di Daniele Scarampi
(Dirigente Scolastico dell’I.C. di Vado Ligure, Sv)
Lo sviluppo delle capacità creative e innovative, è noto, ha radici profonde nella prima infanzia. E ben lo aveva arguito il menestrello della parola Gianni Rodari, nella sua fortunatissima Grammatica della fantasia: il bambino, già a partire dalle primissime esperienze ludiche, non è solamente un artificialista (ossia una specie di demiurgo che plasma sempre nuove storie), ma è un vero e proprio scienziato creativo; manipola oggetti e concetti uscendo dallo spazio angusto di schemi precostituiti e la forza dell’immaginazione che lo sorregge, scomponendo e ricomponendo la realtà, crea logiche combinatorie sempre nuove, capaci a loro volta di condurre verso significative esperienze d’apprendimento.
Ora, in ragione di quanto premesso, i servizi educativi e le scuole dell’infanzia, oltre a rappresentare per i bambini il primo approccio alla vita di società, rappresentano uno spazio di relazioni multiple da vivere e sperimentare creativamente (leggasi al riguardo gli Orientamenti pedagogici sui LEAD, i Legami Educativi a Distanza, elaborati lo scorso mese di maggio dalla Commissione per il Sistema integrato di educazione e istruzione), per poi condividerle con gli altri. Di più: si tratta di uno spazio di sperimentazioni e di acquisizioni successive, nel quale – manipolando oggetti e costruendo nuove esperienze – i bambini incontrano il prossimo, sviluppano le prime autonomie personali e costruiscono la propria identità in un contesto sociale.
Già il Piano Scuola 2020/21, pubblicato il 26 giugno, aveva enucleato una serie di linee metodologiche per la ripartenza a settembre delle attività in presenza nella scuola dell’Infanzia; esse si muovevano lungo tre direttrici: garantire un protocollo efficace per un rientro in sicurezza (distanziamento, igienizzazione, modalità di funzionamento del servizio, segnaletica orizzontale e verticale), valorizzare e impiegare tutti gli spazi interni o esterni (riprogettando ambienti o riconvertendo locali o pertinenze), nonché costruire gruppi didattici stabili e omogenei, formando adeguatamente gli educatori, gli insegnanti e i collaboratori scolastici di riferimento.
Coerentemente con quanto previsto dal Piano Scuola 2020/21, lo scorso 31 luglio è stato emenato il “Documento d’indirizzo e orientamento per la ripartenza delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia”, focalizzato sulla necessità di garantire la ripresa e lo svolgimento in sicurezza di tutti i servizi afferenti all’infanzia (di cui all’art. 2 del D.lgs 65/2017), assicurando i consueti tempi di erogazione e l’accesso del medesimo numero di bambini, così come disposto dalle previgenti normative regionali o dalle norme tecniche sull’edilizia scolastica.
Il Documento in parola, che oltre al Piano Scuola ‘20/’21 si rifà alle indicazioni del CTS del 28 maggio 2020 (così come dettagliate nel successivo Verbale n.94 del 7 luglio), è articolato in dieci punti programmatici, a partire dalla corresponsabilità educativa, condicio sine qua non per una sinergica ripartenza delle attività in presenza, perché un “patto” d’alleanza educativa tra scuola e famiglia ha un ruolo cardine nei servizi del sistema integrato 0-6 e, in fase emergenziale, il dialogo, l’empatia e il mutuo soccorso non possono che giovare soprattutto alle famiglie più in difficoltà, economica e sociale.
Il secondo punto si concentra sulla stabilità dei gruppi: se è vero che relazione e socialità sono aspetti irrinunciabili sia dei servizi da 0 a 3 anni sia delle scuole da 3 a 6 anni, è altrettanto vero che, per non compromettere la qualità dell’esperienza educativa e garantire la sicurezza, è necessario che il personale educativo, docente e ATA non ruoti e costituisca un riferimento fisso e – al tempo stesso – i gruppi/sezioni siano organizzati in modo omogeneo e identificabile, evitando attività promiscue o comuni.
Il terzo punto programmatico, invece, decisivo per gli aspetti logistici del servizio, afferisce all’organizzazione degli spazi, che giocoforza dev’essere funzionale alla già citata omogeneità dei gruppi/sezioni. Sarà importante strutturare gli ambienti in aree non promiscue, anche atrraverso una ragionata disposizione degli arredi; tutti gli spazi disponibili, compresi saloni, atrii e laboratori, dovranno essere separati e distinti; si dovrà inoltre valorizzare al megli lo sfruttamento degli spazi esterni, attivando mirate allenaze col territorio allo scopo di reperire eventuali spazi aggiuntivi.
Il quarto punto, a proposito degli aspetti organizzativi, riprendendo quanto già disposto dal Piano Scuola ‘20/’21, poggia sulla salvaguardia dei bisogni dei bambini e sull’opportunità di conciliarli con le esigenze lavorative dei genitori. Il servizio di pre o post scuola andrà strutturato opportunamente; accessi e uscite dai locali didattici saranno regolamentati e differenziati; sarà opportuno redigere una tabella di programmazione delle attività, alla quale allegare un registro di presenze giornaliero dei bambini, del personale scolastico e di quallo esterno.
Considerata l’esigenza di non limitare il numero di bambini nelle strutture né l’offerta formativa e il tempo scuola, il quinto punto del Documento prevede la necessità di individuare ulteriori figure professionali a supporto delle attività didattiche, assegnare alle scuole dotazioni organiche aggiuntive e tutelare i lavoratori “fragili”, nel rispetto della normativa di settore in materia di salute e sicurezza (D.lgs 81/2008 e s.m.i.) e di quella legata all’emergenza, con particolare attenzione al DL 34/2020, convertito con modificazioni nella L.77/2020.
Il sesto e il settimo punto prevedono la regolamentazione di refezione e riposi pomeridiani (turnazioni, possibilità di consumare i pasti nelle aree didattiche, opportuna areazione e sanificazione dei locali) e la stesura di efficaci protocolli di sicerezza (regole per l’igiene personale, utilizzo corretto dei DPI, attività peculiari di igienizzazione); l’ottavo punto di fatto ribadisce una serie di prescrizioni già ben sottolineate nella normativa previgente, a proposito di modalità di formazione/informazione del personale, erogabili anche a distanza; il nono punto, invece, focalizza l’attenzione sulla necessità – indispensabile dai punti di vista sociale ed emotivo – di curare le attività inclusive, per garantire una totale ripresa ai bambini con disabilità cerrtificata. Il decimo punto, quello conclusivo, è un allegato tecnico che riprende ed enuclea le indicazioni igienico-sanitarie basilari, utili al contenimento del contagio nelle strutture scolastiche.
L’impostazione del Documento d’indirizzo del 31 luglio, è bene rammentarlo in conclusione, si concentra sul rinvigorire il patto educativo tra personale docente/educativo e genitori, così come avevano caldeggiato gli Orientamenti pedagogici sui LEAD. Il rientro di settembre, soprattutto per i servizi afferenti all’infanzia, deve garantire anzitutto la sicurezza, ma deve altresì mirare alla ricostruzione del rapporto tra docenti/educatori e bambini, condizione necessari all’educazione e all’apprendimento profondo.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
1) Vittoria Striato, Come la creatività può favorire l’acquisizione di competenze, in Dirigere la Scuola, Euroedizioni, luglio 2020
2) Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021, del 26 giugno 2020.
3) Orientamenti pedagogici sui LEAD: legami educativi a distanza, un modo diverso per fare nido e scuola dell’infanzia, a cura della Commissione Infanzia Sistema Integrato zero-sei, maggio 2020
4) “Documento d’indirizzo e orientamento per la ripartenza delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia”, del 31 luglio 2020.