Il termine “valutazione” ha le sue radici nel participio passato latino di valére, ovverosia quel vàlitus che rimanda a un concetto ben preciso: avere un prezzo, riconoscere un valore.
Tale premessa non può che presupporre la prospettiva sistemica – globale, situata e omnicomprensiva – della valutazione, che rispecchia essenzialmente un processo formativo in itinere piuttosto che limitarsi alla rilevazione o alla semplice misurazione di singoli episodi didattici.
In quest’ottica, valutazione, progettazione e azione didattica sostanziano un paradigma d’apprendimento che, come ben ha raccontato la scuola di Barbiana, dà piena cittadinanza a quei saperi che non si imparano tra banchi di scuola, ma stando a contatto con la realtà in cui si vive; un apprendimento che dal reale prende lo spunto affinché ognuno acquisisca gli strumenti necessari di base per poter essere un cittadino consapevole.
In altre parole, la valutazione degli apprendimenti – eredità dell’esperienza di don Milani – precorre quel concetto di competenza che, partendo dalla sperimentazione e dalla laboratorialità, fonda (o dovrebbe fondare) il modello psicopedagogico della scuola odierna; modello nel quale l’alunno di viene messo alla prova non tanto per rimediare un voto o una certificazione, quanto piuttosto per capire se il sapere acquisito è sfociato in un saper essere e, di conseguenza, in un saper interagire con gli altri.
Questa prospettiva valutativa, che s’attaglia tanto alle attitudini dell’alunno quanto al suo stile di apprendimento e dà spazio alla relazione e alla costruzione condivisa dei saperi, concretizza l’Assessment for learning, ossia la valutazione per l’apprendimento, permettendo di monitorare in modo continuo e puntuale le acquisizioni dei discenti.
L’Assessment for learning è un vero e proprio processo educativo e formativo che sprona gli studenti a riflettere su quanto hanno imparato, in prospettiva metacognitiva, permettendo al docente di avere una maggiore consapevolezza del livello di ciascuno e si pone in alternativa all’Assessment of learning, che di fatto cerca di trarre informazioni sulla didattica mediante la somministrazione delle prove di verifica.
La valutazione dell’apprendimento mostra cosa si è memorizzato o assorbito e sovente offre una fotografia di una situazione parziale, legata al momento, in quanto mira a garantire la “contabilità” del profitto scolastico. Invece la valutazione per l’apprendimento si prefigge di migliorare il processo d’apprendimento, esplora le potenzialità dello studente e ne promuove costantemente i progressi.
Ora, fermo restando il fatto che le Ordinanze Ministeriali n.52 e n.53 del 3 marzo 2021 (a proposito di esami conclusivi del primo e del secondo ciclo d’istruzione) nonché la Nota n. Prot. 699 del 6 maggio 2021 (a proposito della valutazione periodica e finale delle classi intermedie nel primo e nel secondo ciclo d’istruzione), seppur in regime derogatorio abbiano ripristinato diversi passaggi dei due riferimenti normativi fondamentali sulla valutazione nel primo ciclo (D.lgs 62/2017) e nel secondo ciclo (DPR 122/2009), ci si auspica che almeno le attività didattiche/ricreative connesse con il Piano Scuola Estate 2021(Nota n.643 del 27 aprile scorso) possano svincolarsi dall’Assessment of learnig e approdare all’interno dell’Assessment for learning.
Infatti, come ben hanno scritto per il portale Pavone Risorse prima Marco Bollettino e poi Paolo Fasce, sarebbe importante che – almeno limitatamente alle fasi 1 e 3 del Piano Estate – si potessero riscoprire tutte le potenzialità inespresse del processo valutativo, liberando la valutazione da prassi obsolete e deleterie, scorie di un passato gentiliano che l’ha incatenata al congruo numero di verifiche scritte, orali e pratiche.
Bibliografia e sitografia
L’eredità di Barbiana, su www.edscuola.it
Giulia Abbiati, L’Assessment for Learning e la Dynamic Classroom su it.pearson.com
La valutazione per l’apprendimento e per gli alunni disabili su european-agency.org Castoldi, Valutare a scuola. Dagli apprendimenti alla valutazione di sistema, Roma, Carocci, 2012