Suprematismo 4.0
di Marco Guastavigna
Mentre gli intellettuali organici al mercato della nostra accademia si scambiano inviti e citazioni per rafforzare il proprio poterucolo nel campo dell’epistemarketing, sul mercato della conoscenza e della logistica dell’istruzione le cose vanno ben oltre amenità quali la didattica conversazionale e l’arte dell’apprendere avvinti a ChatGPT “generalista”.
I servizi basati sulle macchine decisionali si moltiplicano e permeano l’intero ecosistema, per altro già del tutto energivoro.
E così gli accrocchi proliferano ogni giorno. L’ultimo parto di Alphabet è Illuminate, a cui si accede per ora solo via VPN con uscita negli Stati Uniti.
Come un po’ troppo entusiasticamente descritto dal video incorporato, Illuminate consente di realizzare podcast a partire da materiali considerati attendibili, ovvero attualmente solo quelli depositati su arxiv.org, openreview.net, openaccess.thecvf.com, jmlr.org.
Detto in altri termini: una holding dello Stato più potente al mondo ne ribadisce la supremazia culturale mediante fornitura riservata ai suoi confini (seppure virtuali) di un dispositivo di elaborazione che ha fini inclusivi ma insiste di fatto su un bacino linguistico esclusivo, vincolato e vincolante.
Una volta sperimentato, collaudato e perfezionato, il dispositivo medesimo andrà per altro a rafforzare l’apparato egemonico a vocazione globale dell’impero tecno-liberista, con una sicura nuova tornata di compiacimento dei suoi vassalli operativi, cognitivi e culturali, che si affretteranno a distribuire il nuovo Verbo dell’innovazione.