C come Cittadinanza

di Giancarlo Cavinato

In Freinet la cittadinanza è un diritto universale, non un privilegio di alcuni. La si esperimenta sui banchi di scuola e nel proprio contesto di vita.

Non è una concessione dell’adulto ma un requisito che va esercitato attraverso un apprendimento. La classe e la scuola, in quanto contesti sociali, ne possono costituire le condizioni oppure negarle quando tutto è deciso dall’adulto e le regole sono prestabilite e immodificabili. Si tratta di riconoscere a ogni bambino e ragazzo la dignità e la consapevolezza che un apprendimento passivo non consentono e non prevedono sia compito della scuola occuparsene. Essere, sentirsi decisori della propria vita, del proprio percorso di crescita, è la base per un esercizio attivo anche nella vita adulta di tale requisito.

Quando si fa con i  ragazzi una ricerca su cosa significhi essere cittadini e quando si siano sentiti tali la prima volta  si ottengono dai genitori  le risposte più sconcertanti e-a volte- provocatorie.

Accanto a chi risponde ‘Quando ho votato per la prima volta’, ‘Quando ho avuto la carta di identità’ c’è chi risponde ‘Quando mi sono messo a vivere per conto mio’ ‘Quando ho trovato lavoro’ ‘Quando mi sono sposato’ e anche ‘ma cosa ve ne frega?’ oppure ‘Quando mi sono comprato la BMV rossa’.

Nel finale del film ‘L’École buissonnière’ di Jean Paul Le Chanois (1949) Albert, un alunno pluriripetente e ribelle che  Freinet riesce a recuperare e a reinserire nella vita della classe,  affronta per l’ennesima volta l’esame di licenza elementare e sembra destinato a un nuovo insuccesso. Ma la fiducia e la consapevolezza di sé che il maestro gli ha instillato gli consentono di superare la prova dimostrando una maturità e un possesso dell’esposizione dei propri diritti che i  severi esaminatori non sospettavano.

Dal copione del film:

Esaminatore di storia

Quale montagna separa la Francia dall’Inghilterra?-

Albert
Waterloo (risate in sala)

Esaminatore di geografia
Mi parli della Bretagna

Albert
Posso parlarle dei piccoli porti, dei fiumi larghi come canali marini, del clima dolce dove crescono perfino palme e mimose come nelle nostre valli. Le posso parlare dei cantieri navali, della pesca all’aragosta, al tonno, alla sardina,  della raccolta delle alghe, delle fabbriche di conserve. Posso disegnare un menhir o delle conchiglie che si trovano sulla spiaggia, senza dimenticare le crêpes bretoni che sono buone da mangiare.

Esaminatore di storia
Lei è stato in Bretagna, vero?

Albert
Sì, per corrispondenza.

Esaminatore di storia
Come?

Albert
Ogni settimana la nostra classe scambia testi, lettere e disegni con piccoli pescatori di Trégunc nel Finistère. Ognuno di noi ha il suo corrispondente.

Esaminatore di storia
Ah, capisco. Lei fa parte di quella scuola moderna dove si disegna e non si sa la data della battaglia di Azincourt. Ma il vostro maestro non ha inventato niente. Io sono vent’anni che faccio disegnare carote e dipingere dei vasi.

Albert
La stampa la fate?

Esaminatore di storia
No, e se dipendesse da me non si tarderebbe a sopprimerla la vostra stampa.

Albert
Tutti i francesi hanno diritto di parlare, di scrivere e di stampare liberamente.

Esaminatore di storia
Ah, sì? Veramente?

Albert
E’ scritto nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.

Esaminatore di storia
Ma, ascoltate un po’, ecco un ragazzo che conosce i diritti dell’Uomo.
Allora ci parlerà dei Diritti dell’Uomo.

Albert (in piedi)
Si dice Diritti dell’Uomo, ma sono anche quelli della donna e dei bambini. Non è da molto che so di cosa si tratta. Fino ad allora mi avevano parlato dei miei doveri, mai dei miei diritti. Sei mesi fa ho lanciato una pietra in faccia a una persona. Lui era un uomo e io un bambino. Era più forte di me. Avrebbe potuto battermi o sporgere denuncia. Avrei potuto essere fermato dalle guardie. Mi ha detto che ero un uomo e che avevo il diritto di vivere e di  essere felice.

Esaminatore di storia
Sì, ma andiamo alla domanda. La data della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo?

Albert
Signor esaminatore, sto provando a parlarle con il cuore più che con la memoria. E’ la quarta volta che mi presento all’esame per il diploma. E’ necessario che io superi l’esame non tanto per me, ma per tutti coloro che sono qui, che mi guardano, che mi ascoltano. Dietro questi muri e queste finestre là in paese ce ne sono altri che aspettano che cada o che riesca. So di non aver risposto bene a tutte le domande, ma quello che ho compreso l’ho ricordato. Non conosco la battaglia di Azincourt ma so i diritti dell’Uomo. Gli uomini nascono e restano liberi e uguali nei diritti. Nessuno di noi può essere perseguitato per le sue opinioni, poiché la legge ha il diritto di proibire solo le azioni nocive alla collettività, poiché la legge è l’espressione della volontà di tutti, poiché la legge deve essere la stessa per tutti, sia quando  punisce che quando protegge. Poiché la legge deve permettere ad ognuno di arrivare secondo le proprie capacità, senza distinzione di fortuna, e questo perché gli uomini nascono e restano liberi e uguali nei diritti.

(trad. MCE)

Conoscenza e rispetto dei diritti dell’uomo, del bambino e cittadinanza sono condizioni gli uni dell’altra.

Mario Lodi ha scritto ‘La scuola e i diritti del bambino’ (Einaudi, 1988) e riscritto per i  bambini e per i giovani la Costituzione italiana, meritandosi l’appellativo  di ‘maestro della Costituzione’.