Come riprenderemo a settembre ?

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io_noidi Cosimo Quero

Giornalisti ed esperti (o presunti tali) abbondano in proposte estemporanee, improvvisate, improvvide.
Quel che è peggio che anche i ministeriali “non scherzano”.

Consideriamo qualche “amenità” :

  • Turni in classe, mattina e pomeriggio o lezioni miste (!) in aula e a casa. Lezioni più brevi.
  • Didattica mista da “scuola capovolta”, ovvero spiegazioni online e verifiche (orali e scritte) a scuola, a gruppi.
  • Docenti in classe per una settimana la mattina e una il pomeriggio.
  • Bisogna dividere le classi.
  • Provare la scuola all’aperto per diversi giorni (in piazze, giardini !)
  • Lezioni a distanza con “classi rovesciate” (?)
  • Online il sapere più di routine (?)
  • Gli studenti “insufficienti” devono seguire un programma di recupero nelle prime due settimane di settembre.
  • Recuperare i “vuoti” nelle prime due-tre settimane (!!).
  • Recuperi dal primo settembre al 15\18 per i promossi con debito.
  • Si potranno utilizzare pratiche di distanziamento.
  • Acquisizioni temporanee di edifici pubblici (!).
  • Settembre partirà con gli “insufficienti” ( 4|5 in pagella).
  • Le classi potranno essere “spezzate in due” (sic) per le distanze, ma potranno essere “mischiate” per consentire lezioni diversificate (!).
  • Lezioni in giardini (interni|esterni all’istituto).
  • Si inizia con l’utilizzo spinto (?) delle lezioni all’aperto: “il Trentino dovrà sfruttare i suoi boschi, Milano i musei,Roma i suoi parchi”.
  • Sarà un autunno di turni e rotazioni, “La campanella non suonerà più alle otto per tutti”.
  • A settembre lezioni a metà (sic) tra casa e scuola. Ma senza che una classe sia “spacchettata” a piccoli gruppi: tutti insieme a distanza oppure in classe alternati ai compagni di altre sezioni per evitare assembramenti.

Viene da chiedermi, gli autori di queste proposte sono mai entrati in una scuola?

Dobbiamo, tuttavia, registrare alcune proposte sensate :

–        Lavorare per una scuola “ non uno di meno” e superare i rischi della didattica virtuale; considerare l’utilità della conoscenza-esperienza viva e di qualità, come “ scambio umano e confronto vivo delle idee”. Occorre che valga l’autonomia scolastica con la creatività che sottende.
–        Va privilegiata la funzione formativa della didattica, insieme a quella informativa. Non è sufficiente fornire solo nozioni, occorre insegnare il metodo, gli strumenti di analisi propri della materia. L’interazione intellettuale in presenza tra docenti e discenti è insostituibile, anche per il docente per un aggiornamento continuo sul piano umano-relazionale.
–        Vanno, comunque, utilizzate piattaforme omogenee che consentano valutazioni omogenee.
–        I problemi che si pongono per la ripresa delle lezioni a settembre sono di indubbia complessità.
–        Chi scrive ritiene che non è possibile più indugiare in proposte più o meno fantasiose ed estemporanee che non tengono conto delle numerose variabili in gioco.
–        Occorre non perdere ulteriore tempo, serve un PIANO NAZIONALE di provvedimenti da prendere con urgenza a livello di Governo, di Tecnici della salute, di Operatori scolastici, di Genitori degli alunni.

Le proposte che avanzo partono dalla rilettura delle norme dell’autonomia scolastica per l’organizzazione dei servizi e della didattica.

–        Occorre ricercare da subito una intesa tra le scuole e le comunità locali, con le famiglie degli alunni;
–        Valutare la DAD sin qui attuata e individuare i modi eventuali per riproporla, bonificata dai limiti già evidenziati;
–        Ricercare intese con i tecnici della salute e considerare per settembre l’evolversi della pandemia;
–        E’ già possibile ipotizzare la formazione delle prime classi dei vari cicli scolastici. Ciò consentirà di quantificare, con le classi successive : il numero definitivo delle classi, il numero delle aule, i docenti occorrenti in relazione alla composizione numerica delle classi;
–        Ne deriverà IL PIANO NAZIONALE DI EDILIZIA SCOLASTICA e comunque dei locali occorrenti, indi l’immediato avvio dei lavori;
–        Vanno attivate nelle forme possibili le organizzazioni (Collegi dei docenti, altri gruppi) dei docenti per la ristrutturazione della didattica ( come le lezioni online e in presenza ); l’adeguamento dei contenuti dell’apprendimento; il focus sui concetti fondamentali delle discipline, le strutture concettuali (“l’oro non le scorie”), i concetti di fondo che sviluppano le capacità indi le competenze: Servirebbe all’uopo una task force di pedagogisti
–        Propongo una ricerca a livello nazionale relativa alle proposte dei collegi dei docenti.
–        Non da ultimo punto, ritengo essenziale un focus sull’alunno che apprende, sul significato “dell’imparare ad imparare” (Serve a tale scopo la DAD ?). E’ da dire che è essenziale la METACOGNIZIONE, il fatto di conoscere più a fondo il funzionamento del proprio sistema cognitivo (il socratico “Conosci te stesso”).

Mi chiedo la DAD può incidere su:
– Che cosa vuol dire imparare,
–  Come impara il nostro cervello ;
–   Come è possibile incidere sull’attenzione, l’impegno attivo, sui segnali di errore e di sorpresa; sul consolidamento e la memoria a lungo termine.

Per questo cosa può fare la DAD e quindi come equilibrare tali interventi con la didattica in presenza ?

Concludiamo con le assurdità scritte sul problema del RECUPERO dei debiti di preparazione degli allievi.
A parte la terminologia spropositata che è stata usata per individuare gli alunni con ritardo negli apprendimenti …
Ma, come non rendersi conto che un intero quadrimestre è svanito nella chiusura delle scuole per la pandemia e che la DAD ha fatto registrare dei limiti e delle “assenze” di molti alunni ?
Non è possibile pensare ad un recupero in due settimane, e poi, come?

Propongo che si consideri l’intero prossimo una scolastico in continuità di questo e si dilati in tal modo, per periodi occorrenti esigiti dagli obiettivi di recupero, una coerente organizzazione di interventi differenziati e personalizzati di compensazione dei mancati apprendimenti (più che recuperi)
Ritengo, conclusivamente, che per la scuola sia giunto il momento di piani seri, ben finanziati, oltre che meditati, con una programmazione di concerto fra decisori, tecnici, organizzazioni di comunità, docenti e dirigenti.
E’ indubbio, la scuola deve funzionare in presenza, ma l’utilizzazione delle tecnologie digitali è essenziale per il rinnovamento profondo dei contenuti dell’apprendimento.
Si tratta della integrazione delle due vie, non di sostituzione di una delle due.

L’EMERGENZA SANITARIA IMPONE UN ADEGUAMENTO DELLE STRUTTURE EDILIZIE : IL GOVERNO DI QUESTO PAESE E’ AVVERTITO !