di Maria Chiara Acciarini
Difficile dire, in questo momento, quale sarà la sorte dei disegni di legge governativi che dovrebbero dare il via all’autonomia differenziata in tre grandi Regioni del Nord: Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Come su altri importanti temi, la discussione all’interno della maggioranza che governa il paese è piuttosto accesa. Basta ricordare la presa di posizione di Zaia e di Fontana di fronte alle proposte di “mediazione” di Conte: «Non firmiamo una farsa. Vogliamo un’autonomia vera, non un pannicello caldo».
È ormai chiaro che la Lega, spinta dai presidenti delle Regioni del Nord, tra i quali spicca, appunto, Luca Zaia, vuole “portare a casa” il risultato. Il Movimento 5 Stelle, forse a causa della crisi interna accentuata dalla batosta subita alle elezioni europee, è più dubbioso, anche se ufficialmente è favorevole alla maggiore autonomia concessa alle Regioni e ne ha accettato l’inserimento nel contratto di governo.