di Rodolfo Marchisio
Come riporta Tosolini in un significativo articolo sulla IA vista da UE e da USA, un potente politico trumpiano Peter Thiel afferma: non sono più sicuro che la democrazia sia compatibile con la libertà.
Aldilà dello sconcerto per quei valori della democrazia per noi nati dalla Resistenza e poi con la Costituzione e di cui gli USA si sono fatti a loro modo “gendarmi, custodi, paladini, esportatori” (anche col napalm o con i colpi di stato) nei decenni post II° Guerra mondiale, la frase rappresenta bene la distanza di valori e quindi d’atteggiamento attuali tra gli USA del bullismo mendace trumpiano e la difesa boccheggiante dei valori fondativi della UE e della nostra Costituzione.
Valori parzialmente, comunque, presenti nella Costituzione USA, che in realtà se è stata tra le prime ispirate all’illuminismo (4/7/1776, dichiarazione di indipendenza, Costituzione in vigore nel 1789, dopo quella della Corsica 1755, prima di quella polacca 1791 e quella montagnarda 1793) come conquista e formalizzazione di una parte di quei principi, deriva pur sempre da fondatori (bianchi e maschi) di origine europea, dall’Illuminismo e dalla cultura che si andava formando in Europa. Non però quella della asfittica “civiltà e cultura occidentale” che trasuda dalla ideologia di Valditara e soci.
La nostra Carta, come noto, si è evoluta poi ed arricchita nella storia fondendo i filoni liberali, con quelli cattolico e socialista. Con la conquista e affermazione di altri diritti oltre a quelli liberali e borghesi: conquistati nell’800 con le lotte di operai e contadini (diritti a lavoro, salute, istruzione), nel 900 con la proclamazione dei diritti ed accordi internazionali (oggi ripudiati da USA e barcollanti in Europa e in molti paesi del mondo), per poi completarsi con i diritti del “villaggio globale”, come ci insegna N. Bobbio L’età dei diritti, Einaudi.
Ovviamente non inteso come il villaggio in cui pochi e ricchissimi potenti oligopolisti digitali USA sfruttano lavoro e cittadini di tutto il mondo violando i loro diritti e accumulando ricchezza e potere enorme (dai GAFAM a Musk), ma nella accezione in cui abbiamo inteso all’inizio la rete ed il web.
Non per nulla la frase che anticipa la Carta USA nella dichiarazione di indipendenza – “Noi riteniamo … che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità” –
è che ogni cittadino (maschio e bianco) per diritto divino ha diritto alla ricerca della felicita. È una libertà da, cioè lo stato non può impedire ai cittadini la ricerca della felicità. Ma la felicità per chi possiede schiavi è nel possederli, mentre per gli schiavi la felicità sarebbe quella di essere liberati. Ogni diritto e libertà implica la abolizione di un altro diritto simmetrico e contrario (Bobbio op. citata); e la affermazione dei diritti è una lotta con esiti relativi nel tempo e nello spazio fra due classi o gruppi sociali. Una lotta, non una conquista sicura e per sempre. Come la nostra Costituzione, “promessa tradita”. N. Bobbio.
Il concetto di felicità è quindi astratto e del tutto relativo, come quello collegato di libertà. Ovviamente si è sempre lottato per la libertà e diritti collegati: libertà da e libertà di enunciati nei primi 54 articoli della nostra Carta sotto forma di diritti ed in diversi articoli della Carta USA; ma la libertà per gli USA, il vero faro della loro mentalità, può essere anche la libertà di “portare armi” (in realtà motivata in origine dalla esigenza di “un gruppo armato di difesa della indipendenza”, non da arbitrio individuale) , di sparare se uno entra nel mio terreno, di assalire il Parlamento.
Soprattutto di guadagnare e di arricchirmi senza molti vincoli: la democrazia ostacola il guadagno e lo sviluppo economico – si dice oggi – le regole impediscono lo sviluppo economico. Non solo quindi la libertà di espressione, associazione, riunione, entrate anche nella nostra Carta dall’illuminismo, ma una libertà individuale che non prevede un bilanciamento con il dovere di solidarietà e di responsabilità sociale, come invece espresso nei primi articoli della nostra Costituzione (art 2 e art 3 in primis) che ne è permeata.
E che prevede decine di diritti delle quattro generazioni a fronte di 3 doveri (art. 52,53,54): la difesa della patria, il pagare le tasse, rispettare le leggi. Più 3 diritti/doveri: votare, allevare i figli, ma anche contribuire allo sviluppo ed al progresso della nazione.
Non tutti i cittadini USA ovviamente la pensano allo stesso modo e molti lottano contro questo modo di ragionare da decenni (oggi gruppi 50501); ma affermare che nella loro storia la libertà soprattutto individuale sia più importante della responsabilità sociale (noi parliamo insieme di diritti – tanti- e doveri – peraltro pochi, legati dalla solidarietà che è il dovere fondante) credo sia utile a capire non solo quanto viviamo oggi, ma anche a capire perché una società cosi ricca ed evoluta non abbia mai avuto un servizio sanitario pubblico adeguato (il nostro è colpevolmente sofferente, ma in teoria garantito), una diffusa scuola pubblica e servizi sociali come in diversi paesi europei. L’individuo, la sua libertà, il suo egocentrismo, prima di tutto. Con una decina di straricchi, il 40% dei miliardari del mondo, una forte classe media spesso indebitata (1/3 della popolazione è in difficoltà) e 38 milioni di persone che negli Stati Uniti vivono in povertà, secondo il censimento 2021. Avvenire.
L’ UE nega, secondo gli USA, la “libertà di espressione” perché vuol controllare a livello politico e di fake i social e la IA e vuol fare pagare le tasse (ma loro cosa hanno fatto con TIK TOK?). In realtà siamo all’arbitrio nazionalista del più forte e bugiardo con una parziale investitura popolare (65% di votanti da dividere poi secondo il sistema elettorale USA che chi vince prende tutto e gli altri non sono rappresentati).
Libertà di espressione e di mentire
Intanto, secondo il controllo Fake del Washington Post, Trump dalla prima elezione ha, in pubblico o nei social, sinora “espresso” 30.000 notizie false o scorrette, per finire con l’affermazione che è l’Ucraina che ha scatenato la guerra e che il suo Presidente (che ha avuto oltre il 70% dei voti nelle ultime elezioni ed ha oggi la fiducia di oltre il 50% dei suoi concittadini) non è eletto dal popolo. E noi ci abituiamo a crederci o a ignorare. Per questo Musk si batte contro chi controlla le Fake nei social e fuori.
Già Winston Churcill sosteneva che «una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni») e una story dura 24 ore e la riportiamo come ce la ricordiamo, con un inevitabile margine di errore. Le piattaforme non filtrano le informazioni in base alla verità, ma in base alla popolarità.
Scriveva Hannah Arendt: «Il suddito ideale del regno totalitario non è il nazista convinto né il comunista convinto, ma l’uomo per cui la distinzione tra fatti e finzione, e la distinzione tra vero e falso, non esistono più». Cit. da N. Verna su lastampa.it
Dalle democrazie di serie B alle oligarchie dei bulli
Già qualche anno fa studi internazionali e autorevoli (tra cui Economist) avevano classificato gli USA, con Italia e Giappone, nei primi 3 posti della serie B delle democrazie con una valutazione, in base a più criteri, di “democrazia con problemi” e una valutazione intorno a 7- 7,5/10.
Oggi siamo oltre perché la formalmente ancora democrazia USA si basa anche su Fake interne ed esterne e sulla legge del più forte, che si autoproclama “re” e viola i diritti interni ed esterni degli altri. Una fase nuova che rispecchia il pensare di molti cittadini USA ed europei e ne condiziona e distorce il voto.
Bobbio in una intervista diceva che l’elemento base della democrazia sta in due condizioni: 1- “che tutti i cittadini possano votare e 2- che lo facciano liberamente”. Aggiungerei che rispettino la Costituzione ed i diritti dei cittadini e la indipendenza degli altri paesi. Ma quanto si è liberi nel voto quando questo è condizionato da Fake interne (nella prima elezione di Trump 2/3 delle notizie sul sito del partito repubblicano erano Fake – 1/3 sul sito democratico) ed esterne (Russia e suoi alleati) che spostano milioni di voti?
Conclusioni
Speriamo che queste osservazioni contribuiscano ad una riflessione sulla fase nuova del bullismo dei bugiardi, sul modo di concepire il diritto alla libertà, il rapporto diritti e doveri e diritti individuali e doveri di solidarietà, attraversando le origini e le differenze storiche, la diffusione di modi di governare e di pensare non democratici che però sono non solo di moda, ma maggioritari in diversi paesi. Uscendo dal falso dilemma Democrazia o Libertà?
Ovviamente 2/3 del nostro attuale governo sono in lotta per accodarsi e agiscono con questa mentalità e con queste finalità ideologiche, peraltro sponsorizzate in tutta Europa dagli USA.
È ancora possibile immaginare un terreno comune di valori tra Italia (intesa come Costituzione, non come governo), USA ed UE? È la fine della democrazia e della verità?
“Una lettura distopica, ma neanche tanto, dell’imminente partnership mondiale Trump-Putin, potrebbe essere: più sicurezza e meno guerre in cambio di meno libertà. (Nda per gli altri). ” M. Serra