A volte ritornano. Il merito 10 anni dopo. Finalmente si fa sul serio!

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di Aristarco Ammazzacaffè

Subito e pubblicamente: un portentoso apprezzamento per il neoministro Valditara e lo sforzo che ha fatto e sta facendo, lui e il suo governo, per fare capire a testardi e prevenuti (e ce n’è in giro) cosa effettivamente sia e significhi merito e come si debba onorare.

E ancor prima, dargli atto che la scelta di aggiungere a ‘Ministero dell’Istruzione’  ‘e del merito’, è decisamente rivoluzionaria e benedetta.
(Chi non ci crede è però giustificato. Siamo in democrazia)

Comunque, se posso – all’interno di queste note – rivolgermi direttamente a lei, gentile signor Ministro, per dirle che io l’ho capita bene.
Io leggo sempre le sue interviste e dichiarazioni. E le sue parole d’ordine: Merito come lotta al privilegio, e (addirittura) come lotta contro una visione classista della società, le trovo fulminanti, in senso letterale, mi creda.
Nette al riguardo le sue affermazioni: ‘La scuola di oggi è classista’. ‘Non è la scuola dell’uguaglianza’.  (Sic, a chiare lettere, nell’intervista al Corriere del 31 ottobre).

E giustamente e con fierezza rivendica al riguardo che “non accetta lezione da nessuno” (e chi può dargliele, scherziamo?) perché suo padre nella Resistenza è stato partigiano e, per chi non lo vuol sapere, faceva parte della Brigata Garibaldi.

Confesso che, quelle dell’intervista, sono frasi che immediatamente mi hanno fatto sentire il Ministro come uno dei ‘nostri’; addirittura, un compagno, se posso osare.
Vorrei tanto mi si credesse.

Aggiungo che sulle risposte del Ministro al Corriere ci ho pensato su parecchio. E mi son fatto persuaso che il suo bisogno di lottare contro il privilegio e il classismo della nostra società gli sia venuto già dalle sue prime esperienze di adolescente. Sono sicuro che presto verrà fuori – e lui ce lo dirà a tempo debito – che già dai tempi della scuola media egli era radicato in queste convinzioni: praticamente, compagno e rivoluzionario sin dalla prima ora, si potrebbe azzardare. Un esempio calzante del famoso detto: “Quando il buon giorno si vede dal mattino! Complimenti!

A ben vedere, le frasi citate nell’intervista sottintendono, per chi le sa leggere, la virulenza delle ferite che hanno lasciato, nella sua coscienza di adolescente, i vari casi di privilegio di cui godevano sfacciatamente alcuni suoi compagni di classe – figli di avvocati, padroni e manager e professori universitari – che venivano sempre e comunque promossi, e sempre con tutti 8 e 9 – qualcuno con 10! – ed elogi e sproloqui compiacenti da parte dei professori.
Ecco, immagino, che la tenacia del Ministro nel perseguire l’obiettivo di diventare titolare del Ministero dell’istruzione nasca proprio dal bisogno freudiano di aggiungere ‘e del merito’ alla dizione tradizionale del Dicastero, maturato proprio da queste sue prime esperienze. Fateci caso.
Perciò è da salutare con soddisfazione la sua proposta di voler promuovere una grande alleanza per il merito, con studenti e insegnanti: ‘una priorità’ che si configura come una battaglia politica di cui aspettiamo con ansia di capire i termini e lo sviluppo. (Risulta che siano stati sconfitti clamorosamente quanti, nello stesso Governo la volevano – l’alleanza – piccola, denutrita e pallida -, spingendo su altre priorità, come ad esempio, migliorare pratiche e condizioni organizzative degli insegnanti. Ben gli sta a questi benaltristi facinorosi.

Comunque, che gente che c’è in giro! Non si sa più distinguere il grano dal loglio. Secondo me, si legge poco la Bibbia! E bene farebbe il Ministro a lanciare a tal proposito una opportuna parola d’ordine. Personalmente, ho una qualche percezione che lui ci abbia già pensato. Non per niente, il Nostro è Preside all’Università Europea dei Legionari di Cristo a Roma. Pensate: Preside – Università Europea – e, addirittura, Legionario! E mica di un ‘Vessillo’ qualsiasi.
Qui si vola alto! Altissimo direi.
Per meglio capire poi cosa il Ministro intenda quando parla di merito da riconoscere e valorizzare, ho voluto scoprire direttamente, attraverso i quotidiani più diffusi e ‘accreditati’ a livello nazionale, la tipologia di meriti più apprezzati – e quindi utilizzati – per nominare un sottosegretario del dicastero da lui diretto.

E anche per avere a disposizione exempla di meriti da indicare a modello. E cosa poteva esserci di meglio di casi concreti che avessero come attore protagonista un personaggio di esperienza e degno di stima come il Nostro?
In questa mia ricerca, l’attenzione è caduta, leggendo i giornali dei giorni dopo le nomine dei sootosegretari all’Istruzione, su alcuni nomi non notissimi, tra l’altro. Il primo di questi, era quello dell’on. Paola Frassinetti.
Il suo profilo, sulla base del quale sembra sia stata ritenuta meritevole del prestigioso incarico, è così descritto (Corriere del 3 novembre): uno, “che è frequentatrice assidua della Corte dei brut di Gavirate Varese”, centro culturale e anche ristorante, “ancora oggi crocevia dell’estremismo nero ed esoterico” (Oddio! Sobbalzo.  E di seguito: stordimento generale e attacchi di tosse acuta e stridula); due, che in questa Corte è di casa “Rainoldo Craziani, figlio di Clemente, fondatore di Ordine Nuovo, e teorico dello stragismo degli anni ’70”; Piazza della Loggia, Piazza Fontana, eccetera, per capirci (Madonna! Improvvisa perdita della parola, vista confusa e conati di vomito. Ridotto a cencio), e, tre,  che l’attuale sottosegretaria “ha sempre sostenuto l’attività di Lealtà e Azione, piccolo gruppo neonazista in Lombardia” (tra l’altro, promotore a Milano, per il 4 dicembre prossimo venturo, di una manifestazione politica all’altezza, ovvio).

A questo punto, mi è caduto addosso tutto il Resegone e ho perso conoscenza.