di Ilaria Pollono e Massimo Giugler
Le nostre scuole sono oramai chiuse da un mese e lo resteranno per almeno altrettanto tempo.
Che è successo, che sta succedendo nelle famiglie e come si è organizzata la scuola in questo breve periodo?
Per entrambi, ci pare di capire, la situazione appare molto variegata e non solo in base all’età dei minori o al livello di scolarità, ma in relazione a numerose significative variabili. A casa: gli spazi interni ed esterni e le tecnologie a disposizione, il numero di componenti in famiglia, la presenza o meno dei genitori. A scuola: la visione del ruolo di insegnante, la possibilità di scambiare con i colleghi le competenze informatiche, le idee di riprogettazione, la disponibilità di tecnologie.
UN CAMBIAMENTO IMPROVVISO NEL PROCESSO DI CRESCITA DI BAMBINI E RAGAZZI
In questa dimensione, anche se in misura diversa, gli studenti sono quelli più disorientati, bambini e ragazzi ai quali viene chiesto un cambiamento radicale che si sostanzia nel blocco delle attività di gruppo (sia esso il gruppo classe, il gruppo di amici, il gruppo sportivo/ricreativo) con la conseguente interruzione del processo di socializzazione. Ciò, correlato alla recente disposizione governativa che stabilisce di rimanere in casa (teniamo conto che per i minori la restrizione è maggiore, perché non possono uscire, come gli adulti, per fare spese per esempio).