Escursione estiva nell’IA: la politica come brand

di Marco Guastavigna

Stavolta ci sollazziamo con Captions, giocando con la sua funzione generativa di Ads, brevi spot pubblicitari di “prodotti”. La provocazione è la richiesta propagandare un mio blog, concetticontrastivi.org:

“Concetti Contrastivi è un brand che esamina criticamente i dispositivi digitali come prodotti sociali capitalistici, esponendone le ambiguità attraverso un approccio emancipato ed emancipante. Decostruisce l’inganno della “società della conoscenza sorvegliata” e dell’estrattivismo attraverso cortocircuiti concettuali, adempiendo a un dovere politico-culturale di critica radicale della “società delle piattaforme”. Il marchio mira a promuovere una comprensione più profonda dell’agenda tecno-liberista dietro i prodotti digitali.”.

La traduzione è molto indicativa, perché la definizione del blog e del suo scopo ruota intorno al concetto di brand (marchio).
Funzionano allo stesso modo, ovvero sono impostati secondo parametri tipici del messaggio pubblicitario, i sei micro-testi messi insieme da Captions, che riporto di seguito per permetterne una lettura agevole:

Product review – Recensione del prodotto

Ho messo alla prova Concetti Contrastivi per vedere se è all’altezza delle aspettative. Questo marchio esamina criticamente i dispositivi digitali come prodotti sociali capitalistici, esponendo le loro ambiguità attraverso un approccio emancipato ed emancipante. Decostruisce l’inganno della ‘società della conoscenza sorvegliata’ e dell’estrattivismo attraverso cortocircuiti concettuali, adempiendo a un dovere politico-culturale di critica radicale della ‘società delle piattaforme’.

Problem and solution – Problema e soluzione

Devi guardare questo video se fatichi a capire le ambiguità del capitalismo digitale. Se è così, Concetti Contrastivi fa per te. Offriamo un approccio emancipato per smascherare l’inganno della ‘società della sorveglianza’ e promuovere una comprensione più profonda dell’agenda tecno-liberista dietro i prodotti digitali.

Fomo- Fear of Missing Out

I Concetti Contrastivi esaminano i dispositivi digitali come prodotti sociali capitalistici, esponendone le ambiguità attraverso un approccio emancipato. Decostruiscono l’inganno della ‘società della conoscenza sorvegliata’ e l’estrattivismo, adempiendo a un dovere di critica radicale della ‘società delle piattaforme’. Promuovono una comprensione più profonda dell’agenda tecno-liberista dietro i prodotti digitali.

Three Benefits -Tre vantaggi

Ecco tre motivi per provare Concetti Contrastivi. Uno: esaminano criticamente i dispositivi digitali come prodotti sociali capitalistici. Due: smascherano le ambiguità della “società della conoscenza sorvegliata” attraverso cortocircuiti concettuali. Tre: adempiono a un dovere politico-culturale di critica radicale della “società delle piattaforme”.

Target Audience – Pubblico obiettivo

Se sei un attivista, militante o intellettuale, Concetti Contrastivi cambierà la tua vita. Questo brand esamina criticamente i dispositivi digitali come prodotti sociali capitalistici, esponendone le ambiguità attraverso un approccio emancipato ed emancipante. Decostruisce l’inganno della ‘società della conoscenza sorvegliata’ e l’estrattivismo attraverso cortocircuiti concettuali, adempiendo a un dovere politico-culturale di critica radicale della ‘società delle piattaforme’.

Attention Grab – Attira l’attenzione

Questo prodotto ti farà esplodere la mente. Si chiama Concetti Contrastivi. Un brand che esamina criticamente i dispositivi digitali come prodotti sociali capitalistici, esponendo le loro ambiguità attraverso un approccio emancipato ed emancipante. Decostruisce l’inganno della “società della conoscenza sorvegliata” e dell’estrattivismo attraverso cortocircuiti concettuali. Promuove una comprensione più profonda dell’agenda tecno-liberista dietro i prodotti digitali.

Proseguendo con l’applicazione, ci viene chiesto come intendiamo impostare i nostri Ads, ovvero a quale speaker ci affidiamo e quale tipo di sottotitolazione ci sembra più adatta:

Dopo una ragionevole attesa, ecco il risultato:

 

 

 

 

Quando però cerchiamo di scaricare i filmati, arriva la sorpresa: è necessaria un’estensione della licenza già pagata.
Ma non per questo ci arrendiamo: ricorriamo anzi ad altre funzioni dell’ambiente e ad altri accrocchi, con i risultati che proponiamo di seguito, tra cui spicca la possibilità di doppiaggio e sottotitolazione in lingue diverse da quelle della produzione originale.
Sottolineiamo anche il fatto che la piattaforma di condivisione richiede di indicare l’eventuale presenza di contenuti generati con l’intelligenza artificiale.

Ads di concetticontrastivi.org secondo il meccanismo problema-soluzione from Marco Guastavigna on Vimeo.

Ads di concetticontrastivi.org secondo il meccanismo problema-soluzione. tradotto in francese from Marco Guastavigna on Vimeo.


Ads di concetticontrastivi.org secondo il meccanismo del pubblico-target from Marco Guastavigna on Vimeo.

 
Ads di concetticontrastivi.org secondo il meccanismo del pubblico-target, tradotto in Spagnolo from Marco Guastavigna on Vimeo.

 

 

 




Artificiale, Watson!

Immagine realizzata con Copilot Pro

di Marco Guastavigna

Proponiamo un’attività davvero straordinaria, visti i tempi: formarsi un’opinione propria.

Come? Questo articolo incorpora il file di un documento ufficiale (“Strategia italiana per l’intelligenza artificiale”)

e – separatamente – un altro, contenente le sintesi del documento stesso ad opera di:

  • Google Gemini;
  • ChatGPT;
  • UPDF AI;
  • NotebookLM;
  • diffitme (due diverse proposte di lavoro).

A chi legge decidere se gli esiti delle elaborazioni dei dispositivi di intelligenza artificiale sono validi e fino a che punto.




Ri-copia e incolla

Immagine realizzata con Copilot Pro

di Marco Guastavigna

Non credevo alle mie orecchie quando ho avuto notizia di questa consegna di lavoro, assegnata in una prima classe di secondaria di primo grado: “Scrivi un testo descrittivo sul tuo quaderno e poi ricopialo con Google documenti”.
Eppure era proprio così!
Ora, al di là del fatto che il correttore ortografico del dispositivo segnala “ricopialo” come ortograficamente errato, questo approccio è indicativo di una delle molte catastrofi culturali verificatesi sotto l’egida dell’innovazione digitale.
Già, perché il tutto è rubricato come “informatica”.

Questa dicitura richiama, a chi ha vissuto tutte le diverse retoriche innovative  – dall’ingresso trionfale nelle aule dei Commodore 64 al respingimento degli smartphone – una visione assai diffusa negli anni ‘80: l’informatica (intesa come epopea della programmazione) era infatti considerata  il nuovo latino (ovvero le si assegnava valenza sintattica e logica universale) e quindi era necessario studiare e diffondere il Basic e, soprattutto,  il Logo, che aveva la referenza di linguaggio nato in ambito psico-pedagogico.

Per altro, la progenitura di ciò che adesso rappresentano Schratch e il pensiero computazionale fallì miseramente e fu sostituita dall’idea di imparare ad usare i “tools” nati per il lavoro d’ufficio, ma pregevoli per la loro plastica impiegabilità nel processo di scrittura, nel calcolo semi-automatizzato, nella presentazione di contenuti multimediali e così via.

Purtroppo, questo non comportò affatto che si smettesse di chiamare le aule teatro di queste attività “laboratori di informatica”, Del resto, è questa l’etichetta tuttora superficialmente affibbiata anche agli attuali corsi rivolti agli anziani, desiderosi in genere di uscire dall’incubo Spid, di capire un po’ meglio come funziona internet e di mettere in comunicazione il proprio smartphone con il laptop di famiglia per meglio organizzare e vedere le fotografie scattate da tutti i suoi componenti.

Torniamo però al compito assegnato a ragazzini contemporanei: la prima assurdità della consegna è far assurgere la meccanica trascrizione su supporto digitale di un testo progettato, steso e corretto su quello cartaceo, con tutti i vincoli che ne conseguono, a ordinamento, trattamento e trasmissione di informazione mediante elaborazione elettronica.

La seconda è davvero paradossale: una tecnologia nata per facilitare il rapporto con la produzione di un testo proprio perché ne permette la realizzazione per perfezionamenti successivi diventa un totem a cui ci si può accostare solo dopo aver mondato la propria offerta votiva da ogni impurità. Si esperisce e si apprende insomma esattamente il contrario di ciò che potrebbe generare autonomia operativa ed emancipazione cognitiva, con effetti inclusivi, stante una maggiore affrontabilità della complessità dello scrivere.

Tutto questo è sostituito dall’uso pretestuale della scrittura di un proprio testo come motivo per entrare in un’arena addestrativa, quella della trascrizione.

Oltre che di una profonda e forse irrimediabile ignoranza professionale di cui abbiamo già parlato, questa micro-vicenda è esemplificativa del fatto che molti insegnanti non hanno probabilmente alcuna esperienza di uso significativo dei dispositivi digitali e si limitano perciò a proposte operative il cui unico scopo è dare un ri-verniciata di modernità ad attività inerziali.




Cittadinanza ignorante

di Marco Guastavigna

Anche sull’ultimo provvedimento del ministro (divieto assoluto di uso dei cellulari) non si riesce ad andare oltre la polarizzazione.

Sono contrario per principio e storia personale e professionale a ogni divieto, ma non posso fare a meno di scrollarmi di dosso questo approccio e di riflettere sul fatto che la tendenziale complessità (che è un pregio) delle attività di apprendimento dovrebbe far propendere per una macchina ergonomicamente adeguata per dimensioni di tastiera e schermo e postura suggerita/richiesta, ovvero un PC desktop (sempre più rari) o laptop.

Qualche tempo fa, anzi, avevo proposto una sommaria classificazione, che riprendo:

Ricordo per altro i tempi del lockdown, in cui presso molti si diffuse l’illusione che i tablet potessero essere la soluzione più congruente con il contesto emergenziale. A quasi nessuno vennero invece in mente i personal computer a basso costo, magari con un sistema operativo non proprietario.

Entrambi gli approcci sono esempi lampanti di ignoranza di merito. Ignoranza che non è “tecnica” e settoriale, ma professionale e generale. E così cittadini adulti ignoranti formano all’ignoranza giovani cittadini ignari.

È l’ignoranza che porta a pubblicare documenti contro la formazione e le dotazioni del PNRR sul campione del capitalismo digitale (Google drive, per altro detto confidenzialmente “drive”), a registrare interviste al limite dell’eversione (retorica, of course) su YouTube (a sua volta branca di Alphabet e dispositivo a vocazione estrattiva), a condividere dibattiti infuocati mediante dirette-Facebook (altro esponente della messa a valore bio-politica e culturale).

È la medesima ignoranza che ha assistito imbelle al trasferimento della logistica dell’istruzione e della formazione sulle piattaforme BigTech, rifugiandosi in un mantra a sua volta illusorio: “In fondo sono strumenti, gli effetti dipendono da come li si usa”.

E qui siamo arrivati al vulnus culturale (e politico!) fondamentale, che si perpetua per colpa di un diffuso disimpegno, superficiale, snobistico e sempre più ingiustificato.
Ciò che fronteggiamo e a cui ci esponiamo tutte le volte che entriamo e agiamo a qualsiasi titolo nel moderno mercato dell’istruzione (che per altro comprende anche libri, quaderni, penne a sfera, lavagne di ardesia e così via) non sono affatto “strumenti”, ovvero apparati a complementarità nulla.
Sono piuttosto dispositivi socio-tecnici per l’estrazione e l’accumulazione di valore mediante cattura della conoscenza condivisa e monetizzazione diretta e indiretta, a complementarità attiva, capaci di influenzare profondamente – e spesso di dominare – contesti, attori, esiti, feedback delle situazioni in cui intervengono.

Che lungaggine! Quante complicazioni!

Tocca pure rileggere un paio di volte per capire tutto, per esempio il fatto che le versioni free dei chatbot generalisti estraggono valore dal perfezionamento implicato dalle conversazioni mentre quelle plus richiedono il pagamento di abbonamenti/crediti.

Oppure che i “motori di ricerca” più noti sfruttano il consumo informativo per profilare gli utenti e lucrare sul marketing.

O ancora che la cosiddetta “intelligenza artificiale” agisce su base statistico-induttiva, avendo esplicitamente rinunciato all’impostazione logico-deduttiva, perché in questo modo valorizza gli investimenti economici che le garantiscono la potenza di calcolo e l’impossessamento di enormi quantità di dati da cui sgorga la capacità predittiva, decisionale e generativa, mediante cattura della conoscenza diffusa e disponibile per la computazione. Corollario di questa acquisita consapevolezza, è il fatto che – forse – “intelligenza” è una formulazione destinata al marketing e all’innesco di discussioni sui massimi sistemi (coscienza, intenzione, singolarità, post-umanesimo…) che tanto piacciono a coloro che hanno fretta di (far) dimenticare il micro-lavoro di addestramento affidato al Sud globale da parte di un Nord globale dominato da oligopoli ormai quasi naturalizzati.

Potrei continuare, ma preferisco mettere in guardia da alcune implicazioni di questa campagna di auto-disinformazione a proposito dell’universo digitale che dura da decenni:

  • si usano formulazioni vaghe e imprecise, che possono diventare fuorvianti (il già citato e confutato “strumenti”);
  • mancano lessico e concettualizzazioni autenticamente professionali, sostituiti spesso da espressioni confuse e confusive (“drive”);
  • si impiegano concetti non autenticamente padroneggiati (“intelligenza artificiale”) e molto probabilmente con significati diversi per i diversi attori; questo rischio è particolarmente grave nelle istituzioni scolastiche che si accingono a mettersi in gioco in “curvature” e altre amenità curricularizzanti, destinate a fornire agli studenti “competenze per il futuro”;
  • si utilizza una deleteria gerarchia delle conoscenze e delle capacità necessarie per “insegnare”, che privilegia la (rassicurante) tradizione professionale, giudicandola assolutamente sufficiente per comprendere l’innovazione, impedendosi di conseguenza di cogliere e contrastare davvero gli aspetti di distruzione creatrice di quest’ultima, in campo etico, politico, culturale e cognitivo.

Soprattutto, si assume l’unicità della cultura e dell’operatività digitali, considerate coincidenti con le tecnologie estrattive, quando invece non è così e vi sono visioni e pratiche alternative, il cui approccio conviviale sarebbe più coerente con le attività di una scuola che avesse davvero conservato la sua vocazione critica ed emancipante.




Umani ad alta sostituibilità?

di Marco Guastavigna

Avuta notizia delle ultime esternazioni del ministro Valditara, mi accingevo a salire a mia volta sul pero dell’indignazione stupita e dello stupore indignato, luogo di elezione dell’intelligencija nostrana praticante il pensiero critico innocuo.

Immagine realizzata con Copilot Pro

Ero quasi in cima, quando mi è venuta l’idea di fare una sperimentazione. Ho avviato un accrocco di intelligenza artificiale generativa text2video e gli ho chiesto: “Come usare l’intelligenza artificiale generativa a scuola?”, ottenendo il filmato che propongo di seguito:

Proprio così: la trama concettuale è identica a quella ministeriale!
Cerchiamo perciò di capire perché i nostri esponenti politici corrono il rischio di essere sostituiti da contenuti digitali realizzati in modo automatizzato e riprodotti in streaming.

La spiegazione è semplice: entrambi – soggetti istituzionali e dispositivi digitali – hanno fatto ricorso alla conoscenza “condivisa”, ovvero a quanto si accumula in rete come moda statistica, senso comune, nozioni ripetute e (a volte) trivializzate.
Va aggiunto che i “cobot” – robot collaborativi –, utilizzati in alcune aule scolastiche della Repubblica Popolare Cinese, sono citati come esempi virtuosi nelle pagine iniziali del volume Pedagogia algoritmica, primo avamposto accademico di occupazione dello spazio culturale relativo all’AI nell’istruzione mediante epistemarketing, ovvero traduzione in fondamenti professionali delle caratteristiche operative e cognitive dichiarate dai produttori dei congegni analizzati.

Ragion per cui restano aperti vari quesiti: gli assistenti annunciati da Valditara sono di questo tipo? Quanto costano? Chi ha deciso dove e come utilizzarli?
Le medesime domande andrebbero poi ripetute se ad affiancare gli insegnanti fossero invece i software che stanno animando il mercato della conoscenza e dell’istruzione: da una parte mentori e precettori attivabili online, dall’altra moduli operativi che supportano l’insegnante in varie attività di routine, dalla realizzazione di quiz, alla riscrittura calibrata di testi, al perfezionamento di slide, alla confezione di domande stimolo per la comprensione di filmati e così via.




Narcisismo digitale funzionale

di Marco Guastavigna

“L’articolo critica l’approccio accademico e istituzionale all’intelligenza artificiale nell’istruzione come un sistema che privilegia l’innovazione fine a sé stessa, ignorando le reali necessità degli studenti e degli insegnanti. Questo approccio, definito “tecno-feudalesimo intellettuale”, si concentra sulla pubblicazione di monografie e sulla partecipazione a convegni, senza affrontare le questioni concrete legate all’implementazione dell’IA nell’istruzione.

Ecco alcuni punti chiave della critica:

● Innovazione conservatrice: l’accademia si proclama paladina dell’innovazione tecnologica, ma la sua implementazione si traduce nella creazione di “sapere da scaffale”, utile solo a mantenere lo status quo e i rapporti di potere esistenti.

● Epistemologia dell’improvvisazione: la corsa all’ultima novità tecnologica porta a una mancanza di riflessione critica e di analisi approfondita sulle reali potenzialità dell’IA nell’educazione.

● Trivializzazione: la formazione sull’IA si riduce spesso a una serie di ricette pratiche, senza fornire agli insegnanti gli strumenti per una comprensione profonda e critica di queste tecnologie.

● Mancanza di attenzione per l’etica: il dibattito sull’IA si concentra sugli aspetti tecnici e teorici, ignorando le implicazioni etiche e sociali, come lo sfruttamento dei lavoratori del Sud globale per l’addestramento degli algoritmi.

● Formazione adattiva: i percorsi di formazione sull’IA per gli insegnanti si basano spesso su un approccio passivo e adattivo, anziché promuovere un uso critico e consapevole di queste tecnologie.

L’articolo sottolinea la necessità di un approccio alternativo all’IA nell’istruzione, che metta al centro le esigenze degli studenti e degli insegnanti, promuovendo un uso critico, consapevole e socialmente responsabile di queste tecnologie”.

La “recensione” qui sopra riportata è di Google NotebookLM; il riferimento sono alcuni ragionamenti che ho pubblicato su Gessetticolorati.
Tecnicamente si tratta della risposta (automatizzata) a una domanda-stimolo proposto dal dispositivo medesimo e da me sottoscritta e inviata: “In che modo viene criticato l’approccio accademico e istituzionale all’intelligenza artificiale nell’istruzione?”.

Confesso apertamente di riconoscermi nella sintesi del dispositivo di assistenza, nonostante lo consideri il mio principale avversario sul piano etico e politico e non abbia remore a utilizzarlo solo perché vengo tracciato in decine di altri modi dal capitalismo digitale estrattivo di cui Alphabet è l’esponente probabilmente più avanzato ed efficiente.
Allo stesso modo, trovo abbastanza convincente il “documento di briefing” prodotto da NotebookLM – è uno dei suggerimenti operativi di base dell’architettura dell’ambiente.

Analisi dei temi principali e delle idee chiave nelle fonti fornite

Le fonti analizzate offrono una panoramica critica sull’uso delle tecnologie digitali nell’istruzione, concentrandosi in particolare sul contesto italiano e sul ruolo degli insegnanti.

Temi principali

  • Critica al “digitalismo” acritico e all’innovazione fine a sé stessa: Le fonti mettono in guardia da un’adesione acritica al “digitale”, sottolineando la necessità di un approccio critico e consapevole. L’innovazione tecnologica non è di per sé garanzia di miglioramento e può portare alla frammentazione del sistema educativo, come evidenziato nel caso della “didattica innovativa” e del Piano Nazionale Scuola Digitale.
    “L’introduzione del “digitale” nella scuola italiana è stata in larga misura una diffusione latente e incontrastata di una visione e di una mentalità neoliberiste.” – Concetti contrastivi – di Marco Guastavigna
    “Ed ecco rispuntare, più tronfia che mai, nonostante le gigantesche difficoltà, la locuzione “fare innovazione”, a cui seguirà il focus – che verrà ripreso dai finanziamenti nell’ambito del PNRR – sugli ambienti di apprendimento “innovativi”; non “rinnovati”, perché questa prospettiva richiederebbe di attribuire senso e significato non al modificare in sé ma alle ragioni e agli obiettivi del cambiamento.” – Contro la deriva della digitalizzazione subordinata e subordinante – Collettivo Le Gauche
  • Importanza di un approccio etico e sociale all’uso delle tecnologie.
    Le fonti sottolineano la necessità di un approccio etico all’uso delle tecnologie, che tenga conto delle implicazioni sociali, economiche e politiche. Si critica il modello del “capitalismo di sorveglianza” e si promuove un uso delle tecnologie che metta al centro lo sviluppo umano, l’equità e la sostenibilità.
    “La contrapposizione politicamente utile e significativa, quindi, non è “digitale sì” versus “digitale no”, ma quella tra dispositivi digitali a logistica estrattiva, tipici del modello tecno-liberista, e dispositivi digitali a vocazione aperta e decentralizzata, non profilanti.” – Contro la deriva della digitalizzazione subordinata e subordinante – Collettivo Le Gauche
    “Detto in un altro modo, voglio valorizzare l’approccio etico-politico e non economicista, in particolare l’idea che ciascun singolo e soprattutto ogni comunità hanno diritto al controllo di ciò che utilizzano e dei propri dati.” – Tecnologie_per_lo_sviluppo_umano_di_Guas.pdfIl ruolo del software libero e dei contenuti aperti: Le fonti promuovono l’uso del software libero e dei contenuti aperti come alternativa al modello proprietario del “capitalismo digitale”.
    Si sottolinea l’importanza del codice aperto, della condivisione della conoscenza e del controllo collettivo sulle tecnologie”

    Insomma, software libero è un modo di sviluppo del software che si adatta particolarmente bene al software educativo; ma bisogna trovare un modo di sostenerne economicamente lo sviluppo nel tempo, altrimenti si finisce per fare un guaio peggiore: far scomparire dalla faccia della terra quel tessuto di sviluppatori, di piccole imprese, di cooperative che potrebbero costituire un’alternativa alle multinazionali digitali.” – Tecnologie_per_lo_sviluppo_umano_di_Guas.pdfLa centralità dell’insegnante come mediatore critico: Le fonti sottolineano il ruolo centrale dell’insegnante come mediatore critico tra le tecnologie e gli studenti. L’insegnante è chiamato a scegliere gli strumenti più adatti ai contesti specifici, a formare gli studenti ad un uso consapevole e critico delle tecnologie e a promuovere un apprendimento significativo.
    “Il compito di questa generazione di insegnanti è far comprendere che le risorse delle rete vanno integrate con quelle tradizionali, dalle biblioteche cartacee ai libri di testo, anche sul piano metodologico. Per ottenere questo, se ne devono convincere in prima persona.” – L’insegnante del terzo millennio – La ricerca
    “Disporre di testo su supporto flessibile consente inoltre agli insegnanti di mettere in atto in prima persona gli interventi di adattamento previsti dai relativi protocolli per i libri di testo.” – Tecnologie_per_lo_sviluppo_umano_di_Guas.pdfIdee chiave:

  • Distinzione tra “lavoro” e “mestiere” della scrittura: La distinzione tra scrittura vincolata da tempi e obiettivi di mercato e la scrittura come espressione libera e creativa.
    “Da una parte il mestiere di scrivere, insomma, dall’altra il lavoro di scrittura.” – Excursus nel mercato della scrittura digitale, probabilmente incompleto | NUOVO PAVONERISORSE
    Rischio di “trivializzazione” della scrittura: L’uso di strumenti di intelligenza artificiale può portare ad una semplificazione eccessiva e ad un impoverimento della scrittura.
    “Vi è comunque un rischio di fondo, ovvero la trivializzazione, di cui ci siamo già occupati e che nel contesto della mercificazione della scrittura è rappresentabile come segue.” – Excursus nel mercato della scrittura digitale, probabilmente incompleto | NUOVO PAVONERISORSE
    Importanza del “pensiero computazionale” emancipato: Insegnare agli studenti a programmare non solo come una competenza tecnica, ma come uno strumento critico per comprendere il funzionamento delle tecnologie.
    “sarebbero necessarie modalità di istruzione molto diversa da quella attuale (prerequisito una visione emancipata e non adattiva del pensiero computazionale)” ? Tecnologie_per_lo_sviluppo_umano_di_Guas.pdf

    Insomma, siamo davvero di fronte a un dispositivo che può forse avere impieghi utili, almeno nel caso in cui si domini il campo di conoscenza su cui lo si utilizza, come assistente cognitivo per analisi, sintesi, confronto e incrocio di documenti già letti per parte umana. Quel che è certo è che è sempre più priva di fondamento ogni riduzione dell’intelligenza artificiale generativa a chatbot generalisti, addestrati su materiale non ben precisato.




Non avere fretta

di Marco Guastavigna

Tra i molti limiti di chi anela di occupare lo spazio culturale (ed economico) dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nei tre gradi di istruzione, vi è la grottesca indicazione di puntare sulla didattica conversazionale e sul prompt engineering. Con l’idea di fondo che imparare a dare le giuste imbeccate è un modo per mantenere il controllo e per far evolvere le proprie capacità di ragionamento.

Il fatto è che molti dispositivi si vanno a collocare ben oltre questo approccio. Oggi diamo uno sguardo a NotebookLM di Google, il cui compito è assistere nella presa di appunti e nella riflessione su testi, propri e altrui, compresi quelli presenti su internet. L’ambiente di lavoro comprende:

  • fonti, chiamate “origini”, riportate integralmente, ma anche oggetto di riepilogo automatico e “taggate” in funzione degli argomenti principali;
  • chat per conversare sui contenuti;
  • spazio per raccogliere le annotazioni.

In quest’ultimo è possibile raccogliere qualsiasi formulazione sia giudicata utile, ma soprattutto 5 articolazioni “standard”, compilabili in forma automatizzata:

Note automatizzabili

A titolo di esempio, riportiamo quanto prodotto a proposito di fonti che il lettore interessato può eventualmente scaricare, contenenti consigli su come scrivere per farsi capire. Si tratta di materiale estemporaneo, a cui il lavoro con NotebookLM ha cercato di dare un minimo di strutturazione di insieme.

Tavola dei contenuti – Scrittura efficace per la comprensione pubblica

Questo indice analizza quattro estratti di testi che trattano la scrittura efficace di testi informativi e argomentativi, focalizzandosi sulla chiarezza e sulla comprensibilità per un pubblico generico.

Estratto 1: “Come scrivere per gli studenti”

  • Sezione 1: Destinatario e obiettivi Definisce il pubblico di riferimento come studenti, non insegnanti.
  • Stabilisce due obiettivi principali: spiegare i concetti in modo esaustivo e rendere lo studio sostenibile e significativo.
  • Sezione 2: Struttura e organizzazione Propone una struttura modulare e ricorrente, facilmente riconoscibile.
  • Suggerisce un approccio “esposizione – analisi – attività didattiche” con complessità crescente.
  • Sezione 3: Linguaggio e stile Enfatizza la chiarezza, la precisione e la semplicità del linguaggio.
  • Raccomanda l’uso di titoli descrittivi, paragrafi strutturati e frasi brevi.
  • Sezione 4: Elementi visivi e formattazione Promuove l’uso di diagrammi, tabelle e punti elenco per una facile identificazione dei concetti.
  • Suggerisce l’uso di immagini con didascalie esplicative.

Estratto 2: “Come scrivere”

  • Sezione 1: Introduzione e pubblico Ribadisce l’importanza di rivolgersi a un pubblico generico, non a esperti.
  • Sottolinea la necessità di materiale chiaro e conciso per facilitare la comprensione immediata.
  • Sezione 2: Obiettivi specifici Si concentra sulla spiegazione di questioni specifiche (es. referendum).
  • Evidenzia l’importanza di spiegare chiaramente le domande e le conseguenze positive delle risposte.
  • Sezione 3: Struttura e linguaggio Promuove una struttura semplice e ricorrente, come l’approccio “frase topica – dettagli”.
  • Raccomanda l’uso di vocabolario preciso, paragrafi strutturati, frasi brevi e formattazione chiara.
  • Sezione 4: Elementi visivi e sintassi Suggerisce l’uso di diagrammi, tabelle, punti elenco e immagini con didascalie.
  • Fornisce indicazioni specifiche per una sintassi lineare e comprensibile.

Estratto 3: “Come scrivere di letteratura – e non solo – per gli studenti”

  • Sezione 1: Destinatario e obiettivi (identica all’Estratto 1 )Definisce il pubblico di riferimento come studenti, non insegnanti.
  • Stabilisce due obiettivi principali: spiegare i concetti in modo esaustivo e rendere lo studio sostenibile e significativo.
  • Sezione 2: Struttura e organizzazione (identica all’Estratto 1) Propone una struttura modulare e ricorrente, facilmente riconoscibile.
  • Suggerisce un approccio “esposizione – analisi – attività didattiche” con complessità crescente.
  • Sezione 3: Linguaggio e stile (identica all’Estratto 1 )Enfatizza la chiarezza, la precisione e la semplicità del linguaggio.
  • Raccomanda l’uso di titoli descrittivi, paragrafi strutturati e frasi brevi.
  • Sezione 4: Elementi visivi e formattazione (identica all’Estratto 1) Promuove l’uso di diagrammi, tabelle e punti elenco per una facile identificazione dei concetti.
  • Suggerisce l’uso di immagini con didascalie esplicative.

Estratto 4: “Come scrivere di politica per farsi capire”

  • Sezione 1: Introduzione e pubblico (identica all’Estratto 2) Ribadisce l’importanza di rivolgersi a un pubblico generico, non a esperti.
  • Sottolinea la necessità di materiale chiaro e conciso per facilitare la comprensione immediata.
  • Sezione 2: Obiettivi specifici (identica all’Estratto 2) Si concentra sulla spiegazione di questioni specifiche (es. referendum).
  • Evidenzia l’importanza di spiegare chiaramente le domande e le conseguenze positive delle risposte.
  • Sezione 3: Struttura e linguaggio (identica all’Estratto 2) Promuove una struttura semplice e ricorrente, come l’approccio “frase topica – dettagli”.
  • Raccomanda l’uso di vocabolario preciso, paragrafi strutturati, frasi brevi e formattazione chiara.
  • Sezione 4: Elementi visivi e sintassi (identica all’Estratto 2) Suggerisce l’uso di diagrammi, tabelle, punti elenco e immagini con didascalie.
  • Fornisce indicazioni specifiche per una sintassi lineare e comprensibile.

Domande Frequenti sulla Scrittura Chiara e Accessibile

Queste FAQ si basano sulle linee guida estratte da vari articoli su come scrivere in modo chiaro e comprensibile a un pubblico ampio, in particolare studenti o cittadini.

  1. A chi mi rivolgo quando scrivo un testo informativo o argomentativo?

Il tuo pubblico è costituito da persone che hanno bisogno di comprendere un argomento o una questione, non da esperti che già lo conoscono. Scrivi pensando a un lettore che si avvicina per la prima volta a questi concetti. Il tuo obiettivo è rendergli le informazioni accessibili e comprensibili, senza bisogno di eccessive spiegazioni aggiuntive.

  1. Quali sono gli obiettivi principali da tenere a mente durante la scrittura?

I tuoi obiettivi sono due:

  • Spiegare i concetti in modo completo ed esaustivo: il testo deve fornire tutte le informazioni necessarie per la comprensione, senza lasciare spazio a dubbi o ambiguità.
  • Rendere lo studio (o la lettura) sostenibile e significativo: il testo deve essere scorrevole, interessante e facile da assimilare, in modo da favorire un apprendimento profondo e non meccanico.
  1. Come posso strutturare il mio testo per renderlo più chiaro?

Utilizza una struttura snella e ricorrente, facilmente riconoscibile. Ad esempio, puoi iniziare con una frase topica che introduce l’argomento del paragrafo, seguita da dettagli e spiegazioni. Utilizza titoli e sottotitoli chiari e denotativi per suddividere il testo in sezioni e facilitare la navigazione.

  1. Quali accorgimenti linguistici posso adottare per rendere il mio testo più accessibile?
  • Lessico: utilizza un linguaggio preciso e specifico, ma evita termini tecnici o gergali che il tuo pubblico potrebbe non conoscere. Se devi utilizzare un vocabolario specifico, spiegalo chiaramente al primo utilizzo.
  • Sintassi: prediligi frasi brevi e lineari, con un ordine soggetto-verbo-complementi. Evita la forma passiva, la doppia negazione e le subordinate implicite. Utilizza connettivi forti ed espliciti per collegare le frasi e rendere chiaro il flusso logico del discorso.
  • Formattazione: utilizza grassetti, elenchi puntati, tabelle e diagrammi per evidenziare i concetti chiave, organizzare le informazioni e facilitare la lettura.
  • Immagini: le immagini possono essere un valido strumento per veicolare informazioni in modo immediato. Assicurati che le didascalie siano chiare ed esplicative del contenuto dell’immagine e del suo legame con il testo.
  1. Cosa devo evitare quando scrivo per un pubblico non esperto?
  • Metafore, perifrasi e riferimenti complessi: utilizza un linguaggio diretto e immediato, evitando figure retoriche che potrebbero confondere il lettore.
  • Informazioni superflue o ridondanti: limita il testo all’essenziale, evitando ripetizioni inutili o divagazioni che non aggiungono informazioni rilevanti.
  • Dare per scontate conoscenze pregresse: spiega sempre i concetti di base e il contesto culturale necessari per la comprensione del testo.
  • Esempi troppo complessi o difficili da comprendere: utilizza esempi concreti e pertinenti all’esperienza del tuo pubblico.
  • Forme impersonali, parentesi e incisi: mantieni un tono diretto e coinvolgente, evitando forme impersonali o costrutti grammaticali complessi.
  1. Qual è l’importanza dei titoli e dei sottotitoli?

I titoli e i sottotitoli sono fondamentali per guidare il lettore all’interno del testo. Devono essere chiari, concisi e indicare in modo esplicito l’argomento trattato nella sezione corrispondente.

  1. Qual è il ruolo delle immagini in un testo informativo?

Le immagini possono aiutare a spiegare concetti complessi in modo più immediato e a mantenere alto l’interesse del lettore. Scegli immagini significative e di alta qualità, accompagnandole sempre da didascalie esplicative.

  1. In sintesi, qual è il principio guida per scrivere in modo chiaro e accessibile?

Mettiti nei panni del tuo lettore! Scrivi un testo che tu stesso troveresti chiaro, interessante e facile da comprendere. Un testo ben scritto è un testo che riesce a comunicare efficacemente il suo messaggio a un pubblico ampio.

Breve analisi di linee guida per una scrittura efficace

Questi testi, pur variando leggermente nel contesto specifico (scrittura per studenti, scrittura politica), convergono su una serie di punti chiave per una comunicazione chiara ed efficace:

Pubblico e obiettivi:

  • Centralità del lettore: Il testo deve essere pensato per il suo destinatario finale (studenti, cittadini), non per esperti o intermediari. La chiarezza e la comprensibilità sono prioritarie. “Be clear that the text is addressed to children, not to teachers, whose task is didactic mediation” (“Come scrivere per gli studenti”).
  • Obiettivo di comprensione: Lo scopo principale è trasmettere informazioni e concetti in modo completo e facilmente accessibile, evitando tecnicismi superflui o digressioni complesse. “Explain the concepts comprehensively; interpretation should be reserved for the original texts” (“Come scrivere per gli studenti”).

Struttura e chiarezza:

  • Struttura lineare e modulare: Organizzazione chiara e ricorrente, con sezioni facilmente identificabili e un ordine logico che favorisca la comprensione. “The exhibition should be organized according to lean structures that recur in the individual segments that have the same function, easily recognizable” (“Come scrivere per gli studenti”).
  • Linguaggio diretto e preciso: Utilizzo di un linguaggio semplice e immediato, evitando metafore complesse, perifrasi o termini tecnici non essenziali. “The specific vocabulary must be precise and highlighted […] but the expository/explanatory language as a whole must be direct and immediate” (“Come scrivere per gli studenti”).
  • Sintassi lineare ed esplicita: Frasi brevi e concise, con uso preferenziale della forma attiva e di connettivi chiari per evidenziare i legami logici. “The syntax must be as linear as possible but at the same time make explicit all the logical connections with a use of ‘strong’ connectives” (“Come scrivere per gli studenti”).
  • Aiuti visivi: Utilizzo di diagrammi, tabelle, elenchi puntati e immagini per rendere le informazioni più immediate e facilmente comprensibili. “Diagrams, tables, bullet points, and all textual modalities suitable for scanning and easy identification of concepts […] must be used” (“Come scrivere per gli studenti”).

Elementi da evitare:

  • Passivo e doppie negazioni: Privilegiare la forma attiva e evitare costruzioni sintattiche complesse che possono rendere il testo di difficile comprensione. “The formulations must be in the ‘positive’ form: avoid the passive form, double negatives […] and all other forms of complication of an exposition that must be linear” (“Come scrivere per gli studenti”).
  • Informazione implicita: Esplicitare sempre le informazioni necessarie alla comprensione, senza dare per scontato che il lettore possieda conoscenze pregresse sull’argomento. “Explain on every occasion the cultural knowledge necessary for understanding; do not resort to implicit assumptions” (“Come scrivere per gli studenti”).

In sintesi:

Questi testi sottolineano l’importanza di una scrittura chiara, concisa e orientata al lettore, che metta al centro la comprensibilità e l’efficacia comunicativa. L’obiettivo è trasmettere informazioni e concetti in modo diretto e accessibile, utilizzando una struttura lineare, un linguaggio preciso e aiuti visivi per facilitare l’apprendimento.

Guida allo stile di scrittura chiaro e accessibile

Questa guida analizza i principi chiave per scrivere testi informativi e argomentativi chiari, concisi ed efficaci, rivolti a un pubblico generico.

Obiettivi principali:

  1. Chiarezza del pubblico: il testo deve essere indirizzato a un pubblico generale, non a esperti. L’obiettivo è rendere il contenuto comprensibile a chiunque, indipendentemente dalle conoscenze pregresse.
  2. Comprensibilità: il testo deve essere facilmente comprensibile, evitando termini tecnici, gergali o di difficile interpretazione.
  3. Efficacia comunicativa: il testo deve essere strutturato in modo logico e lineare, con un linguaggio diretto e immediato, per facilitare la comprensione del messaggio.

Struttura e organizzazione del testo:

  1. Struttura modulare: il testo deve essere suddiviso in sezioni e paragrafi brevi, con una struttura chiara e ricorrente, per facilitarne la lettura e la comprensione.
  2. Titoli esplicativi: i titoli devono essere chiari, concisi ed esplicativi del contenuto della sezione o del paragrafo, guidando il lettore nell’esplorazione del testo.
  3. Paragrafi brevi e focalizzati: ogni paragrafo dovrebbe concentrarsi su un unico concetto chiave, espresso nella frase iniziale (frase topica).
  4. Connettivi logici: utilizzare connettivi logici forti (perché, quindi, inoltre, tuttavia) per rendere esplicite le connessioni tra le frasi e i paragrafi.
  5. Sintassi lineare: preferire frasi brevi e lineari, evitando subordinate implicite e costruzioni complesse.
  6. Forma attiva: utilizzare la forma attiva del verbo, evitando la forma passiva.
  7. Verbi finiti: utilizzare verbi di modo finito, evitando forme impersonali.
  8. Evitare elementi di distrazione: evitare l’uso di parentesi, incisi, note a piè di pagina e altri elementi che possono distrarre il lettore dal flusso principale del testo.
  9. Spiegare i concetti chiave: spiegare in modo chiaro e conciso tutti i concetti chiave, evitando di dare per scontate conoscenze pregresse da parte del lettore.

Elementi di supporto alla comprensione:

  1. Evidenziazione tipografica: utilizzare grassetto, corsivo ed elenchi puntati o numerati per evidenziare i concetti chiave, le parole chiave e i punti principali del testo.
  2. Immagini e grafici: utilizzare immagini, grafici e tabelle per illustrare i concetti complessi e rendere il testo più accattivante.
  3. Didascalie esplicative: fornire didascalie chiare ed esaustive per immagini, grafici e tabelle, spiegando il loro contenuto e la loro rilevanza rispetto al testo.

Quiz

Istruzioni: rispondere alle seguenti domande in 2-3 frasi.

  1. Qual è l’importanza di considerare il pubblico di riferimento nella scrittura di un testo informativo o argomentativo?
  2. Descrivere la struttura ideale di un paragrafo secondo le indicazioni della guida.
  3. Perché è importante utilizzare i connettivi logici nella scrittura di un testo? Fornire alcuni esempi di connettivi logici “forti”.
  4. Spiegare la differenza tra la forma attiva e la forma passiva del verbo e indicare quale delle due è preferibile in questo stile di scrittura.
  5. Quali sono i vantaggi dell’utilizzo di elenchi puntati o numerati in un testo informativo o argomentativo?
  6. Perché è importante evitare l’uso di parentesi, incisi e note a piè di pagina in questo stile di scrittura?
  7. Come si possono utilizzare le immagini e i grafici per migliorare la comprensibilità di un testo?
  8. Qual è l’importanza delle didascalie per immagini, grafici e tabelle?
  9. Cosa significa “spiegare i concetti chiave” in un testo informativo o argomentativo?
  10. Riassumere i tre obiettivi principali di questo stile di scrittura.

Chiave di risposta del Quiz

  1. Considerare il pubblico di riferimento è fondamentale per adattare il linguaggio, il tono e la complessità del testo alle sue capacità di comprensione. Un testo destinato a un pubblico generico dovrà utilizzare un linguaggio semplice e chiaro, evitando termini tecnici o specialistici.
  2. Un paragrafo ideale inizia con una frase topica che introduce il concetto chiave. Seguono poi frasi di supporto che sviluppano e approfondiscono il concetto, fornendo esempi, evidenze o spiegazioni.
  3. I connettivi logici sono importanti perché rendono esplicite le relazioni logiche tra le frasi e i paragrafi, migliorando la coesione e la coerenza del testo. Esempi di connettivi logici “forti” sono: perché, quindi, inoltre, tuttavia, invece, infatti, in conclusione.
  4. La forma attiva del verbo (es. “Marco mangia la mela”) mette in evidenza il soggetto che compie l’azione, mentre la forma passiva (es. “La mela è mangiata da Marco”) mette in evidenza l’oggetto che subisce l’azione. In questo stile di scrittura è preferibile la forma attiva perché è più diretta, concisa e facile da comprendere.
  5. Gli elenchi puntati o numerati aiutano a organizzare le informazioni in modo chiaro e schematico, facilitando la lettura e la memorizzazione.
  6. Parentesi, incisi e note a piè di pagina interrompono il flusso del discorso principale, distraendo il lettore e rendendo il testo più frammentato e difficile da seguire.
  7. Immagini e grafici possono essere utilizzati per illustrare concetti complessi, semplificando la loro comprensione e rendendo il testo più accattivante e meno pesante.
  8. Le didascalie sono importanti perché forniscono un contesto alle immagini, ai grafici e alle tabelle, spiegando il loro contenuto e la loro rilevanza rispetto al testo.
  9. Spiegare i concetti chiave significa definirli in modo chiaro e conciso, evitando di dare per scontate conoscenze pregresse da parte del lettore. Se necessario, fornire esempi o analogie per facilitare la comprensione.
  10. I tre obiettivi principali di questo stile di scrittura sono: chiarezza del pubblico, comprensibilità ed efficacia comunicativa.

Domande per Saggio

  1. Analizzare l’importanza della scelta del lessico nella scrittura di testi informativi e argomentativi rivolti a un pubblico generico.
  2. Discutere i vantaggi e gli svantaggi dell’utilizzo di uno stile di scrittura “semplificato” nella comunicazione scientifica e accademica.
  3. In che modo l’uso di elementi visivi (immagini, grafici, tabelle) può contribuire a rendere più efficace la comunicazione di informazioni complesse?
  4. Esplorare le sfide e le opportunità dell’utilizzo di un linguaggio chiaro e accessibile nella stesura di testi politici o di propaganda.
  5. Riflettere sull’importanza della chiarezza e della semplicità nella scrittura in generale, al di là dei contesti specifici analizzati nella guida.

Glossario

    • Frase topica: frase che esprime l’argomento principale di un paragrafo.
    • Connettivi logici: parole o frasi che collegano logicamente le frasi e i paragrafi, come “perché”, “quindi”, “inoltre”, “tuttavia”.
    • Forma attiva: forma verbale in cui il soggetto compie l’azione (es. “Marco mangia la mela”).
    • Forma passiva: forma verbale in cui il soggetto subisce l’azione (es. “La mela è mangiata da Marco”).
    • Elenchi puntati o numerati: elenchi di elementi o informazioni organizzati in modo schematico.
    • Didascalia: testo che accompagna un’immagine, un grafico o una tabella, spiegandone il contenuto.
  • Concetti chiave: idee o informazioni fondamentali per la comprensione di un testo.

Sempre a titolo di esempio, riportiamo una chat, interamente gestita dal dispositivo, che suggerisce le domande e fornisce le risposte.

Prompt: Descrivere almeno tre caratteristiche che, secondo l’autore, dovrebbe avere un testo indirizzato agli studenti.

Risposta: Un testo destinato agli studenti dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:

  • Chiarezza ed essenzialità: Il testo deve essere chiaro e diretto, evitando informazioni superflue o ridondanti. L’obiettivo è trasmettere i concetti essenziali in modo accessibile agli studenti, senza banalizzare il contenuto.
  • Struttura lineare e organizzata: Il testo dovrebbe essere strutturato in modo logico e lineare, con paragrafi brevi e concisi, frasi brevi e l’uso di connettori forti per esplicitare i legami logici tra le frasi. Titoli chiari e descrittivi, un uso coerente di grassetto e corsivo per evidenziare i concetti chiave e una struttura gerarchica chiara dei paragrafi faciliteranno la comprensione e la memorizzazione.
  • Aiuti visivi e linguaggio semplice: È consigliabile utilizzare elementi visivi come diagrammi, tabelle e immagini con didascalie chiare per facilitare la comprensione. Il linguaggio dovrebbe essere semplice e diretto, evitando termini tecnici complessi o metafore.

Prompt: Quale forma verbale dovrebbe essere preferita e perché?

Risposta: La forma verbale che dovrebbe essere preferita è quella finita. Si dovrebbero evitare le forme verbali implicite subordinate. Questo perché l’obiettivo è quello di scrivere in modo chiaro e lineare, in modo che il testo sia facile da capire per tutti. Si dovrebbe usare una sintassi lineare e rendere esplicite tutte le connessioni logiche. La forma soggetto-verbo-complementi è preferibile, perché riflette la “grammatica delle storie semplici”, con uno sviluppo cronologico lineare.

Ovviamente, l’indicazione di metodo non è certo di abbandonarsi fiduciosi all’automatizzazione, ma quella di prendere le distanze da chi sembra aver tenuto conto solo delle prime versioni di ChatGPT e su questo aver costruito addirittura ipotesi di curriculum.