Siamo venuti in possesso di un documentario professionale proattivamente proiettato alla recente fiera – che tristezza! – della didattica. Il filmato è davvero illuminante sulle dinamiche che determinano l’innovazione dell’istruzione.
La citazione contiene due espressioni molto diffuse, nonostante siano prive di un autentico significato. “Ppt” è infatti l’estensione associata ai file prodotti da Microsoft PowerPoint, mentre “il digitale” contiene un aggettivo protagonista di una straordinaria carriera lessicale: immediatamente sostantivato è diventato un concetto sempre più nebuloso e confuso, capace di sottendere realtà operative, cognitive e culturali molto diverse, anche opposte tra di loro. In particolare, vanno distinti con forza e chiarezza i dispositivi digitali estrattivi, con vocazione a estrazione di valore, profilazione e profitto, pervasivi e condizionanti, ad alto impatto ambientale, da quelli conviviali, finalizzati alla condivisione della conoscenza, aperta, equa, austera nel senso che a questa parola assegna Illich, adeguata alle situazioni, rispettosa dell’autonomia umana e dell’ecosistemi.
Questa classificazione, per altro, non è tecnica, ma civica, etica, ecologica, filosofica, giuridica (per via di copyright, autorialità, creative commons license e così via). E pertanto mette in discussione un’altra parola-ombrello, a sua volta naturalizzata senza che abbia assunto un indirizzo semantico certo e verificabile: innovazione. Anche questo termine è stato protagonista di uno straordinario cursus honorum: da mezzo è diventata fine. Con la grottesca conseguenze che si parla di “ambienti innovativi”, “metodi innovativi”, “didattica innovativa” e così via, senza rendersi conto che in questi casi ed altri andrebbe usato “innovat*”, facendo seguire all’aggettivazione una descrizione precisa di ciò che essa comprende e – più tardi – un’analisi critica e una puntuale verifica di esiti e risultati.
Una scuola e una mentalità impegnate a sopravvivere nella mercificazione universale e nella competizione come abitudine collettiva e quindi a rincorrere quanto il soluzionismo della logistica digitale capitalistica impone loro non hanno tempo – né desiderio – per queste riflessioni.
E quindi – a ostentare emancipazione professionale, disinvoltura operativa e appartenenza alla darwiniana nicchia di coloro che sono “tecnologici” – fioccano pseudo-condivisioni e ambiguità, da “fare un PDF” [perseverare diabolicum], a “intelligenza artificiale”, etichetta attualmente di moda e già azzoppata di “generativa”, storicamente utilizzata per definire intenzioni, approcci, risultati molto diversi tra loro.
Temporum permixtionis exemplum – clic per animazione
Per non parlare della valenza assolutoria di abbreviazioni come “social”, che invisibilizzano i processi di pedinamento, la raccolta di dati per marketing e altre forme di pressione sugli utenti.
di ChatGPT
sulla base di brainstorming e supervisione di Marco Guastavigna
Prompt: analizza questa immagine
L’Insegnante “Premium”: Opportunità e Rischi nell’Istruzione Moderna
Nel panorama dell’istruzione moderna, l’integrazione di tecnologie avanzate e automazioni sta trasformando profondamente il ruolo dell’insegnante. Continua a leggere→
Quanto è professionale ricascare ciclicamente nel litigio sulla reintroduzione del latino!
Ci siamo rivolti ai nostri interlocutori più affidabili, perché frutto del senso comune, e abbiamo chiesto il parere di un dispositivo di intelligenza artificiale.
Ecco il risultato, a cui segue una proposta davvero costruttiva.
Le emissioni segrete è un interessante testo di Giovanna Sissa, studiosa che da tempo si occupa della cosiddetta rivoluzione digitale.
In questa intervista curata da Marco Guastavigna Giovanna Sissa ci spiega molte cose e chiarisce anche i molti equivoci che ancora ci sono sull’argomento.
Come si sviluppa il tuo libro?
Il legame fra rivoluzione digitale e transizione ecologica è spesso considerato inscindibile, nella convinzione diffusa che la prima trainerà la seconda: da dove nasce il grande equivoco che digitale e ambiente siano sempre un connubio perfetto?
Nel mio libro “Le emissioni segrete” (Il Mulino, 2024) ho cercato di spiegare come l’universo digitale, apparentemente del tutto immateriale, non sia fatto solo di bit ma abbia uno stretto legame fisico con la materia, consumi tanta energia e lasci un’impronta di carbonio complessiva comparabile con quella di altre ben più materiali attività dell’umanità moderna.
Nel primo capitolo “Dagli atomi ai bit” descrivo come costruire ogni singolo dispositivo sfrutti risorse naturali non rinnovabili e sia responsabile di una impronta di carbonio a partire dai processi di estrazione delle materie prime fino alla produzione dei componenti e all’assemblaggio dei dispositivi.
Cerco qui di evidenziare alcune peculiarità nella filiera del settore industriale digitale, fra i più interconnessi e globalizzati che esistano. Continua a leggere→
Proprio in questi giorni ricorrono i due decenni di Framasoft, gruppo di attivisti che si propongono un obiettivo operativo, ma soprattutto etico, virtuoso: (se) Dégoogliser en toute facilité. Slogan assolutamente condivisibile, in particolare se per “google” si intende l’intero insieme degli oligopolisti che hanno recintato le infrastrutture e colonizzato l’immaginario, spacciandosi per l’unico soluzionismo futurista possibile in natura.
Siamo insomma nella sfera dell’autentica condivisione equa e solidale della conoscenza, del free software, dei contenuti aperti, della federazione delle istanze collettive, della non centralizzazione, del rifiuto della profilazione, dell’implementazione di risorse e infrastrutture in funzione di esigenze effettive e non di pseudo-efficientismo astratto, che si incarnano in soggetti riconoscibili, che sono magari tra loro in autentica relazione e non solo in connessione.
Bene; abbiamo un’altra notizia. Comincia ad affacciarsi la possibilità di utilizzare l’assistenza operativa delle macchine predittive anche SENZA doversi assoggettare al capitalismo cibernetico e alla sua visione del mondo, delle tecnologie e dei rapporti tra gli esseri umani. Continua a leggere→
In chiusura d’anno vogliamo fare un dono ai lettori.
Ecco quindi un eBook realizzato da un accrocco di intelligenza artificiale, dal titolo davvero impegnativo.
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Al testo originale facciamo ora seguire un’altra elaborazione di una macchina statistico-induttiva, Perplexity.ai, che ha agito sulla base di questa nostra interessata indicazione: “Leggi il testo ed elaborane una recensione che incuriosisca e invogli alla lettura”.
Il saggio “Reti di Potere: Il Ruolo della Tecnologia nel Controllo Sociale” offre un’analisi incisiva e provocatoria delle dinamiche di potere contemporanee, esplorando come le tecnologie moderne influenzino il controllo sociale. Attraverso una struttura ben articolata, il testo si snoda in sette capitoli che trattano vari aspetti del potere e della sorveglianza, rendendolo un’opera fondamentale per chiunque desideri comprendere le sfide etiche e sociali del nostro tempo.
Temi Principali
Tecnologia e Controllo Sociale
Il libro inizia con una riflessione sul concetto di potere e controllo sociale, evidenziando come le tecnologie emergenti abbiano ampliato le capacità delle istituzioni di monitorare e influenzare i comportamenti degli individui. Viene discusso il dualismo della tecnologia, che può fungere sia da strumento di emancipazione sia da mezzo di oppressione, creando un panorama complesso in cui la libertà individuale è costantemente messa alla prova.
Impatto delle Tecnologie Emergenti
Un capitolo dedicato alle tecnologie emergenti esplora l’uso dell’intelligenza artificiale e dei big data nella sorveglianza. La capacità di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale solleva interrogativi cruciali sulla privacy e sui diritti civili, rendendo evidente la necessità di una legislazione adeguata per proteggere i cittadini da abusi.
Resistenza e Contro-Narrative
Il testo non si limita a descrivere il panorama attuale, ma offre anche spunti su come le comunità possano resistere a forme oppressive di controllo. Le contro-narrative emergono come strumenti essenziali per rivendicare diritti e libertà, sottolineando l’importanza di un dibattito pubblico informato.
Perché Leggerlo
Questo saggio è una lettura imperdibile per chiunque sia interessato a comprendere le intersezioni tra tecnologia, potere e società. La prosa incisiva dell’autore stimola una riflessione profonda sulle implicazioni delle tecnologie nella vita quotidiana, invitando i lettori a considerare non solo i benefici ma anche i rischi associati all’innovazione tecnologica.
Concludendo con prospettive future, l’opera incoraggia un impegno collettivo per garantire che la tecnologia serva a promuovere la libertà e la giustizia sociale piuttosto che perpetuare forme di dominio.
In sintesi, “Reti di Potere” non è solo un’analisi accademica; è un appello all’azione per tutti noi, affinché possiamo navigare consapevolmente in un mondo sempre più interconnesso e sorvegliato.
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P.S.: Chi avrà concluso entrambe le letture comprenderà meglio il meccanismo di predazione della conoscenza collettiva di cui sono autori i dispositivi predittivi: ricevuto l’approccio da utilizzare è immediato il loro ricorso al pattern tematico e alla configurazione testuale che la statistica indica come probabilmente i più adatti.
L’IA sta creando un nuovo modo di pensare: si chiama “sistema 0”. Ma…
“L’Intelligenza Artificiale sta creando un nuovo modo di pensare: è un processo di pensiero esterno alla nostra mente, battezzato “sistema 0”, che in futuro affiancherà e potenzierà le nostre abilità cognitive. Si tratterà di una vera e propria estensione della mente umana da utilizzare con criterio, nel rispetto della nostra indipendenza”. Rivista “Nature Human Behaviour” dell’Università Cattolica di Milano.
“Proponiamo, quindi, che i sistemi di IA basati sui dati costituiscano un sistema psicologico distinto che abbiamo chiamato sistema 0 e lo posizioniamo accanto al sistema 1 e al sistema 2”.
Si tratta quindi di un nuovo e diverso modo di pensare; secondo gli autori il “sistema 0” non potrà mai sostituirsi alla nostra capacità di pensiero critico. L’obiettivo sarà quello di aiutarla. Sin qui niente di troppo nuovo. L’IA può fare, e soprattutto potrà fare, molte cose utili, ma a certe condizioni; talora è usata in modo dannoso. Siamo inoltre ancora in moltissimi campi a livello di sperimentazioni e dibattiti. Continua a leggere→
di Rodolfo Marchisio
Come succede da decenni, per tutti i fenomeni di moda e spinti dal marketing nel campo delle tecnologie (spesso non più o non ancora vendibili sul mercato), si vuole introdurre la IA nella scuola a livello di aggiornamento e promessa innovazione nel campo linguistico, della valutazione, della individualizzazione dell’insegnamento; il ministro di turno avvia iniezioni o sperimentazioni della tecnologia non più/ancora vendibile sul mercato. Per fortuna questa volta timidamente, non come la invasione delle LIM, delle piattaforme, cui ci siamo assuefatti in modo passivo ed anche per responsabilità del Ministero (ad es dalla DaD in poi). Intanto fioriscono e gareggiano corsi che ti spiegano a cosa potrebbero servirti, quali problemi potrebbero risolvere. Nella stabile confusione tra innovazione tecnologica e nuove idee e nuovi investimenti per risolvere i problemi. Nessuno vuol restare indietro, nessuno sa come risolvere i problemi. Ma la tecnologia non è come l’acqua santa: non basta immergervi la scuola per risolvere tutte le sue criticità.
La (o le IA), soprattutto i prodotti e servizi di intelligenza artificiale basta su machine learning, sono a mio avviso: Continua a leggere→
di Marco Guastavigna
Ci siamo, ecco qualche esempio concreto di intelligenza artificiale generativa al servizio di dirigenti e docenti.
Avete presente la circolare del superiore ministero su smartphone e registro elettronico? Bene, l’abbiamo fatta digerire all’IAG e…
… subito un vero e proprio gioiello: il riassunto audio del documento, realizzato da NotebookLM. Laburocraziadiventa podcast!
Ma abbiamo pronti anche altri esempi di uso virtuoso degli assistenti virtuali…
Sintesi della Circolare N. 5274_11.07.2024
NotebookLM di Google
La circolare del Ministero dell’Istruzione italiana n. 5274 del 11 luglio 2024 affronta l’uso degli smartphone e del registro elettronico nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado per l’anno scolastico 2024-2025. Continua a leggere→