di Raffaele Iosa
Forse gli italiani non si sono ancora accorti di una “pazzia” che il presidente americano Trump ha vomitato in questi giorni. e che mi allarma non poco non solo per gli effetti economici ma anche culturali e civili che arrecherà all’Italia.
E’ di ieri la notizia di un messaggio perentorio e autoritario inviato alle aziende e al sistema economico italiano e del Vecchio Continente che obbliga a non applicare più programmi di inserimento lavorativo che producano equità, inclusione e rispettino le diversità. A queste aziende che volessero confermare una politica aziendale di solidarietà e valorizzazione dell’inclusione il “castigo” è di quelli alla Mengele: rottura dei contratti tra USA e Italia sulle produzioni industriali e sociali di tutti i tipi.
Ciò vuol dire, ad esempio, aziende nostre costrette a licenziare i dipendenti con disabilità assunti con la legge 68/99 (collocamento mirato obbligatorio per i disabili) per non perdere la vendita negli USA del prosecco, del parmigiano, della moda e così via.
Non dimentico che nel nostro paese si prova a fare il meglio possibile per applicare il comma 2 dell’art. 3 della Costituzione “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Nella delirante furia anti-woke che sta impestando gli USA con una violentissima campagna contro tutte le “differenze” e le “identità”, questa è certamente tra le più repellenti. Furia che oggi si vuole imporre anche agli altri paesi del mondo, ed europei in particolare.
Non siamo lontani da una forma modernizzata di nazismo.
Dispiace di non aver letto nulla di commento dalla politica, in primis dalla ministra che si occupa della disabilità. La poveretta, d’altra parte, è una fedele leghista, che come noto ha un partito innamorato per tutto ciò che odora di trumpismo.
Ciò che temo, quindi, è il rischio di contaminare nel paese forme razziste di comportamento sociale, che costerebbe poco in un paese così frantumato da conflitti e demagogie. D’altra parte il ben noto fighetto destrorso che ha scritto le nuove indicazioni di storia della scuola primaria e media, da tempo predica, con sicumera fastidiosa sull’errore di accogliere gli alunni e studenti con disabilità nelle nostre scuole, anticipatore del ritorno alle scuole speciali. Come si vede, si parte dal prosecco o dal parmigiano e si arriva a Mengele. E tutto, per il nostro storico signore, per insegnare ai bambini chi erano i martiri di Belfiore.