Contagi a scuola, fioccano le dichiarazioni, spesso contraddittorie. In assenza dei dati è inevitabile. La scienza lascia “il palcoscenico” alle chiacchiere.
Contagi a scuola, tutti dicono la loro!
Contagi a scuola, tutti rilasciano dichiarazioni. Purtroppo queste risultano non coerenti tra loro. Da una parte, ovviamente troviamo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la Ministra Azzolina e molti componenti del CTS (Brusaferro, Miozzo, Locatelli…).
Essi confermano che i contagi a scuola sono d’importazione e comunque seguono l’andamento sociale.
Pochi giorni fa Agostino Miozzo ha dichiarato al Corriere della Sera (23.11.2020) : ”I dati ci dicono che i contagi in età scolastica non sono significativamente diversi da quelli di altre classi di età e non abbiamo evidenze per capire se siano avvenuti a scuola o fuori.”
L’OMS conferma la tesi “Le scuole devono restare aperte. I bambini e gli adolescenti non sono considerati fonti principali di trasmissione del coronavirus” (Il Fatto Quotidiano, 20.11.2020)
Sul versante opposto troviamo due tecnici: A. Crisanti e M. Galli.
Quest’ultimo ha dichiarato al Gazzettino: “Abbiamo clamorosamente toppato il contenimento dell’infezione dopo il lockdown di marzo. Mi rendo conto che ci sono esigenze diverse come quella della scuola, importantissima, ma il riaprire troppo presto per richiudere sarebbe uno smacco ancora peggiore perché sarebbe costato qualcosa nel mezzo”.
Esiste un grande problema sui dati
Tutto questo parlare, spesso in libertà è possibile perché mancano dati sufficienti per sostenere una posizione o l’altra. Il governo sembra aver sposato le conclusioni alle quali sono giunti E. Bucci e A. Viola con il loro studio.
Il Ministro Speranza, infatti, ha dichiarato (in grassetto le parti che sostengono la tesi
degli studiosi): “Nelle zone rosse il Governo ha fatto una scelta molto chiara per provare a tutelare le scuole, mantenendone aperta una parte rilevante, perché riteniamo siano una priorità assoluta. Valuteremo giorno per giorno i dati e proveremo a capire come il contesto epidemiologico ci consentirà anche una gestione di quello che riteniamo la funzione fondamentale del nostro Paese. Le scuole saranno al centro dell’attenzione del Governo, la valutazione si fa sulla base dei dati epidemiologici, venerdì ci sarà il report e aspettiamo di vedere i dati per le successive valutazioni sulla riapertura delle scuole superiori”
Concludendo, è in gioco la salute. E quindi come afferma N. Zingaretti (Pd) dovrebbe essere la scienza a salire in cattedra, ma senza dati significativi e rappresentativi essa lascia lo spazio alle chiacchiere, allo sterile confronto dei talk-show.