Emergenza coronavirus. Un anno scolastico da valutare

votidi Cosimo Quero, dirigente tecnico Un recente mio contributo “Per una teoria della valutazione”, sul Forum “Don Milani”, ha proposto una riflessione sulla valutazione “in itinere”, formativa, sottolineandone la funzione di verifica e guida nei percorsi di apprendimento e contemporaneamente di insegnamento. Ora si tratta di considerare la fase sommativa, conclusiva della valutazione, di bilancio finale di un anno scolastico o di un intero ciclo. Nel Paese e tra gli addetti ai lavori si dibattono alcuni problemi. Va subito detto che la recente nota n. 388 del 17.3.2020 del Miur non aiuta in termini di orientamenti chiari sulla situazione dell’anno scolastico 2019-2020. Non è proponibile nessun dubbio sulla “validità giuridica” dell’anno scolastico dato che l’interruzione del medesimo non è da addebitare a responsabilità degli utenti. La lunga “pausa didattica” in presenza, tuttavia pone problemi di completamento dei programmi e di modalità della valutazione sommativa finale. Continua a leggere

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Didattica a distanza: tanti docenti fanno i salti mortali, ma c'è chi invoca il CCNL

arcobalenodi Marco Bollettino

Due cose mi fanno molto “male” delle polemiche sulla #didatticaadistanza.

La prima è che mentre la STRAGRANDE maggioranza dei docenti sta facendo i SALTI MORTALI per assicurare il diritto all’istruzione ai loro studenti, imparando ad usare, senza formazione pregressa, piattaforme mai viste fino al giorno prima, magari a pochi mesi dalla pensione, e comunque sempre lavorando molto più di prima perché le lezioni online non si improvvisano, bene, mentre accade tutto questo, l’immagine del docente che filtra all’esterno è quella dell’impiegato statale, col posto e lo stipendio assicurato, che vorrebbe starsene a casa in pace ma è importunato dal Ministero cattivo che lo costringe a lavorare. NON è così. La stragrande maggioranza dei docenti sta affrontando la didattica a distanza con serietà, dedizione, impegno, empatia e grandissimo senso del dovere.

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COVID-19: come si rovescia un sistema

io_noidi Ariella Bertossi, dirigente scolastico. “C’era una volta una scuola con tanti bambini dove ogni giorno si insegnavano e raccontavano tutte le meraviglie del mondo… Poi arrivarono i sussidi didattici, le lavagne interattive, i computer, internet, la didattica digitale, le flipped classroom, le piattaforme interattive, le banche dati e tutto il mondo on line e gli insegnanti, che facevano il mestiere più bello del mondo, si trasformarono in tanti piccoli videoterminali”. Potrebbe essere l’inizio di una favola del futuro, ma per fortuna così ancora non è. La rapida evoluzione del COVI-19, culminato in pandemia, ha scosso profondamente il nostro mondo e in pochi giorni anche il complesso meccanismo che regola l’istruzione nel nostro paese. Continua a leggere

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La fragilità degli studenti

matitadi Stefano Stefanel Il punto di partenza me l’ha dato l’amico Piervincenzo di Terlizzi con un messaggio via whatsapp: “Poi verrà il momento di capire tutto questo: con l’aiuto di famiglie e ragazzi”. Il pensiero agli studenti di oggi è un pensiero alla loro fragilità esistenziale, messa alla prova da un evento epocale, che nessuno aveva immaginato. Su quello che sta succedendo suggerisco di leggere il completamente condivisibile articolo di Paolo De Nardo (La scuola dopo il Covid-19, www.edscuola.it, 18 marzo), l’ottimo intervento di Ariella Bertossi (Covid-19: come si rovescia il sistema, www.edscuola.it, 14 marzo) oltre ai testi ministeriali, in primo luogo la Nota n° 388 del 17 marzo firmata dal Direttore generale Marco Bruschi, con annesse le reazioni dei sindacati (Richiesta ritiro nota n° 388 del 18 marzo), quelle di alcuni dirigenti scolastici (Comunicato stampa: La scuola non è dei sindacati, è degli studenti del 18 marzo), quelle di Anp (Pavlov è vivo, 18 marzo). Ciò che appare evidente in tutto questo è che il sistema scolastico italiano è mutato in meno di un mese e si trova a fare i conti con la instabilità del futuro. In questo mutamento epocale della scuola e della società in cui tutte le priorità si sono ribaltate i giovani in età scolare (dai 3 ai 19 anni) sono quelli più esposti alla perdita di punti di riferimento. Quindi sono i più fragili. La loro fragilità nasce dalla mancanza di esperienze pregresse utili a leggere il tempo presente: chi è avanti negli anni “ne ha viste molte”, come si dice e cerca di comprendere in che modo inserire nella sua vita questo avvenimento. Chi, invece, ne ha viste poche non sa da che parte girarsi. Continua a leggere

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Ripensare le pratiche didattiche, dalla "lezione" ai "compiti a casa"

io_noi di Maurizio Parodi Come ho già evidenziato altrove, questa tristissima congiuntura potrebbe rappresentare una buona occasione per ripensare i paradigmi, il senso, la filosofia del nostro sistema scolastico, profondamente malato, come dimostrano i dati relativi all’analfabetismo funzionale, alla mortalità scolastica, all’incapacità di compensare le diseguaglianze di partenze. Sintomi gravissimi ma irresponsabilmente trascurati, a tutti i livelli, per il carattere autoreferenziale di un apparato immune agli interventi di innovazione sostanziale, e più incline a restyling meramente cosmetici (vedasi l’uso cattedratico delle LIM). Ma lo sarà solo per quei docenti (e ve ne sono) che, tra mille difficoltà, di ogni sorta (carenze di risorse, organici, strumenti…), incomprensioni, ostilità (anche da parte dei colleghi o dei dirigenti più retrivi), già si impegnano con sensibilità e intelligenza, per qualificare gli “ambienti di apprendimento” nei quali operano coloro i quali riescono, anche in questa gravosa situazione, a stimolare e sostenere la crescita degli studenti. Continua a leggere

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La didattica a distanza e la scomparsa dell’infanzia

io_noiLa didattica a distanza rappresenta la risposta più adeguata all’emergenza da Coronavirus. Purtroppo può favorire la scomparsa dell’infanzia. Occorre salire di livello per attuare una didattica a distanza, ma interattiva con gli alunni.     La didattica a distanza è sicuramente una buona soluzione La didattica a distanza rappresenta la risposta più adeguata all’emergenza da Coronavirus che ha portato alla sospensione delle lezioni e condurrà probabilmente alla chiusura delle scuole. Non ci sono alternative! Meglio ne esiste una: inviare tramite WhatsApp o altro servizio IM compiti o schede. Questo è giustificabile per un arco di tempo breve. Purtroppo non sappiamo se la scuola riaprirà il 6 aprile. Sicuramente a quella data sarà passato dalla prima sospensione (5 marzo). Quindi occorre salire di livello, trasferendo per quanto è possibile il far scuola quotidiano nell’ambiente virtuale. E questo significa proporre nuovi contenuti, affascinando (motivando) gli studenti senza il supporto della prossimità fisica che significa il tono della voce, lo sguardo, la mano sulla spalla… Senza dimenticare il contributo che offre la dinamica relazionale e sociale di una classe. Continua a leggere

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Didattica a distanza, ma con insegnanti buoni artigiani

io_noidi Rodolfo Marchisio Dedicato a tutte le colleghe ed i colleghi che si stanno facendo il mazzo per riannodare il rapporto educativo coi propri alunni Si parla ormai molto di didattica a distanza e didattica online (che non sono la stessa cosa). Non sempre in modo proattivo e talora un po’ dispersivo. Ognuno dice la sua. Premesso che: 1. La didattica online è cosa non semplice e controversa, ma questa è una emergenza. 2. Se pensi che non esistano ricette e offerte commerciali che risolvano e che non esiste UNA soluzione. Che come sempre l’ideale è che i buoni docenti usino in modo intelligente quello che hanno, sanno e possono usare e che si adatta alla loro situazione. Come state facendo. Con intelligenza, flessibilità, contestualizzazione di strumenti conosciuti e possibili. Per i docenti, per i ragazzi e le loro famiglie 3.   Le scelte tecnologiche sono importanti ma quelle pedagogiche lo sono molto di più (Paola Limone) e che la grave emergenza attuale non è un’occasione per incrementare la didattica a distanza, ma una situazione di assenza della scuola reale da fronteggiare con ragionevolezza. (CIDI) 4. La chiave del nostro lavoro (e del digitale) è la relazione educativa ed è per questa che state lavorando, articolando attività diverse, che le tecnologie veicolano o permettono. Anche la attività di leggere insieme e commentare un libro… Allora queste poche riflessioni che cercano di condividere un senso, in mezzo a tante proposte ed esperienze diverse, radunando quelle condivisibili e in sintonia, non su con che tecnologia, ma su cosa ci faccio e perché allora ti può, spero, essere utile . Buon lavoro. Di cuore…. Per leggere tutto]]>

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Didattica a distanza: luci e ombre

io_noiL’avvio delle attività di “didattica a distanza” sta aprendo un viavce dibattito in rete. Molti osservano che non tutti gli insegnanti sono adeguatamente preparati o che non tutte le famiglie sono attrezzate. Abbiamo raccolto un po’ di pareri su questo tema.     Raffaele Iosa A me pare che la vera notizia (non scontata) è un’altra: c’è un 0 grande moto professionale della grandissima parte degli insegnanti che sentono (pensa un po’) l’assenza dei loro ragazzi in un’epoca molto difficile. Insomma una categoria considerata rancorosa e lavativa si impegna oggi con un’empatia forse inattesa. Io parlerei oggi non tanto di didattica a distanza ma di didattica di colleganza, nei limiti di come è possibile nella testa di ognuno. Questa è la novità da comprendere se è solo emotiva o strutturale, e cioè la scoperta che la gran parte degli insegnanti curano (i care) i loro ragazzi e ne sentono l’assenza. Insomma un variegato moto pedagogico che pur con tutti i limiti e le differenze segnala passione e amore. Continua a leggere

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