Revisione Indicazioni Nazionali: c'è Commissione e Commissione

di Aluisi Tosolini Mettere mano agli indirizzi generali di un sistema educativo è sempre questione complessa che richiede moltissima attenzione e cura. Spesso si tratta, infatti, di dar corpo a documenti che segnano la cultura di un paese per decenni. E che per definizione vengono in genere affidati ad altissime e riconosciute personalità. Per fare solo un esempio, pochi sanno che il concetto di post-moderno che ha segnato decenni della cultura contemporanea si deve all’opera di Jean-François Lyotard che nel 1979 pubblicò il volume La conditione postmoderne. Rapport sur le savoir che gli fu commissionato dal Canada in vista della revisione del proprio curricolo di studi. Lo stesso accadde con Edgar Morin e il volume I sette saperi necessari all’educazione del futuro, commissionato dall’Unesco. Per questo quando in Italia sento parlare di “revisione delle indicazioni nazionali” mi vengono i sudori freddi, soprattutto se le persone di cui si parla come componenti del gruppo incaricato di procedere alla revisione non brillano certo per essere personalità di altissimo ed indiscusso livello intellettuale e culturale. Così, riflettendo sul caso italiano e dopo aver letto la precisissima ricostruzione fatta da Cinzia Mion del percorso del gruppo di lavoro che ha portato alle indicazioni nazionali sin dal suo avvio con Ceruti (e l’immediato collegamento con Morin e la sua proposta culturale e metodologica) sino all’aggiornamento del 2012 curato da Italo Fiorin ho pensato di confrontarmi con la precedente proposta nata un decennio prima su impulso del Ministro Luigi Berlinguer. La commissione dei Saggi e la sintesi di Roberto Maragliano Sono così andato a rileggermi il volume “Le conoscenze fondamentali per l’apprendimento dei giovani nella scuola italiana nei prossimi decenni I materiali della Commissione dei Saggi” pubblicato nel 1997 dagli Annali della Pubblica Istruzione (il testo è reperibile in rete) Tre sono le cose che mi hanno impressionato:

  1. Le precise domande – “questioni” poste dal ministro alla commissione dei saggi ed il brevissimo tempo dato loro per produrre risposte concrete
  2. L’elenco dei saggi che hanno partecipato alla commissione: si tratta del gotha degli intellettuali e degli esperti (di ogni tendenza culturale) di quel periodo. Riporto in nota l’elenco dei componenti della commissione così come desunto dall’art. 2 del decreto istitutivo. Invito a leggere l’elenco per capire l’altissimo livello delle personalità cui il ministro chiedeva un pare su quali fossero le conoscenze fondamentali per l’apprendimento nei prossimi decenni
  3. La sintesi di Roberto Maragliano che, come adesso si vedrà, è attualissima ancora oggi
Per quanto riguarda la sintesi proposta di Maragliano riporto qui i sette nodi sui quali la Commissione ha centrato prevalentemente la sua attenzione (pp 73). I nodi sono:
  1. le questioni relative alla sfera dell’identità: dell’individuo che si intende formare, del nostro paese (e delle sue tradizioni storiche, rilette in chiave internazionale), dei processi in atto di globalizzazione (vale a dire europeizzazione e mondializzazione) della cultura, della comunicazione, dell’economia, della politica;
  2. l’esigenza di dare un significato etico ed empirico all’obiettivo di «educare nella e alla democrazia»: l’ultima riforma complessiva dell’istruzione, in Italia, è avvenuta più di settant’anni fa; sia il contenuto di tale riforma, sia la sua distanza temporale dall’Italia e dal mondo contemporanei continuano in varie forme a far sentire il loro peso;
  3. la dialettica che, in ordine all’organizzazione dei contenuti della formazione scolastica, si apre tra un’impostazione curricolare, affidata alla solidità dei quadri disciplinari di base (gli elementi istituzionali delle materie d’insegnamento), e una visione di tipo «reticolare», orientata ad individuare criteri più mobili di aggregazione delle future conoscenze e competenze dei giovani;
  4. il problema della sostenibilità sociale, culturale e ambientale delle dinamiche dello sviluppo, in ordine all’esigenza di coniugare le risorse disponibili con il bisogno di sicurezza e di aspettativa individuale e collettiva nel futuro;
  5. la messa in discussione di una visione esclusivamente «conoscitiva», «verbale» e «acorporale» dell’esperienza individuale e collettiva, e la conseguente promozione di elementi basilari di un sapere pratico, manuale e operativo;
  6. la questione del ruolo della cultura del lavoro nello sviluppo di un nuovo modello educativo;
  7. la sfida che l’innovazione tecnologica e la moltiplicazione delle fonti di informazione e di conoscenza pongono all’azione scolastica e all’individuo in crescita;
Come si può vedere si tratta di nodi attualissimi e sfide non risolte che si ripropongono ogni giorno nel mondo dell’educazione in Italia. Il tema dell’identità e la sua dimensione plurale Sul tema “identità”, che oggi è ancora più centrale,  Maragliano scrive: “molto si è discusso di identità, e lo si è fatto il più delle volte usando il termine al plurale. Nella società del presente, ampiamente differenziata e aperta a un mutamento costante, l’individuo deve orientarsi sulla base di un gran numero di modelli, talvolta anche contrastanti e, lungo tutto il corso della sua vita, deve assumere, di volta in volta, ruoli diversi, a seconda dei contesti di esperienza e di attività. È dunque assai più difficile, oggi, proporre e far sì che un individuo mantenga una sua identità definita: i suoi quadri di riferimento saranno forniti dalla mediazione delle forme sociali e culturali, ma anche da processi centrifughi rispetto a queste, basati sulla possibilità di far leva su una elaborazione cosciente della sua personale esperienza di vita. In questo senso, il problema dell’identità individuale e delle forme di appartenenza dovrà essere al centro dell’attenzione di una scuola rinnovata. E ciò lo si potrà ottenere sia concedendo un’importanza fondamentale agli aspetti metodologici della conoscenza (si tratta di fornire gli strumenti linguistici, interpretativi, operativi che meglio rispondono alle esigenze attuali di un’alta mobilità tra le diverse forme di specializzazione culturale e professionale) sia lavorando a promuovere un fondamento di solidarietà universale che si anticipi alla definizione delle identità particolari e favorisca il riconoscimento reciproco delle differenze” (pag. 74). Verso una inedita retrotopia Negli anni successivi sia la commissione Ceruti e che Fiorin si sono mosse lungo lo stesso sentiero coniugando nel glo-cale la pluralità di appartenenze che derivano dall’eterogeneità dei gruppi in cui le identità si sviluppano. Certamente – come ha espressamente indicato il Ministro –  rispetto al tema dell’identità cla lettura Valditara si colloca in dimensione diametralmente contraria sia al percorso italiano Maragliano – Ceruti – Fiorin che al percorso internazionale Morin – Unesco (Re-immaginare il nostro futuro assieme. Un nuovo contratto per l’educazione, 2021) – ONU (Transforming Education , 2022) e ONU 2024, Summit per il futuro. E’ un ideologico guardare all’indietro. Esattamente quello che Zygmunt Bauman in uno degli ultimi suoi saggi chiamò Retrotopia. Ovvero la fuga dal presente percepito come incerto e insicuro per rifugiarsi in un passato tanto rassicurante quanto inesistente perché mitizzato e ricostruito ad hoc. Un’utopia al contrario. I componenti della commissione dei saggi (DD.MM. n. 50 del 21 gennaio 1997 e n. 84 del 5 febbraio 1997) Prof. Evandro Agazzi Docente Università Genova Dr. Giuliano Amato Presidente Commissione Antitrust Prof. Achille Ardigò Sociologo Prof. Carlo Bernardini Docente Università «La Sapienza» Roma Prof. Maurizio Bettini Docente Università Siena Prof. Carlo Bo Rettore Università Urbino Dr. Carlo Borgomeo Presidente Soc. imprenditorialità giovanile Prof.ssa Liliana Borrello Ispettrice Ministero Pubblica Istruzione Dr. Carlo Callieri Vicepresidente Confindustria Prof. Carlo Cipolla Docente Università Pavia Prof. Vittorio Cogliati Dezza Legambiente Prof. Franco Crespi Docente Università Perugia Prof. Francesco Dal Co Architetto Prof. Paolo Damiani Presidente Associazione Italiana Jazz Prof. Tullio De Mauro Docente Università Roma Dr. Giuseppe De Rita Presidente CNEL Prof. Gianfranco Dioguardi Docente Università Bari Prof. Umberto Eco Docente Università Bologna Prof. Paul Ginsborg Docente Università Firenze Prof.ssa Rita Levi Montalcini Presidente Istituto Enciclopedia Italiana Roma Prof. Mario Luzi Docente Università Firenze Prof. Roberto Maragliano Docente Università Roma III Prof. Umberto Margiotta Docente Università Venezia Dr. Mario Martone Regista Dr. Alfredo Carlo Moro Magistrato Prof. Riccardo Muti Teatro alla Scala Milano Dr. Maurizio Nichetti Regista Prof.ssa Caterina Petruzzi Ispettrice Ministero Pubblica Istruzione Prof. Giovanni Polara Docente Università Napoli 2 Prof.ssa Clotilde Pontecorvo Docente Università Roma Prof. Antonio Portolano Ispettore Ministero Pubblica Istruzione Prof. Luigi A. Radicati di Brozolo Docente Università Normale Pisa Prof. Giovanni Reale Docente Università Cattolica Sacro Cuore Milano Prof. Luisa Ribolzi Docente Università Genova Suor Enrica Rosanna Preside Dr. Eugenio Scalfari Giornalista Prof. Emanuele Severino Docente Università Venezia Dr. Antonio Tabucchi Scrittore Prof. Silvano Tagliagambe Docente Università «La Sapienza» Roma Card. Ersilio Tonini Prof. Nicola Tranfaglia Preside Facoltà di Lettere Università di Torino Prof. Uto Ughi Musicista Prof. Mario Vegetti Docente Università Pavia Prof. Edoardo Vesentini Docente Università Normale Pisa]]>

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