Classi pollaio, il tortuoso percorso per arrivare all’abrogazione
Classi pollaio, saranno confermate anche il prossimo anno. Nel Piano Nazionale della Ripresa e della Resilienza si parla di superamento. Cosa accadrà? Difficile ipotizzare qualunque scenario.
Classi pollaio, ulteriore conferma per il prossimo anno
Classi pollaio, saranno confermate anche il prossimo anno.
Il quotidiano ItaliaOggi (27 aprile) conferma lo scenario. “Anche nel prossimo anno scolastico le classi saranno formate secondo le vecchie regole. E cioè secondo i parametri dettati dal decreto del presidente della repubblica 81/2009: da un minimo di 18 alunni fino a un massimo di 26 alunni nella scuola dell’infanzia; da 15 a 26 alunni nella primaria; da 18 a 27 alle medie; da 25 a 30 alle superiori. Resta ferma anche la possibilità di derogare il numero massimo fino a un 10% in più. È quanto si evince dalla nuova circolare sugli organici predisposta dal ministero dell’istruzione, che dovrebbe essere emanata nei prossimi giorni”.
Nessuna sorpresa, attendiamo l’attuazione del PNRR
La notizia non sorprende. Il Mi non può decidere contra legem.
Le disposizioni ministeriali devono essere coerenti con il quadro normativo. Questo ha due riferimenti: la Legge 133/08 e il D.P.R.81/09 che stabilisce parametri molto precisi per la composizione delle classi nei diversi ordini di scuola.
In sintesi. il Decreto stabilisce un max di 26-27 alunni per la scuola primaria (art. 10), 27-28 max per la secondaria di primo grado (art.11) e 27-30 per il grado successivo.
Non resta che sperare nel PNRR (Piano Nazionale della Ripresa e della Resilienza).
Il documento recita a pag 239: “ripensare all’organizzazione del sistema scolastico con l’obiettivo di fornire soluzioni concrete a due tematiche in particolare: la riduzione del numero degli alunni per classe e il dimensionamento della rete scolastica. In tale ottica si pone il superamento dell’identità tra classe demografica e aula, anche al fine di rivedere il modello di scuola”.
La dichiarazione risulta un annuncio. Forse un impegno. Sicuramente molto vago e generico.
I costi di una radicale abrogazione furono fatti due anni fa e contenuti nel disegno di legge (5 luglio 2018) che intendeva superare la iattura delle classi pollaio. A regime il costo complessivo era di poco superiore ai cinque miliardi. (art. 1), equivalente a 1/6 circa lo stanziamento per il comparto Mi.
Troppi? Pochi? La valutazione è sempre soggettiva e dipende da quanto il Paese tiene alla qualità della formazione dei propri ragazzi.
Probabilmente si arriverà a una soluzione di compromesso, che richiederà solo parzialmente un investimento economico (nuova edilizia e riorganizzazione degli spazi). Per il resto ci si affiderà al decremento della popolazione scolastica, che mantenendo invariato il personale, consentirà la riduzione degli alunni per classe (ipotesi Azzolina-Bianchi).