Anche quest’anno EDUSCOPIO ha pubblicato l’atlante delle scuole superiori, di cui ci si può fidare, perchè vanno bene e fanno tutto quello che bisogna fare per primeggiare sulle altre. Sono informazioni, ammesso che abbiano solide fondamenta, utili solo a quelli e a quanti hanno il tempo per leggerle, ma che contribuiscono a iniettare il veleno della concorrenza tra le scuole, non certamente per avere migliori servizi.
Questa specie di mercato scolastico è uno dei frutti avariati dell’autonomia scolastica. La formazione delle nuove generazioni non è un compito che si può far meglio mettendo le scuole una contro l’altra; è un compito difficile, complicato che può dare risultati soddisfacenti solo se le scuole collaborano, se scambiano tra di loro esperienze e competenze, aperte l’una all’altra e non in guerra per l’accaparramento di risorse e per vanitose ricerche di visibilità, di cui fa le spese la coerenza del processo educativo e del curriculum.
Il principio che ogni scuola debba essere una comunità educativa viene messo in discussione da queste pratiche concorrenziali. D’altra parte vorrei chiedere a quanti producono graduatorie tra le scuole e se ne godono se al punteggio contribuisca la capacità di dare risposte efficaci agli alunni portatori di disabilità o quella di riuscire a migliorare il rendimento degli alunni difficili o quella di accogliere nel proprio seno e integrare alunni figli di immigrati. Vorrei chiedere se sono buone le scuole che lavorano con alunni che non avrebbero bisogno di insegnanti o quelle in cui ai ragazzi bisogna dare tutto, a cominciare dai libri di testo.
Non è per nulla assodato che la pubblicazione di dati come quelli di EDUSCOPIO aiuti a migliorare i rapporti di una scuola con la comunità di appartenenza; anzi per la sua costitutiva logica competitiva rischia di recidere i legami tra una scuola e l’ambiente circostante e favorire in certi strati sociali delle medie e grandi città la corsa verso le scuole che marciano bene, collocate nei solidi quartieri dei benestanti . La concorrenza tra le scuole, che di fatto viene sostenuta e incitata con questo genere di azioni, non salva, nè migliora quelle che hanno problemi, perchè continuerebbero ad esistere e sarebbero le uniche disponibili per quelli che non sanno leggere i rapporti di rendicontazione sociale del ministero o quelli di EDUSCOPIO.
Queste graduatorie sono un capolavoro di mistificazione e di ipocrisia. Sono gli indicatori evidenti dello stravolgimento della funzione della scuola, come si evince dal dettato costituzionale; una evidente derivazione degli orientamenti mercatistici di tutte le leggi sulla scuola, che ne hanno sfregiato l’identità.
RAIMONDO GIUNTA