Valutare ai tempi della didattica a distanza

votidi Daniele Scarampi
– dirigente scolastico dell’IC di Vado Ligure (SV) Fa quel che può, quel che non può non fa, stigmatizzava laconicamente il celebre maestro Manzi, nel lontano 1981, sull’allora scheda di valutazione della scuola Elementare. Sberleffo provocatorio, sicuro, eppur utile lezione anche per la scuola di oggi, invischiata nella palude di un’mergenza planetaria che sta minando certezze e consolidati paradigmi didattici e pedagogici. Del resto, non è mai troppo tardi per prendere coscienza dell’opportunità di un robusto cambio di prospettiva e, all’epoca della didattica a distanza (DAD), la valutazione degli apprendimenti offre un fertile esempio su cui riflettere. Ora, che cos’è la valutazione? Ma soprattutto: che cosa si valuta? Il voto è un numero e un numero è un indice sintetico, non narrativo; certifica qualcosa, ma di fatto racconta poco o nulla. La valutazione invece è un processo, un’argomentazione, la rilevazione di un prodotto, di un’azione. In sintesi, è la determinazione di un giudizio di merito, del valore di qualcosa (Scriven, 1991). Per valutare, dunque, non basta misurare un sapere, occorre piuttosto attuare un processo di ricerca che dia un valore estrinseco a ciò che viene preso in considerazione, dimodoché la rilevazione possa avere una dimensione operativa ed efficace. Continua a leggere

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