ASCOLTO

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ASCOLTO

di Alessandra Anzini

A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino”. Questo scriveva Picasso quando capì che recuperare quella purezza segnica avrebbe significato riattivare ascolto libero, autentico e permeabile al mondo circostante, che gli avrebbe scatenato quella creatività senza limiti, a cui ogni essere umano è votato.

Ma se io docente agisco col gruppo classe, quindi con il mio mondo quotidiano, solo per farmi ascoltare e non per Ascoltare, come posso pensare di risultare attraente all’alunno e permeabile a tutto quello che può offrire? Potremmo recuperare anche noi, come Picasso, la nostra dimensione più autentica, quella prescolare dove non c’era auto giudizio e pregiudizio e si agiva per il puro piacere di scoprire? Potremmo provare a spogliarci delle nostre paure, dei condizionamenti sociali e culturali? Vestire così quell’habitus che ci permetterà di recuperare la nostra capacità di Ascolto, rendendo la nostra quotidianità scolastica fertile perchè pronta ad Accogliere TUTTE le sollecitazioni dei nostri alunni? Alunni che smetteranno così di essere spettatori annoiati o inquieti ed entreranno finalmente nei nostri mondi di cui diventeranno attori, sceneggiatori e compagni di viaggio?
Ma Ascoltare con la reale e incondizionata curiosità di sapere cosa pensa il nostro interlocutore non è lo stesso approccio che offriamo quando amiamo con la A maiuscola? Non è la stessa fiducia cieca con cui un bambino guarda il mondo?
Questo ci chiedono i nostri studenti, di tornare Bambini, di abbassarci per guardare i loro sguardi e inclinando la testa Ascoltarli e Accettarli umilmente, esattamente per quello che sono. E allora da ognuno di loro scopriremo tesori e carburante che trasformeranno la Storia, l’Arte, la Letteratura, la Musica, la Matematica, la Geografia… in vere e proprie avventure.
Ma se noi docenti non ci divertiamo mentre lavoriamo, abbiamo dimenticato il sapore della curiosità e non siamo competenti e appassionati della materia che proponiamo, allora gli sforzi di Ascolto, di tornare Bambini e quindi di una comunicazione orizzontale, intesa nel senso etimologico di “cum munus” come dono reciproco, saranno vani e probabilmente faremo meno danni ad applicare la comunicazione verticale, meglio nota come trasmissiva, per farci ascoltare con cattedra e voto.

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