di Raimondo Giunta A scuola, nei rapporti quotidiani, capita che sul modo in cui debbano vestirsi e parlare gli alunni ci possa scappare l’incidente. Per evitare umilianti controversie e penose campagne di stampa, considerando come si è diventati, credo che debbano essere dettate delle norme precise al riguardo. Una volta francamente non ce n’era bisogno. Però bisogna dirlo. A tanti sembra indebito che la scuola stabilisca un minimo di regole sul modo di comportarsi e anche sul modo di vestirsi. Per alcuni e forse per molti è importante solo che i giovani a scuola ci vadano e ci restino. Sinite parvulos venire ad me… E’ un’idea senz’altro accattivante, ma non credo che sia seria. La scuola è altro rispetto alla vita e lo deve essere proprio per preparare alla vita; una realtà che deve avere le proprie regole: quelle che sembrano essere le più efficaci per mantenere le promesse che fa a chiunque entri dal suo portone d’ingresso. Si dice in chiesa con i santi e in taverna con i briganti. Si potrebbe citare Machiavelli che cambiava abito, quando si metteva a leggere e a scrivere. Questa condiscendenza, ai limiti dell’irresponsabilità, non aiuta i giovani. Continua a leggere