Dal voto ai giudizi: i perché di un cambiamento necessario

di Cristiano Corsini

Nella scuola primaria si passa dal voto ai giudizi. Anche se si tratta di un cambiamento del tutto in linea con la ricerca educativa e valutativa più avanzata – o forse proprio per questo motivo – l’accoglienza da parte dell’opinione pubblica è stata finora caratterizzata da una certa dose di circospezione e sospetto. Come ho già rilevato, sul Corriere della Sera Galli della Loggia ha attaccato frontalmente i giudizi, definendoli poco chiari e buonisti. Benché le lapidarie opinioni dell’editorialista siano, come vedremo, del tutto infondate dal punto di vista scientifico ed educativo, ritengo utile partire da esse per ragionare sulle motivazioni profonde di questo passaggio. Le posizioni di Galli della Loggia costituiscono infatti un’efficace sintesi dei luoghi comuni che egemonizzano il dibattito su insegnamento e valutazione destinato al grande pubblico e restituiscono una preziosa testimonianza degli ostacoli che anche i cambiamenti educativi più sensati incontrano sul piano comunicativo.

Leggi tutto “Dal voto ai giudizi: i perché di un cambiamento necessario”

Galli della Loggia, ovvero la nostalgia del voto numerico

di Cinzia Mion

L’esimio professore dal nome ricorrente, quando si tratta di entrare a gamba tesa sui provvedimenti del Ministero dell’Istruzione, che non sono per lui abbastanza “gentiliani”, ci è ricascato….
Se ne è uscito il 20 febbraio 2021, sul Corriere della sera”, con una specie di “invettiva ad orologeria” (chi c’è dietro, forse il Gruppo di Firenze?) che infarcita di parole sprezzanti, come si addice alla sua spocchia, ha attaccato il Ministero per la recente ordinanza e le allegate Linee guida, che hanno abolito i voti numerici alla scuola primaria.
Se la prende all’inizio perfino con il termine “primaria” (che ha soppiantato elementare) tanto che subito sembra un attacco all’uso della lingua da parte dei ministeriali.
Non è però questa l’intenzione del noto professore emerito di storia contemporanea, senz’altro molto nostalgico della cosiddetta scuola elitaria che scremava le eccellenze (il merito dice lui), perché l’obiettivo vero è quello di rivolgersi al nuovo Ministro, invitandolo a ragionare con i piedi per terra (???) cominciando con il dichiararsi sconsolato perché già a partire dal 1977 (però la storia della scuola allora la conosce!!!) sono stati aboliti i voti sostituiti dai giudizi.

Leggi tutto “Galli della Loggia, ovvero la nostalgia del voto numerico”

Un economista al comando della scuola. Quando toccherà ad un pedagogista?

di Raimondo Giunta

UNA NUOVA DISCIPLINA

Il nuovo ministro è un nome dell’economia dell’istruzione ed è stato assessore regionale all’istruzione nella Regione Emilia-Romagna. Ogni ministro si porta appresso il proprio bagaglio di cultura, di esperienze e di specifica professionalità. Il bagaglio dell’economia dell’istruzione non è di quelli che si può lasciare a casa ed è molto ingombrante.
Questo ramo dell’economia politica viene fuori con forza dalle riflessioni sulla crisi fiscale dello Stato negli anni ’70 e anche in Italia ha cominciato ad avere i suoi cultori.
Nel DNA di questa disciplina c’è l’impulso a rendere efficiente la spesa pubblica per l’istruzione e soprattutto c’è la preoccupazione a non ad aumentare.
Si è cominciato a dire, proprio perché c’è la crisi fiscale dello Stato, che non è più sostenibile la pretesa di pensare che la composizione della spesa pubblica non debba cambiare e che debba solo crescere. Le risorse per l’istruzione che bisogna strappare all’avidità di altri reparti dello Stato devono essere spese bene, senza sprechi, in modo efficace e ogni innovazione, così come il mantenimento dell’esistente, devono essere sottoposti ad una rigorosa analisi dei costi.
Anche il diritto allo studio e alla formazione, come il necessario prolungamento dell’obbligo scolastico non possono e non devono essere esclusi da una ricerca approfondita di questo genere. Potrebbero non essere inviolabili come si crede. . .
Ma già nei primi tempi qualche dubbio sulle pretese di questa disciplina incominciò a circolare.
In un saggio esemplare per chiarezza e profondità di analisi pubblicato nel n.  239 del quindicinale CENSIS del Febbraio ’76,  U.  Trivellato, che è stato sempre un grande esperto di problemi scolastici e anche Rettore della Facoltà di Statistica a Padova,  indicava le notevoli difficoltà analitiche nel definire l’impiego ottimale delle risorse in campo educativo.
“Queste sorgono già nell’identificazione di una metrica comune delle variabili influenti sul prodotto scolastico; emergono nella valutazione delle relazioni fra output e input per individuare la combinazione efficiente di fattori e permangono nella determinazione delle soglie dimensionali e dei criteri organizzativi per l’impiego efficiente dei fattori”.

Leggi tutto “Un economista al comando della scuola. Quando toccherà ad un pedagogista?”

VALUTAZIONE FORMATIVA AL VIA. I NOSTRI VIDEO

Nell’intento di offrire un piccolo contributo agli insegnanti che si apprestano ad applicare le nuove disposizioni in materia di valutazione nella scuola primaria raccogliamo qui i riferimenti ai nostri video sull’argomento e la documentazione ufficiale

Dal voto al giudizio descrittivo. Opportunità e rischi
Conversazione con Cristiano Corsini

Aldo Visalberghi, un pedagogista deweyano (E. Bottero intervista Cristiano Corsini)
nota: Visalberghi fu uno dei primi pedagogisti italiani ad occuparsi di valutazione

Valutazione autentica e compiti di prestazione (a cura di Riccarda Viglino)

Dall’osservazione alla valutazione (a cura di Sonia Sorgato)

Si possono trasformare i voti in giudizi? (a cura di Enrico Bottero)

Valutazione autentica e compiti di prestazione (a cura di Riccarda Viglino)

Valutazione scuola primaria. Cosa devono sapere i genitori (a cura di Reginaldo Palermo)

Dagli obiettivi di apprendimento ai giudizi descrittivi (a cura di Enrico Bottero)

Riccarda Viglino parla di valutazione formativa e rubriche valutative 

Andrea Canevaro parla di autovalutazione

Enrico Bottero parla dell’Ordinanza e delle Linee Guida

Niente voti neanche nella pratica quotidiana, intervista a Enrico Bottero

Pratiche didattiche di valutazione formativa, di Enrico Bottero

Valutazione nella scuola primaria, intervista ad Anna D’Auria (segretaria nazione MCE)

Insegnamento e valutazione formativa, conversazione con Enrico Bottero e Raffaele Iosa

DOCUMENTAZIONE

Circolare Ministeriale
Ordinanza Ministeriale
Linee Guida del Ministero

Nel sito www.enricobottero.com  è disponibile una pagina
con diversi materiali di studio e approfondimento su diversi aspetti della valutazione

Messa a punto collettiva dei testi

L’apprendimento della lingua scritta darà luogo a un’acquisizione salda e organica a patto che scaturisca veramente da un processo di vita. L’artificio, il vuoto meccanismo, non possono dare che un precario addestramento, che si mantiene soltanto fino a che son presenti certi stimoli deteriori e non educativamente validi’   [1]

La considerazione dell’errore come tentativo provvisorio e non come dato immodificabile predittivo  di insuccesso è centrale in una pedagogia democratica e che si ponga l’obiettivo di non mortificare e demotivare gli alunni e di valorizzarne le espressioni.
Leggi tutto “Messa a punto collettiva dei testi”

Didattica a distanza, docenti e pandemia.

di Francesco Rocchi

In quanto membro del gruppo “Condorcet-ripensare la scuola”, che per primo ha proposto la rimodulazione dell’anno scolastico, seguo con particolare interesse il dibattito pubblico intorno alla proposta ventilata da Mario Draghi di portare la chiusura dell’anno scolastico a fine giugno, a causa evidentemente dei danni portati dalla pandemia.

Per ora Draghi non ha detto nulla di preciso, ma per quanto riguarda quella di Condorcet, è da novembre che mi confronto con colleghi e addetti ai lavori. L’ostilità di queste ore, quindi, non mi giunge nuova. Oltre a cercare di convincere gli scettici, però, è importante per me sottolineare che la questione del calendario, pur centrale, non è isolata.

Fin dai suoi inizi, la pandemia è stata, ed è, una sorta di violento stress test che ci sta costringendo, nostro malgrado, a ripensare numerosi elementi del nostro lavoro. Cosa è emerso dal mondo degli insegnanti italiani in questi mesi? Come è stata affrontata dai docenti italiani questa battaglia? E’ di questo che vorrei occuparmi qui, pur consapevole tutti i limiti che un tale quadro complessivo del genere comporta.

Capitolo I: primavera 2020

La didattica a distanza (DAD d’ora in avanti) prima di marzo scorso non esisteva. Poi, da un giorno all’altro, è diventata l’unico canale attraverso il quale la scuola pubblica italiana ha potuto continuare ad esistere. Per i docenti non c’era un chiaro inquadramento contrattuale, nessuna obbligatorietà e, almeno all’inizio, nessun regolamento. Nessuna formazione specifica era mai stata fatta per qualcosa che nessuno s’era mai immaginato.
In questo frangente i tre sindacati confederali, sia pure con sfumature diverse, sottolineano tutti l’eccezionalità della DAD e ne denunciano i limiti, ribadendo di contro il valore della didattica in presenza. La nota 388 del governo, con cui si cerca di disciplinare e indirizzare la DAD, viene respinta dai sindacati confederali, che la considerano illegittima.

Leggi tutto “Didattica a distanza, docenti e pandemia.”

Nasce e si sviluppa a Torino 50 anni fa l’idea della CITTA’ EDUCATIVA

Nel canale Youtube di Gessetti Colorati è disponibile una intervista a Ermanno Morello sul tema della CITTA’ EDUCATIVA, un progetto nato e sviluppatosi a Torino (e poi diffuso in altre città italiane) negli anni Settanta

L’intervista prende le mosse anche da un libro pubblicato nel 1978 e intitolato TEMPO PIENO E METROPOLI
Il volume è ormai introvabile, ma qui è disponibile in formato PDF

La premessa

I servizi

L’informazione

Musei, arte e spettacolo

Storia semiseria di Torino