Valutazione sommativa e in itinere: funzioni diverse, strumenti diversi

di Cristiano Corsini

 

Il dibattito sulla valutazione scolastica, sui voti e sulla media aritmetica (aritmetica, non matematica) tradisce un ragguardevole livello di fraintendimento dei termini impiegati. Questo fraintendimento, che talvolta riguarda anche gente che nella scuola lavora, è sintomatico del fatto che troppo spesso le pratiche didattiche sono governate da luoghi comuni e stereotipi più che da reali competenze. In poche parole, talvolta a scuola certe cose si fanno così perché “si è sempre fatto così” e tanto basta.
In questi ultimi mesi ho visitato decine di scuole e dialogato con centinaia di docenti, studenti, famiglie. Condivido con voi le domande che mi sono state poste più frequentemente e le risposte da me fornite.

I voti sono obbligatori ?
I voti sono obbligatori sulla scheda. Dalla scuola primaria in su, per ogni ambito disciplinare è obbligatorio un voto (numerico o non numerico) sulle schede di fine bimestre/trimestre/quadrimestre (valutazione periodica) e sulle schede di fine anno (valutazione finale).
Questo perché il voto sin dalla sua nascita ha una funzione rendicontativa/classificatoria. Infatti, il voto è una sintesi ordinale della valutazione: è sintetico e classificatorio. Non dice nulla sull’apprendimento ma consente di posizionare studentesse e studenti entro una graduatoria.

Se i voti sono obbligatori sulla scheda, sono obbligatori anche nel corso dell’anno ?
Assolutamente no, non c’è alcun obbligo di usare i voti nel corso dell’anno (valutazione in itinere). La valutazione che avviene nel corso della didattica non ha una funzione rendicontativo-classificatoria, ma educativa e formativa e deve rispettare altri obblighi. Per esempio, secondo la normativa deve essere trasparente e tempestiva, volta ad attivare processi di autovalutazione da parte di studentesse e studenti e a migliorare il loro apprendimento.

Che differenza c’è tra la valutazione periodica e finale e quella in itinere?
C’è una differenza sostanziale tra la valutazione sulla scheda (periodica e finale) e quella che avviene in itinere. La prima ha una funzione rendicontativo-sommativa, per cui si esprime attraverso un voto (numerico o meno che sia non importa). La seconda ha una funzione “educativa e formativa”, serve cioè a migliorare l’insegnamento e l’apprendimento, quindi non ha alcun obbligo di esprimersi attraverso voti.

Allora perché esiste la legge sul “congruo numero di voti”?
Non esiste nessuna legge sul congruo numero di voti. In realtà la norma afferma il contrario: sono necessarie diverse valutazioni per assegnare un voto sulla scheda. La leggenda metropolitana della legge sul congruo numero dei voti è frutto della pigrizia di qualche docente o dirigente. Il ragionamento è semplice: siccome devo assegnare un voto finale, faccio prima a valutare in itinere coi voti così mi risparmio la fatica di ragionare sul processo di apprendimento di studentesse e studenti.

Quindi la media non è obbligatoria
No, non lo è. Anzi, è del tutto infondata dal punto di vista scientifico e pedagogico. Dal punto di vista scientifico, perché i voti (numerici o non) sono scale ordinali, e tra scale ordinali non si calcola la media. Dal punto di vista pedagogico, perché non ha alcun senso incentrare la valutazione in itinere sui voti. Nascondere la media non risolve il problema, anzi rischia di… nasconderlo.

Perché non ha senso incentrare la valutazione in itinere sui voti?
Perché la valutazione in itinere secondo la normativa ha una funzione educativa e formativa. E a questo scopo è ampiamente mostrato che i voti non sono utili. Sono invece utili dei riscontri descrittivi chiari e coerenti, collegati a obiettivi di apprendimento. Il problema è che per formulare questi riscontri servono insegnanti competenti dal punto di vista metodologico-didattico. Siccome queste competenze non sono molto diffuse, spesso chi insegna si rifugia nel voto, con pessime conseguenze dal punto di vista della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Insegnanti e scuole che non usano i voti nella valutazione in itinere devono chiedere qualche autorizzazione?
No, non devono chiedere alcuna autorizzazione. Si tratta di una scelta legittima, esattamente come quella di usare i voti. L’unica differenza con l’uso dei voti in itinere è che, in questo caso, si tratta di una scelta fondata scientificamente e pedagogicamente.

Cosa possono fare studenti e famiglie se la valutazione in itinere viene basata sui voti e on sui riscontri descrittivi ?
Possono chiedere a scuole e docenti di applicare la normativa, in itinere il voto non è né obbligatorio né sufficiente. In itinere studentesse e studenti hanno diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare processi di autovalutazione e a migliorare il loro apprendimento. C’è autovalutazione? C’è l’indicazione dei punti di forza e di debolezza? A prescindere dalla presenza o meno del voto, se scuole e docenti non offrono una descrizione analitica dei punti di forza e di debolezza dell’apprendimento di studentesse e studenti e non forniscono indicazioni di miglioramento non stanno applicando la normativa.
Studenti e famiglie che non si accontentano del voto sono studenti e famiglie che non accettano che i propri diritti vengano violati. Nella scelta della scuola, credo che questo fattore debba essere decisivo.