Luisa Tosi, donna di scuola da ricordare
E’ mancata in queste ore Luisa Tosi, ex maestra e direttrice didattica di Treviso.
Questo il ricordo di Cinzia Mion.
Parafrasando il titolo del film “io la conoscevo bene” io posso dire che Luisa Tosi l’ho conosciuta bene. Nel 2019 anzi, in qualità di componente della Commissione Pari opportunità della città di Treviso, ho avuto il piacere di proporla per il Premio “Riflettore donna”, premio che ebbi l’onore di consegnarle personalmente.
Non si può però parlare di Luisa senza parlare del Movimento di Cooperazione Educativa: un’associazione professionale di docenti molto vivace e fermentativa.
Non ricordo con precisione il mio primo incontro con Luisa. Ricordo però quando mi iscrissi al Movimento e cominciai a frequentare il gruppo di Treviso, folgorata dall’originalità delle tecniche Freinet che ebbi modo di conoscere grazie ad mia collega a Barcon di Vedelago. Accadde durante l’anno scolastico 1963/64. Ricordo benissimo però che ben presto all’interno del gruppo ho focalizzato questa bravissima insegnante, dal nome appunto di Luisa Tosi, che ha cominciato a guidare con maestria i miei primi passi nella didattica innovativa adottata dal Movimento.
Oltre ai primi insegnamenti ricevuti sul testo libero e l’uso del limografo, nell’anno successivo venni avviata da Luisa alla didattica dell’insiemistica. Avevo appena scoperto questa matematica moderna alla scuola estiva del MCE, , dove conobbi il professore Tomassini, docente di matematica ad un liceo di Penne (Abruzzo).
La pratica delle scuole estive consisteva nel mettere insieme un esperto disciplinarista con un esperto di psicologia dell’apprendimento che guidassero insieme gli “apprendisti”, che eravamo noi docenti, ad inoltrarci nella didattica laboratoriale del Movimento, all’interno di una “comunità di pratica” (ante litteram), attraversata in ogni attività dal valore forte della pedagogia popolare di C.Freinet . Oggi la chiamiamo scuola inclusiva. Ci accomunava una passione che oserei definire ”rivoluzionaria”, volevamo cambiare la scuola, renderla democratica ed accessibile, ed in grado di istruire “tutti” perché da sudditi imparassero a diventare cittadini consapevoli. Ed attraverso la scuola volevamo cambiare il mondo. Eravamo giovani…!
Luisa era bravissima ed è stata da allora una colonna del Movimento. Quando dovevamo inventare delle schede di lavoro adatte a bambini a partire dalla prima elementare, schede che tenessero insieme aspetto ludico, creatività con cui attirare l’infanzia e anche impianto scientifico, era impareggiabile. Se Tomassini presidiava la scientificità, Tornatore curava la gradualità e l’adattamento alle diverse età del bambino (ho sempre tenuto a mente la frase significativa di Lidia: nell’apprendimento scolastico bisogna tenere continuamente presenti tre aspetti, la matematica, chi è Pierino, e come Pierino apprende la matematica!) e Luisa era un fenomeno nell’adattare questa disciplina, nuova per tutti, alla realtà infantile. Luisa è stata per me una guida importante, finchè non ho imparato ad andare sulle mie gambe di giovane maestra. Ricordo di lei l’infaticabilità ed anche l’umorismo. Aveva uno strano modo di ridere, come se si scusasse di concedersi questo permesso tanto era seria ed impegnata. Insegnava allora a Lughignano da dove ci portava, come in un forziere prezioso, tutte la attività didattiche del suo lavoro di docente all’avanguardia perché da tempo frequentava i gruppi MCE, anzi ne era l’animatrice infaticabile..
Ci siamo iscritte poi insieme all’Università. Eravamo in tre: lei, Beppa Grava ed io. Per noi è stato un periodo stimolante e felice, anche se durissimo. Lavorare e studiare senza andare fuori corso è stato molto faticoso ma ce l’abbiamo fatta! Spesso andavamo a Padova insieme, a turno utilizzavamo le nostre auto. Ansie, preoccupazioni, lotta continua contro il tempo, fatica e rinunce ma anche risate.
Poi lei vinse il concorso direttivo, perché aveva il servizio utile per partecipare, a prescindere dal titolo, ed ebbe la sede a Vazzola.
Nel frattempo ci laureammo.
Diventò direttrice didattica a Vazzola. Io nel 1974 a Conegliano, secondo Circolo: medesimo distretto scolastico. Mi arrivavano gli echi del suo successo, dell’innovazione che riusciva a portare nelle “sue” scuole e del seguito delle sue maestre. “Maestra dei maestri” questa era la sua funzione prima che il ruolo del dirigente venisse così snaturato e schiacciato sugli aspetti giuridico-amministrativi, come succede oggigiorno.
Ad un certo punto lasciò la direzione didattica, con grande sconforto da parte degli insegnanti, per un distacco in Provveditorato agli studi per dirigere il gruppo di lavoro sull’handicap dove ugualmente si distinse per attenzione ai più deboli. Successivamente partecipò al concorso presso l’Irrsae ed ebbe il distacco a Mestre.
Ci ritrovammo di nuovo insieme per la formazione sui nuovi programmi del 1985. Facevamo parte entrambe del Gruppo per lo sviluppo del Curricolo e curammo la formazione dei formatori dei docenti, in tutta la regione. Anche in questo contesto fece emergere il suo valore. Si trattò di una operazione in grande stile, mai più ripetuta sul territorio nazionale. Tutti i docenti della scuola elementare d’Italia in quattro anni furono formati in tutte le discipline. Furono i diversi Istituti di Ricerca e Sperimentazione e Sviluppo a farsene carico.
Quando andò in pensione la scuola perdette una risorsa validissima. I suoi successi continuarono in altri campi. Mi giungevano notizie per altre vie. Come quando vidi la sua pubblicazione sul bombardamento del 7 aprile a Treviso, con le interviste a chi era presente in quel giorno terribile e la raccolta toccante dei loro ricordi, oppure la collezione dei giochi di un tempo (pito e pantoco): narrazione preziosa dei giochi infantili in un’epoca in cui spesso i bambini non sanno più giocare…..Molte di più sono le sue pubblicazioni, come ricordano i numerosi amici che le hanno dedicato preziosi testi i cui stralci saranno letti durante la cerimonia.
Più avanti seppi della sua direzione dell’Università della terza età. Bellissima esperienza pure questa. Luisa è sempre stata una fucina di iniziative e tutte di molto successo. Significativa inoltre anche la sua partecipazione alla “Società iconografica trivigiana”.
Aveva preso il volo verso altri lidi mentre io ho continuato ad interessarmi di scuola.
Alla fine ci siamo frequentate presso la casa di riposo “casa albergo” dove entrambe avevamo una sorella ricoverata. Il passo però era diventato più lento, la parola più sommessa, fino alla malattia.
Luisa Tosi è stata certamente una delle persone, di scuola e non solo, più significative della città di Treviso e merita di essere ricordata per il suo costante impegno.