di Aristarco Ammzzacaffè
(ricordiamo che l’ebook di Aristarco Ammazzacaffè I ministri dell’Istruzione da Moratti a Valditara citato in questo intervento viene inviato gratuitamente a tutti gli iscritti alla associazione)
L’intervista e il contesto
Finalmente in tutte le scuole italiane dal settembre scorso (2024) è approdata la Nuova Educazione Civica (N.E.C.).
Basta chiedere a insegnanti, ds e studenti per capire questo nuovo miracolo che illuminerà le nostre scuole.
A tutt’oggi – a essere obiettivi fino in fondo – c’è ancora in giro aria di scarso interesse.
– Però visibilmente festosa – annota il Ministro, rallegrandosi, ma anche pensando alla difficoltà del parto: il Decreto, con le Linee guida, elaborato in pieno ferragosto, quando anche il governo tutto era sotto l’ombrellone e affini.
Il pur primario dovere familiare di tornarsene a Milano – dove l’ aspettavano con ansia assolata, parenti ed amici – non l’ha avuta vinta. Quando uno dice: la tempra!
E quindi, in pieno periodo ferragostano (13 agosto) – così raccontano le cronache – il Ministro era ancora lì, a Roma, al suo posto, a farsi intervistare proprio sulla N.E.C. da un giornalista del Messaggero, gocciolante di sudore (povero!) dalla testa ai piedi. Lui però, il Ministro, niente. Neanche una goccia; e in giacca e cravatta.
– “Per puro senso del dovere” -. Questa, a domanda precisa, la severa e pronta risposta.
Che dire? Meglio niente.
Con 40 gradi all’ombra, pensate! E una fastidiosissima zanzara, l’unica nel Palazzo Ministeriale, che ha scelto – con preconcetto? – di manifestarsi subdolamente e ininterrottamente per quasi due ore di fila (la durata dell’intera intervista!).
Con lo scopo perverso – tipico della zanzara trasteverina – di infastidire il Ministro proprio mentre si concentra sulle domande del giornalista.
Il risultato dell’intervista si è potuto ben apprezzarlo il giorno dopo: risposte precise ed esaustive. Tanto che alcuni lettori, interrogati, raccontano che dall’intervista comunque Il Ministro ne esce bene.
“Quasi meglio”, commenta emozionato un suo collaboratore fidato, che ha telefonato alla redazione del Messaggero per dire la sua.
La Nuova educazione civica: madre di tutte le riforme scolastiche. Così con coraggio e con visione.
Molto sobrio, ma essenziale, il titolo voluto dal Ministro per l’intervista: Patria, rispetto, impresa. Nuova educazione civica per insegnare i valori (sic!). Sottotitolo: “Il Ministro annuncia la ‘rivoluzione’ a partire dal prossimo anno”. (Sic! Sic!)
Il testo dell’intervista chiarisce opportunamente che la ‘rivoluzione’ sarà affidata alle Linee guida per l’insegnamento (pubblicate in gran fretta dopo 3 sole settimane dall’intervista: il 7 settembre 2024).
Comunque, altissima la posta in gioco e quindi molto avvertita l’importanza del titolo per il lancio. Grande la trovata del Ministro: “La Nuova Educazione Civica: La Riforma madre di tutte le riforme della scuola”. Titolo, quasi identico a quello pensato per il lancio dell’altra grande impresa patrocinata nientemeno che dalla Presidente del consiglio: il Premierato, “La madre di tutte le riforme”.
Ovviamente niente di strano o compromettente in questa coincidenza verbale.
Ma gli antagonisti per partito preso – che sappiamo chi sono: tutti rossi incalliti – non hanno rinunciato neanche in questa circostanza a farsi i fatti loro e a vedervi addirittura frizioni e tensioni e finanche bubboni, per via della rima, all’interno del Governo.
Il Ministro, giustamente arrabbiato, voleva denunciarli come è nella sua indole: citandoli almeno in sede civile e richiedendo il giusto risarcimento.
(D’altra parte – apro una parentesi doverosa – questa di citare in giudizio chi eventualmente lo critica è una cosa che si porta dentro in profondità e a cui tiene molto. Si parla addirittura di crisi di astinenza quando non ha per le mani casi giudiziari almeno bimensili di questo tipo. Un vero tic. Si pensi solo all’ultimo caso con lo scrittore Lagioia – Premio Strega! -: che in un programma televisivo lo aveva criticato per un uso disinvolto del congiuntivo in un tweet postato su un social (tweet su misure stringenti e obbligatorie per l’apprendimento dell’Italiano da parte degli studenti stranieri).
Per il Ministro, ovvio, una offesa oltraggiosa: immediata convocazione dei suoi avvocati (dicono ne abbia una decina, ma non è vero. Ho preso informazioni accurate: solo sette): costituzione di un giurì d’onore, citazione in giudizio di Lagioia con richiesta immediata di formali scuse sui vari giornali e telegiornali e risarcimento di 20 mila euro (Non si è saputo se in contanti. Ma ne faremo accurata ricerca e ve ne informeremo).
Per questo caso però la Meloni l’ha convinto a lasciar perdere, che ci pensava lei a riparare l’affronto in un prossimo comizio sul caso, per il quale sta già allenando le tonsille e facendo esercizi di voce e respirazione. Sta anche sperimentando al riguardo alcuni acuti in vista di un do di petto, di quelli lunghi – modello Caruso -, da associare ad un tipo di gestualità, che si chiamerà quasi certamente La Garbatella (proposta del coach della Meloni medesima).
Per parte sua, comunque, il Ministro non ha rinunciato – come poteva? – a chiarire urbi et orbi quello che lui pensa al riguardo, convocando una Conferenza stampa e facendo dichiarazioni in libera uscita, che sono la sua specialità.
Tra principi e valori della N.E.C. Merito, Identità e Impresa: le tre perle.
Ritornando alla N.E.C., tante ovviamente le novità e tutte per la prima volta nella scuola italiana: come effettivamente lui pensa credendoci: in scienza e coscienza.
Di questa fondamentale rivoluzione, va richiamato, almeno sommariamente che riprenderà parole d’ordine opportunamente mobilitanti. A partire ovviamente da MERITO: tutto maiuscolo e senza se e senza ma, da riprendere opportunamente con l’altra parola chiave, a cui tiene moto: competizione (però solo minuscolo, questa, perché ha qualche punto in meno rispetto alla prima, parola indiscutibilmente regina: ha avuto l’onore – come è noto – di entrare nientemeno che nella denominazione del ministero. Valditara ne è orgogliosissimo. E noi con lui, ovviamente).
Non le approfondisco però, perché l’ho già fatto parecchie altre volte[1]: che uno poi si stanca. Dico solo che grazie alla prima, il Ministro vede sempre più vicina la Porta per entrare nella Storia a cui lui tiene molto. E anche noi per lui. Ci mancherebbe
Comunque desidero ribadire al riguardo che io la penso esattamente come il Ministro: che Dio ce lo conservi a lungo, e così com’è; che ci è andata di lusso).
Ma anche altri valori importanti sono riaffermati nella N.E.C.
Si pensi poi all’Educazione patriottica e alle numerose declinazioni del Made in Italy; e al più recente Italia first.
Lo stesso titolo dell’intervista ferragostana al Messaggero, sopra richiamata (Patria ne è la prima parola chiave), ben evidenzia la visione identitaria centrata sulla Nazione, di cui Valditara è, tra i suoi, l’interprete più attrezzato. Che è impresa non da poco, conoscendoli quasi tutti.
Poi, per carità, certo Italia first, però anche l’Europa, volendo, ci può andar bene in seconda fila (ci abbiamo – sapete – i nostri interessi). Ma, su come starci dentro, non ci sono santi che tengano. Ce la dobbiamo forse – domando – far raccontare da altri? Proprio noi che abbiamo la nostra storia che, come nessun’altra, è ‘una d’arme, di lingua, d’altare, di memoria, di sangue e di cor’’. Il nostro vero imprinting. Possiamo dimenticarlo? Mai! Questo lo devono sapere tutti e riconoscercelo; in primo luogo gli immigrati, e altri che ci chiedono ospitalità. La Nuova Educazione Civica deve perciò insegnare ai nostri studenti – fin dalle prime classi, come giustamente vuole il nostro Ministro – che vanno scongiurate loro probabili invasioni – sì, probabili invasioni, ripeto – che annienterebbe la nostra identità e provocherebbero – che Dio non voglia – addirittura una sostituzione etnica. E con essa, la fine della civiltà di cui noi siamo portatori privilegiati.
Come si sa, se n’è fatto portavoce nientemeno che Francesco Lollobrigida che non è un pisquano qualsiasi, come in tanti pensano con un qualche fondamento, ma nientemeno che l’ex cognato della Presidente Meloni e, del di lei governo, ministro dell’Agricoltura. Per dire.
Comunque, per l’impegno su tale questione, il primo grazie, e il più grande, va al nostro Ministro, e anche – pari merito – a Salvini che , per altezza di “ingegno”, è quello che è. Fateci caso.
Comunque: grazie Giuseppe, grazie Matteo!
Che dire poi della fondamentale linea guida della cultura d’impresa, intesa opportunamente – ovvio – come iniziativa economica privata.
Son d’accordo col Ministro. Cos’è questa storia del “fare impresa a responsabilità sociale” di cui ha parlato il presidente Mattarella negli auguri alla Nazione di inizio d’anno?
Lo dice espressamente la Costituzione, si sente dire. Ribatto: E allora?
Mi chiedo poi cosa non va in questo nostro ‘privato’ che ci fa tutti liberi a modo nostro e che ci arricchisce la vita. Certo, non a tutti. Anche perché, con tutta la buona volontà, non sarebbe oggettivamente possibile. Questi altri che restano fuori, sono evidentemente in troppi!
È proprio in forza di queste sue profonde convinzioni – e lo dico in tutta sincerità – che è questo il Valditara che va di più trai suoi. Provate a pensarci. Anche senza esagerare.
Eppure c’è in giro tanta ingratitudine (Per fortuna però anche altro…)
Ma nonostante questa politica trasparente e i risultati che ben già si vedono (anche senza usare il cannocchiale) dopo solo due anni, e che si proiettano già come fari abbaglianti sulla nostra scuola; nonostante – dicevo – tutto questo ben di Dio prodotto dal nostro Ministro, c’è sempre, in giro, tanta ingratitudine!
Fa male sentire che alcuni, e addirittura in pubblico, sfacciatamente lo definiscono ‘fatuo’, senza neanche sapere cosa significa. E allora glielo dico io a questi ignoranti e presuntuosi, : “fatuo è chi è pieno di sè e privo di consistenza”. E allora domando: Giuseppe Valditara Ministro vi sembra un “fatuo”?! Ma dai! Chi vi crederebbe?! Altri poi vi aggiungono addirittura, come ciliegina, che – sempre il Ministro – in questi due anni ha creato solo confusione e disorientamento. Confusione e disorientamento, al Valditara? Bolscevichi! Ecco cosa sono! Capite la malvagità fin dove arriva? Cattiverie allo stato puro.
Poi, per carità, se lo si dice – come infatti si dice – ci potrà essere probabilmente anche del vero. Ma a un Ministro della Repubblica? Che si impegna, tra l’altro, come neanche la Azzolina quando era presa dai banchi con le rotelle nel periodo della pandemia!
Dire queste cose a un Valditara che viene portato in palmo di mano dai tantissimi che parteggiano per lui! (veramente tanti, a contarli tutti). Qualcuno tra questi ultimi – per dire la considerazione – lo definisce addirittura il più amato dagli italiani; proprio come la cucina Scavolini degli anni ’80.
Che in verità, può sembrare un po’ troppo. Però, al riguardo, io penso, in tutta sincerità, che questa gratificazione lui la meriti proprio e tutta quanta, povero!
- Per chi, sul punto, fosse punto da curiosità, si rimanda alla ‘storia’ A volte ritornano: il merito 10 anni dopo, in Aristarco Ammazzacaffè, Ministri dell’istruzione da Moratti a Valditara. 40 storie vere e verosimili: alla ricerca del ‘Migliore’, pp. 151-153), GESSETTI COLORATI (Nuovo Pavone Risorse – NPR -); a Il Meritologo, dello stesso autore, in NPR, gennaio 2023 e all’articolo di Antonio Valentino, Sul merito, in NPR, marzo 2012. ↑