di Carlo Baiocco (Punti e spunti di riflessione, espressi in modo disordinato, conciso ed essenziale, proposti per l’attuazione di un programma di interventi, pratici e concreti, che possa contribuire a restituire funzione, dignità, benessere e libertà alla scuola e agli insegnanti) – Recupero dell’immagine sociale ed economica della professione attraverso il riconoscimento di un ruolo unico professionale pubblico con stato giuridico non impiegatizio; – equiparazione dei contratti a quelli dei professori universitari; – stipula di contratti annuali pubblici ed autonomi, specifici per la scuola; – recupero pieno e vero dell’autonomia scolastica; – eliminazione delle reti di ambito nonché delle scuole “capofila”: – diritto all’obbligo scolastico elevato a diciotto anni; – cancellazione della sperimentazione della scuola secondaria di secondo grado ridotta a quattro anni; – investimenti annuali, seri e ponderosi sulla scuola e soprattutto sulle scuole presenti in aree disagiate; – eliminazione dell’autonomia differenziata regionale e delle “gabbie salariali” per gli insegnanti; – aumenti salariali equiparati almeno alla media delle retribuzioni degli altri paesi europei e svincolati dal livello dell’inflazione programmata; – introduzione della quattordicesima mensilità per tutti gli insegnanti; – utilizzo delle risorse e dei fondi del PNRR per la messa in sicurezza ed a norma antincendio ed antisismica delle scuole e per l’eliminazione delle barriere strutturali, per il miglioramento del trasporto scolastico, della disinfestazione da topi, blatte e zanzare e la riqualificazione, anche quella eco-sostenibile, degli spazi interni ed esterni (cortili, aree verdi …), delle mense, palestre, laboratori, biblioteche, “teatri”, degli ausili didattici per alunni disabili e con disturbi specifici, delle aule e suppellettili, dei presidi igienico-sanitari, magari anche dell’acqua calda, e, soprattutto, dei bagni, ormai quasi sempre ridotti a cessi orripilanti; – cancellazione del nuovo piano di dimensionamento scolastico; – revisione di tutti gli “accorpamenti” e “dimensionamenti” fin qui fatti; – eliminazione dei contributi, elargiti a piene mani, assegnati alle scuole private e confessionali; – non riconoscimento dei diplomi rilasciati dalle scuole private e confessionali; – turnazione ed assegnazione, ogni cinque anni, di ciascun alto funzionario e burocrate del ministero e degli uffici scolastici provinciali, che pontificano, normano e decidono sulla scuola, allo svolgimento di attività lavorative, d’insegnamento e di segreteria, presso le scuole periferiche maggiormente disagiate; – restituire centralità, forza, pluralità e democrazia ai collegi docenti, sottraendoli allo strapotere dei dirigenti autocrati e delle loro ristrette, “aristocratiche”, prone corti; – reintroduzione dei consigli di disciplina elettivi; – ricostruzione dei consigli scolastici provinciali; – estensione ed equiparazione di uguali diritti democratici, di rappresentanza, di voto, d’espressione e d’assemblea per tutti i sindacati; – estensione del tempo prolungato; – implementazione, estensione e riqualificazione delle mense scolastiche interne agli istituti; – apertura delle scuole nei pomeriggi e soprattutto nell’intero periodo estivo e durante i periodi di interruzione delle lezioni, finalizzata anche all’organizzazione di molteplici attività formative, istruttive, teatrali, sportive e ludico-ricreative (corsi, laboratori, …) in collegamento con le libere, pubbliche associazioni operanti nei territori, con massicci investimenti, adeguamenti ed assunzioni di altro personale docente ed ATA; – rispetto della normativa che disciplina il numero degli alunni per classe a 20 in presenza di un solo alunno disabile; – individuazione e riconoscimento degli alunni BES (con bisogni educativi speciali) solo in presenza di certificazione rilasciata dalle ASL; – eliminazione delle classi “pollaio” e creazione di classi con non più di 21 alunni; – nel caso siano presenti più alunni DSA e BES, la classe non potrà avere più di 16 alunni; – eliminazione del contributo (in)volontario richiesto ai genitori; – recupero del “furto” dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera e dell’aumento stipendiale; – eliminazione dell’inutile, fuorviante e dispendioso “carrozzone” dell’INVALSI e di tutte le relative, demenziali, ambigue prove, che, fra gli innumerevoli danni che cagionano, non solo distorcono, monopolizzano, appiattiscono e standardizzano l’azione didattico-formativa e penalizzano gli alunni DA, DSA e BES, ma favoriscono anche, direttamente, la gerarchizzazione delle scuole e la concorrenza fra le stesse e, indirettamente, la valutazione della professionalità degli insegnanti; – eliminazione delle prove INVALSI, quali requisito per l’ammissione all’esame di maturità; – eliminazione degli accordi fra le scuole ed i privati; – eliminazione delle classifiche delle scuole (superiori) elaborate da fondazioni riconducibili a privati; – eliminazione, nella scuola secondaria di secondo grado, dei PCTO ovvero dei “percorsi per le competenze trasversali” dell’alternanza scuola-lavoro che ormai, generalmente, si fondano solo sull’orientamento basato sugli accordi di mercato con le Università migliori offerenti e, ancor peggio, sugli accordi di “sfruttamento”, a volte risultato anche letale, con gli enti pubblici e le imprese private; – riconoscimento dell’intera professione insegnante quale usurante e creazione di forme di pensionamento agevolato e non penalizzato; – eliminazione della decurtazione nella retribuzione in caso di dieci giorni di malattia; – eliminazione del “fondo d’istituto” e/o sua ripartizione stipendiale/tabellare fra tutti gli insegnanti; – approvazione finale della contrattazione d’istituto da parte dei collegi; – lavoro nelle varie, diverse commissioni svincolato dalla retribuzione per mezzo del fondo d’istituto; – eliminazione dei soli collegi finalizzati all’approvazione dei progetti per il PTOF; – eliminazione della “Carta docente” ed utilizzo dei fondi stanziati e legati alla stessa per implementare gli stipendi tabellari; – libri di testo gratuiti anche per le famiglie “disagiate” degli alunni della scuola secondaria di primo grado; – implementazione dell’auto-produzione di manuali e libri di testo, allestiti ed editi dagli istituti scolastici stessi, da passare in comodato d’uso agli alunni; – eliminazione della deleteria, dannosa e rovinosa didattica per “competenze” e dei relativi, insensati, frettolosi, impropri giudizi finali espressi per “competenze”; – recupero del diritto al trasferimento annuo; – elezione diretta e democratica del dirigente scolastico, dei suoi collaboratori e dei referenti di plesso da parte del collegio a scrutinio segreto; – eliminazione della valutazione degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici; – introduzione della valutazione del dirigente scolastico da parte del collegio docenti, affinché quest’ultimo possa tornare davvero ad essere un “primus inter pares”; – scioglimento dei contingenti ispettivi ed eliminazione della pseudo-valutazione, insensata, gerarchizzante e mortificante, elaborata dai NIV (nuclei interni di valutazione), dai NEV (nuclei di valutazione esterna) e dal SNV (sistema nazionale di valutazione); – eliminazione della cosiddetta RC ovvero della “rendicontazione sociale”; – eliminazione del “bonus premiale”; – eliminazione del RAV ovvero del rapporto di autovalutazione; – eliminazione dei PDM ovvero dei cosiddetti piani di miglioramento; – eliminazione degli open-day, generalmente ridotti ad un’ipocrita, demagogica, competitiva, umiliante ostentazione ed offerta del “niente o del poco” ed allestiti e presentati in un autentico, ridicolo super-mercato da “cento-vetrine”; – revisione delle leggi e delle norme che regolano i procedimenti disciplinari a carico degli insegnanti; – stipula di un’assicurazione gratuita per coprire gli insegnanti ed il personale ATA nell’eventuale colpa “in vigilando”; – rispetto della titolarità d’istituto e della continuità didattica; – impossibilità di utilizzare gli insegnanti di “potenziamento” e di “sostegno” per le supplenze; – riconoscimento della titolarità su classe per tutti i docenti; – assegnazione di tutti gli insegnanti alle classi prima dell’inizio delle lezioni; – nell’anno di prova, introduzione dell’obbligatorietà per i neo-assunti di un lungo tirocinio di affiancamento da svolgersi unicamente nelle classi, in sostituzione dell’obbligatorietà a partecipare ad insensate ore di pseudo-aggiornamento online ed a riempire ulteriori, inutili cartacce (relazioni…); – rivalutazione dell’insostituibile valore della lezione frontale strutturata e dell’efficacia della spiegazione trasmissiva, della lettura ad alta voce e della scrittura eseguita a mano; – eliminazione di tutta la tassonomia delle “griglie” valutative e delle cosiddette “prove oggettive” (iniziali, in itinere e finali) utilizzate per la valutazione degli alunni, per i RAV e per i PDM; – attuazione di seri programmi finalizzati al potenziamento delle abilità e delle conoscenze e non solo e non sempre al recupero delle stesse; – creazione di premi in ausili didattici per alunni meritevoli ovvero che fanno notevoli progressi rispetto ai livelli iniziali; – eliminazione dell’esame di licenza media o, almeno, eliminazione delle cosiddette “tesine”; – rivalutazione di una valutazione espressa a livello formativo/discorsivo, che sempre più sia preferibile alla votazione espressa in decimi e che sempre, quanto meno, l’accompagni; – “Educazione civica” resa disciplina a sé con assunzione di personale dedicato e specifico, magari afferente alla graduatoria di Diritto; – eliminazione della compilazione e stesura di tutte le innumerevoli, onerose, inutili, stupide pratiche burocratiche a carico degli insegnanti proprie di un mero, mortificante, ripetitivo mansionario impiegatizio; – eliminazione delle programmazioni disciplinari d’inizio e fine anno, (da nessuno mai lette ed ormai ridotte generalmente ad un copia-incolla!); – aggiornamento obbligatorio e retribuito, focalizzato solo sulle discipline insegnate e sulla pedagogia; – fruizione di un anno sabatico ogni cinque di insegnamento, finalizzato alla ripresa degli studi inerenti esclusivamente alle discipline insegnate; – assunzione sul “Sostegno” di soli insegnanti appositamente formati e specificatamente abilitati; – rispetto assoluto della continuità didattica sul Sostegno; – chiamata del personale supplente, in sostituzione del personale assente, anche per brevissimi periodi; – riapertura di un “doppio canale” per l’immissione e la messa in ruolo del personale precario “storico”; – svolgimento dei GLHO unicamente in presenza degli operatori medici delle ASL che seguono ed hanno in carico gli alunni; – creazione in ogni scuola di “sportelli” di mutuo auto-aiuto sul benessere psicologico gestiti da psicologi laureati e formati, il cui lavoro deve restare autonomo e comunque svincolato da quello degli insegnanti; – revisione dei “Decreti delegati” in funzione di una notevole riduzione della presenza dei genitori, generalmente fattasi, vieppiù ed ormai, sempre meno collaborativa e sempre più invasiva, intrusiva, pretenziosa, oppositiva e, a volte, finanche molto aggressiva; – sostituzione dell’ora di IRC ovvero di Religione cattolica con un’ora di Educazione civica; – approvazione del patto di corresponsabilità, del regolamento d’istituto, del regolamento dei viaggi d’istruzione e delle norme di comportamento, nella scuola primaria e secondaria di primo grado, da parte del collegio docenti e rispetto degli stessi; – utilizzo del registro elettronico solo per l’indicazione dei “compiti” assegnati; – eliminazione dei colloqui mattutini con i genitori; – limitare per quanto più possibile e ridurre al minimo l’esposizione degli alunni ai flussi dei campi elettromagnetici indotti dalla presenza sempre più pervasiva delle reti digitali negli istituti; – recupero, soprattutto nella scuola primaria, della scrittura a mano sulle classiche lavagne di ardesia, che, fra le altre cose, sono assai meno costose, non hanno bisogno delle “reti” ed il cui smaltimento è ancora ecosostenibile; – eliminazione, nella scuola primaria e secondaria di primo grado, dell’uso di “device” digitali per l’interazione alunno/insegnante (a meno che non siano necessari in presenza di disabilità…) e precedenza assoluta all’uso di diari, di quaderni e della scrittura minuscola in corsivo su carta; – divieto assoluto dell’uso dei cellulari all’interno della scuola, che assai contribuiscono a trasformare i cosiddetti “nativi digitali” in ignoranti sostanziali; – chiusura di tutti i “gruppi social” degli insegnanti (creati con o senza il dirigente scolastico) e diritto assoluto alla “disconnessione” da parte di quest’ultimi; – divieto per gli insegnanti di creare e/o partecipare a “gruppi social” con i genitori e tanto più con gli alunni che, secondo la normativa vigente sull’uso del trattamento dei dati personali e sulle “condizioni d’uso”, sotto ai tredici/sedici anni non potrebbero neanche crearsi un proprio “account” ed accedere all’uso degli stessi; – recupero urgente, pieno ed immediato della completezza e “leggerezza” delle posizioni, pedagogiche e culturali che facciano capo e riferimento ad una visione fondata sulla “paideia” socratica, costituita dal circolo luminoso e fecondo di “agalma” ovvero l’attrazione verso il sapere, come vuoto da non riempire, come vuoto da produrre, come vuoto da aprire, come luogo di una mancanza da preservare e come circolarità di e fra “eromenoi” (maestri che amano il sapere), “erastes” (amante del sapere) ed “eromenos” (ciò che è degno di essere amato) e basata su una tradizione umanistica che esalti l’epistemologia delle discipline e la scuola come percorso di costruzione culturale ed educazione all’esercizio del sapere critico e del libero pensiero; – eliminazione del “fatal, letal trittico” di abilità, conoscenze e competenze che non è solo falso, demagogico, inutile e fuorviante, ma che conduce a risultati disastrosi, perché codifica una separazione ed una scomposizione del sapere, della formazione e dell’apprendimento in tre livelli distinti, incomunicabili ed addirittura reciprocamente subordinati e poiché conduce all’adesione acritica a visioni aziendaliste, ispirate alla totale subordinazione della formazione culturale ad esigenze di carattere esecutivo, produttivo e compet…itivo, a quelle esigenze, sempre più etero-indotte ed etero-dirette, che concepiscono la scuola come luogo chiuso di addestramento di addetti, manovalanze e competenze per il mercato, aziende ed imprese e non come comunità educante, come spazio aperto di formazione di cittadini che sulla cultura fondano la loro crescita, la loro consapevolezza e la loro capacità di non competere, bensì di essere, di conoscere, di sapere e, perciò, di agire e vivere in libertà! N.B.: dello stesso autore si veda anche l’articolo/saggio del 15-5-‘20, scritto insieme ad Alessandra Fantauzzi: “Contro la didattica e la valutazione per competenze”, qui pubblicato e di cui segue il “link” utile per la lettura: https://www.gessetticolorati.it/dibattito/2020/05/15/contro-la-didattica-e-la-valutazione-per-competenze/ dello stesso autore si veda, fra l’altro, anche l’articolo/saggio del 21-5-‘20: “E noi, insegnanti, nonostante tutto…”, qui pubblicato e di cui segue il “link” per la lettura: https://www.gessetticolorati.it/dibattito/2020/05/21/e-noi-insegnanti-nonostante-tutto/]]>