età minima per l’accesso a smartphone e social ci costringono infatti a una terza puntata de “il luogo qualunque”.

Questa volta raccogliamo in un unico filmato 4 punti di vista e forniamo agli utenti del lavoro non solo il prodotto visivo realizzato dall’AI (una combinazione tra dispositivi diversi, Video GPT by Veed), ma anche le imbeccate di orientamento dell’accrocco.
Il risultato artificiale è – come prevedevamo – la fiera delle banalità e delle argomentazioni scontate, specchio perfettamente riflettente la qualità del dibattito nella quotidianità organica.

Il luogo qualunque: personalizzare la didattica

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Noi de “Il luogo qualunque”, siamo sempre sul pezzo.
Avuta notizia degli impegni del superiore ministero sulla personalizzazione della didattica mediante Artificial Intelligence, non abbiamo avuto esitazioni.
Siamo andati alle fonti, gli accrocchi del supremo sapere.

Ed ecco addirittura due prodotti di cui siamo orgogliosi:

  • Uno spot, come è nel nostro DNA;

  • Un documentario, da cui non potevamo davvero esimerci, vista l’importanza dell’argomento, che ha la caratteristica – tra varie altre – di essere linguisticamente stocastico, a testimoniare l’universalità dei principi su cui è costruito.

In entrambi i casi l’audio è il frutto della stesura di un testo da parte di un dispositivo di IA e della sua conversione automatizzata.
Precisiamo anche che non vi è alcuna volontà polemica nell’aver scelto un formato più adatto alla visione rapida su smartphone; è piuttosto un nostro vezzo giovanilistico.

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Personalizzare la didattica con l’IA? Ma nel concreto che significa?

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Da settembre 2024, il David Game College sperimenterà un programma di studio alternativo per studenti GCSE, il primo del suo genere nel Regno Unito, con tutte le materie principali insegnate interamente da piattaforme di apprendimento adattivo basate sull’intelligenza artificiale. Questo nuovo approccio racchiude l’essenza stessa dell’istruzione incentrata sullo studente, al punto che gli studenti iscritti al programma non avranno insegnanti, né dovranno rallentare o accelerare il loro apprendimento per stare al passo con le lezioni tradizionali. Invece, gli studenti del programma Sabrewing seguiranno ognuno il proprio percorso di apprendimento personalizzato, studiando al proprio ritmo e ricevendo supporto individuale da coach di apprendimento dedicati che monitoreranno attentamente i loro progressi, fornendo feedback, guida e tutoraggio per consentire a ogni studente di realizzare il proprio potenziale e diventare studenti altamente efficaci e indipendenti. Inoltre, i nostri studenti trarranno vantaggio anche da un co-curriculum unico e ambizioso, che si concentra sullo sviluppo più ampio degli studenti in aree quali cittadinanza attiva, pensiero critico, alfabetizzazione digitale, espressione artistica, oratoria, consapevolezza di sé e imprenditorialità
10 fatti chiave sul programma Sabrewing:

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Il luogo qualunque

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di Marco Guastavigna

Questa rubrica nasce da una collaborazione fra Gessetti Colorati e concetti contrastivi.org .
Il tema è la produzione di filmati per mezzo dell’intelligenza artificiale generativa (text2video); l’approccio è l’ironia provocatoria; lo scopo è la riflessione.
Da macchine statistico-induttive – secondo noi – non si può pretendere creatività (come invece sostenuto da molti), ma semmai l’opposto: la convergenza verso ciò che attorno a una questione pensa la maggioranza (almeno relativa) delle persone, perché incontrato con maggiore frequenza nell’addestramento sui BigData saccheggiati in rete e ponderato come più probabile nella configurazione dei modelli di riferimento.
I filmati che proporremo avranno le dimensioni dello spot: i dispositivi che li realizzano sono infatti destinati a coloro che vivono la produzione di contenuti per il mercato dell’attenzione non tanto come un’attività intellettuale identitaria frutto di riflessione, quanto come una fatica cognitiva mercificata fonte (auspicata) di retribuzione.
Distingueremo tra quelli realizzati (come il primo) sulla base di un testo completo prodotto ad hoc dai dispositivi di IA generativa, quelli frutto di un testo di nuovo completo redatto da noi, quelli che hanno invece alle spalle un prompt molto breve, un’imbeccata a proposito di tema, funzione, pubblico, punto di vista e così via.
La cadenza? Estemporanea, ispirata dagli eventi… Vedremo, vedrete.

Per intanto godetevi il primo video sulla importanza dell’inizio della scuola.

 

Burocrazia artificiale

di Marco Guastavigna

Sta per cominciare l’ennesimo anno scolastico.

Su questo incombe una terribile minaccia: essere caratterizzato dalle quattro stagioni dell’intelligenza artificiale.

Non nel senso della circolarità dei 12 mesi, ma in quello della mescolanza e della confusione dei sapori. L’aggettivo “generativa” (denotazione fondamentale e dirimente, almeno dall’epifania mediatica di ChatGPT), è già scomparso dall’orizzonte lessicale e dalla tecnica operativa. Gli accademici hanno occupato “manu epistemica” lo spazio della discussione. Reti di scuole si accingono a curricularizzare le versioni beta di applicazioni in costante adattamento alle richieste e ai feedback del mercato dell’istruzione.

Dai livelli più alti del tecno-feudalesimo nostrano è tuttavia percolata una formula che sembra mettere tutti d’accordo, anche quelli che si schierano contro, una sorta di impasto trasversale e digeribile da tutti: l’IA può servire a personalizzare la didattica e a ridurre la burocrazia.

Mentre aspettiamo che la prima istanza sappia andare oltre ai quiz delegati agli accrocchi digitali e alla citazione dei cobot cinesi che ormai più di un anno fa apriva all’orientalismo la prima pubblicazione destinata a fungere da forza di occupazione del perimetro di dibattito e confronto, diamo uno sguardo ravvicinato alla seconda. Continua a leggere

Logistica multimodale?

di Marco Guastavigna

Ammesso che a 72 anni ci si possa definire esperto di qualcosa, sono arrivato a individuare il mio campo da poche ore: è la logistica digitale della conoscenza, con una particolare attenzione all’istruzione.

Questa pomposa etichetta ha almeno un pregio: riporta “digitale” al suo ruolo politico-grammaticale di aggettivo. Per troppo tempo, infatti, è stato un sostantivo, “il digitale”, primigenio esempio di concetto intenzionalmente tenuto nello stato di nebulosità.

A condividere questa condizione di formulazione utile a contenere il pacchetto operativo, cognitivo e culturale del momento è arrivata da circa due anni l’intelligenza artificiale, espressione che in quasi 70 anni di vita ha a sua volta assunto significati e adottato paradigmi molto diversi gli uni dagli altri. Aumentando così il tasso di confusione, superficialità, pressapochismo, massimi-sistemismo di una discussione pubblica sempre più tossica, perché inutilmente polarizzata tra l’impreparazione degli apocalittici e quella degli integrati di turno. Continua a leggere