- “Se la valutazione deve essere il più possibile equa,ci sono molte buone ragioni per restare soggettiva”(J.Cardinet-1992).
- Dopo la pressante stagione in cui si è cercato e si è preteso di arrivare alla misura esatta nella valutazione, da tempo si cerca di superare questo orientamento per trovare nuove e più sentite pratiche di valutazione, che rispecchino la sua funzione educativa e la liberino dai sospetti che si aggirano intorno ad essa, come dice Perrenoud.
- Forse è un sogno irrealizzabile l’oggettività o forse è una forma di ideologia cancellare la soggettività in alcune attività e in alcuni momenti del processo di formazione. Per quel che riguarda la valutazione è possibile affermare che essa si può dare proprio perchè viene implicata la soggettività di chi valuta. Non è la standardizzazione delle prove il modo per evitare l’arbitrarietà dei giudizi, giustamente sottolineata e condannata dalla docimologia.
- “Non bisogna coltivare il sogno che sia sradicata ogni forma di soggettività, che l’insegnante sia una macchina per valutare senza pregiudizi, nè preferenze, senza errori e omissioni, senza stanchezza e noia. Bisogna rompere con questa diffidenza che rende stupida la valutazione” (Perrenoud). Nè tantomeno ci si può fermare alla logica giudiziaria della prova, che è insita nella pretesa della misura esatta. Continua a leggere