Linee Guida Educazione civica, un modello chiuso

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di Rodolfo Marchisio

Le linee guida sull’Ed. Civica per tutti gli ordini di scuola, emanate dal Ministro Valditara il 7 settembre, presentano molte novità rispetto alle precedenti. Pur nel dichiarato rispetto delle Indicazioni nazionali dei vari ordini e con un richiamo all’autonomia delle scuole, più che altro operativa, sono a schema chiuso.

Finita la sperimentazione (durata 4 anni) e in assenza di un atteso monitoraggio e di una mancata riflessione pubblica, ogni ordine di scuola avrà traguardi di competenze e obiettivi di apprendimento da perseguire componendo, in una sorta di puzzle, i contributi delle varie materie.

Fra i vari modelli sperimentati dalle scuole, il MIM ha scelto un modello chiuso, a puzzle, ad assemblaggio di contenuti delle varie discipline; forse per aggirare il fatto che, a fronte di notevoli ed esemplari buone pratiche verticali e trasversali, di significative collaborazioni con Enti e associazioni, alcune scuole non hanno avviato granché, diversi docenti hanno disertato la collaborazione collegiale con varie scuse, scaricando sui referenti e sui docenti di “buona volontà” quello che era secondo la legge 92/19 un “obbligo educativo collegiale”. Con un calo di motivazione anche legato al silenzio del MIM.

Controriforma della EC in salsa governativa, personalistica e neoliberista

Gli aspetti che colpiscono a prima vista sono il cambiamento di ottica (o meglio d’ideologia) rispetto alle precedenti linee guida, ad esempio:

  • La logica “mainstream”, prevalente oggi: l’individuo (e i suoi interessi, beni e proprietà) sono più importanti della società; il concetto di persona (peraltro poco presente nella Costituzione, alla quale si fanno riferimenti talora solo strumentali), sostituisce quello di cittadino in un’ottica di personalismo che poco ha a che fare con la Carta.
  • La scuola, in collaborazione con la famiglia e le istituzioni, deve tendere a costruire l’Identità italiana, europea, occidentale. L’italocentrismo e l’eurocentrismo (in un’Europa peraltro divisa) sostituiscono, in un mondo globalizzato e complesso, la multiculturalità ed il dialogo fra culture e il resto del mondo, tranne un accenno alle carte dell’ONU e alle dichiarazioni internazionali.
    Un passo indietro di molti decenni.
  • Il concetto di Patria viene enfatizzato quando nella Costituzione questo lemma viene usato nell’ art 52 (la difesa della patria è sacro dovere del cittadino) e nell’articolo 59 comma 2 relativa alla nomina di senatori a vita; appare una forzatura ideologica, quando sia le linee che l ‘intervento del ministro teorizzano il “superamento delle ideologie” (tra cui V. cita il comunismo che vi sfido a trovare e segnalarmi. Cfr. lastampa.it 14 8) e la centralità della persona e dell’individuo; in realtà si ricade in altra ideologia quella neoliberista, personalista, dell’individuo. Che è quella corrente (vedi Zagrebelsky sul concetto dell’egocentrismo dominante).
  • Allora prevalgono i diritti e le responsabilità individuali sulla responsabilità sociale.

La cultura dell’impresa (le 3 I di Berlusconi: impresa, inglese, informatica), l’iniziativa economica, la proprietà privata.

  • Tanto che il filone 2 non è più legato all’ambiente (che è il problema), ma a sviluppo economico e sostenibilità (che comprende cultura della iniziativa privata, dell’assicurazione, del risparmio: pur nel “rispetto di uomo e animali”). Quale sia il nesso causale tra sviluppo industriale e digitale incontrollati e degrado dell’uomo e dell’ambiente lo sappiamo tutti e lo viviamo sulla nostra pelle in questa pazza estate (che sarà solo la prima); ma qui la priorità viene rovesciata.

Seguono in ordine sparso osservazioni ideologiche e di valori come soluzione di problemi attuali e concreti. La semplicità non esiste se non come lavoro sulla complessità, ma più persone la capiscono e condividono.

Così nelle 33 ore dell’EC dovremmo affrontare e risolvere:

  • Lotta alla mafia e criminalità contro la persona (la criminalità come fatto individuale).
  • Crescita economica nel rispetto del bene pubblico, privato, di ambiente (declassato) e qualità della vita del cittadino.
  • Educazione alla salute (ma senza investire risorse da parte della politica?), corretta alimentazione, attività sportive contro le dipendenze.
  • Educazione stradale contro l’aumento d’incidenti.
  • Rispetto della donna come soluzione al problema della violenza di genere. NON pari opportunità, NON tutti uguali indipendentemente dalle “condizioni personali e sociali” e quindi anche dal genere o sessualità (art. 3 della Carta).
  • Educazione finanziaria, assicurativa, al risparmio (il 30 ottobre, molti decenni fa c’era la “giornata del risparmio” alle elementari, mentre oggi i bimbi vengono invitati al baratto).
  • Cultura del lavoro (ma non degli incidenti sul lavoro e dello sfruttamento dei lavoratori anche in epoca digitale e di IA?)
  • Uso etico del digitale che potenzi le competenze individuali, non le sostituisca e combatta le dipendenze, anche da web e gaming.
  • Divieto dello smartphone a scuola tranne che alle superiori.Si dice cosa dovrebbe fare il singolo, ma non si invita a riflettere in modo critico su cosa dovrebbero fare la società e le Istituzioni.

Persona al posto del cittadino

 Ma chi è cittadino? Chi ha frequentato le scuole, chi è maggiorenne? Su questo non c’è accordo nella maggioranza di governo – ius soli? Ius scholae, sanguinis, culturae? – E quindi si parla d’altro.) Personalismo vs cittadinanza, patria e famiglia (manca Dio), privato vs pubblico. 

  • Confermata l’invarianza di costi e risorse (sia chiaro: non c’è una lira!)

Note alle Indicazioni Valditara

a) Sarebbe utile una conoscenza della Costituente del dibattito e delle mediazioni tra posizioni diverse raggiunte da quelli che erano statisti (De Gasperi, Togliatti; Moro, e Marchesi sulla scuola…) e pensavano alle future generazioni.

b) Non si può capire l’EC se non si conoscono la storia della Costituzione antifascista e la storia dei diritti (N. Bobbio- Dall’illuminismo alla Resistenza al dopo guerra).

Il Ministro risponde (lastampa.it) che in ogni ordine di scuola si studierà il dopoguerra.
Lo ritenete possibile?
E l’Illuminismo, la dottrina cristiana (encicliche di Pio XI comprese), il pensiero comunista e socialista che insieme con quello laico e liberale hanno animato il dibattito costituente?

Di tutto un po’! Risolvere problemi concreti con spot ideologici.

Infine scompare la collegialità e resta la contitolarità’.
Nelle 33 ore occorre progettare in modo sistematico conoscenze e abilità dei 3 nuclei !
Ogni docente sarà chiamato a mettere la sua tessera del puzzle che peraltro fa già parte, secondo le linee guida, del suo curricolo disciplinare. Non si può lamentare. Non lavora di più.
Nel 1° e 2° ciclo per lo sviluppo di competenze, peraltro definite in modo da essere non osservabili e valutabili, e il raggiungimento di obiettivi apprendimento. Alle superiori se c’è, ci pensa il docente di diritto. Approfondiremo.

Si veda anche il parere del CSPI e il nostro punto di vista su di esso.