INSEGNANTI E ALUNNI DISTANTI: quali connessioni possibili?

io_noidi Ilaria Pollono e Massimo Giugler Le nostre scuole sono oramai chiuse da un mese e lo resteranno per almeno altrettanto tempo. Che è successo, che sta succedendo nelle famiglie e come si è organizzata la scuola in questo breve periodo? Per entrambi, ci pare di capire, la situazione appare molto variegata e non solo in base all’età dei minori o al livello di scolarità, ma in relazione a numerose significative variabili. A casa: gli spazi interni ed esterni e  le tecnologie a disposizione, il numero di componenti in famiglia, la presenza o meno dei genitori.  A scuola: la visione del ruolo di insegnante, la possibilità di scambiare con i colleghi le competenze informatiche, le idee di riprogettazione, la disponibilità di tecnologie. UN CAMBIAMENTO IMPROVVISO NEL PROCESSO DI CRESCITA DI BAMBINI E RAGAZZI

In questa dimensione, anche se in misura diversa, gli studenti sono quelli più disorientati, bambini e ragazzi ai quali viene chiesto un cambiamento radicale che si sostanzia nel blocco delle attività di gruppo (sia esso il gruppo classe, il gruppo di amici, il gruppo sportivo/ricreativo) con la conseguente interruzione del processo di socializzazione. Ciò, correlato alla recente disposizione governativa che stabilisce di rimanere in casa (teniamo conto che per i minori la restrizione è maggiore, perché non possono uscire, come gli adulti, per fare spese per esempio). Continua a leggere l’articolo 

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Terza settimana di scuole chiuse. La scuola della vicinanza

arcobalenodi Raffaele Iosa

Inizia stamattina la terza settimana, in qualche regione la quarta, di scuole chiuse. Il corona virus imperversa. Ai nostri ragazzi tocca non solo stare a casa da scuola ma anche stare a casa e basta. Questo isolamento e assenza dalle strade quotidiane costa molto a noi ma ancora di più a loro.

E più si va avanti nel tempo più costerà. Ma anche insegnerà nuovi e antichi valori dell’esistenza, come il dolore, la speranza, la resilienza assieme alla rabbia, alla noia, all’anomia.

In questo periodo sono tornato a modo mio a lavorare: decine di messaggi fb, molte telefonate, ho letto l’iradiddio di idee, visto materiali i più vari mandatimi da insegnanti. Detesto questa maledetta pensione che mi vorrebbe “in quiescenza”. Quindi fin che posso parlo e scrivo, appassionato dallo straordinario (inatteso e unico nella storia) evento collettivo di apprendimento sul campo che la grandissima parte degli insegnanti sta facendo per rispondere all’emergenza, inventandosi cose di tutti i colori per salvare una relazione con i loro bambini e ragazzi. Uno slancio pedagogico vero, che rende questa fase opposta rispetto alla tradizione: impariamo facendo non ascoltando, lavoriamo più che a scuola, non riusciamo a levarci via l’assenza. Di loro.   Continua a leggere

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Didattica a distanza: tanti docenti fanno i salti mortali, ma c'è chi invoca il CCNL

arcobalenodi Marco Bollettino

Due cose mi fanno molto “male” delle polemiche sulla #didatticaadistanza.

La prima è che mentre la STRAGRANDE maggioranza dei docenti sta facendo i SALTI MORTALI per assicurare il diritto all’istruzione ai loro studenti, imparando ad usare, senza formazione pregressa, piattaforme mai viste fino al giorno prima, magari a pochi mesi dalla pensione, e comunque sempre lavorando molto più di prima perché le lezioni online non si improvvisano, bene, mentre accade tutto questo, l’immagine del docente che filtra all’esterno è quella dell’impiegato statale, col posto e lo stipendio assicurato, che vorrebbe starsene a casa in pace ma è importunato dal Ministero cattivo che lo costringe a lavorare. NON è così. La stragrande maggioranza dei docenti sta affrontando la didattica a distanza con serietà, dedizione, impegno, empatia e grandissimo senso del dovere.

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La fragilità degli studenti

matitadi Stefano Stefanel Il punto di partenza me l’ha dato l’amico Piervincenzo di Terlizzi con un messaggio via whatsapp: “Poi verrà il momento di capire tutto questo: con l’aiuto di famiglie e ragazzi”. Il pensiero agli studenti di oggi è un pensiero alla loro fragilità esistenziale, messa alla prova da un evento epocale, che nessuno aveva immaginato. Su quello che sta succedendo suggerisco di leggere il completamente condivisibile articolo di Paolo De Nardo (La scuola dopo il Covid-19, www.edscuola.it, 18 marzo), l’ottimo intervento di Ariella Bertossi (Covid-19: come si rovescia il sistema, www.edscuola.it, 14 marzo) oltre ai testi ministeriali, in primo luogo la Nota n° 388 del 17 marzo firmata dal Direttore generale Marco Bruschi, con annesse le reazioni dei sindacati (Richiesta ritiro nota n° 388 del 18 marzo), quelle di alcuni dirigenti scolastici (Comunicato stampa: La scuola non è dei sindacati, è degli studenti del 18 marzo), quelle di Anp (Pavlov è vivo, 18 marzo). Ciò che appare evidente in tutto questo è che il sistema scolastico italiano è mutato in meno di un mese e si trova a fare i conti con la instabilità del futuro. In questo mutamento epocale della scuola e della società in cui tutte le priorità si sono ribaltate i giovani in età scolare (dai 3 ai 19 anni) sono quelli più esposti alla perdita di punti di riferimento. Quindi sono i più fragili. La loro fragilità nasce dalla mancanza di esperienze pregresse utili a leggere il tempo presente: chi è avanti negli anni “ne ha viste molte”, come si dice e cerca di comprendere in che modo inserire nella sua vita questo avvenimento. Chi, invece, ne ha viste poche non sa da che parte girarsi. Continua a leggere

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Ripensare le pratiche didattiche, dalla "lezione" ai "compiti a casa"

io_noi di Maurizio Parodi Come ho già evidenziato altrove, questa tristissima congiuntura potrebbe rappresentare una buona occasione per ripensare i paradigmi, il senso, la filosofia del nostro sistema scolastico, profondamente malato, come dimostrano i dati relativi all’analfabetismo funzionale, alla mortalità scolastica, all’incapacità di compensare le diseguaglianze di partenze. Sintomi gravissimi ma irresponsabilmente trascurati, a tutti i livelli, per il carattere autoreferenziale di un apparato immune agli interventi di innovazione sostanziale, e più incline a restyling meramente cosmetici (vedasi l’uso cattedratico delle LIM). Ma lo sarà solo per quei docenti (e ve ne sono) che, tra mille difficoltà, di ogni sorta (carenze di risorse, organici, strumenti…), incomprensioni, ostilità (anche da parte dei colleghi o dei dirigenti più retrivi), già si impegnano con sensibilità e intelligenza, per qualificare gli “ambienti di apprendimento” nei quali operano coloro i quali riescono, anche in questa gravosa situazione, a stimolare e sostenere la crescita degli studenti. Continua a leggere

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Questa fase richiede fantasia e passione, e non "linee guida"

maestradi Raffaele Iosa Da vecchio maestro quasi settantenne (quindi costretto a filare la lana in casa) mando un grosso bacio simbolico (non si può baciare!) tutti i PRESIDI, tutte le MAESTRE, le PROF, gli EDUCATORI che in tutti i modi virtuali e di varia fantasia (fino ai piccioni viaggiatori) stanno agendo attivamente per tenere in tutti i modi un qualche rapporto con i loro bambini e ragazzi. Prima ancora del modo, prima ancora dei contenuti, il valore grande di questo impegno è offrire LA VITA ai loro alunni, la RELAZIONE umana continua ai loro alunni a casa in un periodo che non è vacanza ma di difficile e inquietante fase sociale, in un momento in cui la natura oscura sembra attentare alla nostra umanità e libertà. Non lasciare soli i ragazzi è essenziale. È pedagogia pura. Trovo disdicevoli e ridicoli i rancorosi proclami di insegnanti contrari a qualsiasi cosa si faccia con mille scuse para sindacali di pessimo gusto corporativo. Quelli che chiedono solo i commi bizantini, mentre i loro bambini e alunni hanno bisogno di sentire che li pensiamo, che li vogliamo, che ci dispiace non stare fisicamente con loro. Che queste “vacanze” non ci piacciono. Ci vuole solidarietà educativa vera. Che sia col computer, col telefono, col piccione viaggiatore va bene tutto. E non servono “linee guida” del MIUR (ovviamente concertate coi sindacati) che dicano cosa sì e cosa no fare. L’epoca chiede fantasia e passione per una straordinaria solidarietà, non regole da pattume burocratico.]]>

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Coronavirus, quando la paura fa aumentare l’audience

matitadi Gianfranco Scialpi Coronavirus, la paura è il miglior alleato dei massmedia. Fa aumentare l’audience. Il rimedio è semplice: spegnere la televisione! Coronavirus, La paura ottimo alleato per alzare l’audience Coronavirus, eccessivo allarmismo o giusta attenzione verso un problema? Personalmente sono convinto che la televisione, la stampa stiano esagerando. Sicuramente la paura è un ottimo volano per aumentare l’audience. Occorre tener presente questo meccanismo per comprendere l’inflazione informativa sul Coronavirus. Esistono, quindi delle precise responsabilità dei massmedia sulla psicosi che sta portando ad esempio molti genitori romani a tenere i propri figli a casa, nonostante che la Capitale al momento non sia stata coinvolta direttamente nel contagio. Sull’efficacia della paura ad alzare l’audience, porto l’esempio di M. Salvini. Molta della sua fortuna politica la deve alla perdurante attenzione verso il migrante, presentato sempre come soggetto pericoloso. Utile comunque sarebbe il possesso di dati riguardanti la trattazione del Coronavirus nei massmedia di altri paesi europei. In questo modo potremo comprendere se la paura è solo italiana o più probabilmente diffusa in una società globale del rischio. (U. Beck) Continua a leggere

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Il "caso" della professoressa Dell'Aria, tutti ne parlano ma non succede nulla

matitadi Gianfranco Scialpi

Prof.ssa Dell’Aria, dopo un anno nulla è cambiato. I tanti annunci si sono rivelati parole al vento! Una nuova conferma del valore dei docenti. La nuova Ministra riuscirà a cambiare il copione?

Prof.ssa Dell’Aria, nulla è cambiato! Sono rimaste le parole

Prof.ssa Dell’Aria, è passato quasi un anno da quando la sua presunta disattenzione professionale è divenuta una notizia! Accusata di non aver vigilato su una presentazione in Powerpoint, prodotta dai suoi allievi che accostava il Decreto sicurezza (Ministro M. Salvini) con le leggi razziali di Mussolini. Bene, nulla è cambiato! La macchia della sospensione è ancora lì, come un buco nero! Il problema è un cavillo formale. Eppure gli ex Ministri Salvini e Bussetti avevano espresso la volontà di rimediare. M. Salvini auspicava, in quei giorni che la sospensione fosse revocata, perché ritenuta esagerata, pur dichiarando che non aveva nessun potere sul Dirigente scolastico regionale. Ad agosto Bussetti ha lasciato. E’ subentrato L. Fioramonti che aveva promesso di risolvere a breve la questione. Posizione confermata anche dal viceministro Ascani. Fin dall’inizio ha sempre affermato l’alto profilo educativo della scuola.  “Vogliamo formare giovani che siano attenti ai diritti e ai doveri e che siano soprattutto consapevoli.” Continua a leggere

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