Libertà vo’ cercando, ch’è sì cara!

Stefaneldi Carlo Baiocco

(Punti e spunti di riflessione, espressi in modo disordinato, conciso ed essenziale, proposti per l’attuazione di un programma di interventi, pratici e concreti, che possa contribuire a restituire funzione, dignità, benessere e libertà alla scuola e agli insegnanti)

 

–  Recupero dell’immagine sociale ed economica della professione attraverso il riconoscimento di un ruolo unico professionale pubblico con stato giuridico non impiegatizio;
– equiparazione dei contratti a quelli dei professori universitari;
– stipula di contratti annuali pubblici ed autonomi, specifici per la scuola;
– recupero pieno e vero dell’autonomia scolastica;
– eliminazione delle reti di ambito nonché delle scuole “capofila”:
– diritto all’obbligo scolastico elevato a diciotto anni;
– cancellazione della sperimentazione della scuola secondaria di secondo grado ridotta a quattro anni;
– investimenti annuali, seri e ponderosi sulla scuola e soprattutto sulle scuole presenti in aree disagiate;
– eliminazione dell’autonomia differenziata regionale e delle “gabbie salariali” per gli insegnanti;
– aumenti salariali equiparati almeno alla media delle retribuzioni degli altri paesi europei e svincolati dal livello dell’inflazione programmata;
– introduzione della quattordicesima mensilità per tutti gli insegnanti;
– utilizzo delle risorse e dei fondi del PNRR per la messa in sicurezza ed a norma antincendio ed antisismica delle scuole e per l’eliminazione delle barriere strutturali, per il miglioramento del trasporto scolastico, della disinfestazione da topi, blatte e zanzare e la riqualificazione, anche quella eco-sostenibile, degli spazi interni ed esterni (cortili, aree verdi …), delle mense, palestre, laboratori, biblioteche, “teatri”, degli ausili didattici per alunni disabili e con disturbi specifici, delle aule e suppellettili, dei presidi igienico-sanitari, magari anche dell’acqua calda, e, soprattutto, dei bagni, ormai quasi sempre ridotti a cessi orripilanti;
– cancellazione del nuovo piano di dimensionamento scolastico;
– revisione di tutti gli “accorpamenti” e “dimensionamenti” fin qui fatti;
– eliminazione dei contributi, elargiti a piene mani, assegnati alle scuole private e confessionali;
– non riconoscimento dei diplomi rilasciati dalle scuole private e confessionali;
– turnazione ed assegnazione, ogni cinque anni, di ciascun alto funzionario e burocrate del ministero e degli uffici scolastici provinciali, che pontificano, normano e decidono sulla scuola, allo svolgimento di attività lavorative, d’insegnamento e di segreteria, presso le scuole periferiche maggiormente disagiate;
– restituire centralità, forza, pluralità e democrazia ai collegi docenti, sottraendoli allo strapotere dei dirigenti autocrati e delle loro ristrette, “aristocratiche”, prone corti;
– reintroduzione dei consigli di disciplina elettivi;
– ricostruzione dei consigli scolastici provinciali;
– estensione ed equiparazione di uguali diritti democratici, di rappresentanza, di voto, d’espressione e d’assemblea per tutti i sindacati;
– estensione del tempo prolungato;
– implementazione, estensione e riqualificazione delle mense scolastiche interne agli istituti;
– apertura delle scuole nei pomeriggi e soprattutto nell’intero periodo estivo e durante i periodi di interruzione delle lezioni, finalizzata anche all’organizzazione di molteplici attività formative, istruttive, teatrali, sportive e ludico-ricreative (corsi, laboratori, …) in collegamento con le libere, pubbliche associazioni operanti nei territori, con massicci investimenti, adeguamenti ed assunzioni di altro personale docente ed ATA;
– rispetto della normativa che disciplina il numero degli alunni per classe a 20 in presenza di un solo alunno disabile;
– individuazione e riconoscimento degli alunni BES (con bisogni educativi speciali) solo in presenza di certificazione rilasciata dalle ASL;
– eliminazione delle classi “pollaio” e creazione di classi con non più di 21 alunni;
– nel caso siano presenti più alunni DSA e BES, la classe non potrà avere più di 16 alunni;
– eliminazione del contributo (in)volontario richiesto ai genitori;
– recupero del “furto” dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera e dell’aumento stipendiale;
– eliminazione dell’inutile, fuorviante e dispendioso “carrozzone” dell’INVALSI e di tutte le relative, demenziali, ambigue prove, che, fra gli innumerevoli danni che cagionano, non solo distorcono, monopolizzano, appiattiscono e standardizzano l’azione didattico-formativa e penalizzano gli alunni DA, DSA e BES, ma favoriscono anche, direttamente, la gerarchizzazione delle scuole e la concorrenza fra le stesse e, indirettamente, la valutazione della professionalità degli insegnanti;
– eliminazione delle prove INVALSI, quali requisito per l’ammissione all’esame di maturità;
– eliminazione degli accordi fra le scuole ed i privati;
– eliminazione delle classifiche delle scuole (superiori) elaborate da fondazioni riconducibili a privati;
– eliminazione, nella scuola secondaria di secondo grado, dei PCTO ovvero dei “percorsi per le competenze trasversali” dell’alternanza scuola-lavoro che ormai, generalmente, si fondano solo sull’orientamento basato sugli accordi di mercato con le Università migliori offerenti e, ancor peggio, sugli accordi di “sfruttamento”, a volte risultato anche letale, con gli enti pubblici e le imprese private;
– riconoscimento dell’intera professione insegnante quale usurante e creazione di forme di pensionamento agevolato e non penalizzato;
– eliminazione della decurtazione nella retribuzione in caso di dieci giorni di malattia;
– eliminazione del “fondo d’istituto” e/o sua ripartizione stipendiale/tabellare fra tutti gli insegnanti;
– approvazione finale della contrattazione d’istituto da parte dei collegi;
– lavoro nelle varie, diverse commissioni svincolato dalla retribuzione per mezzo del fondo d’istituto;
– eliminazione dei soli collegi finalizzati all’approvazione dei progetti per il PTOF;
– eliminazione della “Carta docente” ed utilizzo dei fondi stanziati e legati alla stessa per implementare gli stipendi tabellari;
– libri di testo gratuiti anche per le famiglie “disagiate” degli alunni della scuola secondaria di primo grado;
– implementazione dell’auto-produzione di manuali e libri di testo, allestiti ed editi dagli istituti scolastici stessi, da passare in comodato d’uso agli alunni;
– eliminazione della deleteria, dannosa e rovinosa didattica per “competenze” e dei relativi, insensati, frettolosi, impropri giudizi finali espressi per “competenze”;
– recupero del diritto al trasferimento annuo;
– elezione diretta e democratica del dirigente scolastico, dei suoi collaboratori e dei referenti di plesso da parte del collegio a scrutinio segreto;
– eliminazione della valutazione degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici;
– introduzione della valutazione del dirigente scolastico da parte del collegio docenti, affinché quest’ultimo possa tornare davvero ad essere un “primus inter pares”;
– scioglimento dei contingenti ispettivi ed eliminazione della pseudo-valutazione, insensata, gerarchizzante e mortificante, elaborata dai NIV (nuclei interni di valutazione), dai NEV (nuclei di valutazione esterna) e dal SNV (sistema nazionale di valutazione);
– eliminazione della cosiddetta RC ovvero della “rendicontazione sociale”;
– eliminazione del “bonus premiale”;
– eliminazione del RAV ovvero del rapporto di autovalutazione;
– eliminazione dei PDM ovvero dei cosiddetti piani di miglioramento;
–  eliminazione degli open-day, generalmente ridotti ad un’ipocrita, demagogica, competitiva, umiliante ostentazione ed offerta del “niente o del poco” ed allestiti e presentati in un autentico, ridicolo super-mercato da “cento-vetrine”;
– revisione delle leggi e delle norme che regolano i procedimenti disciplinari a carico degli insegnanti;
– stipula di un’assicurazione gratuita per coprire gli insegnanti ed il personale ATA nell’eventuale colpa “in vigilando”;
– rispetto della titolarità d’istituto e della continuità didattica;
– impossibilità di utilizzare gli insegnanti di “potenziamento” e di “sostegno” per le supplenze;
– riconoscimento della titolarità su classe per tutti i docenti;
– assegnazione di tutti gli insegnanti alle classi prima dell’inizio delle lezioni;
– nell’anno di prova, introduzione dell’obbligatorietà per i neo-assunti di un lungo tirocinio di affiancamento da svolgersi unicamente nelle classi, in sostituzione dell’obbligatorietà a partecipare ad insensate ore di pseudo-aggiornamento online ed a riempire ulteriori, inutili cartacce (relazioni…);
– rivalutazione dell’insostituibile valore della lezione frontale strutturata e dell’efficacia della spiegazione trasmissiva, della lettura ad alta voce e della scrittura eseguita a mano;
– eliminazione di tutta la tassonomia delle “griglie” valutative e delle cosiddette “prove oggettive” (iniziali, in itinere e finali) utilizzate per la valutazione degli alunni, per i RAV e per i PDM;
– attuazione di seri programmi finalizzati al potenziamento delle abilità e delle conoscenze e non solo e non sempre al recupero delle stesse;
– creazione di premi in ausili didattici per alunni meritevoli ovvero che fanno notevoli progressi rispetto ai livelli iniziali;
– eliminazione dell’esame di licenza media o, almeno, eliminazione delle cosiddette “tesine”;
– rivalutazione di una valutazione espressa a livello formativo/discorsivo, che sempre più sia preferibile alla votazione espressa in decimi e che sempre, quanto meno, l’accompagni;
– “Educazione civica” resa disciplina a sé con assunzione di personale dedicato e specifico, magari afferente alla graduatoria di Diritto;
– eliminazione della compilazione e stesura di tutte le innumerevoli, onerose, inutili, stupide pratiche burocratiche a carico degli insegnanti proprie di un mero, mortificante, ripetitivo mansionario impiegatizio;
– eliminazione delle programmazioni disciplinari d’inizio e fine anno, (da nessuno mai lette ed ormai ridotte generalmente ad un copia-incolla!);
– aggiornamento obbligatorio e retribuito, focalizzato solo sulle discipline insegnate e sulla pedagogia;
– fruizione di un anno sabatico ogni cinque di insegnamento, finalizzato alla ripresa degli studi inerenti esclusivamente alle discipline insegnate;
– assunzione sul “Sostegno” di soli insegnanti appositamente formati e specificatamente abilitati;
– rispetto assoluto della continuità didattica sul Sostegno;
– chiamata del personale supplente, in sostituzione del personale assente, anche per brevissimi periodi;
– riapertura di un “doppio canale” per l’immissione e la messa in ruolo del personale precario “storico”;
– svolgimento dei GLHO unicamente in presenza degli operatori medici delle ASL che seguono ed hanno in carico gli alunni;
– creazione in ogni scuola di “sportelli” di mutuo auto-aiuto sul benessere psicologico gestiti da psicologi laureati e formati, il cui lavoro deve restare autonomo e comunque svincolato da quello degli insegnanti;
– revisione dei “Decreti delegati” in funzione di una notevole riduzione della presenza dei genitori, generalmente fattasi, vieppiù ed ormai, sempre meno collaborativa e sempre più invasiva, intrusiva, pretenziosa, oppositiva e, a volte, finanche molto aggressiva;
– sostituzione dell’ora di IRC ovvero di Religione cattolica con un’ora di Educazione civica;
–  approvazione del patto di corresponsabilità, del regolamento d’istituto, del regolamento dei viaggi d’istruzione e delle norme di comportamento, nella scuola primaria e secondaria di primo grado, da parte del collegio docenti e rispetto degli stessi;
– utilizzo del registro elettronico solo per l’indicazione dei “compiti” assegnati;
– eliminazione dei colloqui mattutini con i genitori;
– limitare per quanto più possibile e ridurre al minimo l’esposizione degli alunni ai flussi dei campi elettromagnetici indotti dalla presenza sempre più pervasiva delle reti digitali negli istituti;
– recupero, soprattutto nella scuola primaria, della scrittura a mano sulle classiche lavagne di ardesia, che, fra le altre cose, sono assai meno costose, non hanno bisogno delle “reti” ed il cui smaltimento è ancora ecosostenibile;
– eliminazione, nella scuola primaria e secondaria di primo grado, dell’uso di “device” digitali per l’interazione alunno/insegnante (a meno che non siano necessari in presenza di disabilità…) e precedenza assoluta all’uso di diari, di quaderni e della scrittura minuscola in corsivo su carta;
– divieto assoluto dell’uso dei cellulari all’interno della scuola, che assai contribuiscono a trasformare i cosiddetti “nativi digitali” in ignoranti sostanziali;
– chiusura di tutti i “gruppi social” degli insegnanti (creati con o senza il dirigente scolastico) e diritto assoluto alla “disconnessione” da parte di quest’ultimi;
– divieto per gli insegnanti di creare e/o partecipare a “gruppi social” con i genitori e tanto più con gli alunni che, secondo la normativa vigente sull’uso del trattamento dei dati personali e sulle “condizioni d’uso”, sotto ai tredici/sedici anni non potrebbero neanche crearsi un proprio “account” ed accedere all’uso degli stessi;
– recupero urgente, pieno ed immediato della completezza e “leggerezza” delle posizioni, pedagogiche e culturali che facciano capo e riferimento ad una visione fondata sulla “paideia” socratica, costituita dal circolo luminoso e fecondo di “agalma” ovvero l’attrazione verso il sapere, come vuoto da non riempire, come vuoto da produrre, come vuoto da aprire, come luogo di una mancanza da preservare e come circolarità di e fra “eromenoi” (maestri che amano il sapere), “erastes” (amante del sapere) ed “eromenos” (ciò che è degno di essere amato) e basata su una tradizione umanistica che esalti l’epistemologia delle discipline e la scuola come percorso di costruzione culturale ed educazione all’esercizio del sapere critico e del libero pensiero;
– eliminazione del “fatal, letal trittico” di abilità, conoscenze e competenze che non è solo falso, demagogico,  inutile e fuorviante, ma che conduce a risultati disastrosi, perché codifica una separazione ed una scomposizione del sapere, della formazione e dell’apprendimento in tre livelli distinti, incomunicabili ed addirittura reciprocamente subordinati e poiché conduce all’adesione acritica a visioni aziendaliste, ispirate alla totale subordinazione della formazione culturale ad esigenze di carattere esecutivo, produttivo e compet…itivo, a quelle esigenze, sempre più etero-indotte ed etero-dirette, che concepiscono la scuola come luogo chiuso di addestramento di addetti, manovalanze e competenze per il mercato, aziende ed imprese e non come comunità educante, come spazio aperto di formazione di cittadini che sulla cultura fondano la loro crescita, la loro consapevolezza e la loro capacità di non competere, bensì di essere, di conoscere, di sapere e, perciò, di agire e vivere in libertà!

N.B.:

dello stesso autore si veda anche l’articolo/saggio del 15-5-‘20, scritto insieme ad Alessandra Fantauzzi: “Contro la didattica e la valutazione per competenze”, qui pubblicato e di cui segue il “link” utile per la lettura:
https://www.gessetticolorati.it/dibattito/2020/05/15/contro-la-didattica-e-la-valutazione-per-competenze/

dello stesso autore si veda, fra l’altro, anche l’articolo/saggio del 21-5-‘20: “E noi, insegnanti, nonostante tutto…”, qui pubblicato e di cui segue il “link” per la lettura:
https://www.gessetticolorati.it/dibattito/2020/05/21/e-noi-insegnanti-nonostante-tutto/




Caronte… chi era costui?

di Carlo Baiocco

… Caronte … Caronte, uhm … chi era costui? E perché proprio Caronte? Caronte……ferocia illuminata! Caronte, il nocchiero di “uomini che furono”! Caronte, il traghettatore d’anime! Colui che conduce le anime nell’oltretomba! Caronte, psicopompo che trasporta i nuovi morti da una riva all’altra! Caronte, figlio di Tenebre e Notte!

Egli è nient’altro che un’entità neutrale, un “messaggero” di ciò che è al di qua e al di là, che collega mondo sensibile e mondo insensibile! Caronte non giudica, Caronte si limita a trasportare! E l’Acheronte non è altro che “il fiume del dolore”! Egli è demiurgo, egli, in fondo, è salvatore; egli è colui che accompagna nel passaggio, nella metamorfosi da vivo a morto, a morto per sempre! Solo pochi sono i vivi che ha condotto, solo pochi sono andati e, soprattutto, son tornati vivi, dopo che Caronte li ha depositati sull’altra riva! Caronte agisce, non fa domande e non si fa domande! Anch’egli, in fondo, è un dannato, dannato a ripetere sempre gli stessi gesti, lo stesso percorso! Egli, avido e crudele, guarda … sotto la lingua, guarda dentro gli occhi, alla ricerca dell’obolo! Ognuno sa, che senza l’obolo, senza le monete, non sarà accolto e vagherà tra le nebbie per cento e cento anni ancora! ………….

E tante, veramente tante sono le analogie con ciò che, purtroppo, è ora!
Tante le analogie con le cosiddette “tragedie del mare”.

Ehm … sì, perché poi, a pensarci bene, i toni lamentosi con cui quest’ultime vengono annunciate non sono altro che ipocrisia! Ma, in fondo, se nel profondo del Mediterraneo, che qualcuno (sigh!) vorrebbe e ritiene ancora “nostrum”, finiscono o continuano a finire migliaia di “anime perse”, a chi vuoi che gliene freghi qualcosa! Tutti a battersi il petto ed a gridare: “Vergogna!”, quando centinaia di corpi riemergono dal mare e centinaia di bare si allineano sulle spiagge.

Persino il corpicino di una bimba annegata viene fotografato su di una spiaggia e subito si levano polemiche e deprecazioni a non finire, grida rutilanti e, soprattutto, promesse rutilanti: “Che sia l’ultima, mai più, mai più, mai più una simile vergogna!”

Ma quelle grida, quelle promesse sono scritte vicino a quei corpi, a quel corpicino “crocifisso” sulla sabbia che il mare subito porta via, mentre di corpicini di altri bambini tanti continua a deporne il mare su quella stessa sabbia e tante altre croci continuano ad essere piantate!
Finzione delle finzioni: il giorno del pianto, la “Giornata del Migrante”! Ahahahahaaaahhhhh … E poi, dopo poco, il pianto si trasforma in indifferenza ed il silenzio regna nuovamente sovrano!

Ed allora di domande uno se ne fa tante …

Caronte sono gli scafisti o siamo noi che, con i tanti innumerevoli crimini commessi nel corso di diversi secoli ed ancora oggi, abbiamo costretto e costringiamo tante anime prima a morire di stenti e poi a morire ammazzate? Da secoli esportiamo la morte, la fame, la sete, la sopraffazione, il “turismo sessuale”, la miseria, la schiavitù, noi! Esportiamo la democrazia con le dittature, i conflitti tribali, le guerre, i missili e le super bombe intelligenti, ma coloro che fuggono da quelle miserie, da quella semischiavitù, da quelle guerre e da quelle bombe mica sono rifugiati, sono delinquenti!

Certamente chi ha pronto l’obolo e si presenta con moneta luccicante e tintinnante o possiede cosce lunghe e “tette” extra, nonostante sia extra …, è subito ammesso e ben gradito; anzi, che si accomodi pure, ché presto, con l’auto blu, sarà traghettata anche nel Palazzo e finanche nel letto, lustro e dorato, dei Potenti-Papponi e, magari poi, anche nel Regno dei Cieli!
Se poi le migranti puliscono i sederi dei nostri anziani abbandonati, beh …. che si dia loro, ma solo a loro, pure la cittadinanza!

Ed i bravi negli sport, e soprattutto nel pallone, trovino subito pure un posto … magari anche nelle squadre di serie A!
E per un congruo obolo, “polvere bianca” o una bella “gnocca” minorenne, si possono pur continuare a vendere permessi di soggiorno! Gli altri, i clandestini, li si lasci ai loro destini e, quelli, i miserabili, che crepino pure nei loro paesi, in mare o dovunque vogliano e possano, basta che si vedano e si sentano il meno possibile, che si sbrighino a transitare e varcare i nostri confini e che non vengano ad accattonare nel nostro sacro suolo patrio, terra nostra, come nostro è ancora il mare!
Quel mare che ancor oggi continua a riempirsi di rosso, del sangue di tanti innocenti!

E che l’Europa si sbrighi, si facciano pure “accordi” di morte e si elargisca pecunia, tanta pecunia, affinché sempre più spietati Signori della Morte edifichino lager nei loro Paesi e possano meglio detenere, macellare e respingere!  Che mamme, papà e figli muoiano nel deserto a chi vuoi che importi, se nella coscienza ha lui stesso il deserto dei sentimenti?

Beh……. Non disperiamo………: i nostri Venerabili Signori dell’Oscurità si stanno adoperando per respingere ……. ogni possibile invasione, facendo blocchi navali, rendendo impossibile il lavoro delle ONG e facendo accordi a tutto spiano anche con i diversi cugini-raìs, Caronti-leader, amici tiranni di paesi totalitari che si affacciano sul “mare nostrum”, diventato ormai un enorme “fiume del dolore”!
Ed allora ben venga Caronte a rammentarci che l’”oggi” è il figlio di Tenebre e Notte e che assistiamo alla notte, in verità sempre più buia, della nostra Repubblica Seconda, sempre più avviata verso un becero regime autocratico e semifascista!

Davvero, in Italia, si sta facendo notte! E chissà che, presto, non ci si debba affidare noi ad un Caronte, “nostro salvatore”, per salvarci i corpi e l’anima! E quel qualcuno che ancora può continui pure, come Gorgone, a scrivere la verità mostruosa con penna di bronzo, ma si prepari pure ali dorate per mettersi in salvo!

Corsi e ricorsi: abbiamo proprio una memoria di ferro: a noi, ieri, che volevamo sbarcare, come si fa con i cavalli, guardavano i denti, così, oggi, quelli che vogliono sbarcare, prendiamo a calci sui denti! E guai a loro, se dimostrano di non conoscere la nostra lingua e se si dimostrano ancora fieri delle loro origini, della loro cultura, delle loro usanze o se soffrono di nostalgia! Abbiamo fatto prestissimo a dimenticare che siamo stati un popolo di navigatori e di eroi, ma anche di emigranti, di sfollati e persino di mafiosi e che, se continua così, ci ritroveremo presto ad essere nuovamente migranti! D’altra parte, molti di noi già si sentono, dentro, migranti, ché il nostro è divenuto il Paese della Malinconia da cui “se ne vanno tutti”!
E, visto che, nel frattempo, ci stanno togliendo ogni pecunia, chissà che non si abbia poi neanche l’obolo da offrire a Caronte, per partire e metterci in salvo!
Suvvia, Giovani d’Italia senza futuro, zaino in spalla! Fate presto! Almeno voi migrate e mettetevi in salvo! Qui nessuno ha bisogno di voi e, mi raccomando: non presentate più curriculum vitae per poter lavorare e, soprattutto, se avete la “fortuna” di andarvene, non tornate più!

Insomma, evviva Caronte, che non possiede terre né confini!

Di là il mondo “sensibile”, sofferente, disperato che spera, questuante, ma vivo, di qua il mondo insensibile, in preda alla paura, gaudente, spietatamente repulsivo ed anche “morto”! Morto perfino ad ogni principio di accoglienza, generosità, integrazione e solidarietà, principi questi che qualcuno, piuttosto che vergognarsi e tacere, continua ipocritamente a pontificare quali valori peculiari delle radici cristiane del mondo occidentale!
Avevano ragione i Greci, che, poveri loro, erano pagani ed onoravano la sacralità dell’ospitalità, a chiamare l’Occidente “Esperia”, terra dove tramonta il sole! Ed il sole, da noi, sta davvero tramontando, proprio su quel mare che sempre più si tinge del rosso del sangue dei tanti reietti dell’Umanità!

Mentre l’Europa (che sempre per i Greci era una bella fanciulla ed anche per noi è stata una bella chimera e, forse anche per questo, alla fine una bella “fregatura” ancor più grande!), affama i popoli ed anche i propri popoli, si divide, genera guerre, costruisce nuovi lager, muri sempre più alti, stende reti metalliche doppie e triple e fili-spinati sempre più aguzzi e, poi, piange, ride di noi e non fa mai alcunché, in Italia c’è grande preoccupazione e sgomento se pochi Migranti arrivano vivi e c’è grande indifferenza se molti Migranti arrivano morti; magari qualcuno vorrebbe anche che li si prendesse a cannonate …. nel mare nostro! E che si allineino pure le bare davanti ad alti prelati benedicenti ed alte personalità piangenti!

Il Pontefice, rimasto ormai l’unico ad alzare forte la voce ed a tuonare contro la “guerra a pezzi” che ormai fa a pezzi il mondo, mai però scomunica i pochissimi “possidenti” che affamano i tantissimi “indigenti”, i guerrafondai belligeranti, i venditori di armi che sono in tanti anche nel nostro Paese ed i bugiardi che, nascondendosi ben bene dietro la facciata degli interventi di “peace-keeping”, “peace-building”, “peace enforcing” (!!!), continuano ad imporre violenze, a derubare e saccheggiare altri paesi delle loro uniche risorse ed a bombardare persino le feste di nozze e gli ospedali di “Emergency” scambiandoli per raduni e covi di terroristi!

Che sanguinario e perverso giochetto …: ipocrita ferocia e feroce ipocrisia “illuminata” del Potere! … di un Potere che continua assolutamente a programmare, costruire e creare, esso sì, l’autentico terrorismo e che attraverso la costruzione dei conflitti, delle guerre, della paura di molte presunte minacce costruite ad arte, da sempre, a suo piacimento, cementa, distrugge e poi ricostruisce i regimi sanguinari, intolleranti, confessionali, teocratici, dittatoriali e disumani dai quali nasce, e deve nascere appunto, il terrorismo!
Protervia repellente di una “razza” di politicanti ignoranti ed economisti lestofanti, che additano delinquenti ed untori dappertutto, in modo che la gente non si accorga che proprio essi rappresentano i malfattori e la vera peste bubbonica!

Ogni anno, poi, alla fine, tutti a contare anche i morti del lavoro e sul lavoro! Per tanti che ne muoiono, ne entrino subito altri, che costino molto meno, a sostituirli!
Prima un esimio Presidente, che con l’autorevolezza che tutti gli riconoscevamo, nonostante abbia avuto la “firma facile” e solo poche volte si sia svegliato dal proprio torpore, per anni ha continuato, sempre inutilmente, ad implorare: “Basta con le morti bianche! …ed ora un altro che ogni giorno scrive e declama bellissimi discorsi e rammenta a tutti, ahimè inutilmente, il rispetto del Diritto e della Costituzione, che molti nei Governi cercano e si affrettano senza posa a smantellare!

Beh, avanti i “negri”, allora! Ben vengano! Che muoiano loro, vituperata forza-lavoro, pagata a due euro l’ora, che muoiano loro sul lavoro e di lavoro, a chi vuoi che importi! Altrimenti gli eccellentissimi imprenditori-cavalieri del lavoro chi potranno sfruttare? Ed i tanto più onorabili mafiosi, “caporali” e “papponi” del Potere chi potranno sfruttare, far delinquere, spacciare e prostituire?
Poi, se non bastano condizioni di vita ed un lavoro da schiavi, c’è sempre Caronte, che non fa domande, non giudica, ma insulta e mena e picchia forte, sempre più forte!……. Anche con il remo, sulla schiena dei Migranti! E più fa male, più ci libera dal male! In fondo, siamo sempre capaci di “spezzargli” le reni a quei “negri”! E, se non basta, che si gettino anche giù … dalle gru!

Caronte, però, aveva due difetti: si limitava solo a trasportare in un luogo da cui non si poteva tornare indietro ed almeno la cittadinanza infernale la dava!
Ora, invece, di Caronti ce ne sono due: il primo porta di qua ed il secondo, prontamente, riporta di là! E, se non fosse che si parla di “anime” e di “uomini” scannati, sembrerebbe quasi un bel giochetto, un bel viaggio di piacere da un centro di “non-Accoglienza” ad un altro e da una banchina all’altra! Accompagnarli nella loro metamorfosi, da vivi che erano, a morti che saranno, è compito di Caronte ed egli lo svolge bene, sa svolgerlo davvero bene! E Caronte davvero tanto ci guadagna!

Poi, chi arriva stremato, ma vivo, ci penseranno le nuove deportazioni, i ridicoli ed anticostituzionali “esami” d’italiano ad umiliarlo, i medici-spia ed i presidi-spia a non accoglierlo e, magari, anche a denunciarlo ed i sindaci sceriffi, i prodi squadristi-rondisti, novelli S.S., ad ammazzarlo attraverso l’emarginazione, il razzismo, il lavoro sempre più nero, gli insulti, le “fini” leggi da capestro, la galera e, soprattutto, le botte, tante botte, tante manganellate, anche quelle dei tutori della pura razza italiana, quasi dovessero far loro espiare la colpa di essere riusciti ad arrivare! E che paghino pure i loro figli ed i figli dei loro figli, i quali la cittadinanza se la debbono scordare e che, magari dopo aver rimesso a posto i conti nazionali e la pensione di molti, a calci nel sedere al loro paese debbon tornare!

E di fronte a cotanta barbarie, per un po’…. tutti a battersi il petto, pronti, però, subito dopo, a continuare ad erigere barriere, muri, fili spinati, confini! Qui …. è mio e lì…. è pure mio! E’ tutto, tutto mio! Ora, addirittura, Caronte costruisce altre rotte in mare ed è pronto a dirottare e deportare anche verso altre spiagge! Basta che esse siano più povere e più lontane! Ed allora: viva l’Europa, la patria dei valori illuministi e cristiani, che lo permette e lo consente!
Il mondo è proprio strano: per un muro che si abbatte, se ne edificano tanti altri! Quando se ne abbatte uno, tutti quelli che hanno fatto festa eccoli poi subito intenti a farne di nuovi e sempre in festa, per la soddisfazione di averne ricostruiti altri cento, ben più grandi, massicci e solidi!

Coloro che hanno subito “olocausti” hanno a loro volta dimenticato ed eccoli pronti a perpetuare nuovo sterminio e nuovo genocidio!
E, se non bastan quelli, che si intreccino allora patti diplomatici con Cerberi d’oltremare, cristiani e non cristiani, che prima sono amici e subito dopo nemici, che prima si incensano, poi si bombardano ed infine si pagano anche, affinché fermino o sbranino o rinchiudano nuovamente chi abbia l’ardire di avvicinarsi e costruiscano sempre più numerosi centri lager in riva al mare e sulla terra ferma. L’importante è che lo facciano lontano da noi, in modo che restino ben nascosti e la nostra coscienza resti ben pulita!

Se poi in quei Paesi non si rispetta neanche il più elementare dei diritti umani a chi vuoi che importi! Che l’Europa, all’occorrenza, li ricopra finanche di trenta e più denari, purché facciano loro il “lavoro sporco”! Gli Stati “canaglia” poi son ben altri!
Ed i muri dei nuovi campi di concentramento, i cosiddetti Centri d’Accoglienza (“accoglienza” … ahahahahahahahahahhh!), certamente, più sono alti, irti di chiodi e sormontati da cocci aguzzi di bottiglia, torrette e mitragliatrici, più danno sicurezza e vincono le paure!
Peccato che l’Italia non sia circondata da un oceano, tanto vasto da rendere impossibile ogni traghettamento!

Insomma, alla faccia della Carta costituzionale e di quella dei diritti e finanche del Vangelo, Caronte faccia bene il proprio lavoro: continui a maledire e percuotere le anime prave, continui a lacerare i loro corpi, ma lo faccia con stile, a che i lamenti dei dannati neanche si sentano!
Traghetti i vivi verso il mondo dei morti e faccia sì che essi, i dannati della Terra, non arrivino oppure giungano ben morti e lo restino per sempre!
Auguri, “Caronte”! Ne hai bisogno! Il tuo lavoro sarà veramente duro e tutti, infine, cercheranno di farti tacere, in modo che tu mai possa narrare lo scempio d’anime e di corpi che vedi morire!                                                                        

Così, sulla barca, con sgomento e trepida speranza piangeva Danae,
stringendo amorosamente al seno il suo piccolo Perseo:
«O figlio,
quale pena soffro! Il tuo cuore non sa;
e profondamente tu dormi
così raccolto in questa notte senza luce di cielo,
nel buio del legno serrato da chiodi di rame.
E l’onda lunga dell’acqua che passa
sul tuo capo, non odi, né il rombo
dell’aria: nella rossa
vestina di lana, giaci: reclinato
al sonno il tuo bel viso.
Se tu sapessi quello che è da temere,
il tuo piccolo orecchio sveglieresti alla mia voce.
Ma io prego: tu riposa, o figlio, e quiete
abbia il mare; ed il male senza fine,
riposi”.
(Simonide)

Dedicata a tutte le mamme del mondo e soprattutto a quelle che, ancora oggi, sui “barconi della speranza”, traghettate da ancor più perfidi “Caronte”, stringono di nuovo al seno i loro piccoli, agognando per essi “Vita Nuova”!




E’ ora di andare …

di Carlo Baiocco

I ragazzi, nonostante i loro notevoli cambiamenti, nonostante siano generalmente sempre più demotivati, smarriti, disorientati, trascurati e sofferenti e, molte volte, malgrado anche i loro assenti, lamentosi, pretenziosi, iperprotettivi, invasivi ed intrusivi genitori, sono e restano pur sempre meravigliosi e combattivi, ma la Scuola ormai, ospitata spesso in strutture penose, fatiscenti e non a norma, spinta e ridotta a pie’ sospinto in vincoli, catene e macerie da sterili, ripetitivi, pressanti mansionari impiegatizi, da prepotenti, manichee standardizzazioni ipervalutative, da tassonomie fuorvianti e demagogiche, da sigle vuote ed insensate e da normative fortemente illiberali, dissennate e mortificanti ed abitata per lo più da dirigenti saccenti, presuntuosi, incapaci, inetti, evanescenti ed autoritari ed insegnanti sudditi proni, cortigiani imbelli e del tutto indifferenti allo sfascio, è ridotta pressoché ad un deserto di sentimenti oppure, sempre più spesso, ad una barbarie di sentimenti.

Quasi tutti tacciono, chi può fugge e chi non può vorrebbe fuggire!
È ora che chi, come me, ne ha conosciuto l'”età dell’Oro” e ci si dibatte, sia pure rannicchiato in buna nicchia in cui più nessuno, per indifferenza, deferenza e timore, ha l’ardire di rompergli i gabbasisi, si faccia finalmente da parte!… da brillante, aggiornato, preparato, attivo, fattivo, appassionato protagonista ad inquieto, ribelle, oppositivo antagonista ed, infine, a rassegnata comparsa scomparsa!
Il mio pregresso “curriculum scholae” è davvero vittorioso, assai vasto ed “alto”, ma il mio cuore, ora, è davvero assai perdente e straziato!

Non riesco più, in questa Scuola piagata e piegata, ad essere il cambiamento che vorrei!
Ancora riesco a sorridere ed a ridere, tanto, con molti di tutto ed anche di me stesso e resto ciò che ero e sono solo attraverso l’ironia, l’autoironia ed il sarcasmo, sinceri e sprezzanti, ma anche patetici!

Ho avuto, prima, innumerevoli, edificanti, piene, fervide gioie e successi, così come ho, adesso, , esperienza e cognizione tanta di grigi, avvilenti, inevitabili sconfitte, dolori ed amarezze….
Uniche certezze: non ho certamente cambiato la Scuola, ma la Scuola non ha cambiato me, che vado via a testa alta, con mente lucida e mai compromessa, cuore tenacemente puro e resistente ed il tesoro grande dei miei grandi, infiniti “doni”, dati e ricevuti da molti genitori, da alcuni colleghi e dirigenti stimabili e, soprattutto da tutti, tutti i “miei” ragazzi “belli”!

 




E noi, insegnanti, nonostante tutto…

bambini_maestradi Carlo Baiocco

“Homines, dum docent, discunt!“
Sì, è vero, è proprio vero: gli uomini, mentre insegnano, imparano! E come… imparano!
E noi insegnanti, prima di imparare a parlare dei ragazzi, dovremmo imparare a parlare di noi stessi e di loro stessi, …… per loro e con loro! E, soprattutto, dovremmo imparare …. ad ascoltare!

A quasi tutti noi insegnanti piace, ancora e tanto, insegnare la/e nostra/e disciplina/e!
Perché ……………….,
nonostante il Ministero, nonostante le Istituzioni e la Società siano sempre più lontanissimi e ci abbiano lasciati sempre più in … quieti, soli, logorati, frustrati, sfiduciati, delusi e demotivati e nonostante la nostra immagine sociale e professionale sia ridotta al minimo anche a causa di una busta paga assolutamente miserabile, a quasi tutti noi insegnanti piace, ancora e tanto, insegnare!

E, noi, nonostante, bene o male, siamo preparati solo per insegnare bene o male, finiamo, prima di insegnare, mentre insegniamo e dopo aver insegnato, per svolgere tanti altri “mestieri”!

Facciamo con alacrità un po’ di tutto, forti ed “innamorati” del nostro lavoro, in quest’epoca di “passioni tristi”, con rassegnazione ed orgoglio indomabile e lo facciamo continuamente, impetuosamente, amorevolmente, come meglio sappiamo e possiamo!

Con camaleontico spirito di adattamento, facciamo gli insegnanti, i supplenti degli insegnanti, i supplenti dei supplenti degli insegnanti, i “precari” a vita, gli educatori, i formatori, gli insegnanti di Sostegno anche senza titolo, preparazione e competenza, gli psicologi, i terapeuti, gli assistenti sociali, gli assistenti sanitari, gli intrattenitori, i parcheggiatori, gli “orientatori”, gli accompagnatori, le guide, gli imbonitori, i pagliacci, i giocolieri, i teatranti, i medici, i confessori, i missionari, i tuttofare, i tuttologi, gli insegnanti “olimpici”, “stellati” e “stellari”; facciamo sempre più spesso, soprattutto, anche… i padri e le madri, ed anche tutto insieme, e, prima di entrare in classe e… chiudere per bene la porta, molti di noi, laici o credenti, indossano la corazza e l’elmetto o pregano, che Dio o… chi per lui gliela mandi buona, facendosi il segno della croce, pronti anche …..ad andare incontro alla propria “croce”! Sapendo anche che …una pensione, molti di noi, che hanno fatto una vita da precari, non l’avranno mai!

Ah, dimenticavo……: poi ci sono gli individualisti, gli eremiti, gli asceti, gli esaltati, quelli che pensano di risolvere tutto, i martiri, gli eroi, i medagliati, gli allineati comunque, gli stakanovisti, i tassonomisti (forse i peggiori, in quanto inutili collezionisti di ancor più inutili, insulse, imbecilli “griglie”, per mezzo delle quali si illudono e pretendono di circoscrivere ed esaurire ogni alunno ed ogni realtà!), i fautori accaniti di tutte le più estenuanti riunioni, di tutti i più inconcludenti “P.O.F.” ed inoperanti “Carte Servizi” e “Patti di Corresponsabilità”, i legalisti, i nichilisti, gli anarchici, gli “inc…ati”, i luddisti sabotatori, i “perdete ogni speranza, o voi che insegnate”, quelli preda della “cupio dissolvi”, i “fiaccati”, i lassisti, i ponzio-pilati, i sempre pessimisti, i dissociati, gli stralunati, i trasognati, i depressi, “gli “scoppiati”, quelli in burn-out, gli psico-farmacizzati, quelli che si sono dimenticati di essere stati precari, quelli che monetizzano ogni proprio respiro, quelli sdegnati che “se ne fottono”, quelli che dicono sempre di sì, pur di non farsi rompere le ….., quelli che ormai volutamente hanno tirato “i remi in barca” (in una barca che va… alla deriva!), quelli solitari e spossati che comunque detestano i colleghi, quelli che (“aut disce aut discede!”) biasimano i ragazzi, perché… sono sempre più maleducati, strafottenti, incivili, ignoranti, “bulli”, teppisti e delinquenti e che non sopportano neanche i genitori, perché sono aggressivi, saccenti, irrispettosi, invadenti, violenti, irriconoscenti e sempre “dalla parte” dei figli, quelli che, comunque, fanno “come je pare”, quelli che “se ne fregano”, quelli che arrivano sempre in ritardo, quelli che lavorano tre giorni sì e due no, quelli che si rifugiano nella malattia, quelli che non ce la fanno più e che si ammalano veramente, quelli che (e sono tanti!) dicono ….: “Tanto, …. ormai” e che mettono sempre “6” e promuovono pur di non avere “grane”! Ed infine ci sono pure quelli che …. “leggono il giornale” e che dicono anche agli altri, ai tanti che ancora “ci credono”, che sono solo degli illusi, anacronistici, ridicoli, romantici idealisti mentecatti!

Intanto, da almeno un ventennio, coloro che “governano” la scuola, di qualsivoglia “colore” siano, per prima cosa, attribuiscono a quelli che li hanno preceduti lo sfascio esistente ed immediatamente, poi, senza neanche curarsi di cancellare ciò che di nefando e scellerato quest’ultimi hanno compiuto, con gran lena, si mettono al lavoro, per fare … altro, più consistente, devastante ed irreversibile danno! Promettono mirabilie e fanno disastri ulteriori!

Ed il fatto che, dal 1999 ad oggi, i dodici ministri (anche questo rappresenta un record!) che si sono succeduti alla guida del dicastero di viale Trastevere, pur avendo avuto tanto tempo a disposizione (compresa una, per fortuna, che era davvero assai “titolata”!) e maggioranze rilevanti, abbiano contribuito, più o meno tutti, a mortificare la Scuola, ad umiliare gli insegnanti ed a peggiorare vieppiù la situazione, attraverso provvedimenti improntati agli stessi tagli brutali, è ormai indiscutibile e chiaro a tutti e davvero non è certamente consolante!

Così prima … tutti sotto, con zelo, a smantellare quella che funziona meglio: ovvero la scuola primaria e di seguito … sotto a distruggere la scuola secondaria e, infine, siccome l’appetito a compiere nefandezze vien mangiando, se non bastasse, perché no: anche l’università!

Dicono tutti che le priorità sono: ridare “centralità” alla Scuola, all’alunno ed agli insegnanti, riqualificare la Scuola ed investire nella Scuola e, poi, al dunque, in modo prioritario la mettono ai margini, la dequalificano e la investono (sigh!) per davvero … ovvero passandole e ripassandole sopra, calpestandola per bene e mettendo sotto (addirittura spiaccicandoli!), … gli insegnanti!
E tagliano e massacrano, tagliano e massacrano a piè sospinto la Scuola proprio in nome dell’Europa, di quell’Europa che, al contrario, da sempre e nonostante la “crisi”, in modo lungimirante, assai spende per la sua Scuola e molto valorizza la sua Scuola e, soprattutto, il personale umano che l’abita!
E, inneggiando ad un neoliberismo tanto galoppante quanto imbecille, sono tutti ben attenti ad ingrassare corti e clientele ed ancor più già grassi feudi (anche familiari!) privati, attribuendo a molti di essi l’investitura di “diplomifici” a pagamento e, soprattutto, sempre più cospicui benefici, esenzioni, agevolazioni ed investimenti!

E se il “tempio pieno” ed il “sostegno” vengono maciullati e la dispersione scolastica aumenta a dismisura, chi vuoi che se ne preoccupi: si abbassi l’età dell’obbligo scolastico ed i dispersi disagiati, poveri e disabili vadano a lavorare fuori ed a farsi sfruttare meglio sin da subito nella Scuola-Lavoro ed i dispersi ricchi vadano ad iscriversi alle scuole private e parificate dove gli si venderanno anche … cinque anni in uno! L’importante è che rimangano tutti degli ignoranti che certamente, a sempre, si governano molto meglio!

I nostri cosiddetti Ministri e Dirigenti della D-Istruzione pubblica, Politici Esimi e Notabili Esperti, loro sì veri e propri crapuloni fannulloni lautamente e spropositatamente retribuiti, in realtà sempre più “bambocci” nelle mani di altri, sempre più impreparati, svergognati, lestofanti, ignoranti, estranei, sempre più inetti, sciocchi, arroganti e presuntuosi, sempre più inutili e vanagloriosi, sempre più retorici, boriosi, inconcludenti, perfidi, classisti e razzisti, sempre più solerti e tronfi nel recepire pedissequamente le “mode” educative “suggerite” dal diverso colore dei “padroni del vapore di turno”, assai si preoccupano, nientedimeno (sigh!), di “valutare” i docenti, di promulgare l’Indice dei libri di testo proibiti, di ordinare a Presidi-Spia, anch’essi in realtà sempre più maltrattati, liste di proscrizione di alunni migranti (già piccoli “clandestini”!) e tanto lavorano (ahimè)! per comminare multe, rappresaglie sanzionatorie e provvedimenti disciplinari a docenti e capi d’istituto che ancora si permettono di esercitare il diritto di critica e di libera parola, per distruggere la democrazia partecipata del Collegi, per estirpare la contrattazione decentrata (in spregio alla tanto declamata autonomia scolastica!) e per elaborare e propinare solo insensata ed assolutamente inutile burocrazia, “forma” e mai “sostanza”, scrivendo quintali di vacue carte che pochissimi (per fortuna!) leggeranno, procedendo anche ad imporre “programmi”, “obiettivi”, sigle (Q1-Q2-OP-OSP-SPP-UD-UA-Portfolio), test, voti e non voti, forme, Riforme e Controriforme, Riforme delle Controriforme e Controriforme delle Riforme che non hanno mai neanche le coperture economiche e di cui ormai neanche loro capiscono il senso ed il controsenso, per di più sempre calate dall’alto, sempre più demagogiche e mistificanti, finalizzate solo ad apportare e nascondere ingenti tagli di risorse umane ed economiche, quasi presumessero di avere il dono illuminante di dispensare inaudite regalie, il “verbo” ed anche lo … spirito santo, la chimera dell’aggancio al …”libero mercato del lavoro”!

Ed , invece, sulla scuola e nella scuola, così come nel Bel Paese, si inoculano e si propagano profumi o meglio tanfi di necrosi e morte e virus letali ed esiziali: la becera privatizzazione di una scuola ormai … privata di tutto, la pezzenteria degli stipendi, l’assurdo, paradossale invecchiamento degli insegnanti alle prese con un lavoro sempre più logorante, l’aumento imbecille degli orari e dei carichi di lavoro, la divisione, la dispersione, l’abbandono, il degrado delle strutture, l’endemica mancanza di personale, il non-senso, il “burn-out” la discriminazione dei più indigenti e l’emarginazione dei disabili, l’incompetenza, l’indifferenza, l’ignoranza, l’arroganza, la dismissione e la prostituzione intellettuale, l’assuefazione all’ignavia, alla protervia, all’inettitudine, alla pochezza ed alla sudditanza e si spenge la luce e calano, sempre più oscuri , il sonno della ragione e la notte dell’etica, dell’indigenza, della provvisorietà e della decadenza, della cultura ed anche delle coscienze!

Ora, con ridicola demagogia becera, distruttiva e quasi criminale, hanno anche trasformato centinaia di alunni disabili in “D.S.A.” e “B.E.S.”, pur di “tagliare” e togliere ad essi, ai consigli di classe ed alle famiglie il supporto degli insegnanti di Sostegno ed hanno poi obbligato gli insegnanti a redigere per ognuno di essi un “P.D.P.” che alla fine, all’Esame di Licenza, diventa carta straccia dal momento che la Prova nazionale dell’Invalsi non tiene affatto conto delle specificità e peculiarità proprio degli stessi alunni che per tre anni sono stati “etichettati” come “D.S.A.” e “B.E.S.” e che, magari, anche per questo riconoscimento di “status” sono sempre stati promossi!

Schizofrenia di una Scuola che da una parte personalizza a dismisura gli apprendimenti ed insegnamenti e dall’altra omogeneizza, standardizza ed impone la valutazione cosiddetta “oggettiva”.
Ora, addirittura, dopo averci privati di tutto ed averci reso assolutamente indigenti, ci hanno anche, bloccato i trasferimenti e con enfasi, nominati manager d’impresa, operatori di aziende autonome, im(n)-prenditori di classi in cui il numero degli alunni può arrivare, in barba a tutte le norme più elementari sulla sicurezza, anche a trenta alunni!
E ne dovremmo perfino essere grati, così come dovremmo essere orgogliosi che arrivino gli sponsor e gli “esperti” esterni, panacea di ogni indigenza, che magari fra non molto ci detteranno anche i contenuti, le regole e le modalità della didattica e, poi, del “pensiero”!
Ed allora largo ad altri e più pesanti tagli, alle “verticalizzazioni”, alla iattura degli “accorpamenti” fra scuole materne, elementari e medie che, poi, altro non sono che ulteriori ed ancor più insensati tagli!

E’ un bene, ci dicono, che i docenti discutano insieme in mega-collegi su “progetti” che spazino dalla fornitura dei pannolini alla prevenzione al tabagismo, all’alcolismo ed alle gravidanze indesiderate e si servano di obiettivi, modalità, strumenti ed indicazioni calate dall’alto ed uguali per tutti proprio per esaltare quella vera e sana Autonomia scolastica che ormai hanno accuratamente smantellato!

Noi, “perduta gente”, sempre sottopressione, repressi, impressi, impressionati, impressionabili ed espressionisti di disagio!
Noi, “precari” fino a sessant’anni, “contrattisti decentrati”, allettati e sedotti dalle briciole insignificanti di “fondi d’istituto” e “fondi d’autonomia”, valutati e, perciò, sempre più svalutati e, di conseguenza, sempre più divisi, ineguali e rivali e pronti a litigare o a venderci per un nonnulla al miglior offerente!
Noi, “tutor” e non “tutor” del niente, insegnanti differenziati di scuole rigidamente divise in Nord e Sud, in regioni, in categorie di serie! Dalla A fino alla Z! E poveri disgraziati quelli che stanno al Sud o in serie medio basse o basse! Potranno sempre essere trasferiti, o meglio “deportati”, e svolgere il proprio lavoro nelle scuole del “Nord”!
Noi, “aggiornati” obbligatoriamente su poco e mai sulle discipline insegnate, sempre più insensatamente giudicati ed anche valutati, sempre più spinti fuori dalle classi, noi, insegnanti, mortificati nelle questue alla ricerca di “sponsor” e contributi, più o meno esosi, fissi e in/volontari, da parte dei genitori, noi, insulsi procacciatori di futili ”affari”, fabbricatori di “progetti” che, spesso, con la didattica ed i ragazzi hanno poco o niente a che fare, e che, comunque, siamo sempre preoccupati e tenuti a giustificare, anche in “itinere” con inutili relazioni a volte copiate da anni o inventate di sana pianta!
Noi, in servizio “digitale” ormai diciotto ore al giorno, noi, che dobbiamo essere ormai sempre “connessi” e, perciò, sempre “reperibili” e sempre più quotidianamente sottoposti ad un’invasiva, nauseante ricezione di e-mail e messaggi di lavoro; noi, abitatori di scuole assolutamente “non a norma”, ormai prive di personale amministrativo e, soprattutto, di personale ausiliario, incitati ad essere manager ed operatori dell’”aria fritta”!
Noi, che, oberati da tutte le responsabilità del mondo, ugualmente restiamo lavoratori inde-fessi che, alla preparazione delle lezioni, alla correzione dei compiti, all’organizzazione di progetti, alle attività aggiuntive dedichiamo davvero quasi tutti i nostri pomeriggi e tante tante ore della nostra stessa vita!
Noi, umiliati a volte nei conflitti con genitori sempre più disattenti e, anche per questo, presuntuosi, saccenti, pretenziosi, oppositivi ed invadenti e con Presidi-Dirigenti-Responsabili-Manager, spesso incattiviti, autoritari, inesistenti o arroccati e trincerati dietro la targhe delle loro presidenze, quasi sempre assolutamente (e non per loro colpa!) impreparati e, perciò, essi stessi veramente assai poco autorevoli, assai poco “Responsabili” e capaci di orientare, condividere e valorizzare il lavoro dei docenti, nonché assai poco capaci di gestire e sopportare, da soli o con le loro scelte, ristrettissime “corti”, il peso delle tanti pesanti responsabilità!
Noi, invischiati in una “collegialità” svuotata, distorta ed esasperata, messi in condizione di essere e costretti ad essere solo dei “pianificatori” demagoghi, “bleffatori”, venditori … di “fumo” ed insegnanti di stupidi e, per di più costosissimi, test “Invalsi” a crocette del tutto diseducativi, fuorvianti, ambigui, sibillini, avvilenti ed addirittura, a volte, demenziali!

E l’importante è che di fumo se ne faccia e se ne alzi tanto, in modo da confondere meglio, in modo che si occultino e che non appaiano lo sfacelo e le disfunzioni che si celano “dietro” e che vengono, neppure più tanto scientificamente, volute e pianificate!

Udite, udite! Addirittura ci hanno informatizzati! Con una sola LIM per cinquecento studenti che, dopo solo qualche anno, è stata dismessa in quanto ormai assolutamente obsoleta proprio a livello digitale! “Internet”, computer e tablet in realtà, come tante altre cose e finanche l’indispensabile (suppellettili, porte, sedie, banchi, cattedre, finestre, aule, biblioteche, laboratori, palestre, ausili e strumenti didattici, … gessi, sapone e carta-igienica …. e tanto altro ancora!) non ci sono e, quando ci sono, o sono vecchi ed obsoleti e non si possono far funzionare, in quanto non a norma, oppure vengono sistematicamente rubati, in quanto non ci sono i soldi per proteggerli, né tanto meno assicurarli! Gli stessi bagni, ormai, quando ci sono e sono ancora malfunzionanti, sono quasi sempre dei cessi orripilanti, … ambienti del tutto repellenti! Se poi un PC o una LIM non funzionano … che restino pure così! L’assistenza, le riparazioni, gli aggiornamenti, gli adeguamenti ed anche i nuovi software, soprattutto quelli per D.S.A. e B.E.S., chi mai se li può permettere?

Si segnalino pure tutti giorni le tantissime cose che non funzionano e non ci sono, tanto quasi tutte rimarranno inevase ed insoddisfatte! Si chiedano e si richiedano pure: pulizie disinfestazioni, derattizzazioni, rimozione di materiali ormai fatiscenti. Le scuole restino sozze, piene di zanzare, di topi e di ciarpame abbandonato!
Insomma, viene proprio da pensare che sia proprio arduo reperire ed attribuire, oggi, una funzione ad una scuola in cui tutto non funziona o funziona meno, male e poco!
E, soprattutto, non viene da pensare, forse, che tutto ciò sia fatto apposta?

In modo da indurre anche gli ultimi virtuosi ed i più tenaci resistenti alla resa ed in modo da giustificare la rimozione della stessa scuola pubblica, a che nessuno si accorga e si dolga del fatto che stia morendo ammazzata e, ancor peggio, la difenda, la rianimi, la pianga o la rimpianga?
Poi …. tutti in fila per assistere impotenti all’agonia della scuola moribonda e senza funzione! E tutti pronti a comunicarle, perciò, l’estrema unzione ed a suonarle ……. il “silenzio”!
Sì, suonarle il “silenzio”, ma in perfetto silenzio, in modo che nessuno possa accorgersi della dipartita!

Insomma…, verrebbe proprio da pensare: “sine sole, sileo”!

Ed, invece, noi …., noi continuiamo a cercarlo, il “sole”, per poterci buttare le “ombre” alle spalle, noi non stiamo in silenzio, noi continuiamo anche a parlare, a gridare, a voce alta, sempre più alta, ancora più alta, a dire che il nauseabondo profumo di morte può essere allontanato, a dire che la scuola è viva e vegeta ed è anche in salute, ma….altrove, sì sempre e comunque….altrove! E continuiamo anche, imperterriti, … a scrivere!
E, per fortuna, …. scrivono, continuano a scrivere gli alunni ed anche a leggere libri, nonostante ora, cercando di fare affari d’oro con le aziende produttrici di LIM, tablet ed e-book, qualcuno cerchi anche di mandarli in pensione!
E noi, caparbi ed indefessi (oppure, per molti, semplicemente, … fessi!), nonostante la scuola venga, a piè sospinto, con sempre maggiore scelleratezza e dissennatezza, indirizzata verso un inarrestabile declino ed una morte lenta per astenia ed abulia, continuiamo a resistere, a prodigarci, profondendo nel nostro lavoro tutte le energie e le passioni (anche quelle “tristi”) di cui siamo capaci e continuando ad offrire ai nostri alunni la possibilità di edificare proprio quel futuro che gli Esimi Politici fanno di tutto per ammazzare!
E noi, al suo capezzale, moderni donchisciotte e paladini con la lancia in resta, a volte anche un po’ buffi e patetici, continuiamo a scuoterla, ad offrirle ossigeno, a suonare la “carica”, sperando sempre di vederla presto rianimata e fiera di se stessa!
E noi, in strutture che assomigliano sempre di più a ruderi diroccati e fatiscenti, sempre più spesso abitate anche da topi più o meno grandi, privi delle più elementari norme di sicurezza, mentre continuiamo a permettere che si stipino in aule anguste fino a trentacinque ragazzi, facciamo superbe prove di evacuazione, finendo poi per ricorrere, preoccupati e spaventati, alla previdenza complementare, a costose polizze personali, assicurative ed integrative che magari ci possano tutelare anche di fronte agli infortuni ed a tutte le nostre innumerevoli eventuali colpe (in “educando”, in “vigilando”…), che qualsiasi magistrato è sempre prontissimo ad addossarci!

E sì, anche perché, in caso di nostro errore, piccolo, grande, vero o presunto che sia, son già subito tutti lì, in fila, ministero, opinione pubblica, genitori e persino magistrati, pronti a scagliarci addosso non solo la prima, ma anche la seconda e la terza pietra!
E poi di nuovo subito pronti anche ad essere costernati per il fatto che nessun insegnante vuole ormai condurre i ragazzi in uscite, viaggi d’istruzione e visite d’integrazione culturale o, come stanno facendo i tour operator, pronti ad offrire addirittura un viaggio “premio” e perfino una diaria giornaliera, la ricarica del cellulare, un miserabile obolo per indurre gli ancor più miserabili insegnanti ad organizzare le gite!
E, con contratto, avanzamenti e stipendi “congelati” per anni ed anni, privi di qualsiasi riconoscimento sociale e dignitosa risorsa economica, noi, insegnanti, sempre più inquieti e sempre meno rappresentati da sindacati confederali servili oppure di base settari, continuiamo ad essere forgiatori tenaci di progetti (ormai di codesta parola non se ne può proprio più!) che dovranno necessariamente essere “tagliati” nel passare e ripassare sotto le umilianti “forche caudine” di sempre più miserabili Fondi d’Istituto e Commissioni, Sotto-commissioni e Collegi sempre più litigiosi, in quanto sempre più svalutati e, soprattutto,… poveri!
Ed, insieme, rassegnati, continuiamo ad espletare, da almeno venticinque anni, l’insano rito di riproporre, quali logorroici scrivani, programmazioni e relazioni (magari le stesse, sempre le stesse, foto-copiate da anni!) che mai nessuno ha letto e leggerà e che a nessuno interessano, in quanto totalmente estranee alla scuola, almeno a quella vera, che passa e, … fortunatamente, continua a passare e ad essere sempre viva e sempre in salute… altrove, un po’ più distante, ma mai dove dicono, la cercano e pretendono di trovarla i nostri cosiddetti Politici Esimi e Notabili Esperti!

Una volta, in una scuola, ho conosciuto addirittura un collega che come programmazione iniziale e relazione finale si divertiva a consegnare ogni anno anche le stesse programmazioni e relazioni su come si proceda alla potatura di una vigna!
Ah, quanto sarebbe bello…. se almeno un ministro dell’istruzione ed i suoi accoliti fossero o fossero stati dei veri insegnanti, si degnassero qualche anno d’insegnare o tornare ad insegnare, magari, in una scuola dell’estrema periferia e, invece di scrivere insulsi proclami ed ipocrite, confessionali “letterine” natalizie, scendessero nelle scuole per confrontarsi con chi davvero le abita!
E la situazione, ormai, … non si sa neanche se sia più patetica, comica, grottesca, drammatica o tragica! Ehm, sì, perché la scuola, nonostante … le cinque o sei “i” (insensatezza della normativa, insipienza ed imbecillità delle istituzioni, inadeguatezza delle risorse, indifferenza della società, informatizzazione pressoché inesistente), nonostante, nonostante … tutto, continua a vivere; di poco e di pochi, ma continua a vivere! Ma sempre e comunque … altrove!]
Poi …. Cambiano e ricambiano i Governi, ma le sostanze venefiche inoculate alla Scuola e nella Scuola certamente non cambiano! Cambiano le sigle! …. quelle sì, ma la sostanza non cambia! “POF” (“Professionalità Ottuse Funzionanti … verrebbe da pensare!”), “PAI”, “PTOF”, RAV”, “P.D.M.” e tante altre sigle rutilanti, altisonanti, ridondanti e perfino contradditorie che nient’altro rappresentano se non il Requiem alla Scuola! Hanno persino inventato ed imposto il N.E.V. ed il N.I.V. e la R.S. (rendicontazione sociale!) quali “cani da guardia” di eventuali insegnanti e Collegi indisciplinati e Scuole che si ostinano ad opporsi a diventare vere e proprie “aziende”!

Insensate griglie di valutazione adatte ed adattate ad ogni esigenza, inique prove “oggettive” disciplinari iniziali, in itinere e finali (che di oggettivo non hanno altro che la loro caratteristica di non essere affatto inclusive e rispettose dei diversi livelli di apprendimento) ed ancora più invasiva ed imbecille tassonomia la fanno ormai da padrone fra docenti i cui rapporti umani nelle nostre scuole sono sempre più improntati a servilismo nei confronti di Dirigenti autoritari e dispotici e le cui relazioni umane sono sempre più soggette alla barbarie oppure, all’opposto, al deserto di sentimenti!

E tutto ciò si attua sotto la nuova ed ancora più deleteria e perniciosa didattica per “competenze”, anche quella della “flipped classroom” i cui risultati sono ormai stigmatizzati finanche negli U.S.A. ed in tutti quei Paesi che da anni l’hanno adottata, e che non è altro che l’incentivo sfrenato per gli alunni a competere fra di loro in modo assolutamente insano e che rappresenta senza dubbio il più lurido attacco alla libertà di insegnamento e la sempre più diretta introduzione all’imbecille “classe capovolta” che assai velocemente viene volta verso l’offerta unica di contenuti digitali, verso la rimozione definitiva degli insegnanti e, soprattutto, verso l’anticamera di un’ignoranza sempre più marcata, grassa, becera e pacchiana! In classe l’insegnante eserciti gli alunni a mettere crocette al posto giusto e, per carità, non spieghi mai!

Evviva allora il “saper fare” che annulla, violenta ed annichilisce “il saper essere”! … Il saper mettere una crocetta al posto giusto sicuramente dischiuderà ai nostri ragazzi il “sol dell’avvenire” di un futuro di inoccupato, insulso, sciocco, suddito asservimento mai critico e, quindi, mai pensante!
E, se non bastasse, ecco a voi la panacea alla disoccupazione giovanile italiana che è quasi la più alta in Europa: l’”alternanza Scuola-Lavoro” ovvero lo sfruttamento intensivo dei nostri giovani, che, molto probabilmente, saranno un giorno inoccupati ed analfabeti di “ritorno”, in quanto ridotti a rincorrere i più svariati attestati, certificazioni e crediti che siano tutti ben al di fuori di riconoscimenti meritati per i loro reali progressi di conoscenza negli studi e negli apprendimenti!

E su tutto ciò regnano presuntuosi e saccenti funzionari ministeriali che mai sono entrati in una classe e molto si ingrassa il costosissimo “carrozzone” del nuovo Moloch della Scuola: l’Invalsi e, di conseguenza, regna sovrana l’”invalsizzazione” dei nostri “saperi” e della stessa professione degli insegnanti che sempre più è ridotta ad un corollario di attività aggiuntive proprie di un pessimo mansionario impiegatizio per le quali gli stessi docenti sono addirittura valutati! ….. ma non certo per il lavoro fatto nelle classi, bensì unicamente per quello fatto fuori delle classi!

Ed a noi insegnanti, che, sempre più, allontanati dalla pensione, siamo “ostaggi” dello Stato e fabbricatori di un “non sapere” confezionato a forza di demenziali “test a crocette” e che, sempre di meno, nella vita dei nostri ragazzi siamo motivati a lasciare un segno di speranza, ecco per magia, dopo le “Funzioni obiettivo” e le “Funzioni strumentali”, arrivare nientepopodimeno che il “bonus premiale” con cui, mentre si azzera il “Fondo d’Istituto” e, soprattutto si continuano a tagliare a colpi d’accetta i nostri stipendi ormai “fermi” da quasi dieci anni e diventati (udite, udite!) addirittura poco più alti degli stipendi degli insegnanti turchi e di quelli greci, si premia la “casta” degli “optimates” che generalmente sono quasi sempre coloro che rientrano nelle grazie e nelle “corti” dei Dirigenti, generalmente sempre più autoritari, prepotenti, antidemocratici, disumani, giovani ed impreparati, e si gettano nell’arena dei gladiatori affamati insignificanti bocconi di carne, al fine di alimentare e rinfocolare ancor più le divisioni e gli scontri fratricidi fra insegnanti stessi!]

……………….. perché,

nonostante …. tutto, a noi tutti insegnanti piace ancora donare le nostre energie e la nostra “anima” ai “nostri” alunni, piace la nostra materia ed insegnare la “conoscenza”; ma proprio per questo dovremmo imparare ancora di più, non solo ad insegnarla, ma anche e soprattutto, ad impararla e trasmetterla! Sì a trasmetterla!

Non solo, quindi, “insegnare”, lasciare in veste di segni, ovvero informazioni e nozioni nella mente degli alunni, bensì “trans-mittere”, ovvero: mandare fuori, far passare al di là, oltre se stessi, in modo che il discente possa, in un primo momento, provare autentico “inter-esse”, per poter “essere insieme” ed, in un secondo tempo, apprendere, “cum-prendere”, ovvero prendere insieme, veramente in pieno, facendo buon uso della conoscenza, trasformandola in capacità, abilità (e mai competenze!) e, soprattutto, valori, non disperdendola e, soprattutto avvalendosene poi, in seguito, nella propria vita, consapevole e capace anche di passarla, consegnarla e trasferirla in eredità ad altri!

Schola est magistra vitae!”

… E sia benvenuta, perciò, una scuola che ponga finalmente al centro la questione della conoscenza e degli insegnanti, “magistri vitae”, modificando in meglio lo stato giuridico fermo al 1974, puntando su nuovi criteri di reclutamento ed aggiornamento, una seria formazione in servizio, uno sviluppo progressivo di carriera che valorizzi davvero l’immagine e la professionalità dei docenti e ad essi riconosca adeguati riconoscimenti e migliori stipendi; che pensi al rinnovamento dell’organizzazione della didattica attraverso una nuova idea capace di utilizzare in modo più efficace le risorse professionali, gli spazi architettonici e le attrezzature, che metta in atto la ricerca di una valutazione formativa e non “invalsiana”, armonizzata agli organi collegiali, non premiale, non ispettiva, né dirigenziale e sanzionatoria, dell’intero sistema, capace di fornire strumenti ed indicazioni per attivare interventi condivisi di politica scolastica, basati su criteri di priorità, in modo da riequilibrare gli attuali disquilibri del sistema di istruzione e formazione e che investa ingenti risorse economiche per sostenere le innovazioni e potenziare l’offerta formativa al di là dell’erogazione del servizio ordinario.

…… E sia benvenuta, dunque, una scuola che rifugga le aziende e le aziendalizzazioni e, soprattutto, la Fondazione Agnelli, che sia obbligatoria fino ai diciotto anni, che non abbia bisogno di insegnanti-eroi e martiri, di insegnanti “in carriera” ed insegnanti “migliori” solo perchè pagati una miseria in più, di insegnanti “valutati” in quanto svalutati, di “open-day” (le “cento vetrine”!) che catturino alunni “clienti”, di “produttività”, di “digitalizzazione” forzata, di “chiamata diretta” del personale da parte dei Dirigenti, di Fondazioni, Consigli d’amministrazione e Presidi “sceriffi”, rampanti, giudicanti e perseguitanti, che sappia fare a meno di politici saccenti che di essa non sanno alcunché, che metta al centro la persona e non le scartoffie, che sappia insegnare l’”essere” e non l’”apparire”, che sappia inseguire conoscenze e non competenze, che sappia costruire speranza di futuro, che sappia divenire vera maestra di vita e che, senza mai farsi dettare condizioni da chicchessia, senza mai rinunciare alle proprie idee ed ai propri valori, costruiti sulla qualità dell’insegnamento formativo, sull’uguaglianza, la condivisione, la parità, la laicità, la pluralità, la tolleranza, l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione, la multiculturalità, l’emancipazione, il rispetto, l’auto-determinazione, il riconoscimento del merito rispetto ai livelli ed alle condizioni di partenza, il recupero del demerito ed il potenziamento delle eccellenze, sappia anche “guardarsi intorno” ed aprirsi, mattina e pomeriggio per dodici mesi l’anno, liberamente ed autonomamente, ad intercettare tutte le risorse offerte dal territorio, da enti, cooperative, da associazioni e soggetti, anche privati, da genitori generosi ed attenti e da chiunque altro possa convogliare su di essa e verso di essa professionalità intelligenti, progetti costruttivi, pertinenti e sensati, vere risorse (anche modeste ed anche in denaro, vista, ormai, l’estrema, cronica, assoluta povertà in cui versa malata)!

E domani? … Domani è un altro giorno! Si vedrà!

Intanto, caro insegnante resiliente, “che la Forza sia con te” e nonostante lo scempio scellerato ed efferato che si fa di te e della Scuola e nonostante l’avvilimento, la prostrazione e lo sconforto profondi, la rassegnazione “scorata” e la rabbia furiosa che sempre più ti pervadono: “obdurat, sursum corda et ……… ad altiora, semper”!




Della DaD … e dei … Confederali

computerdi Carlo Baiocco

Nella DaD, attraverso la DaD e nella confusione normativa dell’insipienza, evanescenza e prepotenza del MIUR, si sta perpetrando un ulteriore micidiale attacco ai lavoratori tutti della Scuola e stanno passando ormai enormi limitazioni alla libertà di insegnamento, stravolgimenti pericolosissimi dell’insegnamento stesso e della stessa pedagogia e notevolissime limitazioni ai diritti, alle tutele e garanzie, limitando e mortificando vieppiù gli organi collegiali e dando sempre più prerogative totalitarie ai Dirigenti scolastici.

Voi, sindacati “legali ed autorizzati”, dovreste non limitarvi a gongolare per i vostri privilegi e dovreste battervi per estendere i diritti di parola e rappresentanza anche ai sindacati di “base” e, poi, magari, dovreste, soprattutto in questi momenti, dimostrare, insieme, unità d’intenti, forte spirito di resilienza e contrastività e tenace, chiara capacità propositiva e, finalmente, d’azione!

Non c’è solo la Sicurezza sanitaria in gioco, ma il futuro stesso di alcune professioni che abitano la Scuola che sempre di più vengono poste sotto ricatto e sotto scacco e sempre più vengono mortificate sia a livello economico che sociale. La Sicurezza, le “Sicurezze”, già da anni sono calpestate! Quasi nessuna scuola è a norma! E la Scuola “che non si ferma”, si è fermata in realtà almeno venti anni fa! Non vi risulta forse lo stato di “burnout” in cui versano centinaia di insegnanti alle prese con le innumerevoli imposizioni e vessazioni dei Dirigenti scolastici e delle loro “corti” e con l’invasiva pretenziosità e villanìa di molte famiglie? Smettetela di “blaterare” e cercate di ricordarvi le vostre ragioni di esistere, stabilendo finalmente un piano d’azione svincolato dal restare sempre subordinati alle scelte dei Governi! ……. basato su alcune priorità: applicazione dei Decreti delegati; abolizione della L. 107 e dello strapotere dei Dirigenti e delle varie “Fondazioni Agnelli e 3L”; cancellazione della malsana, deleteria ed insensata “didattica per competenze”, delle maledette “prove oggettive” che emarginano ed escludono gli alunni più deboli, delle cosiddette “alternanza scuola-lavoro” e pseudo-“valutazione” del “carrozzone” Invalsi; cancellazione del “bonus premiale” e dello stesso “fondo d’istituto”, aumento degli orari e dei carichi di lavoro; eliminazione delle leggi che penalizzano la “malattia” del personale, aumenti considerevoli in busta paga; reali stanziamenti ed immediati investimenti; soppressione degli accorpamenti e blocco dei ridimensionamenti; pensionamento anticipato per i lavoratori della Scuola ……

Le Scuole ormai, dopo anni di tagli e tagli e massacri, sono perlopiù ridotte ad un deserto di sentimenti oppure ad una barbarie di sentimenti e gli insegnanti, ridotti ormai a sudditi imbrattacarte e ad espletare attività burocratiche proprie di un mansionario impiegatizio, sono ormai sfiduciati, prostrati, umiliati, avviliti, offesi e, soprattutto, rassegnati ed a voi si rivolgono ormai più o meno come ci si rivolge ad “un’agenzia di servizi”! Fate in modo che insegnanti e dirigenti tornino a sperare, ad essere e considerarsi tutti “uguali”, fate davvero qualcosa di incisivo e concreto piuttosto che blaterare, restare al margine e marginali e mendicare ruoli, spazi, oboli ed attenzioni che, bene che vada, vi riconoscono solo in cambio di acquiescenza! Abbiate, sostenete e difendete un’autentica “visione” della Scuola, in quanto, altrimenti, fra non molto, la Scuola sarà completamente smantellata e ritenuta inutilmente costosa e, magari, sostituita proprio con la DaD, nel nome del Signore “all connected, always connected”!!

 




Contro la didattica e la valutazione per “competenze”

rete_numeridi Alessandra Fantauzzi e Carlo Baiocco

Le ragioni principali che vengono addotte per sostenere l’esigenza di una  formazione scolastica “per competenze” sono due:
(a) la necessità di mettere in relazione le conoscenze con il loro uso pratico già nel processo di apprendimento e poi nella vita sociale e professionale e di non isolarle a un livello teorico scisso da quello sperimentale;
(b) la possibilità di misurare mediante le competenze il “valore aggiunto” ottenuto a scuola, in quanto esse sarebbero misurabili a differenza delle conoscenze.

In realtà, la prima motivazione è banale, perché l’esigenza di non scindere la teoria della pratica non è una scoperta della pedagogia moderna, ma semplicemente la caratteristica di qualsiasi buon insegnamento, da Socrate in poi. Soltanto chi non conosca la storia della cultura scientifica e del suo insegnamento può credere che qualcuno possa mai aver seriamente pensato che sia possibile apprendere la matematica senza fare esercizi e applicazioni o che la fisica possa ridursi all’apprendimento astratto di leggi teoriche.

E’evidente che la tematica della didattica per “competenze” abbia ben altra natura e risponda ad altri scopi. Da un lato, essa mira a conformarsi alle raccomandazioni del Parlamento Europeo circa le competenze chiave per l’apprendimento permanente, che hanno come obiettivo la standardizzazione dei sistemi scolastici europei. D’altro lato, è espressione di un’ideologia costruttivista che, da tempo, si è fatta largo nel campo dell’istruzione e delle teorie pedagogiche.
Si ammette generalmente che esista un collegamento tra la teoria delle competenze in ambito aziendale e quella che è entrata nei sistemi educativi, ma si tende a minimizzare tale collegamento omettendo che tale teoria fu introdotta dallo psicologo statunitense David McClelland il quale, dopo una breve sperimentazione teorica, la introdusse nelle organizzazioni aziendali, in particolare attraverso la ditta McBer&co da lui fondata nel 1963.
Il tentativo era volto alla misurazione della “motivazione” del dipendente d’azienda e della sua propensione al successo, attraverso il TAT (Thematic Apperception Test).
Tutti i tentativi sviluppati fino ad oggi per rendere “oggettivi” gli avanzamenti di carriere e i bonus relativi alle prestazioni dei dipendenti, nell’ambito del connubio tra la teoria delle competenze di McClelland e il Performance Management System, si sono rilevati insoddisfacenti.
La speranza di introdurre criteri oggettivi, e quindi di misurare le competenze, si è scontrata con il fatto che le interpretazioni del modello hanno spesso caratteristiche locali, se non personali, e quindi altamente arbitrarie. Inoltre, la necessità di semplificare entro una tipologia schematica situazioni di alta complessità, conduce a formulazioni fatte a tavolino e aventi esili relazioni con la realtà. Nonostante queste difficoltà – che fanno dire a molti specialisti del settore che la teoria delle competenze in ambito aziendale “fa acqua” da tutte le parti – essa è stata brutalmente importata in ambito scolastico e imposta ex lege come nel nostro caso.
Una legge dello Stato, il Decreto Legislativo numero 62 del 2017 e un coacervo di circolari e note ministeriali, in aperta violazione con quanto stabilito dall’articolo 33 della Costituzione della Repubblica, impongono agli insegnanti italiani una scelta didattica precisa: insegnare per competenze attraverso l’ introduzione di una certificazione delle Competenze.
Competenze che vanno misurate secondo i dettami di un ente esterno (Invalsi) attraverso sia la procedura di somministrazione censuaria di test, sia la compilazione di un Rapporto di Autovalutazione (RAV), al quale segue un Piano di Miglioramento (PDM), entrambi soggetti, poi, al controllo, al parere ed alla valutazione del (Nucleo esterno (!) di Valutazione (NEV), organo, che a sua volta, valuta poi gli stessi docenti!

Chiunque abbia una nozione anche vaga del concetto di misurazione si rende conto che una competenza complessa, come ad esempio la comprensione linguistica, non è misurabile!

Una grandezza per essere misurabile deve ammettere un’unità di misura definibile in termini oggettivi e indipendente dall’introduzione di variabili ausiliarie. Ciò non esclude che una “qualità” possa essere suscettibile di valutazioni quantitative, le quali tuttavia non sono misure, ma semplici stime. Ciò è possibile a condizione di essere consapevoli che una siffatta trattazione quantitativa non soltanto non è una misurazione esatta, ma è intrisa di fattori soggettivi.

Come hanno osservato in un recente documento congiunto (“Citation Statistics”, reperibile in rete) la International Mathematical Union, l’International Council of Industrial and Applied Mathematics e l’Institute of Mathematical Statistics, se si sostituiscono le qualità con i numeri, si ottiene banalmente qualcosa di misurabile, ma la sostituzione è del tutto arbitraria. L’uso dei test può dare risultati migliori delle valutazioni individuali dirette solo se i test riguardano capacità semplici e definibili in termini molto elementari e se si utilizza un unico sistema. Pertanto il ricorso ai test è utile a livello della valutazione di “competenze” minime, pur restando intriso di elementi soggettivi. È quel che ammettono gli studiosi liberi da pregiudizi ideologici.
Essi ricordano che non esiste un’unica definizione accettata di competenza: e già questo dice molto sulla fragilità della costruzione. Sono state costituite commissioni mondiali per studiare la definizione di competenza, senza successo: sono state proposte definizioni diverse a centinaia. La conclusione cui si è giunti è che, se si adottano definizioni deboli, ovvero relative a capacità elementari, qualcosa può essere stimato. Se invece si considerano fattori affettivi e motivazionali nessuna stima quantitativa è possibile.

Questa ammissione, condivisa da chi si è occupato in modo serio della questione, non impedisce che vi sia chi si ostini, con insano fanatismo e becera prepotenza, a parlare di misurabilità delle “competenze”, addirittura di “competenze della vita”e “competenze di cittadinanza” ed a cercare di imporla per legge. Il vero punto di forza della didattica delle competenze sta nell’esigenza di determinare modalità di valutazione delle capacità lavorative delle persone che valgano per tutta l’area europea. Allo scopo le culture nazionali rappresentano addirittura un intralcio.

Le “competenze” chiave enunciate dal Parlamento europeo e recepite poi dal Parlamento italiano, corrispondono a quella esigenza e inevitabilmente, cercando anche in parte di semplificare la complessità, indirizzano verso un approccio anticulturale in cui non c’è posto per la letteratura, la storia o la filosofia e neppure per una scienza concettuale, mentre tutto lo spazio è riservato a capacità meramente tecnico-operative-esecutive.
Chi, come un insegnante, ha a cuore il futuro della scuola deve invece battersi per ricomporre rapidamente l’artificiosa dicotomia tra conoscenze e competenze e difendere una visione della formazione che non si pieghi a esigenze esclusivamente tecnocratichee di mercato del lavoro, senza nulla togliere a queste esigenze che nella Scuola, però, non dovrebbero entrare.
E’ singolare la leggerezza con cui le posizioni, pedagogiche e culturali, che fanno capo a una visione fondata sulla “paideia” socratica, costituita dal circolo luminoso e fecondo di “agalma” ovvero l’attrazione verso il sapere, come vuoto da non riempire, come vuoto da produrre, come vuoto da aprire, come luogo di una mancanza da preservare e come circolarità di e fra “eromenoi” (maestri che amano il sapere), “erastes” (amante del sapere) ed “eromenos” (ciò che è degno di essere amato) e su una tradizione umanistica che esalta l’epistemologia delle discipline e la scuola come percorso di costruzione culturale ed educazione all’esercizio del sapere critico e del libero pensiero, siano state “gettate alle ortiche”, in favore dell’adesione acritica a visioni aziendaliste ispirate alla totale subordinazione della formazione culturale a esigenze di carattere produttivo, a quelle esigenze che concepiscono la scuola come un luogo di formazione di addetti per aziende e non di cittadini che sulla cultura fondano la loro libertà di essere, di conoscere e, perciò, di agire!

Il problema è che il “fatal, letal trittico” di abilità, conoscenze e competenze non è solo inutile, ma conduce a risultati disastrosi, perché codifica una separazione a tre livelli: come se esistessero situazioni accettabili in cui uno possiede conoscenze, ma non sa farne uso, oppure sa farne uso, ma si blocca di fronte a un problema. È una distinzione che svilisce l’idea di conoscenza che è sempre stata pensata come inclusiva dei tre aspetti, giustamente mai distinti, sempre complementari e paritari e sempre da valutare complessivamente.

Molti, infatti, confondono le abilità con le competenze e dicono che il loro corso farà acquisire la conoscenza del tal concetto nel senso di «comprenderne il significato» e la competenza nel senso di saperlo «usare». E sbagliano, perché questa è l’abilità mentre la competenza è qualcosa di più, come la comprovata capacità di usare conoscenze e abilità metodologiche, personali, relazionali ed anche emotive, affettive e relazionali per risolvere problemi ed affrontare situazioni. Insomma, alla fine, la competenza è semplicemente un agire personale strettamente basato e legato armonicamente ed armoniosamente a conoscenze e abilità!

A cosa servono questi marchingegni e questa intricata ed assurda logomachia del “niente”? A battere il nozionismo, si dice! Perché chi si ferma alle conoscenze non è detto che sappia usarle e tantomeno metterle in opera “abilmente” per risolvere problemi e affrontare situazioni.
Ed è proprio in coerenza con questo convincimento che si dà allora il benvenuto e si aprono tutte le porte delle aule al nozionismo più becero, “esclusivo”, invasivo e distruttivo: quello dell’Invalsi!
E siccome il mondo, finora, è stato popolato di idioti, la capacità di formare gente colta e capace è finalmente nata e disvelata e tutto il sapere che ci è stato consegnato è deficiente, oggi non c’è più d’aver paura, poiché, da oltre oceano, dove ormai da diversi anni le stanno modificando ed eliminando a causa della comprovata dilagante ignoranza che alimentano e delle loro comprovate conseguenze nefaste e fallimentari sugli apprendimenti, è arrivata finalmente la panacea di ogni male della Scuola e sono arrivate finalmente la somministrazione coatta di ambigui, univoci e sibillini test, l’insulsa didattica per competenze, l’ancora più deleteria valutazione per “crocette” ed addirittura, udite udite, la più incongrua ed imbecille “strategia” didattica che le demenziali mode pseudo-psico-pedagogiche potessero inventarsi: ovvero la “flipped classroom”, la “classe rovesciata”, dove i discenti miracolosamente diventano tali, dal momento che la mattina l’insegnante non spiega mai e svolge esercizi e quiz e, ancora e di nuovo, quiz ed esercizi ed il pomeriggio, a casa, gli alunni “si app-licano” da soli oppure comodamente “connessi” in chat, mediante altrettanti miracolosi pc ed ipad, questi sì, davvero e per fortuna ritenuti “smart … in the high smart set”!

Noi crediamo fermamente che:

  • così come velocemente la Scuola ha attuato la DaD altrettanto ed ancor più velocemente debba rifuggire la DaD dell’“all connected” e dell’“always connected” prima di tutto e soprattutto perché esclude il “corpo” e la “presenza” del “corpo” e, escludendoli, accentua un’ulteriore dicotomia tra il “sapere” ed il “saper fare”, banalizzando l’apprendimento e riducendolo ad un percorso di mero addestramento;
  • una Scuola che, per risparmiare sul Sostegno, chiede agli insegnanti di diventare “fabbricatori” di PdP, di individuare a piè sospinto BES non certificati (che ormai in ogni classe potrebbero essere più della metà degli alunni) e poi gli impone di sottoporli alla “somministrazione” di test standardizzati “oggettivi” ed uguali per tutti, sia assolutamente schizofrenica, perfida ed esclusiva;
  • una scuola di qualità sia basata sulla centralità della conoscenza e del sapere costruiti a partire dalle discipline;
  • le discipline, in tutte le loro declinazioni, siano la chiave di lettura del mondo, della società e del nostro futuro e che una reale comprensione del presente e la trasformazione della società richiedano riferimenti che affondino le radici nella storia, nelle opere, nelle biografie e nell’epistemologia della conoscenza delle discipline;
  • separare i tre livelli, “conoscenze/abilità/competenze” conduca ad effetti disastrosi sui processi di apprendimento e sulla costruzione di un sapere simbolico e critico e riduca la conoscenza ad addestramento, ammaestramento ed imbonimento, banalizzandone contenuti e metodi;
  • aggregare compiti e prestazioni degli allievi attorno a competenze predefinite e standardizzate annienti l’organicità dell’educazione, riduca la complessità del mondo ad un “kit di pratiche”, che tali restano anche se ammantate del demagogico appellativo onorifico di “competenze di cittadinanza”;
  • la competenza, unica e trasversale, si consegua nel tempo, nello spazio sociale, nei contesti comunicativi affettivo-cognitivi e la cittadinanza, a cui le competenze comunitarie aspirano, non sia un insieme di rituali individuali da validare e certificare. Cittadinanza è “operare in comune”;
  • non abbia senso misurare “livelli di competenza” degli studenti, da attestare in una sorta di fermo-immagine valutativo;
  • il sapere non si acquisisca mai definitivamente, in quanto esso è continuamente rinnovato dalla maturazione, consapevolezza, interiorità, ricerca singolare e plurale, approfondimento di contenuti e pratiche;
  • accostare una valutazione autoreferenziale di “agenzie” esterne a quella del corpo docente nel “curriculum dello studente”, mini la relazione di fiducia scuola-famiglia, spostando l’attenzione sull’esito, più che sul processo e sul percorso, togliendo ogni significato agli obiettivi di personalizzazione ed inclusione che la Scuola afferma di perseguire;
  • un’agenzia “terza”, l’INVALSI, (che a noi costa più dell’intera somma destinata a livello nazionale al “Fondo d’Istituto” e che ora, ahinoi, si appresta addirittura a voler valutare gli alunni nella e dopo la DaD con batterie di test “ad hoc”!!!) non possa svolgere affatto compiti di valutazione e di ricerca pedagogico-didattica orientanti programmi e curricola;
  • la terzietà non sia, inoltre, comparabile con gli incarichi affidati dal MIUR per la valutazione (diretta e indiretta) di docenti e dirigenti attraverso meccanismi di premialità e differenziazione;
  • la presenza di agenzie esterne, “Fondazione Agnelli” e “3L”, nella valutazione del singolo rappresenti un’espropriazione di quella responsabilità complessa e raffinata negli anni con l’esperienza e la condivisione collegiale, della professionalità ed “umanità” di ogni insegnante che sole possono condurre alla valutazione vera ed autentica degli studenti.E inoltre
  • Noi riteniamo che sia diritto-dovere di ogni docente quello di esercitare la propria libertà di insegnamento “come autonomia didattica e come libera espressione culturale al fine di  promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni.”;
  • noi riteniamo giusto promuovere e perseguire la saldatura del legame intergenerazionale attraverso la trasmissione coerente, anche a livello cronologico, di conoscenze, la costruzione di percorsi e temi, il dialogo incalzante, la maieutica, la circolarità, l’apprendimento cooperativo fra pari, la condivisione di interpretazioni e scelte linguistiche, il problematizzare insieme, l’attenzione ai tempi, alle emotività, ai livelli di partenza, alle possibilità e finanche alle reazioni di sguardi e comportamenti;
  • noi insegneremo senza “competenze”, noi valuteremo senza “competenze”, noi faremo lezione senza competenze e saremo seminatori di “segni”, saremo guide di incontri fra persone in cammino in una comunità inclusiva;
  • faremo lezione “con i pari e tra pari”, anche senza gli aggettivi “frontale”, “dialogata”, “laboratoriale”, “tutoriale”, “collaborativa”, aggettivi che sono mere rifiniture burocratiche che non ne intaccano la sostanza. Una lezione può, infatti, e deve essere un laboratorio educativo, di crescita e partecipazione, di scambi fra tutti ed anche fra i disagi, i successi, gli insuccessi, i cambiamenti ed i miglioramenti di ciascuno, insegnante incluso, al fine di “educere” ovvero di tirar fuori e non di “tirar dentro”;
  • ci “commuoveremo” insieme agli studenti, in quanto ci “muoveremo” con loro e per loro;
  • ci “interesseremo di loro, nella loro totalità di “anima e mente” per “essere fra loro” e con loro;
  • saremo responsabili e garanti di quell’“incontro” che solo dà un senso ed un valore ai fatti culturali delle discipline insegnate in una relazione di pari dignità tra maestro e studente, nel microcosmo di un’autentica collettività di classe per quanto più possibile non giudicante e valutante. Soltanto quest’ultima relazione, infatti, permette agli allievi il “ben-essere” di frequentare sereni la Scuola e di imbattersi nel non conosciuto, di praticare il dubbio, il senso critico, la poliedricità del reale, l’incontro con la difficoltà del reale e del vivere in comunità e di aprire un orizzonte culturale diverso magari anche da quello familiare o sociale;
  • valuteremo “percorsi lunghi ed “incorporati” (e, perciò, soggettivamente valutabili), senza “griglie” e senza “rubriche” e, soprattutto, prove “oggettive”, convinti che la valutazione degli studenti sia impegno non unico, qualificante e delicato dell’insegnante, soggettivo ed anche condiviso con la comunità dei docenti e dei discenti, consapevoli dei cambiamenti che generano i processi di apprendimento e che la valutazione, a scuola, sia autovalutazione, sia un’osservazione “prossimale” e corresponsabile, modulata su tempi lunghi, sull’evoluzione del singolo allievo, delle pratiche di insegnamento, del gruppo, del contesto, del qui ed ora;
  • saremo aperti al confronto collegiale con gli altri colleghi in una dimensione aperta e narrativa che tenga insieme il progetto ed il percorso, e non privilegi unicamente il punto d’arrivo, l’ epistemologia delle discipline e la didattica, la specificità degli ordini di scuola e la continuità, la tradizione pedagogica e l’innovazione metodologica o tecnologica/digitale, considerata, però, come un’ulteriore opportunità di diversi possibili strumenti di ampliamento ed accesso a contenuti e conoscenze, convinti che l’impiego di tali “innovazioni” debba essere il frutto di una costante riflessione e di un’attenta, equilibrata valutazione, incondizionata e libera.

 

Noi, infine, siamo fermamente convinti del fatto che codificare pratiche e sclerotizzare metodi, presentandoli come la priorità della Scuola, sia una vergognosa operazione che annulla i percorsi cognitivi e metacognitivi dei ragazzi, una semplificazione banalissima, retorica arbitraria e demagogica, corrispondente ad un preciso modello culturale preconfezionato, che tenta di ridefinire finalità e ruoli dell’istruzione pubblica in ossequio e sudditanza ad un’ideologia opprimente, in quanto univoca ed indiscussa, ossia quanto di più lontano dalla Scuola, che è stata, è e rimane “Organo Costituzionale” preposto a sanare le differenze socio-culturali così come mirabilmente la disegnava Piero Calamandrei.