Il Meritevole e la nera inconsistenza (a proposito dei fatti di Firenze)

di Mario Maviglia

Cari lettrici e lettori, seguite questa vicenda e decidete alla fine se ridere o piangere o se fare una sonora pernacchia alla Totò.

Degli studenti di un liceo scientifico di Firenze vengono aggrediti davanti al loro da un gruppo di giovani estremisti di destra. Unanime condanna e manifestazione antifascista in città. La dirigente scolastica invia una garbata lettera agli studenti in cui ricorda, tra le altre cose, che “il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti”.

Adesso facciamo un piccolo test tra i nostri lettori. Immaginate di essere il Ministro del Merito; sulla base delle vicende molto schematicamente narrate e della lettera della dirigente (che vi consigliamo di leggere) cosa potreste fare?

  1. Esprimere pubblicamente la vostra solidarietà agli studenti selvaggiamente aggrediti da estremisti di estrema destra.
  2. Esprimere solidarietà alla dirigente scolastica per l’aggressione subita dai suoi studenti.
  3. Non esprimere alcunché.

Se avete risposto a) avete sbagliato; se avete risposto b) pure; se invece avete risposto c) anche. Infatti, sapete cosa ha fatto il nostro Ministro del Merito? Beh, un qualcosa che va oltre il pensiero laterale di Edward De Bono; un pensiero che potremmo definire sottosopra, o se preferite una sorta di “insalata cognitiva”, con una forte prevalenza di nero. Diciamo pure un pensiero nero, come le camicie nere del Ventennio (ma questa è mera coincidenza…).

In effetti il nostro meritevole Ministro del Merito giudica la lettera della dirigente “del tutto impropria” e afferma di essere “dispiaciuto” per averla “dovuta leggere”, ed anche perché è “stata letta agli studenti”. (Quante preoccupazioni per un Ministro che come un amorevole padre si preoccupa del benessere del suo gregge…). Quello che scrive la dirigente, inoltre, “non rappresenta la realtà dei fatti”, dice il Ministro, che però nel contempo – come un amorevole padre – avverte che non intende intervenire nei confronti della preside (purtroppo il Duce non fece lo stesso nei confronti della Margherita Sarfatti…). Però va ristabilita la verità, perdio! E infatti, il Meritevole scandisce che  “sono lettere ridicole. Vanno prese per quello che sono, un atto di propaganda”. E su questo ha ragione: solo viale Trastevere può fare propaganda. Quindi, aggiunge, “inviterei la preside a riflettere più attentamente sulla storia e sul presente”. E ha anche sottolineato che: “Non compete a una preside nelle sue funzioni di lanciare messaggi di questo tipo”. In conclusione “Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole”, ma si sappia che “Se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”.

Gentili lettrici e cari lettori, voi vi siete crogiolati nell’idea che un Ministro del Merito dovesse lavorare per risolvere i problemi della scuola: edifici fatiscenti, stipendi da fame, dispersione scolastica fuori controllo, risultati di apprendimento scadenti in molte zone del Paese ecc. Sarò schietto con voi: avete una mentalità gretta, utilitaristica e senza prospettive. I problemi della scuola italiana non sono questi! No! E se lo sono, cosa c’entra il nostro Meritevole? Mica si può pretendere che lui li possa affrontare, questi problemi, anche perché bisogna prima capirli… Il Nostro ha ben altri pensieri per la testa: l’approccio ontologico all’umiliazione, le mappe catastali per dotare ogni docente di uno “studiolo” a scuola e adesso la reprimenda contro una dirigente che ha avuto l’impudenza (imperdonabile!) di nominare il fascismo. Ma il fascismo in Italia non esiste! E questa verità verrà imposta anche con l’olio di ricino, se occorre, perdinci! Esistono i fascisti, semmai. E le aggressioni contro studenti inermi. (Però una domanda va fatta a questi benedetti studenti fiorentini del liceo scientifico: ma perché vi siete trovati nella traiettoria di calci e pugni di alcuni esagitati fascisti… pardon, di alcuni esagitati soggetti che esprimono la loro maschia vitalità alla stregua dei patrioti camerati del Ventennio).

Il Nostro probabilmente farebbe parte volentieri, di questi patrioti camerati, ma i suoi modi di fare, caritatevoli e paternalistici, sono lontani da quella ideologia manesca e virile. Lui preferisce la contemplazione inane, l’otium filosofico, l’osservazione dei problemi (della scuola) con distacco alessitimico. Solo la pugna mediatica lo esalta: è lì che esprime il meglio di se stesso; è lì che la sua grigia creatività trova la sua più alta forma di vuota espressione. Come un kalashnikov affetto da parossismo patologico, ogni giorno il Nostro ci regala perle di acume profondità, ricca di nera e densa inconsistenza.

Il nulla esiste.