Archivi categoria: EDUCAZIONE CIVICA

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Educazione civica: le bozze delle linee guida

Pubblichiamo il testo delle bozze delle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica trasmesso dal Ministero al CSPI che dovrà pronunciarsi nella seduta dell’11 settembre.

Il presente allegato fornisce indicazioni applicative per la sperimentazione didattica nazionale di cui al presente decreto, nel rispetto della centralità dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, intesa come libero sviluppo dell’efficacia della ricerca e dell’azione didattica nel quadro generale degli indirizzi disegnati dallo Stato.
A seguito del primo avvio dell’insegnamento dell’educazione civica, le esperienze delle istituzioni scolastiche e il necessario coinvolgimento degli stakeholder potranno essere di stimolo per l’aggiornamento e/o integrazione delle Indicazioni nazionali e delle linee guida vigenti entro l’anno scolastico 2019/2020.
Occorre ribadire alcuni caratteri essenziali dell’educazione civica, il cui insegnamento è trasversale, anche in ragione della pluralità di competenze attese e di obiettivi di apprendimento, non ascrivibili a una singola disciplina. Se l’educazione civica è un insegnamento che compete a tutto il gruppo docente, è necessario che sia sviluppato in modo coerente nel curricolo, in modo da interessare e coinvolgere tutte le discipline e trovare spazio in tutte le attività, già a partire dalla scuola dell’ infanzia. Continua a leggere

E COME EDUCAZIONE CIVICA

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di Giancarlo Cavinato

QUALE EDUCAZIONE CIVICA (CON RELATIVO VOTO)

Il governo uscente ha prodotto per la scuola due disposizioni fondamentali: la videosorveglianza nelle istituzioni educative per l’infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili con l’emendamento al DDL 1248 ‘Sblocca cantieri’ (garantendo così protezione e cura dell’intero ciclo di vita) e la legge n. 92 sull’educazione civica (un revival di grande efficacia soprattutto se accompagnato dalla votazione numerica, indubbio deterrente per bulli e sregolati).

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Educazione civica e Costituzione

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di Luciano Corradini

Proponiamo questo interessante contributo di Luciano Corradini pubblicato nell’ultimo numero della rivista Scuola e Formazione edita da Cisl Scuola

Chi pensa, chi suggerisce, chi scrive i provvedimenti per la scuola, si rifà, talora esplicitamente, al pensiero e alle proposte di autori, di esperienze, di documenti più o meno accreditati in sede internazionale. Accade che, nel rapido mutamento degli scenari e di coloro che li elaborano, trasformandoli in norme, si perda il contatto con ciò che appartiene ad un passato nel quale si trovano non solo bozze di norme rimaste nei cassetti, ma anche qualcosa di più “strutturalmente” importante, come il documento fondativo della Repubblica, di cui la scuola è figlia, e in certo senso madre.
Provo a rivisitare gli incunaboli dell’educazione alla cittadinanza, facendo una zumata su alcuni momenti della storia dell’educazione civica, con la memoria di un ottuagenario avanzato, nel tentativo di rinforzare quella che a molti appare come la troppo indebolita considerazione che si riserva alla Costituzione nel curricolo scolastico, col risultato di renderne più povero e precario il senso e le potenzialità formative.

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Educazione civica al via ? Qualche proposta per iniziare

bambini_scuoladi Giuseppe Adernò

I nostri nonni dicevano: “Vai a scola ca t’insignanu adducazione”. La parola “adducazione” con la doppia “d” della pronuncia dialettale siciliana significava tutto quello che oggi si chiama “istruzione e formazione”, “contenuti e competenze”, buon comportamento, galateo che a scuola corrisponde alla “condotta”, significa anche orientamento e successo formativo, in quanto la scuola è utile e indispensabile, essendo orientata non alla semplice trasmissione di nozioni, bensì alla formazione integrale dell’uomo e del cittadino.
Tutto ciò in parte la scuola l’ha fatto, ma non sempre in maniera sistematica e organica.
Le carenze di conoscenze dell’ordinamento dello Stato e dei diritti e doveri del cittadino, la frequenza degli atti vandalici e d’inciviltà, da parte dei giovani che vivono senza regole, e agiscono senza pensare, rivelano un vuoto educativo e di conoscenze che ora s’intende colmare con la reintroduzione di 33 ore di Educazione Civica e, anche se in maniera trasversale, l’assegnazione di un voto finale dovrebbe stimolare e valutare tale impegno di cittadinanza attiva e responsabile. Continua a leggere

Dalla comunità scolastica alla comunità sociale

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di Dino Cristanini

La storia della pedagogia moderna individua in John Dewey uno dei massimi ispiratori della concezione della scuola come comunità. Nelle righe conclusive di Democrazia ed educazione, una delle sue opere più note scritta nel 1916, si legge infatti che “la scuola stessa diventa una forma di vita sociale, una comunità in miniatura, una comunità che ha un’interazione continua con altre occasioni di esperienza associata al di fuori delle mura della scuola”. Sperimentare la democrazia a scuola, per trasformare in senso democratico la società, era l’ideale deweiano, ripreso in Italia dalla pedagogia laica negli anni sessanta e tuttora valido, come conferma un passaggio delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione: “La presenza di comunità scolastiche, impegnate nel proprio compito, rappresenta un presidio per la vita democratica e civile … rafforzando la tenuta etica e la coesione sociale del Paese”.

Il brano sopra riportato è ripreso da un ampio articolo di Dino Cristanini in Scuole e Formazione (2016)

 

Educazione civica, una materia senza identità

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di Antonio Brusa

Che sia un pasticcio se ne sono accorti quei dipartimenti di storia che già si sono dati da fare per organizzare l’insegnamento dell’educazione civica, la cui introduzione – dal settembre successivo all’entrata in vigore della legge – è stata votata dalla Camera il 2 maggio di questo anno 2019. Che sia “un pasticcio” lo ha dichiarato in Parlamento uno dei tre astenuti, l’on. Gabriele Toccafondi (Gruppo Misto), ex sottosegretario al Miur nel governo Gentiloni. Una dichiarazione fatta in buona compagnia, nonostante la legge sia stata approvata – tra la soddisfazione generale – con una maggioranza che in altri tempi si sarebbe definita bulgara. Infatti, scorrendo il resoconto stenografico delle dichiarazioni di voto si constata che, sia pure con accenti diversi e pur votando a favore, quasi tutti i gruppi parlamentari ribadiscono le obiezioni di Toccafondi: la nuova materia non ha un insegnante dedicato, sarà difficile conciliare i contenuti disparati che prevede, mentre la quadratura del cerchio viene demandata alla bravura di un coordinatore che dovrebbe tirare le fila di lezioni e interventi didattici che potrebbero anche essere distribuiti fra tutte le discipline (e ricavarne un voto unico in pagella). Infine, dulcis in fundo, non vengono stanziati fondi sufficienti per formare queste nuove figure, o ricompensare adeguatamente un lavoro di coordinamento che – al dire dell’on Patrizia Prestipino (Pd), che da professoressa di lettere lo conosce bene – è massacrante.

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