Liceo Meid in Itali e Via della Se(t)ta

di Mario Maviglia

In questi giorni si è fatto un gran parlare del Liceo Meid in Itali, ma pochi hanno capito di che si tratta, a cominciare probabilmente dagli stessi proponenti.
Siamo venuti a conoscenza, per vie traverse e inconfessabili, dei progetti di istituzione di questo nuovo Liceo e qui ne diamo una sintetica descrizione. Alcuni aspetti possono apparire poco chiari, ma è normale in quanto ci si trova in una fase incoativa di elaborazione; la versione definitiva sarà sicuramente ancor più confusa e campata in aria.

Il Liceo Meid in Itali nasce dall’esigenza di valorizzare il patrimonio linguistico, culturale, enogastronomico e zootecnico del Bel Paese.
Tante eccellenze italiche (quasi tutte in mani straniere, per la verità…) meritano di essere esaltate per promuovere un nuovo Rinascimento italiano come crocevia di eleganza, bellezza, armonia, sviluppo, qualità e ricchezza. (Sembra che come immagine per rappresentare i primi tre aspetti eleganza/bellezza/armonia verrà utilizzata una foto – formato segnaletica – della seconda carica dello Stato).

Questo ambizioso progetto troverà una sintesi nel nascente Liceo Meid in Itali, unico nel suo genere nel mondo. In realtà qualcosa del genere è stato tentato anche negli USA, ma l’espressione High School Fatto in America suonava male e l’idea è stata subito abbandonata.

Ma vediamo nel dettaglio gli elementi salienti di questa nuova epocale avventura che lancerà l’Italia nel firmamento culturale planetario. (L’idea di chiamare Speis Sciatol Ciallenger questo lancio è stata scartata data la sfortuna dell’analogo lancio).
Il punto di partenza è costituito ovviamente dal riscatto della Lingua Italiana che verrà potenziata e depurata da tutti i forestierismi che la affliggono. Ecco perché la denominazione di Liceo Meid in Itali viene scritta in questo modo e non Made in Italy come taluni vorrebbero in spregio alla lingua del Manzoni.
Tutto deve essere scritto in italiano, plis! C’è solo un problema che i proponenti devono risolvere: nella compagine governativa vi sono non pochi ministri che tra celticismi, venetismi e brianzolismi non conoscono la lingua italiana.
Risulta difficile depurare la lingua nazionale da anglicismi e francesismi se non si provvede a pulirla anche da queste anomalie, sennò ciò che viene cacciato dalla porta rientra dalla finestra. Pota! E in effetti il Ministro della Cultura è cascato in  questa trappola, dichiarando (Ansa, 29 dicembre 2022): “Credo che un certo abuso dei termini anglofoni appartenga a un certo snobismo, molto radical chic, che spesso nasce dalla scarsa consapevolezza del valore globale della cultura italiana. E anche della sua lingua, che invece è ricca di vocaboli e di sfumature diverse.”
Parole sante! Ma forse una “scarsa consapevolezza del valore globale della cultura italiana” alberga anche nella fertile mente del Ministro culturale, visto che il termine snobismo deriva da snob, un lemma non proprio italico; e l’espressione radical chic è formata da due parole, l’una inglese, l’altra francese. Prima di avviare l’ambizioso Liceo Meid in Itali è opportuno che l’establishment politico governativo vada in pellegrinaggio a Firenze per fare un lavaggio linguistico all’Arno…

Ma i nostri meidinitalisti già pensano a come rendere più abbordabile e popolare la lingua italiana e più al passo coi tempi: il congiuntivo verrà soppresso in quanto inutile zavorra; il pensiero ipotetico-deduttivo lascerà il posto al pensiero unico, più sobrio, maneggevole e soprattutto più manipolabile; il punto di domanda verrà tollerato solo nelle domande retoriche, per il resto basta credere e obbedire. Insomma, vi sarà una rivisitazione generale della lingua italiana che risulta essere la quarta lingua più studiata al mondo; chissà che non si cominci a studiarla anche in Italia…

Un po’ più complicato è capire cosa esattamente si prefigga di raggiungere il Liceo del Meid in Itali.  Nella relazione di accompagnamento al disegno di legge (DDL S. 497 – XIX Leg, primo  firmatario Carmela Bucalo) si dice che mira a “formare una classe dirigente in grado di mettere a sistema opportunità e criticità con metodo, capace di puntare su solide competenze in economia, marketing, comunicazione, così come nel digitale, ma allo stesso tempo una classe dirigente che conosca il tessuto storico, sociale e culturale forgiato da storia millenaria”.
Insomma “una scuola superiore dove alla struttura liceale, con lo studio delle materie umanistiche dalla filosofia alla storia dell’arte, delle scienze matematiche, fisiche, giuridiche ed economiche si aggiunge l’approccio critico all’economia internazionale, e ai nuovi modelli di business.”

Per raggiungere questi obiettivi sono previsti i seguenti insegnamenti nel quinquennio:
1) per il primo biennio:
1. lingua e letteratura italiana; 2. lingua e cultura straniera; 3. storia dell’arte; 4. matematica; 5. informatica; 6. scienze naturali; 7. fisica; 8. scienze motorie e sportive; 9. storia e geografia; 10. diritto ed economia politica; 11. religione cattolica o attività alternative;
2) per il secondo biennio e per il quinto anno:
1. lingua e letteratura italiana; 2. lingua e cultura straniera; 3. storia dell’arte; 4. matematica; 5. informatica; 6. scienze motorie e sportive; 7. storia; 8. filosofia; 9. religione cattolica o attività alternative; 10. economia e gestione delle imprese del Made in Italy; 11. modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare; 12. Made in Italy e mercati internazionali.

Queste ultime tre discipline sono le uniche non previste nel curricolo degli altri licei attualmente in essere, quindi vuol dire che solo questa tipologia di liceo è autorizzata a promuovere il Meid in Itali. Alcune domande sorgono spontanee:

  1. Nella relazione di accompagnamento al DDL S. 497 – XIX Leg. si dice che “Il cosiddetto Made in Italy è dato dalla creatività e dalla naturalezza, specificatamente italiana, con cui si spazia dalle specialità agroalimentari, alla moda, all’arredamento, al design, e che spesso traggono origine ed ispirazione dai nostri antichi mestieri. Questo insieme di eccellenze italiane deve essere messo a sistema, governato e potenziato.”
    Ma se questo è vero, allora tutti i licei dovrebbero promuovere il Meid in Itali. Perché limitarlo ad un solo liceo, dato il carattere trasversale del Meid in Itali?
  2. Gli altri licei cosa faranno? Promuoveranno il Meid in Roccacannuccia? O il Meid in Albisola Superiore, a seconda della località? Oppure il Meid in Ciaina, contribuendo in questo modo allo sviluppo di quella Via della Setta che tanto lustro può dare all’Italia? (Setta massonica, beninteso. L’Italia ha una certa esperienza in materia…).
  3. La terza non è un domanda, ma una constatazione: gli Istituti Tecnici e Professionali in questo discorso non sono presi in considerazione per un motivo molto semplice: non essendo licei non possono essere considerati vere scuole, ma – nella migliore delle ipotesi – simulacri di scuole. Sì, certo, sviluppano conoscenze, competenze e abilità di un certo livello, ma non sono pervasi da quello spirito gentiliano che solo dà senso alla realtà. Al più, possiamo considerarli serbatoi di manovalanza pre-intellettuale, riservati alle classi sociali gerarchicamente meno dotate. Più che del Meid in Itali possono occuparsi dell’Handmade…, pardon, dell’Endmeid.