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E’ morto il maestro Lando Landi

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E’ morto in queste ore Lando Landi, maestro elementare, straordinario testimone del Movimento di Cooperazione Educativa

Questo il ricordo degli amici del MCE di Venezia

Caro Lando, ti salutiamo con il ricordo del laboratorio che hai tenuto alla scuola primaria Virgilio a Mestre nel 2008. Ci hai insegnato una grande varietà di tecniche grafiche, pittoriche, corporee, manuali, Ci hai fatto vivere nella preistoria, portati nel mondo di Hula, e l’anno successivo nel castello medievale.

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Perchè i docenti studiano l’intelligenza artificiale?

Composizione geometrica di Gabriella Romano

di Stefano Penge

Come in ogni occasione in cui qualche strumento viene inventato e proposto sul mercato delle professioni della conoscenza, ancora prima che parta l’ennesimo progetto nazionale per la trasformazione delle classi tradizionali in ambienti innovativi dove gli studenti si preparino alle  le professioni digitali del futuro e il personale scolastico alla transizione digitale, alcuni insegnanti si sentono in dovere di aggiornarsi e di prepararsi al nuovo che avanza. Questo va ovviamente ascritto a loro merito: invece di lamentarsi del tempo perso necessario per imparare a usare questa o quella stravaganza voluta dal ministero, invece di laudare le tecnologie naturali di una volta e rimpiangere le buone vecchie LIM, si lanciano a studiare,  giocare e sperimentare coinvolgendo la famiglia, gli amici e gli studenti. Sono docenti ottimisti, entusiasti, curiosi e insieme coscienziosi.

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Le ragioni di questo interesse didattico sono diverse: dalla difesa dei “nostri” nei  mercati del lavoro internazionali alla risposta rapida alle trasformazioni culturali in arrivo, con una quota di orgoglio professionale o semplicemente un desiderio inconscio di allinearsi alla moda del momento.

Stavolta non si tratta di afferrare la meteora del Metaverso, ma di preparare gli studenti a usare l’intelligenza artificiale, cioè le interfacce dialogiche di OpenAI, cioè i prompt.  I tre concetti sono spesso percepiti come uno solo: se il prompt di ChatGPT coincide con l’intelligenza artificiale, imparare a usarlo significa avere una patente che permette di entrare nel Paese dei Balocchi intelligenti. Continua a leggere

Didattica cooperativa d’altri tempi, ovvero quando le maestre e i maestri lasciano un segno

Correva l’anno 2022 e in occasione dell’assegnazione di una benemerenza assegnata dal Comune di Treviso su sollecitazione della commissione PPOO, a Cinzia Mion, una ex-allieva di scuola elementare ha letto questa lettera che pubblichiamo perché è un inno alle tecniche Freinet e alla corrispondenza interscolastica.

Questa bella storia ha inizio nel 1964, in un paesino a metà strada tra Conegliano e Sacile, a Codognè. Io ero in prima elementare, la Maestra Cinzia ai suoi esordi nel mondo dell’insegnamento, in questo paesello di campagna, gente semplice e genuina, arriva Lei giovane maestra, bellissima donna, una classe di 15 alunni, con soli 4 maschietti scatenati.

Ricordiamo tutti noi con molto piacere le esperienze vissute in quegli anni, potrei parlarvene per ore:
-del terrario costruito in classe, con attenzione al mondo degli animali;
-l’anemometro in cortile, con riflessioni su aria pulita, venti,  oggi lo chiameremo ambiente;
-la ricreazione con i giochi organizzati e definiti sport, componente fondamentale di una vita sana.

Giusto per essere certa che non vi sia sfuggito, stiamo parlando degli anni 60, la Maestra Cinzia è stata la mia insegnante dalla prima alla quarta elementare, gli argomenti su cui erano basate le nostre giornate, oggi sarebbero argomenti noti, in uso quotidiano, ma qui eravamo nel 1964, erano tempi non sospetti per questi temi, ma non per Lei.
Però non voglio parlarvi di questi argomenti, ho fatto solo un accenno, voglio invece raccontarvi di un’altra esperienza vissuta in quel periodo e per me esaltante, la corrispondenza con un’altra classe di coetanei. Tramite le conoscenze della Maestra, siamo stati in contatto con una classe di Aggius in provincia di Sassari, paesetto delizioso nelle colline sarde, qui insegnava il Maestro Andrea Suelzu, altro insegnante innovativo. Continua a leggere

L’anno che verrà. Pensiero critico ravvicinato e circostanziato? Magari

– di Marco Guastavigna

Su questi bit mi sono espresso in modo inequivocabile a proposito di dispositivi digitali e di intelligenza artificiale: bisogna andare senza esitazione nella direzione dell’emancipazione e della decostruzione dei miti di mercato. Su altri ho presentato un possibile approccio professionale agli assistenti artificiali e una traccia di percorso di formazione in proposito.

Ad accomunare i tre interventi ci sono parecchie concettualizzazioni analitiche e proposte operative, ma soprattutto il rifiuto in blocco e il rovesciamento dello sciocchezzaio corrente – “il digitale”, “competenze digitali”, “didattica digitale”, “educazione (al) digitale e così via -, caratterizzato da un approccio adattivo.
Che “naturalizza” la situazione esistente considerandola, anziché un recinto da cui liberarsi per ritornare all’autodeterminazione didattica, la sola alternativa possibile e la declina in abilità e capacità da acquisire in una condizione di subalternità gerarchizzata e gerarchizzante.

Credo pertanto di disporre di un patrimonio di consapevolezza utile per affrontare più da vicino i dispositivi di intelligenza artificiale, secondo un posizionamento esplicitamente critico della logistica capitalistica della conoscenza e dell’istruzione. Patrimonio che non voglio considerare di mia esclusiva proprietà, ma piuttosto condividere, come per altro ho già fatto.

Ad incuriosirmi è questa volta il portale Magic School, esplicitamente dedicato ad insegnanti interessati a usare l’IA nella propria didattica, per due ragioni.

La prima: l’uso di un’iperbole, ovvero di un linguaggio per scelta mistificante e efficacemente manipolatorio, sottolineato dalla presenza – come nel caso delle iniziative autopromozionali degli insegnanti imprenditori – di una zona per lo shopping virtuale.
La seconda: la ricostruibilità di un profilo professionale a partire dalle diverse funzionalità AI offerte, sempre con un meccanismo commerciale teso al lucro su licenze individuali e massive. Vediamo meglio. Continua a leggere

Intelligenza artificiale e/a scuola: questioni aperte e qualche conclusione (provvisoria)

di Rodolfo Marchisio

Due aneddoti

  • Mentre organizzavamo For Tic 1 con USR Piemonte e Unito, con M. Guastavigna, un assistente di Luciano Gallino tutto “goduto” ci ha mostrato un suo software che somministrava le prove, le correggeva, attribuiva i voti e inviava in automatico una mail agli allievi. Domanda: “se fa tutto il software, tu coi tuoi allievi quando ci parli?”
  • Ricordate il colonnello russo che contro ogni evidenza che proveniva dalle sue tecnologie (5 missili nucleari in arrivo dagli USA) ha preso tempo ed evitato di far partire la prima guerra nucleare?
    Ci ha salvato. È stato lodato e poi è sparito.

“Prima di usare tecnologie molto potenti, prima addirittura di ipotizzare per cosa usarle, bisogna anzitutto conoscere questi strumenti. Capire come funzionano, quali sono le loro potenzialità e (soprattutto) quali sono i loro limiti. Ma anche evitare di considerarli una scatola nera che processa chissà come input e restituisce magicamente output da applicare a occhi chiusi.” (Soro)

Soro e Rodotà
 “Tutto quello che è tecnicamente possibile è anche eticamente lecito, politicamente e socialmente accettabile, giuridicamente ammissibile?” (Rodotà)

L’algoritmo non è infallibile né neutro. Si tratta di opinioni umane strutturate in forma matematica. L’uomo ha (deve avere) la possibilità di intervenire in qualsiasi momento dei processi decisionali. (Soro)
Senza regole la società (l’ambiente) digitale rischia di divenire la società della schedatura, la rete, da straordinaria risorsa democratica, può diventare strumento di sorveglianza globale da parte dei grandi poteri economici” Rodotà.  Schiavitù volontarie o passive, disinformazione e post verità.
L’IA dà un grande potere a chi la gestisce. Quante delle nostre decisioni come cittadini sono sempre più condizionate: dagli acquisti, ai gusti, alle idee, al nostro stanco diritto di votare influenzato dalle Fake? I GAFAM e soci da servizi di informazione e comunicazione tendono a gestire anche servizi ed attività sociali, sanità, istruzione, servizi ai cittadini. Continua a leggere

La questione del presepe: ovvero laicità e scuola

di Cinzia Mion

Mi sento ancora una volta tirata per i capelli a dover intervenire i merito alla questione della laicità dell’Istituzione scolastica, che discende da quella dello Stato. Per chi dovesse nutrire ancora dei dubbi sulla laicità dello Stato, e di conseguenza della Scuola statale, ricordo la sentenza della Corte Costituzionale dell ’11 e 12 aprile 1989  che, interrogata proprio in materia scolastica, si pronuncia in modo incontrovertibile affermando: “I valori richiamati (art.2, 3, 19) concorrono con altri ( art.7, 8, 20 della Costituzione) a strutturare il principio supremo della laicità dello Stato, che è uno dei profili della forma dello Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica”.
E’ il caso allora di tornare a spiegare ai giornalisti della carta stampata e delle varie TV locali e nazionali, ma soprattutto ai politici o politicanti ignoranti (nel senso che ignorano) che con la revisione del Concordato (1984) devono prendere atto e cercare di spiegare ai loro lettori o fruitori o elettori che, tra le conseguenze della revisione del Concordato ora nella scuola hanno diritto di cittadinanza la “cultura” religiosa ma non più gli atti di “ culto”.
Questi ultimi erano e sono : il segno della croce, le preghiere prima delle lezioni, le benedizioni a Natale o a Pasqua o comunque durante le cerimonie, le messe durante l’orario scolastico, la realizzazione del presepe, ecc. Continua a leggere

Taskificazione e monetizzazione dell’intelligenza prestazionale

di Marco Guastavigna

La discussione di primo livello sull’IA – come è usanza degli intellettuali organici al mercato – è lenta e, of course, sui massimi sistemi.
Al secondo livello, quello della pacata divulgazione, si muore e si provocano morti per asfissia culturale, malattia tipica della citazione subordinata e subordinante, che riconosce e naturalizza la gerarchizzazione della supply chain della conoscenza.

Laddove si decide, si progetta e si fa, invece, si agisce. E così si dispiega sempre più l’aziendalizzazione del mondo 4.0 per via digitale.
Già i software “tradizionali” e successivamente le applicazioni per dispositivi mobili avevano consentito di scomporre il “lavoro” in micro-attività distinte e misurabili, incrementandone – in nome dell’utilitarismo razionale a matrice capitalistica, per cui la priorità è il profitto – l’alienazione e minimizzandone per contro la capacità contrattuale. Continua a leggere