Democrazia (etero)diretta

di Marco Guastavigna

Intervengo sollecitato da una domanda di Reginaldo Palermo: chi ci governa davvero? Facebook?
Rispondo subito, quasi seccamente: la governance è esercitata da chi sa meglio utilizzare gli strumenti manipolatori su cui è costruita la platform society. E questo vale anche per molte forme di pseudo-opposizione.
Ora argomento.

Come accennato in un’altra occasione, le mie letture si concentrano da tempo sulla critica radicale alla società che riceve forma ed espressione dalle piattaforme di intermediazione ad intenzionalità capitalistica, basate sull’estrazione di dati, sulla profilazione dei prosumer, sulla previsione e sull’induzione/ingiunzione di comportamenti, prevalentemente commerciali, ma anche – appunto – politici.

Questo panorama generale richiede alcune precisazioni molto nette.

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Azzolina: la Ministra che lavora giorno e notte

di Aristarco Ammazzacaffè

Mentre aspettiamo frementi i risultati sugli Stati addirittura Generali dell’addirittura Presidente Giuseppe Conte (siamo un paese che ama le esagerazioni), ci tocca anche preoccuparci della nostra Ministra che  – come lei stessa ha dichiarato (diretta su Skuola.net, scorsa settimana) – per star dietro a tutti i suoi impegni, lavora giorno e notte per riportare gli studenti a scuola.

E questo, volendo, allarma. Perché se non dorme, né notte né giorno, uno si chiede: come fa? E soprattutto: cosa fa? Tanto che poi, chi si è fatto la domanda, fa due più due e capisce: scuole chiuse, anche quando tutto riapriva; apologia della DaD quando ormai non se ne poteva più, le uscite apodittiche sulla valutazione negli scrutini finali dove il quattro è quattro e l’otto, otto (e non ci sono santi, sia ben chiaro; vietato categoricamente ogni inversione!); e ancora: tempi e prove dei concorsi che aspettano ancora decisioni definitive, linee guida per la riapertura delle scuole che evocano addirittura antichi miti come l’araba fenice.

Tutti segnali – a raffica – che la Ministra comunque c’è  e che gli studenti – a cui lei pensa sempre e ovunque   e che comunque non sono imbuti da riempire, (ma almeno, si arguisce, barrique: a dir poco); gli studenti, dicevo, le sono vicini e le scrivono in tantissimi – tanti quanti – per esprimerle gratitudine (per dire!),  ma anche per sostenerla nel suo lavoro e darle consigli che lei puntualmente annota sul suo diario che le invierà a breve il Gruppo Ufficiale ‘Bimbi di Azzolina’ (“non ci crederete, ma è vero ….”, Adriano Celentano 1968?).

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Gli spazi cittadini per la scuola

di Stefano Stefanel

I dirigenti scolastici dei diciannove istituti scolastici del primo e del secondo ciclo del Comune di Udine (tra cui io), tutti inseriti nell’Ambito 8 del Friuli Venezia Giulia, hanno inviato la lettera che riporto nel riquadro.

La lettera ha avuto una vasta eco a livello locale (ne hanno parlato tutti gli organi di stampa, i social, le televisioni e le radio locali, TG3 regionale incluso). Stanno arrivando le prime risposte e le prime disponibilità e pertanto l’Ambito ha deciso di delegare a quattro dei diciannove dirigenti il compito di trattare con le istituzioni e i privati a nome di tutti. Reginaldo Palermo mi ha scritto: “Mi faresti una nota di taglio pedagogico?” E quindi aderisco volentieri alla sollecitazione di un caro amico e di un uomo di scuola. Il nostro pensiero pedagogico è molto semplice: non sappiamo come rientreremo a settembre, ma faremo di tutto per rientrare tutti insieme. Per fare questo è necessario fin da ora avere a disposizione grandi spazi in modo da poterci dividere, se necessario. Ma ci vuole tempo e quindi vogliamo delle risposte per attrezzarci.

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Rientro a scuola, il declino del riformismo del M5S

arcobalenodi Gianfranco Scialpi

Rientro a scuola, il riformismo che aveva caratterizzato il M5s si è affievolito. Direi azzerato.
La conferma viene da una deputata del Movimento. Quanta distanza con la proposta di legge che intendeva abrogare le classi pollaio, il contratto di governo giallo-verde e i venti punti programmatici per la nascita del Conte-bis.

 

Rientro a scuola, si ripete il il copione: tra il dire e il fare…

Il rientro a scuola a settembre pare certo. La cautela è d’obbligo. Occorre aggiungere che la riapertura non garantirà lo svolgimento e la conclusione dell’anno scolastico 2020-21 nella modalità attuata a settembre.
Tutto dipenderà dalla curva epidemica. I mesi critici saranno quelli tra dicembre e febbraio. Fatta questa premessa, la mia riflessione si concentra sull’esaurirsi della “spinta propulsiva” che aveva caratterizzato il M5S.
L’emergenza sanitaria e soprattutto la disponibilità di ingenti risorse economiche hanno creato le condizioni per una riforma della scuola, iniziando dall’aula devastata dall’obbrobrio delle classi pollaio imposto dalla scuola dal duo Gelmini/Tremonti.

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Galli Della Loggia, come un Salvini qualsiasi

ripresa_scuoladi Raimondo Giunta

Ernesto Galli della Loggia sa come va il mondo e come va raddrizzato e ne ha per tutti quelli che non sanno quello che fanno e il danno che fanno.
A cominciare dal Papa, al quale in più di un intervento ha spiegato dove e come sbaglia, per finire ai sindacati scuola e soprattutto alla Cgil-Scuola, che si permette di avere come segretario “un tizio che palesemente in vita sua non si è seduto dietro una cattedra neppure per un’ora”.
Ha praticamente tolto le parole a Salvini, secondo cui la CGIL comanda in Italia.
E se comanda in Italia, chiaramente comanda al Ministero della Pubblica Istruzione.
Mai attacco ai sindacati è stato così violento e volgare.
Provo a mettere le cose in ordine e lo farò da uomo di scuola, che è stato dietro una cattedra per 17 anni e per 21 anni in una presidenza.
1) La scuola è una comunità educativa e da ciò consegue che un sindacato che si rispetti, confederale direi, deve rappresentare unitariamente il mondo che vi lavora: docenti e personale Ata. Al sottoscritto andava bene anche i presidi, ma il mio parere non contava niente

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Classi pollaio, la Ministra Azzolina le ha dimenticate!

matitadi Gianfranco Scialpi

Classi pollaio, la Ministra Azzolina si è sempre opposta alle classi pollaio.
Ora però non ne parla più.
Il suo silenzio, ma sopratutto la sua inazione preoccupa, ipotizzando uno scenario molto preoccupante.

Classi pollaio, la Ministra Azzolina chiedeva l’abolizione

Classi pollaio, la Ministra Azzolina, prima di essere un politico è un insegnante (Dirigente Scolastico in pectore).
La sua esperienza personale ha favorito una netta opposizione alla iattura pedagogica voluta dal duo Gelmini-Tremonti (2008-2009).
In diverse interviste ha sempre manifestato un forte dissenso verso il sovraffollamento delle classi. Soluzione organizzativa che disattende l’articolo 3 comma 2 della nostra Costituzione che impegna la Repubblica a rimuovere “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Le classi pollaio invece, costituiscono un palese ostacolo creato dalla Repubblica, confermato da diverse sentenze di tribunali amministrativi (Molise, Sicilia, Campania…) e del Consiglio di Stato (2011).
Purtroppo queste nel nostro ordinamento giuridico non hanno alcuna valenza legislativa. L’impegno della Ministra Azzolina ha avuto come suo culmine la Proposta di legge (5 luglio 2018) che presenta lei come prima firma.

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Modeste proposte per prevenire (e per riaprire)

ripresa_scuoladi Stefano Stefanel

L’emergenza coronavirus non permette di vedere con chiarezza come sarà il futuro, sia quello immediato pre-vaccino, sia quello lontano post-vaccino. Alcuni concetti però si sono chiariti, di là da qualsiasi previsione si potesse fare durante la fase pre-pandemica. Riguardano punti cardine della scuola italiana, ma anche della vita sociale e richiedono un’attenta ed equilibrata progettazione per entrare a pieno titolo nel mondo scolastico.

Credo possa essere utile guardare avanti e vedere, dentro tutte le possibili prospettive e soluzioni, quali innovazioni possiamo introdurre fin da subito nel sistema scolastico e quali elementi possono aiutare a curvare il sistema scolastico, anche per dare risposte sensate a un futuro vicino, ma ignoto e temibile.

Il sistema scolastico italiano ha tenuto in modo inatteso durante l’emergenza e i docenti di tutti gli ordini scolastici si sono dimostrati categoria molto più forte, resistente, resiliente, flessibile e concreta di quanto ci si potesse aspettare dall’interno del sistema, ma anche certamente di come supponeva fosse chi la giudicava dall’esterno. C’è un’opinione pubblica oggettivamente colpita dal grande senso di responsabilità e dal grande senso dello Stato dimostrato dalla scuola italiana e questo è un elemento che va giocato bene in funzione della ripartenza. Da varie parti vengono prospettate possibili soluzioni soprattutto sul rientro a settembre a scuola e, giustamente, non ci si avventura in territori più lontani, viste le grandi difficoltà a definire scenari futuribili dentro una simile e inedita pandemia. Ci sono idee che riguardano gli spazi, i materiali, i distanziamenti, i turni, la didattica, i tempi, ecc.: dentro questa enorme variabilità possono trovare cittadinanza delle considerazioni che aprono al lungo periodo, pur avviandone l’attuazione nel breve periodo. Queste “proposte” possono aiutare a gestire le emergenze immediate e anche a modificare il futuro della scuola italiana. Alcuni di questi argomenti toccano alla base proprio l’organizzazione e la struttura della scuola pre-pandemia e dunque devono essere attentamente studiati per produrre soluzioni aperte verso un futuro che, comunque vada, è incerto.

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