SERGIO NERI: ovvero come i nostri sentieri si sono incrociati

Il 18 ottobre scorso ricorrevano 20 anni dalla morte di Sergio Neri e noi lo abbiamo ricordato con una bella intervista a Raffaele Iosa. Cinzia Mion ci ha mandato questo bel ricordo che pubblichiamo anche con l’intento di fornire una ulteriore testimonianza del grande valore professionale e umano di Sergio Neri [red]. Desidero anch’io stendere un piccolo ricordo pieno di affetto e riconoscenza verso Sergio Neri e provare a rievocare come i nostri sentieri si siano incrociati. Non ricordo con precisione quando ci siamo conosciuti. So però di certo che ciò che l’aveva colpito era il mio interesse per la corporeità e la psicomotricità. Avevo infatti curato nel 1983 , scrivendo anche la prefazione, un piccolo saggio dal titolo “L’adulto di fronte al bambino” di Andrèe Lapierre, per una piccola casa editrice di Treviso,(più tardi ri-editato da Armando) ma che divenne presto noto a chi si interessava ai nidi e alla scuola materna; e a chi insieme a queste istituzioni aveva a cuore anche la prevenzione delle difficoltà relazionali dei bambini molto piccoli. Lapierre definiva questo intervento precoce “PSICOPROFILASSI”. Ben presto mi sono trovata ad essere contattata da Sergio, direttore dell’EDUCATORE, per degli articoli che letteralmente mi commissionava. Come diceva Raffaele Iosa era lui che si faceva vivo o con veloci contatti in presenza – se avevamo l’occasione di incontrarci –  oppure con telefonate o con letterine sbrigative contenenti il titolo del contributo che mi chiedeva e, se era grasso che colava , anche qualche riga che esplicitava un po’ di più. Continua a leggere

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Riapertura delle scuole, i dati inquietanti di un'istituzione presentata come sicura

di Gianfranco Scialpi Riapertura delle scuole, la Ministra rassicura. I dati forniti da lei, invece dicono altro. Sono tutti in crescita, ipotizzando uno scenario poco rassicurante Alcune riflessioni che rimandano a una serie di domande. Riapertura delle scuole, leggendo i dati della Ministra... Riapertura delle scuole, lo si sapeva che i contagi l’avrebbero toccata. Questa è la situazione fotografata dal MI: Continua a leggere

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Ah be’, si be’… ho visto una Repubblica

Stamattina ho visitato un luogo che fino ad ora per me era stato o una mediocre trasmissione di Mediaset o una pratica tipica dei giovani statunitensi: sono infatti entrat* per la prima volta in un drive-in. A darmi l’occasione il mio medico di base, che mi aveva segnalat* sull’apposito portale, perché stat* a contatto diretto con soggetti risultati positivi, anche se non presentavo – e tuttora non presento – sintomi. Il covid19, da oggetto di troppo spesso grottesche dispute sui “social” e di generico timore personale, parzialmente attenuato da mascherine FFP2, igienizzanti, lavaggio delle mani e osservanza delle regole di distanziamento, era insomma diventato una componente concreta e vincolante della mia vita, biologica e affettiva. Lo era già stato durante il lockdown, ma questa volta lo dovevo affrontare faccia a faccia. Intorno alle 10, ho abbassato il finestrino del guidatore e effettuato il tampone: un giovane infermiere (non credo fosse un medico), bardato con tutte le protezioni necessarie, ha preso la mia tessera sanitaria, mi ha chiesto la ragione per cui ero lì, ha preparato la provetta, ha controllato la corrispondenza dei dati, mi ha fatto appoggiare il capo sul poggia-testa della mia vettura e ha prelevato un campione dalle mie narici, dicendomi che avrei avuto l’esito in settimana, dal mio curante. Continua a leggere

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Stop alle uscite didattiche fino al 13 novembre. Intervista con Raffaele Iosa

Con il DPCM emanato il 13 ottobre, il Governo dispone che viaggi di istruzione e visite guidate sono sospese fino alla scadenza del decreto, fissata nelle premesse al 13 novembre prossimo.
Il decreto parla anche di “uscite didattiche comunque denominate”: in altre parole non sarà possibile neppure uscire dalla scuola per andare a piedi fino alla biblioteca comunale o nel centro cittadino per studiare da vicino un monumento. Nella nostra video-intervista il parere dell’ex dirigente tecnico Raffaele Iosa. https://www.youtube.com/watch?v=7bSWLpao9MM  ]]>

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La centralità dell'insegnante

di Raimondo Giunta

  • DALL’INSEGNAMENTO ALL’APPRENDIMENTO.
Nel processo di formazione l’insegnante svolge opera necessaria di  mediazione tra il sapere costituito e il bisogno di apprendere dell’alunno; un bisogno che non può essere preso a pretesto per volerne la sottomissione, perché la funzione e la posizione dell’insegnante non possono essere sostenute da alcuna pretesa di potere sugli alunni. Ciò nondimeno, anche sgombrate da ogni forma  impropria di autoritarismo la funzione e la posizione dell’insegnante, da qualche tempo e da più parti  sono state sottoposte a critiche severe, alcune delle quali più suggestive che fondate. Si sa che la scuola e quindi l’insegnante non sono più nella società attuale  gli unici dispensatori delle conoscenze, divenute ormai  reperibili in ogni momento e in ogni luogo. Che non siano più gli unici, non vuol dire che non debbano più svolgere la funzione di trasmetterle o che non lo possano più fare. Questo comporta che con chiarezza debba essere circoscritta, indicata e valorizzata l’area specifica che in questo campo attiene alla scuola e che solo a scuola può essere coltivata. Fatto che richiede specifiche  prestazioni professionali, connesse necessariamente alla funzione magistrale dell’insegnante, alla sua responsabilità di orientamento e di direzione nei processi di formazione. Continua a leggere

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Il tormentone dei voti numerici

di Cinzia Mion Premessa: gli antefatti della nota “Bruschi” È da molto tempo che alcune Associazioni professionali, particolarmente sensibili all’idea di scuola inclusiva, sollecitano l’abolizione dei voti numerici, utilizzati dai docenti per la valutazione scolastica dei loro alunni. Ho sottolineato l’aggettivo inclusiva per differenziare l’idea di scuola richiesta oggi dalle norme legislative e dalle Indicazioni Nazionali – note ministeriali orientanti l’operato dei docenti per realizzare tali norme — nei confronti dell’idea precedente che possiamo definire elitaria. Il cammino è stato lungo per arrivare ad auspicare una vera scuola che sappia riconoscere “a tutti e a ciascuno” non solo il diritto allo studio ma anche il diritto alla cultura. La svolta epocale è avvenuta, come sappiamo tutti, dopo l’approvazione della nostra Costituzione repubblicana, caratterizzata per l’idea di scuola aperta a tutti, dall’articolo 34 e dall’articolo 3, articolo bellissimo che non finisce di emanare suggestioni e orientamento. Il primo passaggio legislativo determinante è stata l’approvazione della scuola media unica e l’irrompere conseguente della scuola di massa. È stato qui che la valutazione scolastica numerica, in assenza del ri-orientamento dei docenti, da parte del Ministero, nei confronti di tale cambiamento dell’utenza così radicale ma significativo ed auspicabile, ha cominciato a fare danni. Continua a leggere

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Referente Covid, una proposta per evitare il probabile stress

di Gianfranco Scialpi Referente Covid, una nuova figura strategica per la gestione dei casi a scuola. Non sarà semplice il suo compito. Una proposta operativa. Referente Covid, una nuova figura. I suoi compiti Referente Covid, sarà importante la presenza di questa nuova figura in ogni Istituto scolastico. Indispensabile sarà prevedere più Referenti, nei tantissimi casi di scuole con più plessi. La complessità del suo compito richiederà questa soluzione. Cosa deve fare? Dopo essere stato adeguatamente formato sulle procedure da adottare, egli sarà il punto di riferimento con le ASL. Sostanzialmente egli avrà il compito di raccogliere le segnalazioni di studenti sintomatici, comunicare all’autorità sanitaria i loro tracciamenti, gestire la breve permanenza dello studente nella sala Covid e controllare le assenze degli studenti superiori al 40%. La complessità del ruolo Detto così sembra tutto facile. E invece… Continua a leggere

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Tecnologie per lo sviluppo umano?

Nel documento che pubblichiamo, Marco Guastavigna e Stefano Penge, due grandi esperti di tecnologie e di quella che viene spesso denominata “didattica digitale”, discorrono sull’uso delle TIC nel campo della conoscenza in funzione di uno sviluppo caratterizzato da emancipazione, equità, sostenibilità. Nella introduzione spiegano le motivazioni e le finalità del loro ragionamento che proprio in questa fase si rivela di particolare importanza per evitare che anche dopo l’emergenza di prosegua con una contrapposizione assoluta e del tutto sterile fra tra “digitale-sì” e “digitaleno”. Sembra una bella chiacchierata fra amici, ma in realtà è un documento ricchissimo di elementi di riflessione che apre prospettive culturali, sociali e pedagogiche (ma in definitiva politiche) sulla pervasità del “digitale” nella scuola. E, al terminedella lettura si capirà perchè agli autori non piace affatto l’espressione “didattica digitale”. Scarica la pubblicazione]]>

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Dare senso al lavoro che si fa a scuola

di Raimondo Giunta La scuola si nutre di speranza e di futuro; appiattita sul presente e sensibile alla sollecitazione ad adeguarsi alla realtà così com’è fatta, tradirebbe la propria vocazione e non sarebbe di alcuna utilità alle nuove generazioni. Una scuola con la sguardo lanciato sul futuro non può fare a meno di avvalersi   della libertà, dell’intelligenza, della  passione  dei suoi docenti. Di queste risorse non si può fare a meno proprio nel un momento in cui ricade sulle loro spalle la responsabilità di salvare la scuola e di darle un nuovo impulso. Direi un nuovo volto. Certo per ora è importante tornare alla normalità, sempre che ci si riesca, ma è evidente che bisogna misurarsi con le innovazioni che gli scenari prevedibili del futuro richiedono. Innovazioni che devono essere sempre misurate sul parametro delle  pari opportunità che vengono date ai giovani per essere cittadini e lavoratori. Continua a leggere

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Emergenza Covid, la scuola racconta e si racconta

“La scuola nell’emergenza …. e oltre” è il titolo del Quaderno di documentazione numero 11 realizzato dal Forum delle Associazioni del Piemonte. Il volumetto contiene narrazioni, testimonianze, riflessioni, proposte di insegnanti, dirigenti, studenti, genitori, associazioni delle scuole piemontesi nell’anno del Covid 19. “Al centro di tutte le narrazioni e riflessioni – spiega Gianni Giardiello, direttore del Forum – c’è la Scuola, e soprattutto la ‘scuola senza la scuola’, letta e raccontata dai suoi protagonisti principali, insegnanti, dirigenti scolastici e studenti innanzi tutto, ma anche genitori e nonni, a cui si sono aggiunti esponenti del mondo accademico, delle associazioni e della carta stampata”. La pubblicazione è disponibile anche qui. FORUM_ASSOCIAZIONI_QUADERNO_11]]>

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