Archivi categoria: VALUTAZIONE

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Una proposta sulla valutazione per la Scuola del rientro

votidi Vincenzio Caico

Sono il dirigente scolastico del Liceo Buonarroti di Monfalcone, una città che rappresenta il cuore di uno dei distretti industriali più importanti del Nordest, legato ai cantieri navali e dell’economia del mare. Il mio Liceo è frequentato sia da studenti provenienti dalla borghesia colta locale, sia da studenti nuovi arrivati in Italia insieme alle loro famiglie alla ricerca di condizioni di vita migliori.

I nostri studenti sono mediamente responsabili e impegnati, gli insegnanti sono preparati e disponibili al cambiamento. In occasione di questo periodo di emergenza epidemiologica abbiamo attivato subito la didattica a distanza grazie a strumenti digitali, come la Google Suite, che utilizzavamo già da tempo sia per la didattica che per l’organizzazione generale della scuola.

Questa esperienza di scuola ai tempi del lockdown ci sta consentendo di maturare delle consapevolezze che chiedono di essere tradotte in cambiamento e innovazione concreta delle nostre modalità didattiche educative e, più complessivamente del nostro fare scuola, in vista della ripresa delle attività scolastiche in presenza, quella che potremmo chiamare la Scuola del rientro.

In particolare, questa mia proposta, che riguarda la valutazione, prende spunto da quanto stabilito in sostanza dal D.Lgs 62/2017, decreto attuativo della L. 107/2015 e dal D.P.R. 122/2009, decreto applicativo della L. 169/2008, i due provvedimenti legislativi che attualmente stabiliscono i criteri per la valutazione degli apprendimenti rispettivamente nelle scuole del I e del II ciclo.

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Il voto, il sapore ammuffito della valutazione di altri tempi

arcobalenodi Cinzia Mion

Onorevole Ministra, sono una dirigente scolastica in quiescenza ma non quiescente, molto anziana , diciamo a forte rischio di coronavirus ma non così lenta nei riflessi da non aver colto, in una sua recente intervista alla stampa, delle frasi che mi hanno riportato il sapore molto antico e quasi ammuffito di una concezione della valutazione scolastica veramente d’altri tempi.
Naturalmente sono convinta che le parole in questione le siano sfuggite, sappiamo cosa succede quando siamo pressati dai giornalisti…
Le frasi sono quelle che si riferiscono alla promozione per tutti ma alle pagelle che saranno” vere: se lo studente “merita” 8 avrà 8, se merita 5 avrà 5.. alla fine tutti avranno un voto.
Chi risulta insufficiente recupererà l’anno prossimo…(qualcuno riferisce anche se un allievo non è stato presente potrebbe prendere anche 4, ma io non l’ho sentito, spero non sia vero)

Credo fermamente che nella confusione della pandemia le sia sfuggito che già la docimologia (scienza della misurazione) negli anni 60/70 aveva stabilito che i voti numerici su scala decimale sono soggettivi ed arbitrari perché applicati come se fossero unità di una scala perfetta, con differenze tra un voto ed un altro di una misura perfettamente uguale…., e noi sappiamo tutti che non è così, inoltre li applichiamo come se stessimo misurando e non valutando. Discorsi scontati. Scontati?

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Valutare ai tempi della didattica a distanza

votidi Daniele Scarampi

– dirigente scolastico dell’IC di Vado Ligure (SV)

Fa quel che può, quel che non può non fa, stigmatizzava laconicamente il celebre maestro Manzi, nel lontano 1981, sull’allora scheda di valutazione della scuola Elementare.
Sberleffo provocatorio, sicuro, eppur utile lezione anche per la scuola di oggi, invischiata nella palude di un’mergenza planetaria che sta minando certezze e consolidati paradigmi didattici e pedagogici.

Del resto, non è mai troppo tardi per prendere coscienza dell’opportunità di un robusto cambio di prospettiva e, all’epoca della didattica a distanza (DAD), la valutazione degli apprendimenti offre un fertile esempio su cui riflettere.
Ora, che cos’è la valutazione? Ma soprattutto: che cosa si valuta? Il voto è un numero e un numero è un indice sintetico, non narrativo; certifica qualcosa, ma di fatto racconta poco o nulla. La valutazione invece è un processo, un’argomentazione, la rilevazione di un prodotto, di un’azione.
In sintesi, è la determinazione di un giudizio di merito, del valore di qualcosa (Scriven, 1991). Per valutare, dunque, non basta misurare un sapere, occorre piuttosto attuare un processo di ricerca che dia un valore estrinseco a ciò che viene preso in considerazione, dimodoché la rilevazione possa avere una dimensione operativa ed efficace.

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A proposito del “6 politico”

rete_numeridi Cinzia Mion

C’è un po’ di confusione oggi intorno al “6 politico”.
Allora ecco due righe per fare chiarezza.
Io c’ero. C’ero quando è stata varata la Costituzione (1948) e nella Costituzione, l’articolo 3 e l’articolo 34 sancivano “l’uguaglianza di tutti cittadini” e “la scuola è aperta a tutti..ed è impartita per almeno 8 anni, obbligatoria e gratuita”.
L’Italia diventa (finalmente) un Paese democratico.
L’articolo 3 consta di un principio formale e di un principio sostanziale: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli…).
Cioè, la Scuola è una Istituzione della Repubblica e suo compito è rimuovere l’ignoranza che impedisce la libertà e l’uguaglianza di tutti i cittadini, soprattutto in questo periodo storico, dei figli dei contadini e degli operai che precedentemente accedevano solo ai primi anni della scolarizzazione.

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Contro il voto: preoccupiamoci di insegnare, non di valutare

io_noidi Cinzia Mion

Questa non è un’invettiva (e non c’entra con la pandemia)
Mi accingo a ritornare brevemente sulla faccenda del voto numerico a scuola solo per chiarire che ciò che la scuola deve fare bene è insegnare (quindi adottare delle didattiche adeguate). 

La valutazione è intrinseca ad ogni processo di educazione ed insegnamento perché, nel rapporto asimmetrico di chi insegna, rispetto a chi impara, deve avvenire un’autoregolazione rispetto a ciò che sta succedendo (chi, quanto, cosa, come, se ha imparato e capito, oppure chi quando, come, cosa, perché non ha imparato o capito, per mettere in atto altre didattiche alternative, più laboratoriali, ecc).
Su questa autentica, e professionalmente impostata, valutazione del docente (che diventa autovalutazione nell’autoaggiustamento di una didattica alternativa) dovrebbe inserirsi l’insegnamento individualizzato, per il recupero delle lacune emerse. Contemporaneamente l’allievo deve essere avviato all’autovalutazione attraverso una legenda che lo aiuta a prendere atto degli errori commessi. Subito, appena traspaiono, senza aspettare che si incancreniscano. I docenti della primaria si incaponiscono in genere di più nel recuperare i più fragili, (ce l’hanno nel DNA questa benefica testardaggine che deriva dall’aver integrato dal tempo della legge Casati il concetto della scuola dell’obbligo) gli altri spesso, non sempre per fortuna, conservano un residuo di “scuola elitaria” (scremare le eccellenze per orientarle al liceo…!) e più velocemente “dimettono mentalmente” quelli che non tengono il passo.

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Valutazione ed esami ai tempi del Covid-19

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votidi Cosimo Quero

C’era una volta la continuita’ educativa …
C’era una volta la storia educativo-formativa degli allievi !
In un precedente contributo relativo al problema della valutazione finale degli alunni per l’anno scolastico che si conclude, abbiamo ipotizzato alcune soluzioni.
Si aggiungono ulteriori chiarimenti.

Sembra evidente che il problema della valutazione finale si sposti in avanti, l’anno prossimo, per la validità giuridica della medesima.

Permane il problema degli apprendimenti fondamentali (l’oro e non le scorie!) previsti dai Programmi nazionali.
Gli apprendimenti fondamentali e le competenze dei diplomi di maturità che aprono all’Università e di quelli delle professioni intermedie, vanno recuperati. in due modi possibili: o in corsi di recupero presso le scuole di pertinenza aAnche in orario pomeridiano\serale con relativa retribuzione dei docenti) , o con corsi mirati all’Università, prima dell’avvio degli insegnamenti di laurea ( e qui ritorna l’esigenza degli apprendimenti fondamentali e della continuità educativa).
Si ritiene impossibile certificare l’interruzione dello studio di punti fondamentali dei Programmi nazionali, per l’emergenza Covid 19 ?
Resta indiscutibile l’avanzamento di tutti gli studenti nel loro corso di studi, pena l’invalidita’ giuridica di eventuali arresti (non a caso non si parla di promozione e bocciatura !).

Gli esami finali

Vogliamo restituire la titolarità dei medesimi ai Docenti che hanno seguito gli alunni nel loro corso triennale o quinquennale che sia, di studi ? Anche se con validazione per la presenza di rappresentanti esterni dello Stato ?

Il 6 “pandemico” e i voti alti

votidi Stefano Stefanel

Inizierei questo breve intervento sulla valutazione e sulla didattica attraverso una banale annotazione linguistica e politica. Si sta parlando sui social e sui mass media di “6 politico” e trovo la cosa insultante e irritante, tra l’altro l’ennesimo modo per esacerbare gli animi da parte di una certa parte politica, cui però si sono aggregati anche altri soggetti da cui non me lo sarei aspettato.
Il così detto “6 politico” era la richiesta fatta circa 50 anni fa dalla frange più estremiste di sinistra, partita dal movimento studentesco nei confronti dell’Università (in quel caso si parlava di “18 politico”, riferito ai trentesimi).
Era dunque una richiesta così detta “proletaria” che voleva eliminare la “scuola di classe”.
Nel 68 si sono fatte molte cose buone e molte scemenze: questa era una scemenza colossale. Trasferire però quella richiesta dentro una pandemia mi pare solo un avvelenamento dei pozzi. E in questo momento bisogna maneggiare con cura tutte le parole.

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