Scuola e varianti, “lo scudo Azzolina” funziona ancora?
Scuola e varianti. La situazione sembra cambiata. Le protezioni messe in atte dall’ex Ministra Azzolina funzionano ancora? La risposta sembra negativa. Resta, però il dubbio.
Scuola e varianti, siamo di fronte a un “cambio di passo” del virus
Scuola e varianti. Stiamo assistendo a un “cambio di passo” del virus. Intendiamoci non è il risultato di un soggetto pensante.
E’ nella natura di qualunque virus, e non solo, di adattarsi alle situazioni, modificando la propria strategia d’attacco.
“Il cambio di passo” del virus sta preoccupando i virologi e il Cts.
In entrambi i casi mi riferisco alle componenti che erano più scettiche fino a un mese fa sui contagi generati internamente dalla scuola. Il virus ha appreso come contagiare maggiormente le persone molto giovani (bambini e adolescenti). Quest’ultimo aspetto è confermato dai dati: “I dati dell’Istituto superiore di sanità sono emblematici: il 17,5 per cento dei nuovi casi positivi, nell’ultimo mese, è rappresentato da under 18, dunque da studenti. Questa percentuale, nei primi mesi della pandemia, era attorno al 2-3 per cento. Oggi un positivo su 5 è un giovanissimo a conferma che la variante inglese corre più facilmente tra i banchi. ” (Il Messaggero, 24 febbraio).
Considerato il cambio di scenario il Cts si è riunito ieri.
Queste le conclusioni: “Si stringe il cerchio intorno alle scuole e, questa volta, alle scuole dei più piccoli, materne ed elementari che fino ad ora, a parte per le quarantene, erano rimaste sempre aperte. Ora l’indicazione è di alzare ulteriormente la guardia e di adottare misure più drastiche nelle zone – anche soltanto Comuni o province – dove la situazione dei contagi, con le nuove varianti, rischia di andare fuori controllo. Sono queste le conclusioni alle quali è arrivato ieri il Cts, che si è riunito per affrontare il tema su richiesta del governo in vista del nuovo Dpcm che sarà in vigore sabato prossimo” (Il Corriere della Sera, 28 febbraio).
“Lo scudo Azzolina” non funziona più?
Il lavoro della ex Ministra Lucia Azzolina che ha portato all’acquisto e sistemazione dei banchi monoposto, alla dotazione di milioni dispositivi di protezione, alla realizzazione di tracciamenti dei percorsi… ha avuto l’indubbio merito (poco riconosciuto soprattutto dalla destra e da Iv) di preservare 3/4 del sistema scolastico (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) dalla chiusura generalizzata. Ovviamente senza l’impegno del personale scolastico gli effetti sarebbero stati quasi nulli.
Certamente Lucia Azzolina ha commesso alcuni errori.
Era inevitabile, considerata la novità assoluta dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 “cinese” e alla sua repentina entrata nella vita delle persone.
Fatta questa premessa, il “cambio di passo” del virus pone la seguente domanda: la “protezione Azzolina” è divenuta inefficace? Difficile rispondere. Sicuramente il rialzo del contagio sociale comporta un effetto domino anche sulla scuola.
Di questo parere è A. Villari (Presidente dei pediatri e membro del Cts): “Il principio da seguire è uno soltanto: si deve decidere in base all’epidemiologia, all’andamento del virus. Là dove è alto il rischio per la popolazione, diventa alto pure per chi va a scuola” (Il Corriere della Sera, 28 febbraio).
Il pediatra però va oltre, sostenendo implicitamente l’efficacia degli accorgimenti messi in atto dall’ex Ministra Lucia Azzolina: “… quella che più temo in realtà è la variante umana, cioè i comportamenti delle persone. Il virus entra dove trova le porte aperte: assembramenti, gente che non usa le mascherine, che non si lava le mani. La scuola in sé è un posto sicuro: diventa insicuro se cessa l’attenzione”
Risposta che non lascia spazio ai dubbi. In questa fase, però temo la perentorietà delle affermazioni e le certezze.