Signor Ministro, ahi ahi, lei mi è caduto sull’educazione civica

di Cinzia Mion

Ahi, ahi signor Ministro, lei mi è caduto… sull’Educazione civica laddove auspica il consolidamento della comune “identità Italiana”.
Avrei voluto definirla “perla” ma chiamiamola con una definizione corretta e non distopica: si tratta di una vera e propria “gaffe”.

Non mi dirà infatti signor Ministro che Lei non conosce il famoso saggio degli anni 50 di un sociologo inglese Edward Banfield, dal titolo “THE MORAL BASIS OF A BACKWARD“, tradotto in italiano dal Mulino nel 1976 con il titolo “Le basi morali di una società arretrata”.
Non mi dirà che non ha mai sentito parlare di “familismo amorale”, speciale malattia degli italiani che privilegiano il proprio tornaconto personale e della propria famiglia al posto di quello della collettività.
Non a caso siamo stati infatti noi italiani ad esportare la famigerata “famiglia mafiosa”.
Non mi dirà che non è a conoscenza che questo familismo è ormai iscritto nel DNA degli italiani per cui se desideriamo fare in modo che gli alunni vengano educati, attraverso l’educazione civica, prima di tutto alla concettualizzazione del BENE COMUNE (v. COSTITUZIONE) e successivamente ad imparare tutti a rinunciare a qualcosa per co-costruirlo, bisogna innanzi tutto decondizionare la società italiana da questo “riflesso incarnato profondamente”. Parlo della società per cui prima ancora di rendere consapevoli i ragazzi bisognerebbe rieducare i loro genitori.

Tutti noi sappiamo infatti che non impariamo dalle PREDICHE ma dalle PRATICHE.
Se queste non coincidono tra loro, come spesso accade, siamo in presenza di una DOPPIA ETICA.
Lo sa, signor Ministro, che qualcuno (A. Gambino) fa risalire questo fenomeno della doppia etica, intrisa di ipocrisia, al fatto che noi in Italia abbiamo avuto la Controriforma e non la Riforma?
Compiuta la trasgressione con una buona Confessione, oplà, siamo a posto! Ovviamente non intendo mancare di rispetto ai credenti ma riferisco il pensiero di Gambino che a lungo si è interrogato sull’origine di questo familismo amorale per capire da dove provenga.
Per ritornare al nostro problema educativo si sa che ciò che crea un imprintig (positivo o negativo) sono gli ESEMPI.
E quali sono gli esempi, banali e continui, cui sono sottoposti tutti i giorni i nostri ragazzi se non che bisogna cercare di essere “FURBI” e non “FESSI”, perché i primi saranno vincenti, i secondi perdenti?
Ed allora via libera a piccoli imbrogli, piccole illegalità, trasgressioni riferite anche al codice della strada, piccole furbizie per evitare poi di essere scoperti, comportamenti scorretti ma accettati a livello sociale perché rappresentanti della famigerata furbizia che connota da sempre l’italiano ammirato dagli altri.
L’esempio più eclatante, e purtroppo più dannoso per il Paese, è riuscire ad eludere il pagamento delle “tasse”. Lo sa vero Ministro che la somma totale della evasione fiscale in Italia potrebbe colmare il nostro debito pubblico? Non faccio altri commenti anche se, essendo Lei intelligente, sa dove andrei a parare.

E che dire del FARE FINTA? Il fare finta permea di sé la Pubblica Amministrazione. Anche nella Scuola (e che nessuno si scandalizzi!) non sempre il DICHIARATO corrisponde all’EFFETTIVO! Per non parlare del copiare a scuola o dell’aiuto durante le prove INVALSI oppure del fare finta di non sapere che gli studenti copiano le versioni dal traduttore (v. confessione di un liceale).
Sembra anche che i Pubblici Ufficiali facciano fatica ad identificarsi con gli scopi dell’Organizzazione che servono; sarà facile che usino le proprie posizioni e le loro particolari competenze come strumenti da usare contro il prossimo per perseguire il proprio vantaggio particolare!

Non mi sollevi, onorevole Ministro, l’obiezione che non tutti gli italiani sono così . Questo lo sappiamo tutti (ci mancherebbe!!!) ma non è una contro-argomentazione che ha la forza di annullare l’argomentazione di fondo. Le dirò anzi che è più facile invece che altri Ministri (mi veniva da scrivere “compagni di merende” ma mi trattengo), tutti “Fratelli d’Italia”, siano caduti nella medesima trappola. Per esempio il Ministro della Giustizia ha cancellato per i pubblici ufficiali il reato di Abuso d’Ufficio, considerandoli a priori tutte “viole mammole”.
Noi invece sappiamo bene che essere colletti bianchi non significa tout court essere “immacolati”.
Di cosa abbiamo parlato in fin dei conti con questo lungo post? DI ETICA PUBBLICA, QUESTA MIS-CONOSCIUTA . In Italia, appunto, caro Valditara.

Non cerchi, Ministro, il mio nome fra gli operatori scolastici in servizio, vagheggiando magari una decurtazione dello stipendio (anche se ci tiene a far sapere che non è Lei personalmente a sporcarsi le mani in questo modo!). Sono una vecchia dirigente scolastica in pensione (85 anni) ma ritengo di considerarmi una buona “cittadina” che, fra l’altro, nella sua lunga e appassionata carriera scolastica ha pagato anche qualche prezzo pur di non ASSERVIRSI .
Perché a questo dovrebbe servire l’educazione civica : a diventare CITTADINI (nella pienezza del termine) e non SUDDITI .




Intelligenza artificiale e sviluppo economico sostenibile (qualche idea per l’educazione civica)

di Rodolfo Marchisio

Le linee guida 2024 del MIM per la Ed. civica hanno, nella loro impostazione ideologica, tra le altre cose rovesciato l’attenzione dall’ambiente, i suoi problemi ormai forse irreversibili, la sostenibilità dello sviluppo economico allo sviluppo economico in primis.
Cfr. linee guida DM 35 2020. Il secondo filone di lavoro e riflessione è passato da

  1. Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio

a 2. Sviluppo economico e sostenibilità. Lo sviluppo economico è il focus in tutto il documento: “parlo del lavoro perché il lavoro è bello” proclama il ministro – ovviamente per chi ce l’ha, chi non è precario, sottopagato o non ci muore- e conclude “con buona pace delle sinistre e delle ideologie marxiste-leniniste”. (?) E la sostenibilità diventa una appendice, una precauzione sempre meno rispettata.

Il discorso è coerente col documento che insiste sulle responsabilità individuali e sottace quelle sociali, di cittadinanza e politiche. Diciamo un documento allineato con le posizioni del governo, dove la responsabilità non è mai di chi governa ma di tutti gli altri (individui, magistratura, media etc…). Molto “di governo” e niente di “lotta”, di critica, di cittadinanza attiva.
Siamo rimasti ai diritti individuali, quelli della borghesia e del 700 (illuminismo, Riv. Francese ed americana). I diritti di prima generazione secondo Bobbio. Sono sempre più carenti i diritti sociali, quelli conquistati nell’800 dal movimento operaio, contadino contro la borghesia. I diritti di seconda generazione: lavoro, salute, istruzione. [1]

Un imprescindibile motore dello sviluppo economico attuale è il web, dominato dagli oligopoli e da una decina di persone più ricche e potenti di uno stato. Quelli che oggi investono, puntano e ci impongono la IA che vogliono loro. Che però è in fase sperimentale, non rende quanto deve, si basa sullo sfruttamento di lavoratori (e docenti) sottopagati.[2]

 Sostenibilità e iperconsumo[3]

Zagrebelsky insiste da tempo sul fatto che noi viviamo in una epoca di egocentrismo, di individualismo (lo stesso che si ritrova nelle linee guida): che consumiamo “come se non ci fosse un domani e come se non avessimo figli”. Questa realtà fa parte della aggressiva azione di marketing degli oligopoli e della moda che non solo subiamo, ma di cui siamo ormai sudditi.
Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa sono ormai parte della nostra vita quotidiana online, ma il prezzo in termini di stress sulle reti elettriche e impatto idrico è sempre più salato. Wired

È noto da tempo che il web è il quarto consumatore al mondo, dopo USA, Cina e India di energia elettrica e quindi produttore di CO2. Gira da tempo nel web questo semplice calcolo su Google. Ogni minuto una tonnellata di CO2. Dipende da quanto lo usiamo, ma ormai ne siamo dipendenti.
Ma Google non è ancora la IA, qualunque cosa voglia dire questa sigla e quindi i padroni della rete stanno chiedendo la costruzione di nuove centrali nucleari per sostenere il consumo degli enormi apparecchi che dovranno lanciare lo sviluppo delle varie forme di IA.[4]

Questa corsa ad aggiungere l’intelligenza artificiale al maggior numero possibile di interazioni online può essere fatta risalire al lancio di ChatGPT da parte di OpenAI alla fine del 2022. Per la Silicon Valley l’intelligenza artificiale generativa è presto diventata un’ossessione e, quasi due anni dopo, gli strumenti di AI alimentati da modelli linguistici di grandi dimensioni permeano l’esperienza di qualsiasi utente online. Wired

 Consumo di acqua [5]

Per produrre energia in quasi tutte le sue forme sostenibili si consuma acqua. Una enorme quantità di acqua dolce (milioni di litri), bene sempre più prezioso, anche per la sopravvivenza della umanità.
E mentre l’acqua che usiamo noi privilegiati che ce l’abbiamo è un prelievo che ritorna subito in circolo, l’acqua bruciata per produrre energia può metterci un anno per rinnovarsi.[6]

Una fase nuova

Gli algoritmi che sostengono qualsiasi modello di intelligenza artificiale generativa sono fondamentalmente molto, molto diversi da quelli tradizionali che si usano per la ricerca su Google o per le email – afferma Sajjad Moazeni, ricercatore dell’Università di Washington –. I servizi di base erano molto leggeri dal punto di vista della quantità di dati che dovevano fare avanti e indietro tra i processori“. Per fare un raffronto, Moazeni stima che dal punto di vista computazionale le applicazioni di AI generativa siano da 100 a 1000 volte più esigenti.

L’impronta di CO2 e il consumo di energia andranno di pari passo con la potenza di calcolo, perché fondamentalmente questi data center vengono alimentati in modo proporzionale alla quantità di calcoli effettuati“, afferma Junchen Jiang, ricercatore dell’Università di Chicago. In sostanza, più un modello di intelligenza artificiale è grande, più avrà bisogno di potenza di calcolo. E i nuovi modelli di frontiera stanno diventando giganteschi.[7]
E si sommano come consumo sempre più agli altri settori economici già onnivori.

Per chi ci crede per la fine del decennio Microsoft punta a raggiungere l’obiettivo di diventare carbon negative (eliminare più emissioni di quante ne produca) water positive (ripristinare risorse idriche) e minimizzare i rifiuti (zero waste). Meta e Open AI significativamente non rispondono neanche agli studi.

Primi rischi black out
Al di là delle preoccupazioni ambientali, i data center rischiano anche di sovraccaricare le reti elettriche locali: “Nello stato di Washington, a Quincy, c’è un data center di Microsoft – racconta Moazeni –. So che ci sono molti timori che stiano risucchiando tutta l’energia della zona”.

Se da una parte l’intelligenza artificiale è già onnipresente e continuerà a insinuarsi in un numero sempre maggiore di attività online, insomma, resta ancora da capire quando il settore raggiungerà il picco in termini di consumo energetico.[8]

Conclusione

  • Il problema non è rifiutare la IA ma il dominio oligopolistico di pochi capitalisti che non rispettano gli Stati, l’UE e gli organismi politici che dovrebbero regolare lo sviluppo economico rendendolo compatibile coi nostri diritti di cittadini e sostenibile da un punto di vista sociale ed ecologico da un lato.
  • Dall’altro l’egocentrismo della maggioranza dei cittadini che, prigionieri delle mode, pensano in modo individuale e non di responsabilità sociale, internazionale, generazionale.
    Il problema è lo sviluppo economico incontrollato del grande capitale.
  • La domanda chiave è sempre: è questo, privato e oligopolistico, l’unico modello di IA pensabile e realizzabile?
  • Perché un diverso uso della IA potrebbe aiutarci anche a risparmiare energia a livello individuale e sociale. [9]
  • Senza una presa d’atto del problema ambientale, senza l’acquisizione della consapevolezza della necessità di affrontare in modo sistematico e scientifico il complesso intreccio di ICT e ambiente, ma soprattutto senza un preciso impegno ambientale da parte di tutti i soggetti coinvolti – dai produttori di hardware ai gestori di servizi in cloud fino agli utenti finali – è difficile che si verifichino sensibili miglioramenti. Sissa

Con buona pace del ministro Valditara e della sua ideologia di governo.

Noi sappiamo che stiamo andando nella direzione sbagliata: il problema è che stiamo cercando di affrontare la cosa con gli stessi strumenti che hanno creato il problema. Penso all’industrializzazione, al capitalismo in particolare.” J Rifkin

Per approfondire
https://www.wired.it/article/intelligenza-artificiale-consumo-energetico-fuori-controllo/
https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/intelligenza-artificiale-e-cambiamenti-climatici-rischi-e-opportunita/
Bilancio e risparmio energetico con l’IA
https://alterthink.it/intelligenza-artificiale-e-transizione-ambientale-il-ruolo-della-tecnologia-nella-salvaguardia-del-pianeta/
https://www.ecoo.it/articolo/ia-come-si-puo-ridurre-limpatto-della-tecnologia-sullambiente-un-modo-ce/144086/
https://www.ecoo.it/articolo/intelligenza-artificiale-costo-ambientale-consumo-acqua/106419/

NOTE

[1] N. Bobbio, L’età dei diritti, Einaudi.

[2] Nvidia (terza società al mondo per valore) continua a perdere soldi. OPen AI potrebbe perdere 5 miliardi quest’anno: mantenere i suoi prodotti costa troppo (chatGPT costa 700 mila dollari al giorno e non rende altrettanto). La bolla speculativa sta per scoppiare secondo gli esperti. È già scoppiata sui mercati a proposito di sviluppo economico.

[3] In assenza di una significativa innovazione nei materiali, nella produzione e nella progettazione di chip, i carichi di lavoro di intelligenza artificiale dei data center potrebbero rappresentare un decimo dell’utilizzo mondiale di elettricità entro il 2025. Sissa

[4] Nel rapporto “Is Ai the next big climate-change threat? We havent’ a clue”, gli autori sostengono che l’IA è la prossima grande minaccia al cambiamento climatico. Sissa

[5] I data center di Google, hanno rilevato gli scienziati, solo nel 2021 hanno consumato 12,7 miliardi di litri di acqua dolce, di cui il 90% potabile.

[6] https://www.ecoo.it/articolo/quanta-acqua-consuma-intelligenza-artificiale-spreco-eccessivo/137584/

[7] I modelli di allenamento più diffusi comportano un qualcosa come 284 mila kg di CO2, praticamente l’equivalente di un’auto a benzina e di media cilindrata che percorre senza sosta 31 volte il giro del mondo.

[8] I server di Intelligenza Artificiale, consumano tantissimo, una media tra 85 e 134 terawattora, vale a dire circa un terzo dei consumi dell’Italia intera in un anno. Fontana.

[9] “È più conveniente per i ricercatori accademici, che spesso lavorano per istituzioni educative senza scopo di lucro e la cui ricerca è finanziata da entità governative, mettere in comune risorse per costruire centri informatici condivisi a livello di agenzie di finanziamento, come la US National Science Foundation. Un cloud di calcolo accademico finanziato dal governo fornirebbe un accesso equo a tutti i ricercatori”. Cit. da Sissa

 




Nuove Linee Guida per l’Educazione civica. Troppa patria e nessun riferimento alla pace

 di Aluisi Tosolini   

  1. Il documento

Pubblicate il 7.09.2024 con Decreto Ministeriale n. 183 le linee guida per l’educazione civica sostituiscono le Linee guida adottate in via di prima applicazione con decreto ministeriale 22 giugno 2020, n. 35.

Occorre inoltre precisare che il testo della legge 92/2019 è stato nel frattempo in parte modificato, in particolare agli art. 1 e 3, dalla legge n. 21 del 5 marzo 2024. La legge 21/2024 ha infatti inserito diverse novità che possono essere meglio apprezzate analizzando il testo degli articoli 1 e 3 attualmente in vigore dove le modifiche frutto della legge 21/2024 sono indicate con testo rosso

«Art. 1 (Principi). – 1. L’educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale, economica e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.
2. L’educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute, al benessere della persona al risparmio e all’investimento, all’educazione finanziaria e assicurativa e alla pianificazione previdenziale, anche con riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro, alle nuove forme di economia e finanza sostenibile e alla cultura d’impresa».

«Art. 3 (Sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento)

  1. In attuazione dell’articolo 2, con decreto del Ministero dell’istruzione e del merito sono definite linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che individuano, ove non già previsti, specifici traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza con le Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, nonché con il documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari e con le Indicazioni nazionali per i licei e le linee guida per gli istituti tecnici e professionali vigenti, assumendo a riferimento le seguenti tematiche:
    a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale;
    b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015;
    c) educazione alla cittadinanza digitale, secondo le disposizioni dell’articolo 5;
    d) elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro;
    e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
    f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie;
    g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;
    h) formazione di base in materia di protezione civile.
    h-bis) educazione finanziaria e assicurativa e pianificazione previdenziale, anche con riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro e alle nuove forme di economia e finanza sostenibile.
    1-bis. Per l’insegnamento di cui alla lettera h-bis) del comma 1, il Ministero dell’istruzione e del merito determina i contenuti d’intesa con la Banca d’Italia, la Commissione nazionale per le società e la borsa, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, sentito il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria e sentite le associazioni maggiormente rappresentative degli operatori e degli utenti bancari, finanziari e assicurativi.

    2. Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica sono altresì promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva e l’educazione finanziaria. Tutte le azioni sono finalizzate ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura.».

Come si può facilmente notare, al di là di una correzione di carattere tecnico-lessicale (MIM invece che solo Ministero dell’istruzione) siamo di fronte all’inserimento di nuove finalità e competenze oltre che di nuovi obiettivi tutti correlati al tema della finanza, delle imprese, delle pensioni, delle assicurazioni e in sostanza all’uso del denaro.

Dal punto di vista formale il documento è suddiviso in 10  parti  e consta di ben 25 pagine. Un documento piuttosto lungo (89.676 caratteri spazi inclusi, in pratica lungo poco più del testo della Costituzione italiana che consta di 88.438 caratteri spazi inclusi).

Obiettivo del testo è definire a livello nazionale traguardi di competenza, competenze e obiettivi di apprendimento così che le singole scuole li utilizzino dal 2024/25 per la definizione dei curricoli di educazione civica. Il tutto senza aver fatto (se non a parole) il monitoraggio delle esperienze realizzate dalle scuole nei primi 4 anni di educazione civica.

La definizione di traguardi di competenza per le scuole del primo ciclo e di competenze per il secondo ciclo con obiettivi di apprendimento correlati è attuata sulla scorta del modello con cui sono costruiti i documenti delle indicazioni nazionali del 2010 (secondo Ciclo) e 2012 (primo ciclo).

E’ questa la parte più corposa e dettagliata del documento e comprende anche la definizioni dei traguardi di competenza per le scuole dell’Infanzia dove, secondo l’art 2 della legge istitutiva, vanno previste  “iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza”.

 

In sostanza, scrive il testo (punto 1), “le Istituzioni scolastiche sono state chiamate ad aggiornare i curricoli di istituto e l’attività di progettazione didattica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione” utilizzando traguardi, competenze e obiettivi indicati dalle nuove linee guida.

Inoltre, punto 2, le Linee Guida “riconoscendo e valorizzando il principio dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, mirano a favorire e incoraggiare un più agevole raccordo fra le discipline, nella consapevolezza che ogni disciplina è, di per sé, parte integrante della formazione civica e sociale di ciascuno studente. Al fine di favorire l’unitarietà del curricolo e in considerazione della contitolarità dell’insegnamento tra tutti i docenti di classe o del consiglio di classe, le Linee guida sono impostate secondo i nuclei concettuali di cui all’articolo 3 della citata legge 92 del 2019 che, per loro natura interdisciplinari, attraversano il curricolo e possono essere considerati in ogni argomento che tutti i docenti trattano quotidianamente”.

 

 

  1. Il cuore ideologico del testo

Il cuore del documento è costituito dal secondo titolo definito “Principi a fondamento dell’educazione civica”.

E’ qui che il ministro/ministero fornisce la propria ri-lettura della legge 92 (e non solo) inserendovi in sostanza il punto di vista della attuale maggioranza di governo.  Questi i punti chiave

  1. La Costituzione italiana viene riletta (un po’ affrettatamente e per slogan) a partire da uno dei suoi caratteri, ovvero quello del personalismo, quasi oscurando le altre radici della nostra Costituzione. Viene così messo al centro l’individuo: uso questo termine e non quello di “persona” perché il testo delle linee guida a questo porta quando scrive “Da qui anche la funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa) ed il primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica”.
  2. Sulla scorta della centralità dell’individuo e dei suoi talenti risulta poi pienamente logico leggere affermazioni quali “da qui l’importanza fondamentale della responsabilità individuale che non può essere sostituita dalla responsabilità sociale”. Affermazione che se non mitigata da una precisa rilettura dell’art. 3 comma 2 della Costituzione rischia di giustificare le posizioni di quanti addebitano ai poveri stessi, ad esempio, la causa e la responsabilità della loro povertà secondo una classica lettura hard del liberismo e del neo-liberismo.
  3. La Patria e la comune identità europea e occidentale. Il punto cruciale si tocca leggendo questo passaggio: “Le linee guida offrono una cornice efficace entro la quale poter inquadrare temi e obiettivi di apprendimento coerenti con quel sentimento di appartenenza che deriva dall’esperienza umana e sociale del nascere, crescere e convivere in un Paese chiamato Italia. È in tale realtà geografica ed esperienziale insieme che il bambino comincia a rappresentare sé stesso e sé stesso in relazione al mondo. Per questa ragione il ruolo della scuola diventa fondamentale anche al fine di svelare il significato del ricchissimo patrimonio culturale e ambientale dell’Italia, dei suoi territori e delle sue comunità. L’educazione civica può proficuamente contribuire a formare gli studenti al significato e al valore dell’appartenenza alla comunità nazionale che è comunemente definita Patria, concetto che è espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione”. E il testo così continua: “Rafforzare il nesso tra il senso civico e l’idea di appartenenza alla comunità nazionale potrà restituire importanza, fra l’altro, al sentimento dei doveri verso la collettività, come prescritto dall’art.2 della Costituzione, nonché alla coscienza di una comune identità italiana come parte peraltro della civiltà europea ed occidentale e della sua storia, consapevolezza che favorisce una autentica integrazione”. Come si può vedere si tratta davvero di affermazioni forti e decisamente ideologiche (malgrado si inviti poco sopra proprio a superare la dimensione ideologica). Il concetto stesso di civiltà occidentale, ad esempio, è del tutto un costrutto ideologico. Non esiste in Costituzione, non si capisce bene cosa contenga (anche se lo si può immaginare facilmente) e men che meno può essere riassunta in una comune identità (al singolare !).

Il richiamo al concetto di Patria, poi, presta il fianco alle stesse riflessioni. Anche il riferimento alla Costituzione, dove Patria ricorre due volte (art. 52 comma 1: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” e art. 59 comma 2: “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario” ) risulta del tutto decontestualizzato e le linee guida si guardano bene dal rimandare al dibattito che ha investito anni addietro anche la Corte Costituzionale che, ha pronunciandosi sul Servizio Civile Nazionale, ha chiarito che tale scelta volontaria “costituisce adempimento del dovere costituzionale di solidarietà” ( art. 2 Cost,) nonché del dovere di concorrere al progresso materiale e spirituale della società ( art. 2 co. II) , ben potendo il dovere costituzionale di difesa della Patria adempiersi anche attraverso comportamenti di tipo volontario” (si vedano le sentenze n. 164 del 6 maggio 1985 e 228 del 6 aprile 2004).

  1. Comunque sia la Patria non va certo intesa, parrebbe di capire, come entità davvero rilevante per il singolo individuo visto che ciò che conta, alla fin fine, è la proprietà privata e la libertà individuale: “Parallelamente alla valorizzazione della iniziativa economica privata si evidenzia l’importanza della proprietà privata, che, come ben definisce la Carta dei diritti fondamentali della Unione Europea, è un elemento essenziale della libertà individuale e che va dunque rispettata e incoraggiata”. Del resto le linee guida sono piene di riferimenti proprio alla dimensione imprenditoriale, al Made in Italy, all’educazione finanziaria (che nelle scuole dell’infanzia – sfiorando il ridicolo – deve portare il bambino a “sperimentare attraverso il gioco, i concetti di scambio, baratto, compravendita, e a una prima consapevolezza del fatto che i beni e il lavoro hanno un valore; cogliendo l’importanza del risparmio e compiendo le prime valutazioni sulle corrette modalità di gestione del denaro.”)
  2. Da ultimo, come chiarisce molto bene la definizione della competenza n. 5 (Intendere l’importanza della crescita economica. Sviluppare atteggiamenti e comportamenti responsabili volti alla tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e delle risorse naturali per uno sviluppo economico rispettoso dell’ambiente), pare che la sfida del climate change e la sfida ambientale della sostenibilità possano essere risolte utilizzando gli strumenti e le pratiche che tali crisi hanno generato, ovvero la crescita economica. Che dire, una bella inversione logica, alla faccia di tutti i documenti dell’Agendo Onu sull’argomento.

 

Prevenendo le obiezioni ministeriali sui rilievi critici sopra avanzati devo anche dire che in un testo così lungo (e a volte ripetitivo, ad esempio quando parla di alunni non italiani e integrazione) c’è tutto e il contrario di tutto e quindi non si fa fatica a trovare anche affermazioni che affermano in sostanza quasi l’opposto di quanto ho messo in evidenza. Ma qui, credo, sia importante ritrovare il filo rosso del documento, il suo orizzonte di senso.

 

  1. La dimensione metodologica e didattica

Quanto ho appena detto (il ritrovare cioè nel documento tutto ma anche il suo contrario) lo si verifica anche sul versante metodologico e didattico dove le indicazioni delle linee guida da un lato risultano molto schierate sulle conoscenze, sui saperi (il verbo conoscere-riconoscere appare ad esempio 93 volte nel testo delle linee guida) ma dall’altro paiono poi asserire in qualche passaggio il contrario (ad esempio si legge: “Il tema della Costituzione, primario e fondante, non può esaurirsi nel proporre la lettura e la memorizzazione di una serie di articoli e neanche nella conoscenza, pure necessaria e imprescindibile, dell’ordinamento e dell’organizzazione dello Stato, degli Organismi territoriali, delle Organizzazioni sovranazionali e internazionali”). Così pure vi sono presenti riferimenti al service learning e a una didattica fondata su laboratorio, ricerca, gruppo collaborativo, riflessione, discussione, dibattito intorno a temi significativi, testimonianze autorevoli, visite e uscite sul territorio, attività di cura e di responsabilità, progetti orientati al servizio nella comunità, alla salvaguardia dell’ambiente e delle risorse, alla cura del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, gli approcci sperimentali nelle scienze sono tutte attività concrete, da inserire organicamente nel curricolo, che possono permettere agli studenti non solo di “applicare” conoscenze e abilità, ma anche di costruirne di nuove e di sviluppare competenze.

Insomma: tutto ma anche il suo contrario. “In un ambiente di apprendimento così organizzato, anche l’utilizzo responsabile e consapevole dei dispositivi digitali riveste importanza primaria per la ricerca, l’assunzione critica, la condivisione e lo scambio di informazioni attendibili da fonti autorevoli, con l’attenzione alla sicurezza dei dati, alla riservatezza e al rispetto delle persone.  L’affidamento agli studenti di occasioni di costruzione attiva e autonoma di apprendimento, in contesti di collaborazione, costituisce la modalità necessaria per il conseguimento di conoscenze e abilità stabili e consolidate e di competenze culturali, metodologiche, sociali, relazionali e di cittadinanza”.

 

 

  1. Dodici Competenze

La parte più ampia del documento (da pagina 9 in poi) è dedicata alla presentazione analitica e in tabelle dei 12 traguardi di competenze per il primo ciclo e delle 12 competenze per il secondo ciclo suddivise a partire dai tre nodi concettuali Costituzione,  Sviluppo economico e sostenibilità, Cittadinanza digitale.

 

 

  PRIMO CICLO SECONDO CICLO
Traguardo per lo sviluppo delle competenze

(gli Obiettivi di apprendimento vengono poi dettagliati per la fine della scuola primaria e la fine della scuola secondaria di I grado)

Competenze

Dettagliate poi in Obiettivi di apprendimento

Nodo concettuale COSTITUZIONE
1 Sviluppare atteggiamenti e adottare comportamenti fondati sul rispetto di ogni persona, sulla responsabilità individuale, sulla legalità, sulla consapevolezza della appartenenza ad una comunità,  sulla partecipazione e sulla solidarietà, sostenuti dalla conoscenza della Carta costituzionale, della Carta dei Diritti  fondamentali  dell’Unione Europea e della Dichiarazione Internazionale dei Diritti umani Sviluppare atteggiamenti e adottare comportamenti fondati sul rispetto verso ogni persona, sulla responsabilità individuale, sulla legalità, sulla partecipazione e la solidarietà, sulla importanza del lavoro, sostenuti dalla conoscenza della Carta costituzionale, della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea e della Dichiarazione Internazionale dei Diritti umani. Conoscere il significato della appartenenza ad una comunità, locale e nazionale. Analizzare il concetto di Patria.
2 Interagire correttamente con le istituzioni nella vita quotidiana, nella partecipazione e nell’esercizio della cittadinanza attiva, a partire dalla conoscenza dell’organizzazione e delle funzioni dello Stato, dell’Unione europea, degli organismi internazionali, delle regioni e delle Autonomie locali. Essere consapevoli dell’appartenenza ad una comunità, locale e nazionale Interagire correttamente con le istituzioni nella vita quotidiana, nella partecipazione e nell’esercizio della cittadinanza attiva, a partire dalla conoscenza dell’organizzazione e delle funzioni dello Stato, dell’Unione europea, degli organismi internazionali, delle regioni e delle Autonomie locali.
3 Rispettare le regole e le norme che governano la democrazia, la convivenza sociale e la vita quotidiana in famiglia, a scuola, nella comunità, al fine di comunicare e rapportarsi correttamente con gli altri, esercitare consapevolmente i propri diritti e doveri per contribuire al bene comune e al rispetto dei diritti delle persone. Rispettare le regole e le norme che governano lo stato di diritto, la convivenza sociale e la vita quotidiana in famiglia, a scuola, nella comunità, nel mondo del lavoro al fine di comunicare e rapportarsi correttamente con gli altri, esercitare consapevolmente i propri diritti e doveri per contribuire al bene comune e al rispetto dei diritti delle persone.
4 Tutela della salute e del benessere psicofisico

 

Tutela della salute e del benessere psicofisico.
Nodo concettuale SVILUPPO ECONOMICO E SOSTENIBILITA’
5 Intendere l’importanza della crescita economica e del lavoro. Conoscere le cause dello sviluppo economico e sociale in Italia ed in Europa, le diverse attività economiche.

Imparare atteggiamenti e comportamenti responsabili volti alla tutela dell’ambiente, del decoro urbano, degli ecosistemi e delle risorse naturali per una crescita economica rispettosa dell’ambiente e per la tutela della qualità della vita.

Intendere l’importanza della crescita economica. Sviluppare atteggiamenti e comportamenti responsabili volti alla tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e delle risorse naturali per uno sviluppo economico rispettoso dell’ambiente.
6 Conoscere le cause dei cambiamenti climatici, gli effetti sull’ambiente  e i rischi legati  all’azione dell’uomo  sul territorio. Comprendere l’azione della Protezione civile nella prevenzione dei rischi ambientali. Acquisire la consapevolezza delle situazioni di rischio del proprio territorio, delle potenzialità e dei limiti dello sviluppo e degli effetti delle attività umane sull’ambiente.  Adottare comportamenti responsabili verso l’ambiente.
7 Maturare condotte e scelte di tutela dei beni materiali e immateriali. Maturare condotte e scelte di tutela dei beni materiali e immateriali.
8 Maturare condotte e scelte di tutela del risparmio e assicurativa nonché di pianificazione di percorsi previdenziali e di utilizzo responsabile delle risorse finanziarie. Maturare condotte e scelte di tutela del risparmio e assicurativa nonché di pianificazione di percorsi previdenziali e di utilizzo responsabile delle risorse finanziarie. Apprendere il valore dell’impresa e dell’iniziativa economica privata.
9 Maturare condotte e scelte di contrasto all’illegalità Maturare condotte e scelte di contrasto alla illegalità
Nucleo concettuale CITTADINANZA DIGITALE
10 Sviluppare la capacità di accedere alle informazioni, alle fonti, ai contenuti digitali, in modo critico, responsabile e consapevole. Sviluppare la capacità di accedere alle informazioni, alle fonti, ai contenuti digitali, in modo critico, responsabile e consapevole.
11 Interagire con gli altri attraverso le tecnologie digitali consentite, individuando forme di comunicazione adeguate ai diversi contesti di relazione, adottando e rispettando le regole comportamentali proprie di ciascun contesto comunicativo. Individuare forme di comunicazione digitale adeguate, adottando e rispettando le regole comportamentali proprie di ciascun contesto comunicativo
12 Gestire l’identità digitale e i dati della rete, salvaguardando la propria e altrui sicurezza negli ambienti digitali, evitando minacce per la salute e il benessere fisico e psicologico di sé e degli altri. Gestire l’identità digitale e i dati della rete, salvaguardando la propria e altrui sicurezza negli ambienti digitali, evitando minacce per la salute e il benessere fisico e psicologico di sé e degli altri.

 

Alcune annotazioni tecnico-didattiche sul testo delle 12 competenze

  1. Non si capisce perché in alcuni casi le definizioni delle competenze siano diverse tra Primo e Secondo Ciclo. Le differenze sono evidenziate in giallo nella tabella sopra riportata.

Alcune di queste differenze sono poi superate nella declinazione specifica degli obiettivi. Ad esempio nella competenza 2 la Patria appare solo al secondo Ciclo ma nella declinazione degli obiettivi per il primo ciclo leggiamo “Conoscere il significato di Patria” per la scuola Primaria e “Approfondire il significato di Patria e le relative fonti costituzionali (art. 52)” per la Scuola Secondaria di I grado.

Di solito la definizione di una competenza è univoca e viene poi dettagliata nel curriculum verticali tenendo conto del contesto, dell’età dei discenti, ecc. Qui, chissà perché, si è preferito differenziare la definizione stessa, anche con alcune stranezze quale, ad esempio, la sottolineatura dell’importanza del lavoro nella scuola del primo ciclo ma non nella scuola secondaria (forse era il contrario e si sono confusi? Boh)

  1. Dal punto di vista tecnico le definizioni riportate sono difficilmente definibili come “competenze”: ricorrono infatti molti verbi estranei alla logica della competenza (esempio: maturare) e difficilmente le lunghe frasi utilizzate si prestano a guidare processi di valutazione delle competenze mediante osservazione di comportamenti specifici e univoci.

 

  1. Patria – Pace 5 a 0

Tra i moltissimi rilievi critici che possono essere rivolti al testo delle linee guida ce ne è uno davvero impressionante, che può essere verificato facilmente, e che a mio parere riassume con precisione quanto sto sostenendo.

Ne testo la parola Patria ricorre 5 volte (3 più che nella Costituzione) mentre a parola pace ricorre ZERO VOLTE (contro le due volte, in senso specifico, nella Costituzione).

Che dire, potremmo fermarci qui: Patria – Pace 5 a 0. Eppure, a pensarci, le sfide dell’oggi e della cittadinanza sono concentrate proprio sul tema pace / guerra visto che a poche centinaia di chilometri da noi si stanno combattendo due guerre, quella in Ucraina e quella a Gaza, che ben si presterebbero per sperimentare esercizi di pace.

Inoltre, assieme al tema pace, anche il tema “mondo” è sparito dal testo delle linee guida.

 

  1. Un cambio di paradigma ?

Le linee guida costituiscono decisamente un cambio di paradigma per la scuola italiana. Si torna alla Patria, alla identità occidentale (qualunque cosa questo voglia dire) e il mondo sparisce sullo sfondo.

Il problema è, tecnicamente, che le linee guida intendono inserirsi entro la logica delle Indicazioni nazionali del 2010 e del 2012. E qui sta il problema: le indicazioni nazionali si aprono infatti con il documento Cultura. Scuola. Persona elaborato nel 2007 dalla commissione nominata dal Ministro dell’Istruzione e presieduta da Mauro Ceruti e coordinata da Italo Fiorin. Un testo che adotta in pieno il paradigma della complessità e che costituisce la cornice culturale che ha portato alla elaborazione delle indicazioni nazionali essendo parte integrante delle stesse. (si vedano ad esempio le Indicazioni Nazionali per il primo ciclo di Istruzione di cui al DM 254 del 16 novembre 2012 – https://www.miur.gov.it/documents/20182/51310/DM+254_2012.pdf )

Un testo che presenta l’orizzonte di un nuovo umanesimo che fa a pugni con le linee guida sulla educazione civica.

 

Che fare allora?

Beh, vedendo come ha agito sino ad ora il Ministro la soluzione è semplice e in parte già avviata: il paradosso di due paradigmi contradditori si risolve eliminando uno dei due paradigmi.

Quello che sta alla base delle indicazioni nazionali 2012, ad esempio, riscrivendo quindi le indicazioni stesse.

Processo già in cantiere, del resto.

 

 

 




Linee Guida Educazione civica, un modello chiuso

di Rodolfo Marchisio

Le linee guida sull’Ed. Civica per tutti gli ordini di scuola, emanate dal Ministro Valditara il 7 settembre, presentano molte novità rispetto alle precedenti. Pur nel dichiarato rispetto delle Indicazioni nazionali dei vari ordini e con un richiamo all’autonomia delle scuole, più che altro operativa, sono a schema chiuso.

Finita la sperimentazione (durata 4 anni) e in assenza di un atteso monitoraggio e di una mancata riflessione pubblica, ogni ordine di scuola avrà traguardi di competenze e obiettivi di apprendimento da perseguire componendo, in una sorta di puzzle, i contributi delle varie materie.

Fra i vari modelli sperimentati dalle scuole, il MIM ha scelto un modello chiuso, a puzzle, ad assemblaggio di contenuti delle varie discipline; forse per aggirare il fatto che, a fronte di notevoli ed esemplari buone pratiche verticali e trasversali, di significative collaborazioni con Enti e associazioni, alcune scuole non hanno avviato granché, diversi docenti hanno disertato la collaborazione collegiale con varie scuse, scaricando sui referenti e sui docenti di “buona volontà” quello che era secondo la legge 92/19 un “obbligo educativo collegiale”. Con un calo di motivazione anche legato al silenzio del MIM.

Controriforma della EC in salsa governativa, personalistica e neoliberista

Gli aspetti che colpiscono a prima vista sono il cambiamento di ottica (o meglio d’ideologia) rispetto alle precedenti linee guida, ad esempio:

  • La logica “mainstream”, prevalente oggi: l’individuo (e i suoi interessi, beni e proprietà) sono più importanti della società; il concetto di persona (peraltro poco presente nella Costituzione, alla quale si fanno riferimenti talora solo strumentali), sostituisce quello di cittadino in un’ottica di personalismo che poco ha a che fare con la Carta.
  • La scuola, in collaborazione con la famiglia e le istituzioni, deve tendere a costruire l’Identità italiana, europea, occidentale. L’italocentrismo e l’eurocentrismo (in un’Europa peraltro divisa) sostituiscono, in un mondo globalizzato e complesso, la multiculturalità ed il dialogo fra culture e il resto del mondo, tranne un accenno alle carte dell’ONU e alle dichiarazioni internazionali.
    Un passo indietro di molti decenni.
  • Il concetto di Patria viene enfatizzato quando nella Costituzione questo lemma viene usato nell’ art 52 (la difesa della patria è sacro dovere del cittadino) e nell’articolo 59 comma 2 relativa alla nomina di senatori a vita; appare una forzatura ideologica, quando sia le linee che l ‘intervento del ministro teorizzano il “superamento delle ideologie” (tra cui V. cita il comunismo che vi sfido a trovare e segnalarmi. Cfr. lastampa.it 14 8) e la centralità della persona e dell’individuo; in realtà si ricade in altra ideologia quella neoliberista, personalista, dell’individuo. Che è quella corrente (vedi Zagrebelsky sul concetto dell’egocentrismo dominante).
  • Allora prevalgono i diritti e le responsabilità individuali sulla responsabilità sociale.

La cultura dell’impresa (le 3 I di Berlusconi: impresa, inglese, informatica), l’iniziativa economica, la proprietà privata.

  • Tanto che il filone 2 non è più legato all’ambiente (che è il problema), ma a sviluppo economico e sostenibilità (che comprende cultura della iniziativa privata, dell’assicurazione, del risparmio: pur nel “rispetto di uomo e animali”). Quale sia il nesso causale tra sviluppo industriale e digitale incontrollati e degrado dell’uomo e dell’ambiente lo sappiamo tutti e lo viviamo sulla nostra pelle in questa pazza estate (che sarà solo la prima); ma qui la priorità viene rovesciata.

Seguono in ordine sparso osservazioni ideologiche e di valori come soluzione di problemi attuali e concreti. La semplicità non esiste se non come lavoro sulla complessità, ma più persone la capiscono e condividono.

Così nelle 33 ore dell’EC dovremmo affrontare e risolvere:

  • Lotta alla mafia e criminalità contro la persona (la criminalità come fatto individuale).
  • Crescita economica nel rispetto del bene pubblico, privato, di ambiente (declassato) e qualità della vita del cittadino.
  • Educazione alla salute (ma senza investire risorse da parte della politica?), corretta alimentazione, attività sportive contro le dipendenze.
  • Educazione stradale contro l’aumento d’incidenti.
  • Rispetto della donna come soluzione al problema della violenza di genere. NON pari opportunità, NON tutti uguali indipendentemente dalle “condizioni personali e sociali” e quindi anche dal genere o sessualità (art. 3 della Carta).
  • Educazione finanziaria, assicurativa, al risparmio (il 30 ottobre, molti decenni fa c’era la “giornata del risparmio” alle elementari, mentre oggi i bimbi vengono invitati al baratto).
  • Cultura del lavoro (ma non degli incidenti sul lavoro e dello sfruttamento dei lavoratori anche in epoca digitale e di IA?)
  • Uso etico del digitale che potenzi le competenze individuali, non le sostituisca e combatta le dipendenze, anche da web e gaming.
  • Divieto dello smartphone a scuola tranne che alle superiori.Si dice cosa dovrebbe fare il singolo, ma non si invita a riflettere in modo critico su cosa dovrebbero fare la società e le Istituzioni.

Persona al posto del cittadino

 Ma chi è cittadino? Chi ha frequentato le scuole, chi è maggiorenne? Su questo non c’è accordo nella maggioranza di governo – ius soli? Ius scholae, sanguinis, culturae? – E quindi si parla d’altro.) Personalismo vs cittadinanza, patria e famiglia (manca Dio), privato vs pubblico. 

  • Confermata l’invarianza di costi e risorse (sia chiaro: non c’è una lira!)

Note alle Indicazioni Valditara

a) Sarebbe utile una conoscenza della Costituente del dibattito e delle mediazioni tra posizioni diverse raggiunte da quelli che erano statisti (De Gasperi, Togliatti; Moro, e Marchesi sulla scuola…) e pensavano alle future generazioni.

b) Non si può capire l’EC se non si conoscono la storia della Costituzione antifascista e la storia dei diritti (N. Bobbio- Dall’illuminismo alla Resistenza al dopo guerra).

Il Ministro risponde (lastampa.it) che in ogni ordine di scuola si studierà il dopoguerra.
Lo ritenete possibile?
E l’Illuminismo, la dottrina cristiana (encicliche di Pio XI comprese), il pensiero comunista e socialista che insieme con quello laico e liberale hanno animato il dibattito costituente?

Di tutto un po’! Risolvere problemi concreti con spot ideologici.

Infine scompare la collegialità e resta la contitolarità’.
Nelle 33 ore occorre progettare in modo sistematico conoscenze e abilità dei 3 nuclei !
Ogni docente sarà chiamato a mettere la sua tessera del puzzle che peraltro fa già parte, secondo le linee guida, del suo curricolo disciplinare. Non si può lamentare. Non lavora di più.
Nel 1° e 2° ciclo per lo sviluppo di competenze, peraltro definite in modo da essere non osservabili e valutabili, e il raggiungimento di obiettivi apprendimento. Alle superiori se c’è, ci pensa il docente di diritto. Approfondiremo.

Si veda anche il parere del CSPI e il nostro punto di vista su di esso.




Educazione civica: decreto ministeriale e nuove Linee Guida

DECRETO MINISTERIALE 183 del 07.09.2024

 

NUOVE LINEE GUIDA PER L’EDUCAZIONE CIVICA 

 




Linee Guida di Educazione civica: un primo commento al parere del CSPI

disegno di Matilde Gallo, anni 10

di Rodolfo Marchisio

Il CSPI ha esaminato nella seduta plenaria n. 131 del 28/08/2024 le linee guida per la Ed. Civica presentate dal MIM.

Il presente articolo intende facilitare la conoscenza del parere del CSPI essendo una lettura che evidenzia i punti più importanti (e condivisibili, secondo me) e li commenta brevemente. Si fornisce, indirettamente, una idea del testo inviato dal MIM e delle problematiche che sollevava, su cui interverremo a parte.
In corsivo le citazioni. I grassetti sono dell’autore della scheda.

Il CSPI ricorda in premessa

a) i nuclei della legge 92/19

  1. Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà;
  2. sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio;
  3. cittadinanza digitale.

 b) Che con nota DGPER n. 19479 del 16/07/2020 il Ministero ha promosso un capillare e imponente piano di formazione

c) Che entro l’a.s. 2022/23, sulla base delle attività delle istituzioni scolastiche e degli esiti di un apposito monitoraggio, le Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica avrebbero dovuto essere integrate con la definizione a livello nazionale dei traguardi di sviluppo delle competenze, degli obiettivi specifici di apprendimento e dei risultati attesi. Effettivamente con nota prot. n. 16706 del 27/06/2022 il Ministero ha effettuato una rilevazione delle modalità adottate dalle istituzioni scolastiche

d) Che non sono noti gli esiti di tale rilevazione né eventuali documenti conclusivi dell’attività svolta dal Gruppo di esperti e dal Comitato tecnico-scientifico. Nell’a.s. 2023/24 le istituzioni scolastiche hanno proseguito con la realizzazione delle attività connesse all’introduzione dell’insegnamento di Educazione civica secondo le modalità ormai consolidate.

e) Il CSPI, a tal proposito, evidenzia il grande e importante lavoro pedagogico e culturale che le scuole, nel quadriennio 2020-2024, hanno messo in campo per strutturare percorsi curricolari aderenti ai tre nuclei concettuali, dando forma interdisciplinare ad un insegnamento, quello di Educazione Civica, fondamentale

E conclude in premessa:

f) il testo delle Linee guida ex D.M. n. 35/2020, ormai assunto dalle scuole e oggetto di approfondita attività di formazione, non richiedeva particolari revisioni, eccetto le necessarie sistemazioni in riferimento a specifiche novità normative intervenute (ad esempio, la legge 17 maggio 2022, n. 60 e la legge 5 marzo 2024, n. 21, che apporta modifiche alla legge n. 92/2019) e la prevista definizione a livello nazionale di traguardi di competenze e obiettivi di apprendimento.

NOTE sui punti fondamentali

La modifica del filone 2: Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio divenuto Sviluppo economico e sostenibilità non è necessaria ed è superficiale (NdA inverte le priorità, il focus ed il nesso tra sviluppo industriale e sue conseguenze ambientali).

Le Linee guida 2024 escono talora dall’ambito della legge 92/19
…senza necessariamente spingersi su tematiche non contemplate dalla L. n. 92/2019, quali lo sviluppo economico, la valorizzazione del lavoro e dell’iniziativa economica privata, la diffusione della cultura di impresa, la valorizzazione e la tutela del patrimonio privato.

Chiede di non modificare/deformare il nucleo 1 divenuto Costituzione ma di mantenere la definizione della legge 92/19 Costituzione, diritto, legalità e solidarietà, con il riferimento esplicito in particolare ai concetti di legalità e soprattutto di solidarietà, inscindibilmente collegati e da collegare alla carta costituzionale.

Di evitare la prescrittività per le scuole
…nel rispetto dell’autonomia didattica riconosciuta alle scuole, evitare espressioni che diano l’idea di una certa prescrittività delle attività da porre in essere e dei temi da trattare.

Nel filone Costituzione manca il riferimento alla relazione sociale individuo e collettività’.
P.S. resta solo l’individuo o meglio la persona. …mancanza di un riferimento alla relazione sociale tra individuo e collettività…

Nello stesso filone non si parla di discriminazione e violenza di genere, di ogni genere.
…ogni forma di discriminazione e violenza di genere, al centro di continue riflessioni in ambito scolastico e anche oggetto di circolari ministeriali.

Si sottolinea la necessità di progetti per approfondire il secondo filone per la parte ed. economica e finanziaria con enti ed associazioni del settore.

Cittadinanza digitale si chiede di:
a) inserire il ruolo delle famiglie nella educazione al digitale,
b) eliminare il divieto di smartphone in classe che qui non c’entra in quanto non attinente al tema della cittadinanza digitale e non pertinente alle finalità delle Linee guida.

Osserva una certa confusione fra competenze e obiettivi di apprendimento che ostacola anche la loro verifica e valutazione e chiede di evitare sovrapposizioni tra la valutazione della EC e quella del comportamento
…evitando eventuali sovrapposizioni tra valutazione della disciplina di Educazione civica e del comportamento…

Riformulare meglio gli obiettivi nella seconda parte

Riformulare obiettivi di apprendimento della primaria in quanto spesso sono finalità o indicazioni metodologiche e non obiettivi di apprendimento
riformulare diversi obiettivi di apprendimento della scuola primaria in quanto si configurano come finalità o viceversa con contenuti troppo specifici o con indicazioni metodologiche.

Osserva che la Tutela della salute e del benessere psicofisico non è traguardo di competenze

Chiede di modificare (Crescita economica e sostenibilità) in quanto non coerente con la legge 92/19
…al dettato della L. n. 92/2019, che non prevede alcun riferimento al tema della crescita economica, del lavoro e dello sviluppo economico, quanto piuttosto allo sviluppo sostenibile collegato all’Agenda 2030.

Il Diritto al lavoro fa parte del nucleo 1 quello dei diritti e della Costituzione.
Il tema del diritto del lavoro attiene propriamente al primo nucleo concettuale e non alla educazione allo sviluppo economico e finanziario.

Apprendere il valore della impresa individuale ed incoraggiare l’iniziativa economica privata non è un obiettivo della EC

Apprendere il valore dell’impresa e dell’iniziativa economica privata.

Conoscere il significato della appartenenza ad una comunità’…non è una competenza.

Tra le competenze da raggiungere riprendere l’attenzione alla discriminazione ed alla violenza di genere anche in questa parte.

Dal punto di vista della formulazione

È definito un testo pesante, ripetitivo e confuso, spesso da semplificare, perché mescola cose diverse, in un linguaggio anacronistico e che confonde talora traguardi di competenza ed obiettivi di apprendimento.

In conclusione

Il CSPI, in conclusione, evidenzia che l’Educazione civica non può essere considerata solo come una disciplina (NdA in coerenza con la legge 92/19), in quanto, attraverso apprendimenti formali, non formali e informali, permette lo sviluppo della cittadinanza, della responsabilità e dell’etica pubblica fondate sui valori condivisi della Costituzione.

Sottolinea infine la necessità di far conoscere e valorizzare le buone pratiche (un repository nazionale, tra l’altro?) completando:

  • la nomina della Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale (art. 5), in più occasioni sollecitata anche dall’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza; 
  • la costituzione dell’Albo delle buone pratiche di Educazione civica (art. 9);
  • l’ indizione annuale di un concorso nazionale per la valorizzazione delle migliori esperienze in materia di Educazione civica (art. 10).

Il CSPI non ha approvato le linee guida.

 

 




Educazione civica: il testo del parere del CSPI sulle nuove Linee Guida

Nella giornata del 28 agosto il CSPI ha espresso il proprio parere sul testo provvisorio delle nuove Linee Guida di Educazione Civica.