Riapertura delle scuole, i dati inquietanti di un’istituzione presentata come sicura

   Invia l'articolo in formato PDF   
image_pdfimage_print

di Gianfranco Scialpi

Riapertura delle scuole, la Ministra rassicura. I dati forniti da lei, invece dicono altro. Sono tutti in crescita, ipotizzando uno scenario poco rassicurante Alcune riflessioni che rimandano a una serie di
domande.

Riapertura delle scuole, leggendo i dati della Ministra...

Riapertura delle scuole, lo si sapeva che i contagi l’avrebbero toccata.
Questa è la situazione fotografata dal MI:

Prima considerazione: i contagi sono aumentati. Rispetto al 26 settembre, quindi parliamo di un arco temporale molto breve, tutti i dati sono superiori al 100%. Chi studia statistica, sa benissimo che la finestra temporale analizzata non consente di esprimere nessuna valutazione sulla sicurezza o meno delle scuole. Occorre attendere ancora. Certo l’oggettiva progressione non tranquillizza.
E’ indubbio che la maggior parte dei contagi sono esterni, ma questi hanno un effetto moltiplicatore, quando entrano a scuola.
In altri termini, si rischia che gli studenti che stanno bene, si ammalino per l’esposizione ai compagni contagiati. L’affollamento delle aule, situazione ancora molto diffusa facilita questo passaggio. Non parliamo poi dei docenti e in genere del personale scolastico.

Alcune considerazioni

Quale limite occorre superare per il cambio di posizione? A febbraio-marzo eravamo quasi fuori
dall’inverno con la prospettiva, avverata poi, di un’attenuazione della potenza virale grazie al semestre caldo. Ora invece siamo all’inizio dell’autunno e con l’inverno ancora da venire. Queste stagioni favoriscono la diffusione di virus influenzali che attaccano anche le vie respiratorie.
Difficile ipotizzare che la situazione possa migliorare. Quindi la prospettiva non rassicura.
Mi chiedo: dobbiamo arrivare al punto di non-ritorno per decretare la chiusura delle scuole?
Nel frattempo si attuerà l’art. 34 di una scuola aperta, ma con aule semivuote o peggio ancora vuote.
E’ questa la scuola che si vuole? Questo possibile scenario presenta una scuola migliore di una
supportata dalla Dad?
Ho l’impressione che la centralità della scuola ribadita dal governo e da altre personalità nasconda solo l’esigenza di assicurare un parcheggio per i figli di genitori che lavorano.
L”ultima conferma l’abbiamo avuta ieri.
De Luca ha rivisto la sua ordinanza di chiusura. Dopo la protesta di molti genitori ha escluso i nidi e le scuole dell’infanzia.