Ragionando sulla scuola dell’estate 2021

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di Fiorella Paone
(redazione della Rivista Insegnare)

La crescita e l’emancipazione culturale di alunni e alunne è l’orizzonte di senso della scuola pubblica, secondo Costituzione. La scuola non può quindi in nessun caso essere intesa come un servizio a domanda individuale. La funzione di istruzione ed educazione è, infatti, un diritto che passa attraverso un progetto culturale che si apra al territorio e che metta al centro l’alunno/a e il conoscere insieme attraverso lo studio, la discussione, la problematizzazione, la sperimentazione e la ricerca.

Questo è possibile se si avviano e sostengono processi formali di lungo respiro. Insomma, per realizzare davvero la scuola di tutti e tutte e non trasformare le differenze in disuguaglianze sono necessari interventi strutturali e sistematici.
Il rapporto con il territorio ha senso ed è un’opportunità se inquadrato in un progetto curricolare e extracurricolare che individui specifici interlocutori, traguardi precisi e un sistema di azioni e interazioni di sostegno complementare e di co-partecipazione. Non tutto è scuola.

L’esigenza di più tempo scuola ha senso se non la si considera una misura “una tantum” e la si porta avanti con continuità e serietà ragionando sul perché, sul chi, sul come e sul cosa di scelte didattiche e pedagogiche e di un progetto culturale orientati al consolidamento di una cittadinanza critica e consapevole. E se questo piano di riflessione si coniuga con quello di un reale cambiamento organizzativo.
Se la scuola è in crisi è perché mancano investimenti che riguardino gli organici, perché le classi sono troppo numerose, perché gli edifici sono fatiscenti, perché non si interviene in modo coerente sulla formazione in ingresso e in servizio.
E queste sono conseguenze di precise scelte politiche che come docenti e cittadini/e abbiamo il dovere di denunciare.
La crisi della scuola non è un caso. E non possiamo certo parlare di emergenza dovuta alla situazione degli ultimi 2 anni… Sono processi in corso da almeno 2 decenni.
La scuola è un diritto ed è responsabilità del pubblico garantirlo. La scuola è un bene comune.