Vivaddio! Qualcuno l’ha finalmente detto: c’è bisogno di qualcosa di ben diverso: c’è bisogno soprattutto di “una nuova serietà”.
Sono queste le preoccupazioni di Ernesto Galli della Loggia (ma perché non se l’accorcia un po’ tutto questo nome?) nell’Editoriale sulla scuola per il Corriere di domenica scorsa.
Ed ha ragione. Perchè se non è nuova, la serietà, che è? Vecchia, tradizionale?
Ma non esiste nell’era digitale, che è tutta smart. Al massimo si può prevedere, in astratto, una serietà intermedia. Che, a occhio e croce, è però sconsigliabile.
Perciò per chiarirla il Nostro ha fatto bene a concentrarsi in questo Editoriale sui suoi opposti (della serietà, intendo), opportunamente identificati: nella bonarietà vacua e indulgente (i due aggettivi, sembra di capire, devono esserci entrambi. Si rischia se no) e anche, perché no, nel demopaternalismo. Termine importante, quest’ultimo, perché vale per quel che dice a ciascuno, secondo la propria coscienza. Se è chiaro.
L’obiettivo polemico di questo messaggio dell’Editorialista è, con tutta evidenza, la scuola italiana che “ha messo al bando tutto ciò”; dove il tutto ciò è ‘la nuova serietà’.
E alla prevedibile domanda del lettore a metà articolo: – Ma, alla fine, con chi ce l’hai? Cosa ti ha sconvolto? Cosa vuoi? -, la preoccupata risposta dei passaggi successivi.
Lui è contro la decisione della Ministra perché non gli va giù il “tutti promossi”, previsti dalla decisione ministeriale; e perché lui vuole anche i bocciati; se no – pensa giustamente – che scuola è?
Parole sante. A pensarci bene.
E aggiunge: è soprattutto sbagliata e diseducativa – la decisione – perché: 1. non è coerente con la massima lapidaria che lui propone: “nulla può o deve essere come prima” (già sentita. Bella, comunque); e perché 2. la decisione presa dalla Ministra non ci obbliga a “ripensare tutto” (meno diffusa, come battuta. Comunque interessante). Parole anche queste benedette.
Stringi, stringi, lui ce l’ha a morte con “l’improbabile bambagia protettiva”, e con “la solita pappa dolce della benevolenza per decreto” che il governo ha fornito ai nostri studenti con “il passaggio automatico all’anno di corso successivo”.
Affermazione quest’ultima che, appena letta dalla Ministra di prima mattina – così almeno dicono i ben informati – le ha fatto sbiancare financo le sue ormai mitiche labbra rosso-fuoco.
Insomma la Ministra non ci sta proprio e ha così improvvisato una dichiarazione immediata e pubblica, come si fa in questi casi: “Non è vero – lapidaria – Galli della Loggia (ma che nome è, pensa nel mentre) sbaglia obiettivo. Lei ha a cuore la vera serietà (e sembra abbia insistito sull’aggettivo. In polemica? Chi lo può dire!) e la garantirà – come è suo costume (però non chiarisce quale) attraverso il più rigoroso accertamento, quando ci sarà. Perché lei ci crede, almeno quanto Salvini nella Madonna (scivolata evidente dell’autore della quale si scusa in anticipo). E qui ribadisce la strategia già annunciata nei giorni precedenti: la serietà sarà garantita dalle diversificate votazioni che verranno dati agli alunni a seguito delle verifiche dopo i recuperi. “E quindi 7 se 7; 8 se 8; ma anche 4 o 5 se 4 o 5”. (“Quaterna e tombola!”: così a commento – e ovviamente a bassa voce – il solito giornalista napoletano presente alla dichiarazione)
Comunque la pensiate, qui è fuori dubbio la solidità della visione di scuola della sempre neo-ministra.
Che qualcuno gliene renda merito.
Dell’uscita della Ministra viene informato subito il prof. Galli eccetera, ma non lo convince. Così almeno le cronache. “Perché – si confida con un amico – la serietà della Ministra non può essere classificata e garantita come ‘nuova’. Nuova – e qui chiarisce definitivamente (e noi sintetizziamo rigorosamente) – può essere solo una proposta che dica a chiare lettere anche agli studenti: La situazione è tragica per tutti. Anche voi “dovete stringere i denti e mettervi a studiare”. Altro che promozione garantita! Anche voi siete “chiamati a guardare in faccia la realtà e a fare i sacrifici necessari: rinunciare alla normalità, alle solite vacanze, studiare di più”.
Affermazioni sante anche queste, che dicono tutto. E, se ci fate caso, anche il loro contrario. Pensateci!
Dopo queste premesse, ripete la sua proposta dell’Editoriale: si annulli l’anno scolastico in corso; si ritorni a scuola il 25 agosto e si recuperi fino a metà ottobre; gli scrutini non fatti a giugno, si facciano nelle due settimane successive ai recuperi; e chi sarebbe stato bocciato a giugno potrà sempre esserlo a ottobre. Così niente è come prima.
Parola di Galli eccetera.
Ma la Ministra non lo seguirà. A lei piacciono i voti. È fatta così. È il suo bello.